Itinerari Estero

A pesca in Carinzia - parte seconda

Di Stefano Lucacchini pubblicato il 09/05/11

A PESCA IN CARINZIA  (parte seconda)

Vellach

Percorsi circa 40 minuti dall'albergo, raggiungiamo il Vellach, un torrente di media portata, ricco di vegetazione, dove si alternano bellissimi raschi a lame e buche di media profondità. I livelli dell'acqua non sono alti, e visto la conformazione decido di optare come attrezzatura per una 7'6" per coda tre, più maneggevole ed in grado di permettermi agevolmente di sondare anche i tratti di sottoriva dove la vegetazione si avvicina notevolmente all'acqua, habitat ideale di iridee e fario che abbondano assieme ai temoli in questo corso d'acqua.  La mia idea è quella di iniziare l' azione di pesca in caccia, ed infatti abbino ad un tippet dello 0'14 una Royal Coachman montata su amo del 14. Montata la mosca e ingrassato il finale, scendo in acqua,  risalendo il torrente le sensazioni che provo sono quelle di trovarmi solo all'interno di una natura selvaggia, sembrava che mai piede umano abbia messo piede in quelle acque. Inizio a sondare i sottosponda con lanci precisi atti a portare la mia mosca al di sotto delle fronde che quasi si appoggiano all'acqua, non c'è voluto molto per incuriosire la prima iridea , combattiva e bella anche se non di grandi dimensioni. Continuo a risalire, ad ogni passo rimango sempre più affascinato da tutto ciò che mi circonda, il verde si sposa con i colori arancio dell'autunno, silenzio e quiete vengono dolcemente interrotti solamente dalla voce della natura e dal rumore dello scorrere delle acque cristalline. Mi sento un intruso in quell'ambiente, mi sembra di violare  qualcosa ogni volta che metto un piede nell'acqua, ma sono qui per appagare oltre che i miei sensi anche l''innata passione per la pesca, così continuo a lanciare nei sottoriva, nell'attesa che il fiume si svegli e cominci a regalarmi quei cerchi d'acqua che tanto affascinano e attirano i pescatori a mosca. I sottoriva mi regalano diverse iridee di media taglia e qualche bella fario, anche qualche piccolo temolo si fa ingannare dalla voluminosa imitazione. Inizia la schiusa, cambio imitazione montando una mosca che rassomigli agli insetti presenti sull'acqua, mi sposto su una lama non molto veloce, per dedicarmi alla ricerca di una bella cattura, magari un  temolo di taglia. Purtroppo questa volta la fortuna non è stata dalla mia parte e la grossa cattura non è uscita:  diversi pesci ,ma tutti di media taglia. In ogni caso,anche se le prospettive di questo corso d'acqua fossero quelle di regalarci prede non superiori a  queste dimensioni, vale comunque la pena affrontarlo per le sensazioni che è capace di trasmetterci e di farci assaporare, anche se sono convinto che queste acque nascondano pesci di buona taglia, degni di foto e cornice sul caminetto.

CHALK STREAM, SORGIVA

 

 

Nove chilometri di acqua cristallina che scorrono in un fondale bianco  che si alterna al verde degli erbai, incorniciato nella ricca e lussureggiante vegetazione, che a volte crea un vero e proprio tunnel. Ancora oggi  rivivo le sensazioni che ho provato la prima volta che ho visto questo splendido scenario, i colori caldi dell'autunno che si fondono con l'azzurro dell'acqua, neppure il più bravo degli artisti sarebbe capace di tale pennellata, solamente la mano del grande maestro è capace di dipingerci questi scenari. Ma ritorniamo alla nostra giornata di pesca in sorgiva. La temperatura in questa giornata è piacevole, il grigiore delle nubi e anche qualche goccia d'acqua dei passati giorni hanno lasciato spazio ad una bellissima giornata di sole, che ci fa sperare in una buona quantità di insetti. Decido di affrontare subito in dry fly queste acque lasciando la 9' destinata alla ninfa in auto, l'attrezzatura ideale per questa tipologia di acqua è una  7'6", la sue dimensioni ridotte e la sua maneggevolezza ci permetteranno di districarci meglio nella fitta vegetazione. Abbino alla canna una coda del tre, un finale a nodi di circa 5,5 metri con tippet dello 0'14, qui specialmente le trote sono di grosse dimensioni e scendere al di sotto di tale diametro, in fase di recupero, procurerebbero al pesce inutili stress oltre a rischiare di rompere e perdere  mosca e pesce. La mosca che decido di rispolverare dalla mia ricca scatola  è una Attila Killer, con corpo rosso, palmer in gallo blue dun, ala in cul de canard naturale montata su amo del 14, una scelta che nel corso di tutta la giornata mi  regala innumerevoli catture, iridee over 50 ed anche un bellissimo maschio di fario oltre a tanti temoli di non grandi dimensioni. Questo percorso di pesca lo possiamo affrontare per quasi tutta la sua totalità in wading, solamente in alcuni brevissimi tratti saremo costretti da uscire a causa della profondità dell'acqua. Altro artificiale che mi ha regalato nell'ultima parte della giornata catture di buona taglia è una cavalletta in foam montata su amo dell'8, un'arma veramente micidiale e selettiva, infatti nonostante anche le piccole trote salissero per insidiarla solamente quelle di più grandi dimensioni riuscivano a attaccare questo lauto boccone. Di tutti i corsi d'acqua che fino ad ora ho testato qua in Austria, questo è stato quello più produttivo e rilassante, acque ricche di pesci di notevoli dimensioni, insidiabili con la tecnica che più gli aggrada, dalla secca alla ninfa fino allo streamer,  saranno capaci di regalare al Pam  temoli, fario, iridee e qualche ucho  oltre naturalmente ad indelebili bei ricordi.

 

 

 

Il fiume senza nome - La  Moll

 

Questo è il nome scherzoso che Adriano da  a questo corso d'acqua, in effetti è un ramo "morto" della Moll, infatti a monte c'è una diga ed a valle si congiunge con la Drava, ed è proprio qua che abbiamo pescato l'ultimo giorno del nostro soggiorno in Austria. Un torrente non molto profondo che alterna dislivelli dove l'acqua assume una certe velocità ad alcune  lunghe piane. Stazionando nelle zone di acqua calma è possibile pescare tranquillamente su bollata, mentre negli altri punti di corrente lo risaliremo cercando di concentrare l'azione di pesca nei pressi delle rive ricche di vegetazione, luogo dove potremmo trovare iridee e fario di buona taglia ed anche qualche piccolo temolo. Abbiamo affrontato questo corso d'acqua con un attrezzatura leggera, una 7'6" per coda 3 ,ad inizio pesca visto l'assenza di schiusa su un fondo lama alla ricerca di temoli. Tippet dello 0,14 e una Royal Choachman su amo del 14 ci hanno dato la possibilità di catturare veramente tanti temoli in questa zona, purtroppo di taglia non ragguardevole, dai 25 fino ad un massimo di 30 cm, mentre risalendo il corso d'acqua concentrando nei sottosponda l'azione di pesca, siamo riusciti a catturare bellissime iridee veramente combattive e qualche fario. Altri due Pam nel contempo stanno testando la parte bassa della riserva, quella che comunica con la Drava, particolare importante perchè alcuni dei bei temoli presenti in questo ultimo fiume entrano nella Moll, ed infatti i due fortunati pescatori hanno avuto la possibilità di pescare timallidi di buona pezzatura. Questo tratto di fiume non è ancora pubblicizzato ed in pochi vi hanno pescato, ma presto sarà fruibile e ne potrete godere.

 

 

Conclusioni

 

Oltre alla qualità delle acque in cui pescare,  mi sento in dovere di spendere due parole per i gestori dell'Aktiv hotel che gestiscono magnificamente queste riserve. Adriano e i due figli Francesco ed Alberto sono degli ottimi pescatori, in grado quindi di mettervi a disposizione la loro esperienza e consigliarvi al meglio su quale tipologia di tecnica, attrezzatura o mosca usare in quel dato fiume in quello specifico momento, sempre aggiornati sui livelli di pesca vi suggeriranno il fiume migliore in quel dato momento. Un'altra cosa molto importante è che non esiste pressione di pesca, infatti per scelta Adriano non fà pescare più di quattro persone ad uscita in ogni singola riserva, cosa molto importante sia per noi pescatori che possiamo vivere la nostra giornata di pesca con tutta calma, senza il timore che cambiare zona possa voler dire, come succede in alcune realtà all'interno del nostro paese, non pescare o girare per parecchio tempo alla ricerca di qualche metro per lanciare la nostra imitazione, qua come minimo abbiamo 3 o 4 chilometri a disposizione. Questa scelta oltre che essere a vantaggio del pescatore lo è anche  per il fiume e per il pesce che non subirà mai un eccessivo stress dovuto ad un sovra  affollamento di pescatori. Le sale dell'albergo sono ricche di antiche e recenti foto e attrezzature da pesca  e trofei. La cucina della moglie di Adriano, Erika è semplice ed al contempo squisita, insomma un coktail che mi spinge a riconfermare la mia presenza già per il prossimo anno. Arrivarci è semplicissimo: Arrivando da Venezia, proseguire in direzione Udine-Tarvisio, fino allo svincolo di Villach e prendere l'autostrada per Ljubiana/Slovenia. Uscire alla prima uscita, St. Niklas, e allo stop svoltare a sinistra in direzione Rosegg/ St.Jakob, dopo circa 8 km a Frög, sulla vostra sinistra, trovate l'Aktiv Hotel Gargantini.

 

 

 

 


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