Racconti

Amarcord: La notte di un bambino

Di Salvatore Pablo Romano pubblicato il 07/02/11

Erano le dune di una luna a metà, appoggiate a ridosso di una battigia di agosto. Era tardi, ma presto per un bambino che non sapeva aspettare, ma solo sperare di bruciare le tappe di un'avventura lunga tutta la notte.
"Vorrei toccasse a me per primo" - pensava. Il primo a saltare dalla sdraio, il primo a dare il colpo di assestamento, i grandi, dopotutto, facevano così, e poi subito a recuperare più velocemente possibile la lenza.
Luce polifemica, cassetta di piombo e leziosa minuteria: quella notte, un bambino, calpestava la sabbia lasciando le impronte più profonde del mondo.
Sguardo allo zenith e fosforo verde negli occhi, altro che mare, udiva le voci, ma gli arrivavano appena. Un bambino non può far tutto da solo. "Ti innesco io" - dicevano i grandi.  "No!No, faccio da solo"- imbronciato e testardo seguitava a mimare il rito antico del suo appostamento.
Immobile e teso come una un cane da ferma, scrutava sicuro tre metri di canna distesa in venti metri, al massimo venticinque, di lancio. Dopotutto, a dieci anni i numeri non contano molto, purché la notte trascorra da grande e coi grandi ti confronti e competi.
"L'ho preso, l'ho preso...!" -  diabolica di un'esca rossa, non sai cosa vuol dire fallire. -
"Tira, tira!", - "eccolo che arriva!". Che creature fantastiche le mormore!
Sono stelle subacquee, saette di fondale, imperatrici della sabbia, a decine guizzavano nella notte di un bambino a cui bastava guardare dentro un secchio per specchiarsi nel suo orgoglio.
"Come fanno a vedere l'esca di notte?"- chiedeva.
"Sentono  l'odore" -  diceva qualcuno , "Vedono il colore" - spiegavano altri.
Così tra i suoi pensieri si spiaggiava un sottilissimo arcano: metterne tanta o ne basta un pezzetto?
Ogni ora che passava non era che un istante, ed ogni istante un ricordo da stringere per una vita intera. A milioni assediavano la notte di un bambino in cerca di angoli deliziosi, che fossero un po’ gioco e un po’ cose molto serie, ma costantemente in bilico tra il silenzio e l'esultanza, tra l'esperienza e l'incoscienza.
Quella notte fu la prima di un'emozione in riva al mare, quella notte è, ancora, la prima di un sogno perpetuo.
Quella notte, chissà, sarà il futuro di un anziano signore che ogni estate, pescando di notte, ritorna un bambino.


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