Itinerari Estero

AUSTRIA: FLY FISHING IN CARINZIA 2° parte

Di Luigi Colucci pubblicato il 23/05/10

2° Parte

TEMOLI E NINFE

Martedì 20 Aprile: secondo approccio con la Drava a Steinfeld.

 

LA DRAVA

 

Questa volta raggiungiamo il luogo senza la guida, che ormai non serve più data la padronanza delle strade e il navigatore che ha memorizzato tutti luoghi! Alla partenza Adriano mi consiglia di fare una sponda rocciosa che avrei sicuramente tralasciato, perché è quello il punto buono per i temoli, così con il sole che anche quel giorno scaldava l’ aria fino ai 20 gradi, decidemmo di fare un tratto al mattino in attesa della schiusa per pescare a galla e poi il pomeriggio di scendere lungo la massicciata consigliataci, qualche chilometro più a valle!

Ore 13, ecco la schiusa ed ecco il vento, “miseriaccia” riesco a fare solo una bella iridea a galla su una spinner e Matteo prende il suo primo temolo, piccolo ma divertente!

 

Partiamo per il fondo fiume a schiusa terminata e iniziamo di nuovo a ninfa a pescare in un metro e mezzo d’ acqua velocissima con due ninfettine, la prima con testina da 3,8mm su amo 12 e la seconda con testina da 1,5mm su amo 16…"temoli miei sto arrivando" esclamai. ..…se non avessi sonno e non arrivassi con un’ ora di ritardo sulle ferrate…così ecco che mi giro e c’ è Matteo con un pesce che sembra un salmone che salta e si dimena in mezzo a quella corrente folle!..”capperi che temolo!!!”.

 

Matteo tira fuori il “coniglio dal cilindro” e con una manovra da spinninghista a canna bassa e cimino nell’ acqua blocca i salti del temolone e lo costringe sotto sponda. Arrivo e glielo guadino appena in tempo prima che si slamasse!

Grande Matteo, alla fine il temolo si è rivelato essere 49 cm!Un mostro!

Ricominciamo a pescare e io ricomincio a dormire in piedi, due lanci, mi rigiro e…la scena si ripete!E’ di nuovo Matteo con un altro super temolo allamato che salta a destra e a manca!

Guadinato il temolozzo poco più piccolo del precedente inizia a farmi effetto l’ aulin che avevo preso per il mal di testa e quasi risorgo dal letargo.

 

Cambio tattica, allungo il braccio e mi infilo in ogni correntone il più velocemente che posso perché tra 15 minuti saremmo dovuti partire per il rientro! Con la ninfa di punta inizio finalmente ad entrare in pesca e a sentire tutto: pietra, pietra, alghe, pietra e…strike! Trotella fario! Di nuovo il giro, sasso, buca, sasso e strike, una bella iridea!Continuo così e Matteo inizia a prendere in giro il mio ritrovato talento!Ancora strike e ancora trota, una iridea sui 40cm che tira e salta come una forsennata, bella, ma non è il temolo che tanto sto cercando! Ultimo lancio, scavalco un masso faccio scendere la ninfa nel giro d’ acqua veloce subito dietro, tocco il fondo e finalmente eccolo!”Temolo temolo temolo!”. Non è grande come quello di Matteo ma alla fine farà registrare i 43 cm!

 

Tornati in hotel, ancora informazioni scambiate, ancora due o tre pezzi a testa per gli altri pescatori,  io che tiro fuori la macchina fotografica e gli altri hanno tirato fuori gli occhi dalle orbite! Grande Matteo che ha preso il più bel temolo che si fosse visto negli ultimi tempi!

Quel giorno l’ allievo superò il maestro, che da buon maestro ne fu felice…

 

Nei giorni a seguire di avventure ne abbiamo fatte mille, siamo ritornati in Gail e poi ancora in Drava e come al solito tornavamo con un ottimo bottino di pesci sia a secca che a ninfa.

 

Il venerdì piccolo giro turistico a Villach, cittadina piccola e semplice ma di gran effetto, estremamente viva e movimentata ci colpisce da subito con le sue chiese e i tanti negozietti caratteristici in un centro storico che si visita solo a piedi!Qui facciamo le dovute compere dei souvenir per amici e parenti. La sera troviamo in tavola il famoso “stinco con le patate” e solo a vederlo ci sentiamo rinvigoriti delle forze spese nei giorni precedenti da cotanto lauto pasto…magnifico!

Il sabato mattina dopo aver salutato la famiglia Gargantini partiamo per Cesenatico. Durante il viaggio non faccio altro che ripensare ai giorni fantastici appena trascorsi, ai piatti tipici e la cucina fantastica della signora Erika, la stessa che dopo colazione ci faceva trovare dei panini da portare sul fiume nel caso avessimo fame, i consigli sempre attenti di Adriano e le risate fatte con Francesco e Alberto la sera al bar davanti ad una buona pinta di birra…

Tutto davvero stupendo, questa terra mi ha conquistato e la famiglia Gargantini si è mostrata unica nel suo modo caloroso di accoglierci come si fa con degli amici di vecchia data, facendoci sentire a nostro agio in ogni richiesta. La voglia di ritornare è già tanta e so per certo che appena ne avrò la possibilità, tornerò, per riabbracciare questa stupenda terra!

 

Per maggiori info, prenotazioni e costi www.trophyclub.it

 

PILLOLE DI TECNICA

 

Nelle acque in cui abbiamo pescato durante questo viaggio abbiamo utilizzato diverse attrezzature per le diverse zone di pesca e, ovviamente in base al meteo.

La risorgiva è il posto perfetto per chi ama la pesca a secca durante tutto il corso della giornata, con schiuse ad intervalli e bollate durante tutto il corso della giornata. Una 7,6 - 8,0 piedi con code 2 – 4 è più che sufficiente per insidiare silenziosamente trote e temoli a galla ed eventualmente montare qualche ninfa poco piombata se si vuole cambiare strategia di tanto in tanto. Terminali del 0,14 in flurocarbon anche con mosche relativamente piccole ci permettono una certa sicurezza nei confronti di pesci robusti e combattivi come quelli qui presenti.

Altrimenti canne sui 9 piedi con coda 4 per ninfe e streamer risolvono le diverse situazioni anche dove la sponda è infrascata e i lanci roller sono l’ unica soluzione per presentare le nostre imitazioni con terminali non inferiori allo 0,14 per le ninfe e allo 0,16 per gli streamer.

Nel Gail e nella Drava il discorso è simile se intendiamo pescare a secca, anche se in primavera ciò significa concentrare la pesca nelle sole ore di schiusa e cioè nelle ore centrali della giornata.

La pesca a ninfa è molto redditizia nelle ore prive di attività superficiale con canne da 10 – 11 piedi per code leggere dalla 2 alla 4. La pesca a ninfa in “high stick” come dicono gli inglesi e cioè a “punta alta” ci ha permesso di insidiare dei pesci in punti di corrente altrimenti inaccessibili con qualsiasi altra tecnica. Braccio completamente teso in avanti, da 50 cm a 1 mt di coda da tenere fuori dalla punta della canna, non di più, finale conico lungo circa 130 cm composto da 60 cm di 0,35 – 25 cm di 0,30 – 15 di 0,30 – 10 cm di 0,25 di colore giallo oppure 5cm in nylon giallo e 5cm rosso – 10cm di 0,25 - 5cm di 0,20. I fili vanno legati con nodo di sangue o barilotto. A questo finale aggiungiamo ancora un’ altro spezzone di filo dello 0,16 di circa 40cm se intendiamo pescare in buche e correntoni profondi al quale leghiamo un terninale di 50 cm dello 0,14 con due ninfe, una in punta e una su bracciolo. Lanciare sempre a monte e tenere la canna alta ci ha permesso di essere sempre in tensione e sentire ogni minimo movimento delle ninfe e ogni toccata anche minima! Lasciare la coda in bando e fare quella che semplicemente si definisce passata, in queste acque non ha dato frutti.

 

Come ninfe abbiamo utilizzato le immortali phesant tail su ami di dal 12 al 18 con e senza testina piombata e delle ninfettine che stimolassero la reattività dei pesci di colore arancio fluo ma sempre con testine dorate in tungsteno. Sono state principalmente queste le esche che hanno fatto la differenza durante la nostra permanenza in Carinzia.

 


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