Tecniche

Acque alte... e spinning

Di Articolo e fotografie di Marco Altamura pubblicato il 09/11/19

Sono giorni che dalla mia casa di Milano guardo fuori la finestra e vedo solo rivoli d’acqua scendere dai vetri . Piove , il cielo è scuro e piove . Qualunque persona di buon senso sarebbe rattristata da questa situazione di stampo autunnale e si troverebbe a combattere con una sorta di sottile depressione che attanaglia chi sa di essere  meteoropatico . I giorni passano e piove , sempre più intensamente . Ebbene anche io davanti a questo scenario provo delle emozioni  , ma sono diametralmente opposte a quella della depressione ; già percorro con la mente gli ottanta chilometri che mi separano dal “ mio “ amato lago e vedo il suo livello idrico alzarsi lentamente ma inesorabilmente fino a tracimare nelle zone più basse del litorale . Questo per me può significare una sola cosa , una delle poche cose che mi infonde una grande felicità d’animo : pesci , tanti pesci , tanti grossi pesci ! Tutti gli anni in autunno attendo trepidante il periodo delle piogge perché so che l’innalzamento del livello delle acque del lago significa sostanzialmente la concreta possibilità di effettuare catture di pesci di mole , nella fattispecie lucci , lucioperca , cavedani e persici reali . Quest’anno a causa di diversi impegni familiari non ho potuto frequentare assiduamente il lago e così sto seriamente prendendo in considerazione l’opportunità di effettuare un’uscita fugace ; partire la mattina per ritornare la sera a Milano non è certo l’opzione migliore , ma tant’è e mi abituo a questa eventualità . Detto fatto , la mattina parto con il cielo sereno attraversato da qualche sparuta nuvola e giungo sul posto alle prime luci dell’alba con il lago che si sveglia calmo e rassicurante . Noto subito che dove sono previsti i camminamenti è tutto allagato dalle acque di piena e , se mai ce ne fosse stato bisogno , annuisco e sorrido sornione . Estraggo l’attrezzatura dal bagagliaio dell’auto , la monto e cerco , prima di iniziare a pescare , di capire dove potrei salpare un grosso luccio se mai mi capitasse di prenderne uno ; in effetti il regime di acque alte pone il non trascurabile problema del come e del dove portare a termine felicemente un combattimento con un grosso pesce senza rischiare di perderlo . Quello spot a me tanto caro e prodigo di belle catture questa volta non mi lascia molto spazio per operare in caso di prede importanti . Pazienza , ci penserò al momento opportuno . Decido di iniziare ad ispezionare quella porzione di lago con un minnow dall’assetto affondante da 9 centimetri da me sapientemente appesantito con un’ulteriore listarella di piombo incollata nella parte ventrale per farlo affondare più velocemente e per raggiungere distanze più rilevanti nel lancio . Qui la profondità del lago si attesta intorno ai 7 / 8 metri ed il substrato del fondale è formato da ciottoli a media granulometria ; pesco fino a circa mezzogiorno registrando solo due catture di persici reali di piccola taglia,  così decido di concedermi una pausa per mangiare . Ripongo l’attrezzatura in auto ed mi dirigo verso un vicino pub dove consumo un ottimo panino annaffiato da una birra scura discutendo del più e del meno con alcuni pescatori locali . Dopo il caffè torno in auto e mi attardo in un rifocillante pisolino . Sono circa le quindici quando la voglia di pescare si fa di nuovo pressante e così , ripresa l’attrezzatura , decido di ripercorrere il tratto della mattina , incredulo per non aver preso nulla . Cambio il minnow adottandone uno dello stesso peso e lunghezza ma con livrea “ trota fario “;  il tratto percorribile dalla ringhiera del lungolago e di circa cento metri ed inizio a lanciare a circa trenta metri dalla riva dove alcune boe permettono l’attracco ad altrettante imbarcazioni . Lancio a sinistra di una di queste boe , faccio affondare il minnow ed inizio un recupero sincopato fatto di robuste jerkate alternate a brevi stop ; dopo tre giri di manovella del mulinello avverto l’inconfondibile attacco di un luccio che subito mi costringe ad allentare la regolazione della frizione consentendogli rabbiose fughe verso il largo . Devo stare molto attento a che il pesce non vada  , nel suo disperato tentativo di riguadagnare la libertà , ad interessare una zona sulla mia sinistra dove alcune cime tengono ancorato un pontile galleggiante ; ora realizzo che mi trovo molto in alto rispetto il livello dell’acqua e mi assale una sensazione mista tra angoscia e paura di perdere il bel pesce . Comunque non è ancora giunto il momento perché l’esocide non ha nessuna intenzione di mollare la presa e mi sbobina una decina di metri di trecciato fino a guadagnare la superficie a circa venti metri dalla mia posizione . Lo vedo , non è un gigante ma ad occhio e croce si tratta di un pesce di circa quattro chilogrammi di peso ; vedo il mio minnow fuoriuscire dalla bocca per circa tre quarti della lunghezza con l’ancora di coda saldamente posizionata tra le fauci sulla parte sinistra dell’apparato boccale . Scuote pericolosamente la testa da sinistra a destra e il timore che i suoi settecento denti possano interferire con il terminale in fluorocarbon è tanto ; si immerge nuovamente per effettuare un’altra fuga rabbiosa verso il fondo , ma sento che la resa è vicina . Lo trascino a galla vicino e sotto la mia postazione sopraelevata e non so cosa fare : per arrivare  a raggiungere l’acqua devo percorrere alcuni scalini che ora risultano interessati dal livello alto del lago e superare diversi ostacoli come pali , aiuole spartitraffico e gazebo . Decido di attendere qualche minuto fino a che non passi qualcuno a cui chiedere un aiuto . Dopo poco arriva un passante che capisce subito la situazione e mi chiede cosa deve fare per darmi una mano ; lo esorto a tenere la canna con la frizione allentata dopo avergli portato il pesce in una quarantina di centimetri d’acqua . Gli consegno l’attrezzo e come un fulmine mi precipito a discendere la scala ; sono costretto a bagnarmi le gambe ma con gesto rapido e deciso effettuo una corretta presa opercolare , sicura sia per l’animale che per la mia mano . Non può più fuggire e finalmente provo quella fantastica sensazione vissuta centinaia di volte ma sempre bellissima ! E’ un luccio di circa ottantacinque centimetri di lunghezza , in carne e con una livrea fantastica . Mi affretto a farmi scattare alcune foto e , dopo una lunga fase di ossigenazione , ridono la libertà ad un pesce che mi ha fatto veramente divertire . Questi pesci presi in “ libera “ come piace a me sanno regalare una grande soddisfazione e meritano quindi di essere rilasciati con tutte le cautele del caso . Ritorno a pescare fino alle ore diciotto ma mi ritengo soddisfatto e non metto più  quella concentrazione / determinazione che invece si rendono sempre necessarie quando si pesca seriamente . Nel viaggio di ritorno verso Milano ripercorro più volte con la mente le fasi del combattimento e riesco ancora a trarne godimento ; lo spinning è parte integrante della mia vita e mai rinuncerei a queste meravigliose sensazioni . Il livello del lago rimarrà sopra lo zero idrometrico per diverso tempo e con qualche altra precipitazione piovosa il periodo favorevole alla pesca si protrarrà per almeno un mese . Questo mi infonde fiducia e speranza per le prossime uscite e con questo pensiero mi risulta più accettabile fare ritorno a Milano ; inoltre con la fine di dicembre riaprirà il periodo durante il quale poter insidiare il mio pesce preferito , la trota lacustre , e quindi metto mentalmente in archivio l’odierna uscita e mi prefiggo nuovi obiettivi per il prossimo futuro . Io sono fatto così , devo sempre avere dinnanzi a me qualcosa da raggiungere , è questo che mi da la forza per migliorarmi sempre . In fondo non è forse vero che il più bel pesce che si è catturato è il prossimo ?


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