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Appesi ad un filo

Di sergio farina pubblicato il 23/11/19

L’essere “appesi a un filo” indica, nel parlare comune, una condizione di estrema precarietà, di pericolo, ed in generale di una situazione dove le possibilità che la stessa si risolva positivamente sono molto scarse. La cosa è perfettamente traslabile nella pesca dove i pesci, una volta allamati, sono appesi ad un filo nel vero senso del termine, di solito sottilissimo se rapportato alla mole della preda, e dove le possibilità che il combattimento si risolva positivamente sono influenzate da una serie di fattori negativi. Va da se che la scelta del terminale riveste importanza fondamentale nell’economia di una sessione di pesca. In questo senso il fiume è giudice inflessibile, che non fa sconti, non concede deroghe e non elargisce seconde possibilità; gli sbagli si pagano, subito. La corrente, specie se unita a profondità rilevanti, costituisce un banco di prova severo e rigoroso, dove tutta l’attrezzatura è portata a fondo scala e dove il terminale costituisce il tratto di lenza che sopporta lo stress maggiore. Affidarsi ad un prodotto di qualità è condizione “sine qua non” per non trovarsi a  guardare sconsolati un ricciolo di nylon strappato dal quale una volta pendeva un amo ed un grosso pesce. Le caratteristiche con cui valutare un nylon sono: diametri reali, carico di rottura in linea e al nodo, morbidezza, resistenza all’abrasione, uniformità del diametro, indice di allungamento. Una volta in pesca pregi e difetti saltano fuori, ricordate il giudice di cui sopra? Preston Innovation propone un nuovo nylon per il confezionamento di terminali e montature da roubasienne denominato ACCU Power, dove ACCU e la contrazione del termine inglese “accurate”, proprio ad indicare uniformità e corrispondenza dei diametri dichiarati in bobina. Le prove al micrometro ed al microscopio hanno dato risposte più che  positive. Diametri dichiarati a parte, è il fiume il vero banco di prova per valutare la bontà di  un terminale. Il fiume ha la corrente e la profondità che incidono sulle sollecitazioni durante il combattimento. Un pesce di fiume ha vitalità e forza diverse da un pesce di cava e soprattutto il terminale deve fare i conti con le varie tipologie di ostacolo che può incontrare o incocciare durante il semplice recupero del feeder. In questo senso l’ACCU Power ha letteralmente entusiasmato. Abbiamo alternato l’uso dei diametri dallo 0,16 allo 0,22, nella caccia ai grossi grufolatori del fiume, in spot dove la presenza variegata di pesci è molto marcata, con aspi, gardon e cavedani, anche se la parte del leone la fanno breme e soprattutto barbi, pesci dalla forza esagerata se rapportata alla mole con taglie medie comunque probanti per test definitivi. Nel corso di una decina di sessioni abbiamo catturato di tutto, barbi per la maggior parte, con diversi pesci  over 3 ed un magnifico over 4, breme molto grosse fino a 4 Kg, aspi superiori ai 2 Kg e perfino una carpa che, alla pesa, ha segnato quelli che gli inglesi chiamo il “double-double” ovvero un pesce che passa le 20 lb sulla bilancia. L’ACCU ha risposto senza tentennamenti, con una grandissima affidabilità che regala sicurezza a tutto il complesso pescante. Ad oggi il Preston Innovation ACCU Power è senza ombra di dubbio uno dei migliori nylon per la confezione di terminali mai provato, un compagno affidabile, robusto, tenace con una grandissima resistenza all’abrasione e allo stress, uniti ad un basso indice di allungamento perfettamente bilanciato da una morbidezza inusuale. 100 mt di nylon per ogni bobina che risultano performanti e sicuri dal primo all’ultimo metro, nonché perfettamente realistici rispetto ai diametri dichiarati. I pesci saranno si appesi ad un filo, ma un filo di grandissima qualità.


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