Itinerari Estero

A spinning in Sorgiva

Di Michele Moscati pubblicato il 22/11/09

Durante il nostro meraviglioso soggiorno nella riserva di pesca della famiglia Gargantini, a Frog in Austria, abbiamo avuto il piacere di essere accompagnati all’interno del tratto No Kill per la pesca a spinning denominato appunto “sorgiva”. La pesca regolamentata, all’interno di questo tratto specifico vieta l’uso di ancorette e vuole, come da prassi, l’amo singolo senza ardiglione, uno dei motivi principali per cui le acque di questo paradiso risultano sempre molto pescose e decisamente divertenti per gli appassionati. La mancanza quasi assoluta di inquinamento e i controlli continui e mirati lungo tutto il tratto in cui si pratica l’attività piscatoria sono due altri ingredienti fondamentali per la salvaguardia delle speci in esso contenute: fario, iridee anche di grossa taglia, qualche mormorata e nei mesi invernali i fantastici huco. Inoltre, le sponde ben curate e disboscate quel tanto che basta, permettono una pesca abbastanza comoda ma allo stesso tempo totalmente immersa nella natura e soprattutto con la possibilità di arrivare al lancio sempre ben coperti e con la più assoluta discrezione, fondamentale per una buona riuscita in queste acque. Noi eravamo in 3, quasi un’assurdità per chi pesca a spinning visto i continui spostamenti da effettuare e la necessità di pescare in silenzio, eppure facendo un po’ di attenzione e collaborando l’uno con l’altro siamo riusciti ad allamare, in totale, oltre 50 pesci in poco più di 3 ore, molti dei quali sopra il chilo (specialmente iridee) e un paio, belle combattive, addirittura sopra i due e mezzo. Il tratto di torrente riservato allo spinning è lungo più o meno 4 chilometri e risulta generalmente abbastanza piatto ma con grossi massi di tanto in tanto e correntelle naturali o artificiali che lo rendono più interessante. Laddove l’acqua è calma, e ci sono tratti anche di 100 metri, la pesca è quasi a vista e deve essere effettuata assolutamente tenendo conto di tutti i nascondigli possibili. Le trote qui hanno molto più tempo di vedere il pescatore e soprattutto di studiare l’esca durante il suo cammino. E’ consigliabile quindi non scendere in acqua con gli stivali, se non  per combattere pesci decisamente di taglia una volta allamati e soprattutto è consigliabile soffermarsi a scrutare eventuali bollate lontane prima di lanciare. Questo perché data la conformazione di tali tratti è meglio pescare abbastanza lontano da noi e soprattutto lanciando più vicino possibile alla sponda che regala sempre ottime sorprese. In queste condizioni è risultata migliore la pesca a scendere, ovvero lanciando a valle e recuperando contro corrente, particolarmente gradita alle grosse iridee. Tra i massi e le correntelle invece, la pesca a risalire lanciando a monte e scendendo con l’artificiale a verso di corrente è stata la più redditizia, lanci anche corti ma ben mirati vicino a sassi o in prossimità di schiume o buchette riservano sempre belle fario, salmerini e qualche altra sorpresa, specialmente quando arriva il fresco. Le canne da utilizzare possono variare dai 180 ai 240 centimetri, perfette quelle da 2 metri con “casting” compreso tra i 4 e i 12 grammi, armate anche di un piccolo mulinello, un 2000 va più che bene, e filo madre del 18/20 o, meglio ancora, un trecciatino del 6/8 o massimo 10. Le esche “rotanti” sono quelle che ci hanno regalato più soddisfazioni in termini di catture relativamente ai tentativi effettuati, piccoli artificiali del 2/3 massimo 4 prevalentemente di color rame o similari hanno svolto appieno il loro compito. A dire il vero anche piccoli minnows da 4 e 5 cm sono risultati molto appetibili alle guizzanti trote presenti, ma abbiamo registrato molti più “lisci” in fase di ferrata di quanti non ne abbiamo contati con i rotanti. Risalendo quasi tutto il tratto della riserva il torrente diventa sempre più stretto e il fondale sassoso e sabbioso lascia spazio a grossi erbai e sconnessi sottosponda; qui le fario di posto e i coloratissimi salmerini la fanno da padrone. Anche la pesca diventa più selettiva e un solo lancio per postazione basta a capire se vedremo o meno l’abboccata, la poca e limpidissima acqua infatti, lascia solo una possibilità all’abilità del pescatore, ma nella maggior parte dei casi, se ben sfruttata, regala ottimi risultati sotto forma di coloratissime e combattive catture. Ormai giunti sul far della sera, soddisfatti ed entusiasti dalle tante emozioni vissute, si torna verso la macchina percorrendo a ritroso il pittoresco percorso verde che costeggia tutto il tratto di fiume mentre, tra il cinguettio di passerotti, il sole ci saluta scendendo lento dietro le Alpi. Per noi saranno ricordi difficili da cancellare, la pesca, la natura, la nostra amicizia e un pomeriggio che rimarrà per sempre nel nostro “cuore di pescatore”.


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