Tecniche

“ Chiusura “ con il botto

Di Articolo e fotografie di Marco Altamura pubblicato il 11/10/18

Anche quest’anno la stagione di pesca alla regina delle nostre acque, la trota,  volge al termine ma come consolazione non da poco vi è il fatto che proprio durante le ultime settimane che precedono lo stop forzato è possibile realizzare le catture più importanti della stagione ; tutti gli ecosistemi frequentati dai salmonidi infatti si presentano ora nelle condizioni più favorevoli e le acque correnti , siano esse quelle dei piccoli riali montani che  dei grandi fiumi di fondovalle , hanno ritrovato i regimi idrici normali dopo lo scioglimento delle nevi che fino alla fine di agosto ne hanno intorbidito la naturale trasparenza . Le mattine e le sere fresche e le temperature diurne non più torride , infatti , non favoriscono più lo scioglimento delle nevi perenni dei ghiacciai che non scaricano più a valle le loro acque di scolo . Inoltre l’approssimarsi del periodo riproduttivo dei salmonidi accentua l’aggressività dei pesci e ne aumenta l’istinto predatorio e di salvaguardia del territorio ; le grosse femmine con le sacche ovariche già formate si mettono sul piede di guerra in caccia di tutto ciò che risulta commestibile ai loro occhi , dallo zooplancton , ai diversi stadi larvali degli insetti bentonici fino ai piccoli pesci come vaironi e sanguinerole con cui condividono l’ambiente fluviale . L’ittiofauna salmonicola di questi contesti è rappresentata principalmente da trote fario e marmorate e , nel caso i fiumi sfocino in un grande lago prealpino , da grosse trote Lacustri che ora sentono forte l’istinto riproduttivo tanto da intraprendere un lungo viaggio di risalita del fiume per raggiungere gli areali di fregola posti nella parte alta di questi corsi d’acqua . E’ proprio di questa eventualità alquanto propizia che mi voglio occupare in questo articolo descrivendo una recente uscita condotta nella parte terminale di un grosso fiume alpino prima che riversi le sue acque in quelle calme del lago Maggiore . Questo fiume , nei pressi della foce , presenta un corso ampio con corrente moderata fino al raggiungimento della prima vera rapida importante dove forma una vasta pool che consente ai pesci in risalita di riprendere le forze prima di affrontare la forte corrente ; ed è  in questo tratto che ho deciso di tentare la cattura di qualche bell’esemplare di trota Lacustre sfruttando le ore dell’alba e del crepuscolo o , eventualmente , della fortunata eventualità di una giornata con cielo coperto magari con la presenza di leggera pioggia . Facendo base sul lago Maggiore , non mi è stato difficile scegliere una giornata con tali caratteristiche ed ho finito così per optare per un lunedì di fine settembre caratterizzato da  cielo parzialmente coperto,  bassa pressione atmosferica e calma di vento , tutte componenti meteo favorevoli per una proficua uscita mirata al pregiato salmonide . Decido di iniziare a pescare verso le ore sedici del pomeriggio e di sfruttare il periodo fino al giungere delle prime ombre serali profittando anche del progressivo accorciarsi delle ore di luce . Sono queste uscite nelle quali non c’è spazio per la sperimentazione : occorre un’attrezzatura affidabile e di qualità per affrontare la tutt’altro che remota possibilità dell’incontro con la trota della vita . Tutti i componenti della combo devono essere al top , così decido per l’utilizzo della mia fedele Intruder , una classica due sezioni da mt 2,40 di casa Rapture caratterizzata da una spiccata azione Medium Heavy ed una potenza effettiva di lancio di gr 14/40 ; questo attrezzo mi ha consentito di uscire sempre vincitore con pesci di grossa mole come lucci , lucioperca e trote garantendomi combattimenti esaltanti e sicuri . Come abbinamento un “ must “ di casa Rapture , il top di gamma SX-1 nella taglia 4000 caricato con dell’ottima treccia di spessore mm 0,148 di colore giallo alla cui estremità connetto uno spezzone di circa un metro e mezzo dell’ottimo fluorocarbon XPS di Trabucco nello spessore mm 0,30 . Completa la dotazione un’affidabile minuteria di raccordo prevista per l’uso di cucchiai rotanti e per favorire una rapida sostituzione degli artificiali impiegati . Inizio così ad affrontare una lunga corrente sostenuta con un cucchiaio rotante , lo Spinner AG di Rapture di gr 9,5 con pala a sfondo oro e punti rossi ;  con lanci precisi raggiungo la riva opposta e ispeziono tutte le rientranze naturali con conseguenti correnti di ritorno . Solo pochi giorni prima qui ho catturato due splendide Lacustri di risalita , una da 54 ed una da 55 centimetri , e così ora cerco di insistere negli stessi spot rimanendo al massimo della concentrazione ; l’artificiale lavora a meraviglia entrando in rotazione appena entra in acqua azzerando tempi morti e cercando di scatenare l’istinto predatorio di queste trote selvagge . Qui si ha a che fare con trote “ vere “ , così lontane nel comportamento da quelle che popolano le tante riserve turistiche sempre più presenti nei torrenti alpini ed appenninici ; le Lacustri , unitamente alle marmorate , rappresentano l’endemismo più rappresentativo che le nostre acque libere possano vantare , e garantiscono una purezza genetica ed una rusticità uniche. Purtroppo anche valli e fiumi dalla grande tradizione alieutica sono interessate da questo progressivo svilimento delle loro caratteristiche primarie diventando sempre più simili ai laghetti di pesca sportiva ripopolati con pesci che chiamare trote è veramente un azzardo . Questi posti non fanno al caso mio e piuttosto di immergervi la mia lenza preferisco rinunciare a pescare . Comunque , riprendendo il filo del discorso , proseguo la mia ricerca risalendo lentamente la piana ed effettuando lanci precisi senza però approdare a nulla di concreto ; capisco che la forte corrente centrale porta il mio rotante negli strati superficiali dell’acqua e così decido per l’utilizzo di un’artificiale più pesante che possa espletare una corretta azione a contatto delle asperità del fondo , a costo di perderlo ancorato a qualche ostacolo dello stesso . Niente di meglio , in questo caso , di un bel minnow lipless dal peso sostenuto che risponde al nome di Dexter di Rapture , un’imitazione di 7,5 centimetri per ben ventotto grammi di peso che oltre a consentire lanci lunghissimi rimane sempre negli strati bassi della colonna d’acqua andando letteralmente a scovare davanti ai loro rifugi i pregiati salmonidi . Prima di adottarlo, rinnovo il nodo con la girella ( lo faccio ogni mezz’ora di pesca ) e poi sono pronto per ripartire dal basso con un’azione di pesca completamente differente rispetto all’uso del cucchiaio rotante : effettuo lunghi lanci a monte , faccio affondare l’artificiale , poi inizio un recupero a favore di corrente alzandolo ritmicamente dal fondo per poi farlo nuovamente collassare . Il marcato movimento di “ wobbling “ del minnow in fase di ricaduta scatena l’attacco delle trote che non si lasciano certo scappare l’occasione di un facile pasto ; l’accortezza da rispettare è quella di richiamare l’artificiale ad una velocità appena lievemente superiore a quella della corrente . Lancio dopo lancio arrivo nel punto dove il fiume , a causa del basso regime idrico tipico di fine estate , descrive una curva con conseguente corrente che forma il classico “ piede di terra “ , spot tanto caro agli angler nostrani che sono abituati ad insidiare grosse trote marmorate nei grandi fiumi della Pianura Padana come Adda e Ticino . Anche con le trote Lacustri questo spot si dimostra estremamente redditizio , così mi attivo per affrontarlo nel migliore dei modi ; lo scalino descritto dalla corrente porta la profondità da pochi centimetri ad un baratro di qualche metro . Lancio il Dexter in riva opposta e lo faccio derivare lentamente fino ad interessare il promettente dislivello : i primi lanci non danno l’esito sperato ma l’ennesimo tentativo il cima alla pool sblocca la situazione . In un intervallo tra  una jerkata e l’altra percepisco un brusco arresto della marcia della lure e senza esitazione porto una pronta e robusta ferrata : la Intruder si piega fino alla schiena e finalmente provo l’indescrivibile gioia di sentire qualcosa di vivo all’altro capo del filo . Non riesco a staccare il grosso pesce dal fondo che ora punta deciso verso la corrente viva costringendomi ad allentare la regolazione della frizione ; esco dall’acqua e mi allontano indietreggiando e al contempo mantengo  sempre contatto con la trota che si è posizionata a centro fiume e scuote con poderose testate l’integrità dell’intera combo . Sono attimi interminabili quelli che mi separano dalla gioia per la cattura e cerco di non compiere nessun errore di comportamento per non dover poi recriminare per la perdita di un pesce importante ; queste sono occasioni che si manifestano assai raramente e sarebbe assolutamente insopportabile perderle per imperizia o superficialità ! Dopo qualche interminabile minuto il grosso pesce viene in superficie così ne posso ammirare la superba bellezza ; si tratta di una meravigliosa femmina di trota lacustre caratterizzata da fianchi argentei con corpo tozzo e testa piccola rispetto alle consorelle fario e marmorate . E’ un pesce tipico dei grandi bacini prealpini risalito in fiume per l’imminente  periodo riproduttivo . Ora che l’ho vista , se possibile è aumentata ancora l’angoscia di poterla perdere . Con l’azione parabolico – progressiva della canna la avvicino alla battigia ma percepita la mia presenza , riparte con una fuga rabbiosa verso il centro del fiume ; allento nuovamente la frizione che produce un suono celestiale . Il mio SX-1 sta assecondando a meraviglia le sfuriate del pesce che ora inizia a dare qualche segno di cedimento ; mi aspetto da un momento all’altro il classico salto fuori dall’acqua che queste trote compiono sempre una volta prese all’amo , salto che questa volta non avviene consentendomi finalmente di portare in acque basse quello che fino a poco tempo prima aveva le sembianze di un diavolo scatenato . Scatto qualche foto in acqua dopo avere liberato il pesce dall’ancorina di coda del lipless e mi affretto a chiedere ad un uomo con il cane al guinzaglio di effettuare qualche scatto con il pesce tra le braccia ; provo una gioia indescrivibile mentre rilevo con il metro del bilancino elettronico una lunghezza di 64 centimetri per tre chilogrammi esatti di peso . Una cattura certamente non usuale in fiume dove la maggior parte delle lacustri catturate oscillano tra il chilo e i due chili di peso . Porto il pesce in una parte di fiume vicina con corrente più moderata per ossigenarlo abbondantemente tramite movimenti ritmici in avanti e indietro permettendo all’acqua gelida di scorrere dalla bocca alle aperture branchiali ; continuo questo movimento fino a quando la trota di sua volontà riguadagna il centro del  fiume . Solo ora realizzo quanto ho vissuto nell’ultimo quarto d’ora e ringrazio il mio fiume per avermi regalato ancora una volta emozioni così intense . Questo è sicuramente un pesce da annoverare tra le catture più soddisfacenti e troverà il meritato posto nell’album dei ricordi più felici . Teoricamente mi trovo nell’orario più propizio per effettuare altre catture ma è come se avessi raggiunto una pace interna talmente intensa ed appagante da farmi desistere dal continuare ; percorro il tratto di sentiero che mi separa dall’auto e , dopo aver riposto l’attrezzatura nel vano portabagagli , invio una foto della cattura al mio amico fidato , compagno di tante uscite  . La sua risposta è un pollice alzato , più esplicativo di qualsiasi altro apprezzamento .


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