Tecniche

ARRIVANO LE MORMORE!

Di Michele Nardi pubblicato il 08/03/11

Nella ricerca del pesce più diffuso sulle spiagge mediterranee quante volte ci siamo chiesti se fosse meglio privilegiare la lunga distanza a discapito della leggerezza oppure utilizzare canne da beach ledgering in modo da enfatizzarla?
Come possiamo coniugare il lancio lungo alla sensibilità che tassativamente serve per fare buoni carnieri del pregiato sparide?
Addentriamoci in uno dei temi più amati dai surfisti italiani.

Fino ad una decina d'anni fa era consuetudine affermare che alla fine dell'inverno le spiagge profonde fossero le prime ad accogliere fitti branchi di mormore per merito dell'acqua che non si sarebbe raffreddata più di tanto, ebbene, non vi diciamo quante volte è arrivata la smentita! Spiagge bassissime dal nord al sud della nostra penisola ospitano mormore anche in modo permanente. Si sa, molti canoni sono stati smentiti col passare degli anni anche a causa dell'innalzamento della temperatura media del Mediterraneo, un mare chiuso e con pochissimo ricircolo d'acqua, ma senza ombra di dubbio tra i più affascinanti dell'intero pianeta.
Tutte le spiagge possono essere colonizzate dallo sparide zebrato, che fino a pochi anni fa costituiva una risorsa abbondante dei litorali italiani, dopo la specie si è decisamente ridotta a causa della pesca illegale con la sciabica e con lo strascico costiero che devastando la posidonia, unico vero polmone Mediterraneo, ha ridotto non poco la possibilità di sopravvivenza di tutto l'ecosistema.
L'inquinamento poi ha fatto il resto, e comunque senza aver dato ancora il colpo di grazia. La cosa più bella è che malgrado tutto, questo mare ha saputo rigenerarsi, e tutto ciò se ci riflettiamo un attimo ha semplicemente dell'incredibile!

Divertiamoci a beach ledgering

Salvo casi estremi che di seguito andremo ad analizzare, la mormora deve essere insidiata utilizzando un'attrezzatura impostata sul leggero. I motivi sono una frequenza di tocche parecchio maggiore e un divertimento senza paragoni durante il recupero della preda. La mormora si cattura anche in pieno giorno, soprattutto nei momenti di cambio di luce dove spesso è accompagnata dalle tracine, e nelle ore più calde delle giornate di primavera.
D'estate poi si torna a pescarle nel modo più classico dato che la notte ci riserva le migliori sorprese. Molto più spesso di quanto si possa immaginare fitti branchi di mormore sono presenti sotto riva, anche nei pressi dello scalino di risacca e va da se che in queste occasioni il lancio, anche minimo, è assolutamente controproducente.
Armate le nostre fedeli beach con piombi di grammatura minima, saremo pronti per insidiarle nel modo migliore e le varie arenicole, la tremolina e i vermi trovati direttamente sulla battigia saranno quanto di meglio potremo proporgli. Non sempre però i branchi sono così vicini e, infatti, molte volte c'è bisogno di allargare il tiro fino ad un centinaio di metri dalla riva ed oltre. Per far sì che le nostre esche si trovino nella zona di passaggio non c'è da cambiare molto ma serve una canna da beach evoluta e studiata espressamente per il lancio lungo.
A questo scopo ci vengono incontro le leggere beach d'ultima generazione, quelle ad innesti per intenderci, capaci di fiondare le nostre insidie anche molto oltre la soglia dei cento e perfette anche quando il mare è un pò mosso: sicuramente le canne più divertenti in assoluto, con le quali si può fare anche un pò d'utile trainetta richiamando il piombo di tanto in tanto. Il filo in bobina non deve superare il diametro di 0,18 ed il calamento, che in questo caso dovrà essere a piombo fisso, deve essere tassativamente privato di tutto il superfluo: più semplice è meglio funziona!
Nei casi dove le mormore mangiano senza indugi è preferibile montare un trave con due o tre finali per tentare le doppiette o le triplette che a volte non sono rare. In tutti gli altri casi, quando il pesce è svogliato e non incline all'abboccata, è opportuno allungare e affinare ulteriormente l'intero calamento, tanto da arrivare all'utilizzo di finali dello 0,16 lunghi anche due metri e realizzati con i migliori fluorocarbon, che risultano sempre superiori al nylon anche pescando al buio.

Surf casting solo nel bisogno

L'attrezzatura pesante è utile solo nel caso che il pesce transiti su rotte molto esterne e perciò irraggiungibili con gli attrezzi che abbiamo evidenziato. Nel caso di mare appena mosso può essere opportuno posizionarsi su una punta di sabbia ricordando che questo settore è sempre molto rischioso visto che normalmente un solo lato si presenta pescoso.
La maggior parte delle volte si tratta di quello riparato, sotto corrente, ma non sempre è così. Inoltre, piazzare il tripode al centro della punta e cercare di sondare entrambi i lati porta spesso al cappotto e quindi se non siamo proprio degli esperti è meglio scartare subito questa possibilità.
Le canne migliori come in tutti i casi dove c'è da tirare veramente lontano sono quelle ad innesti, ma con vetta piuttosto morbida in modo da adattarsi bene a qualsiasi stato del mare, calma piatta compresa.
In questo caso è opportuno essere molto dotati nel lancio dato che la tattica da adottare lo richiede espressamente.
Si lancia sempre alla massima distanza facendo stare li fermo il piombo, senza nessuna trainetta e cercando di centrare sempre lo stesso punto, in modo che i resti delle esche creino una piccola zona di richiamo. In questo caso, oltre alla solita arenicola, l'utilizzo del sabloon è consigliato in quanto non essendo altro che un'arenicola più grossa e resistente (viene dall'Atlantico) si adatta perfettamente allo scopo.
La tubicola è un'altra esca prenditutto particolarmente amata dalle mormore, molto utilizzata in Atlantico e valida anche da noi. Perché le lenze risultino fluttuanti come piacciono alle mormore dobbiamo usare un singolo o doppio long arm di lunghezza non inferiore al metro, con piombo fisso autoferrante di peso intorno ai 120 grammi dato che i 150 grammi sono già troppi e logorano alla svelta i sottili fili imbobinati che necessariamente si usano in questa pesca. Un filo più è fine e meno vela oppone alla corrente, facendoci stare correttamente in pesca.
Dunque, un diametro dello 0,20 reale e di ottima qualità è un buon compromesso per la bobina del nostro mulinello da surf, permettendoci di portare a riva non solo mormore.

Situazioni da mormora

Programmando una battuta di pesca alle mormore c'è da sapere che l'influenza della luna cambia secondo i luoghi.
Da una nostra recente statistica abbiamo evidenziato un solo dato certo: in tutte le isole si pescano molte più mormore in assenza o con poca luna.
Nella penisola i pareri sono discordanti.
Dalle nostre esperienze dirette ci risulta che la luna, quand'è proprio piena, non promette nulla di buono ma ciò non toglie che in determinate zone si possano fare lo stesso buoni carnieri. Anche riguardo alla marea non c'è niente di certo.
Nel passato si affermava che in bassa marea era difficilissimo catturarle, ma presto arrivarono ampie smentite, prevalentemente dalla costa adriatica.
Riguardo alle condizioni del mare c'è da riesporre che le mormore non si spaventano fin quando la corrente diventa proprio insostenibile, ma la situazione di calma è sicuramente la più amata dallo Sparide.

Quando la "zebra" abbocca

L'abboccata dello Sparide zebrato non è sempre ben evidente.
Alcune volte parte decisa lateralmente o verso il largo senza lasciarci ombra di dubbio ma la maggior parte delle volte ci viene incontro oppure resta li ferma senza dare atto della sua presenza e solo quando recuperiamo per un controllo ci rendiamo conto della sorpresa. Se ha ingoiato bene l'esca non ci sono problemi nel recupero, in caso contrario il rischio di perderla è alto.
Il miglior modo per combattere il pesce (qualsiasi pesce) è quello di tenere la punta della canna alta finché la preda è distante, facendola stancare in modo che una volta raggiunta la riva sia privata della maggior parte delle proprie forze.
Specialmente quando raggiunge i pressi della riva la mormora da sfogo a tutte le sue ultime forze nell'intento di liberarsi ed in questa fase noi dobbiamo assecondarla tenendo la punta della canna bassa, pronti a contrastare dolcemente ogni cambio di tensione.
Dopo, quando il pesce è stanco non sarà difficile trascinarlo all'asciutto abbassando ulteriormente la canna, ma sempre pronti ad entrare in azione con ogni mezzo.
Riguardo ai segnalatori d'abboccata, insostituibili in questa tecnica, possiamo affermare che ce ne sono ormai un'infinità ma il più usato, guarda caso, è quello che da maggiori garanzie: stiamo parlando del pendolino, chiamato anche ascensore e l'unico consiglio che possiamo dare è che quest'accessorio va mantenuto il più leggero possibile perché sia veramente efficace. Molto spesso 30 grammi sono più che sufficienti.

 


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