Racconti

Aspettando primavera

Di Zaccaria Australi pubblicato il 25/03/09

Ho fatto tardi Venerdì sera al lavoro, la crisi è arrivata anche nella piccola ditta a conduzione familiare per la quale lavoro dal 1980…è arrivata e come tutte le cose brutte non ha bussato!

Gli stop del Vivario che mi precedeva in coda si erano accesi all’improvviso trovandomi quasi impreparato, tanto ero concentrato a razzolare fra pensieri neri!

Quelle improvvise luci rosse erano andate oltre il riflesso ottico e avevano acceso con il soprassalto l’adrenalina sopita!

L’emozione, ecco cosa mi mancava!

L’emozione della pesca, da troppo tempo inespressa, taciuta, subordinata, cercava un pertugio dal quale ribadire un’imperante necessità di sfogo!

Era Venerdì sera Cristo, mi mancava una delle poche cose al mondo capaci di scacciare l’oppressione dovuta al malumore.

Avevo già parlato per telefono con Leo e Ferruccio comunicandoli la mia necessita di un’uscita in solitaria, non avrei avuto l’umore giusto per stare in compagnia, purtroppo è così, quando i problemi sono seri l’uscita a pesca è per me sinonimo di solitudine.

Ci sta che dopo un’ora di pesca stacchi e mi metta a girare senza una meta, oppure se il pesce non collabora, mi ritrovi ipnotizzato da un sughero che cerca di battere il record mondiale dell’inaffondabilità!

Insomma, ho bisogno di “dare di matto”, di fare quel che sento al momento!

Anche un SMS di Piero che mi comunica che lui e lo Zelli sono in PO a Spinadesco questo Sabato, cade nel vuoto, bruciando l’ennesima possibilità offertami di conoscere il mitico Piron!

Il Venerdì sera alle 9 mi attende anche Don Antonino e “l’importantissima” riunione pre-Cresima di Matteo, non posso mancare il carismatico 82 enne in settimana mi ha mandato “un’ingiunzione” portatami a mano dalla consorte che recitava: è dal Battesimo di Matteo che non ti vedo a Messa… non frequento, ma decido di partecipare, tipico esempio tutto Italiano di “incoerenza opportunistica” messa in atto per il quieto vivere familiare!

Traversando il ponte avevo indugiato lo sguardo oltre la spalletta, dai finestrini si intravedeva un Arno in “forma” con l’acqua tesa da una sponda all’altra, un arco sul quale le luci dei lampioni dei lungarni facevano come me la solita infinita coda! Un fascino “effimero”… acqua morta!!

La sera avevo retto senza batter ciglio il sermone del Parroco, abile e colto predicatore, uno sempre dotto nelle citazioni e carismatico al punto che mentre parlava a braccio non volava una mosca fra i 60 presenti alla riunione, con tanto di chiusura finale ad effetto, quando ha citato la frase che campeggia (in inglese) nel Convento delle Suore di Maria Teresa di Calcutta… Quando fai una cosa nella vita, falla come fosse la prima volta, come fosse l’ultima volta, come fosse l’unica volta!!

La notte non avevo avuto le tensioni di un tempo e la fatica di alzarmi questo Sabato mattina somigliava tremendamente a quella di tutte le mattine, solo il raggiungere “il posto di lavoro” ero sicuro mi avrebbe fatto un’impressione diversa.

Infatti quando gli stivali della tuta hanno fatto una presa anomala dal quotidiano sulla fanghiglia della sponda della Sieve e la sacca delle canne ha trovato una veloce sistemazione sui rovi più vicini, l’acqua è diventata padrona dei sensi dando vita al solito Black-out dal “ mondo artificiale”.

Nuovamente libero, di nuovo a tu per tu con il mio “seme”, come andasse, andasse di nuovo a mio agio!

Viste le 9,40… il posto prescelto è ovviamente occupato!

Così dopo un breve e infruttuoso tentativo leggermente a monte della postazione “usurpata” decido di risalire di una trentina di metri, la corrente che si presenta è di un’invitante colore verde smeraldo, anche se ribolle spesso sul metro e venti di profondità!

Sull’altra sponda un locale ha appena perso un bel pesce a giudicare dalla piega che aveva la sua canna, alle mie pressanti domande, risponde garbatamente, ma a bassa voce tanto che il rumore della corrente che ci divide ne copre le parole, solo una “traghetta” ed arriva nitida Barbi!!

Faccio finta di crederci, ma intanto mi preparo una lenzetta da cavedani, uno 0,75 pallinato con una classica scalata a stringere verso il sughero e un finalino di 0,104 di Fluorine che reputo sufficiente a contrastare la taglia dei grossi cavedani del posto!

Inizio con due palline di incollato, poso la lenza ai margini della corrente principale e dopo un metro il galleggiante sparisce inghiottito dal liquido verde, alla ferrata immediata risponde un tipo scorbutico e permaloso che tenendo il fondo mi porta ad arco la AW1015 prima di srotolare nailon e andarsi a inzuccare sul sasso prediletto, il finale cede e buonanotte sonatori!

Cazzo era un Barbo!!

Alzo la testa e vedo il dirimpettaio con la canna in piega e il 4grammi che transitandoli a pelo d’acqua davanti agli occhi gli risale ondeggiando sotto delle potenti testate fra le grosse onde della corrente principale per terminare la sua corsa sul pilone del ponte che è 20 metri a monte!!

Aspetto ancora a cambiare terminale, voglio una riprova che sono in azione i grossi barbi e non sono stati degli incontri casuali.

La partenza successiva dalle testate con cui l’avversario si difende non lascia dubbi, è di un bel cavedano, che salito subito in superficie a centro corrente riesce a slamarsi rimandando la montatura al mittente.

Insisto, il terzo avversario sembra quasi inanimato, terribilmente peso ma inanimato e quando sale in superficie è come prevedevo un grosso Chub agganciato per una pinna ventrale che rigirandosi riesce a sganciarsi… S. Tommaso non vuole inganni… ma a me resta di che recriminare!

Comincio ad innervosirmi, e il quinto incontro è con un altro pezzo da novanta, ho accanto a me il pescatore che mi aveva “fregato” il posto, è risalito a vedere che combino visto che lui, in due ore ha incocciato solo due cavedani rompendone uno.

Sono in tensione il pesce è a centro corrente e tiene senza sforzo il fondo “sento” che può essere un grosso Barbo e gioco tutta la riserva di potenza di cui dispone la AW e il terminale, riuscendo così a impedire per ben due volte all’avversario di rintanarsi, ma quando la grossa sagoma si delinea nel sottoriva, la “cruda realtà” mi mostra che l’avversario è una grossa Carpa Selvatica (Reina) di taglia valutata sui 3kg che di lì a poco si fumerà il terminale con la solita immancabile pinna dorsale!

PESCI -5 ZAC.-0

Ho deciso è l’ora della “rabbia” e del terminale di 11,7!

I Cavedani cominciano così a perdere al giochino del tira e molla e la nuova serie inizia con due amici squamati vicini al Kg che vengono riottosi alla mano!

Ho scappottato!

Tiro un sospiro e mi sento più rilassato… ma il terzo avversario mi fa subito capire che oggi le difficoltà con questo livello e velocità di corrente sono esponenziali, le zuccate e il galleggiante in risalita a vista a centro fiume questa volta non lasciano spazio ad equivoci, dall’altra parte c’è lui!

La 1015 mette sul piatto tutta la sua “tecnologia” chiamando all’opera il Fluorine e i suoi nodi dal “cappio Farina” al k.l.k. con cui è legato l’amino ad occhiello del 24!

Riesco a bloccare il pesce, che “scollato” dal fondo si lascia trasportare dalla corrente 2-3 metri a valle prima di riposizionarsi e ripartire!

Fa così altre due volte, con tutto al limite Ansia compresa!

Quando riesco a toglierlo dal correntone, caccio indietro la voglia di vederlo subito, (mi rimbalza nella mente la frase di Don Antonino… fai come fosse la prima volta…) così faccio tutto il lavoro con calma, come va fatto! Arriva il momento delle capriole, è un bel pesce ma l’ho lavorato bene e al terzo tentativo rimbalza sull’attrezzatura e ormai vinto apre le pinne e mi mostra una pancia bianco latte prima di essere accolto nel guadino!

E’ 1,380 per oltre 50 cm con dei baffi che mi scaldano più del sole, ha molto ma molto del Tiberino ma mi è difficile credere che sia puro, qui ci sono molti europei… potrebbe essere il mio Best per la specie, ma la pignoleria analitica che mi accompagna da una vita non mi molla e il dubbio resta!

Eccolo!!

La serata prosegue con altri 4 cavedani con la punta ad 1,260 il totale al termine, alle 15 mi darà 7 pezzi per kg 6,880!

Anche oggi alla pesca e all’acqua dolce, a cui molti hanno voltato le spalle in direzione mare… è riuscito il gioco di prestigio di farmi fare pace con me stesso e il mondo!

E ora aspetto PRIMAVERA!


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