Tecniche

Aguglie da Campioni con bolo e pasturello

Di Marco De Biase pubblicato il 18/07/11

Il pesce lo si cerca a fondo, punto e non si discute. Questo è stato uno dei primi dogmi appresi avvicinandomi all’agonismo nel settore canna da riva. Partecipando a diverse competizioni a livello provinciale e dilettantistico ne ho avuto la conferma: chi pescava sul fondo, sia con la tecnica del lancetto o a galleggiante, riscuoteva successo. Come in tutte le cose, c’è sempre l’eccezione che conferma la regola. In alcuni casi, queste verità imposte si sono frantumate come castelli di sabbia e chi pescava a mezz’acqua, vuoi per il fato, vuoi per tentativi, coglieva la sorpresa e cioè l'aguglia, il jolly da vittoria. E’ capitato a tutti noi di chiederci il perché di queste sorprese inaspettate. Cosa si cela dietro le catture vincenti delle aguglie? Casualità? Fortuna? Tecnica? Analizzando il comportamento dei pesci in un acquario marino di media dimensione noteremo che non sempre il pesce è attivo sul fondo. Per buona parte del suo tempo ne è a stretto contatto, cercando cibo tra i detriti, ma in alcuni momenti tende a salire verso la superficie, posizionandosi a mezz’acqua, regalando qualche guizzo di attività dovuto all’appetito crescente. Lo stesso accade in mare, sia dalla scogliera che lungo le banchine. E’ una normale condotta che nega la staticità delle specie marine. Pesci come le aguglie non sono amanti della profondità e spesso mostrano le loro preferenze nuotando a mezz’acqua o nelle immediate vicinanze della superficie, alla ricerca di un pranzo in sospensione. E’ in quest’ottica che dobbiamo concentrare le nostre lenze, con la convinzione che se il pesce non mangia sul fondo allora è lì, a pelo. La pesca di questi piccoli "pesci spada" è possibile tutto l'anno, come testimoniato dagli scatti del sottoscritto immortalato in estate ed in pieno inverno, con prede di tutto rispetto.

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