Tecniche

B come Belly Boat, B come Bass

Di Luigi Colucci pubblicato il 29/04/09

Da diversi anni ormai, la pesca a mosca dal belly boat è una delle tecniche più divertenti che pratico con piacere soprattutto d’ estate! Al mattino o alla sera questo attrezzo, poco più di una ciambella, ci regala oltre alla possibilità di prendere qualche bel pesce, anche un po’ di relax dallo stress della quotidianità, un po’ di frescura immersi nell’ acqua in questi giorni bollenti!

 

 

Controlli dovuti

 

In commercio esistono ormai davvero innumerevoli tipi di belly boat, tutti da utilizzare con waders e pinne, facilmente trasportabili e muniti di tasche e gadget per portare in acqua l’ attrezzatura necessaria!Ma prima di entrare in acqua, ricordiamoci sempre di controllare il tutto: un’ occhiata alle pinne, alla gomma che non si sia deteriorata col tempo o al sole, le camere d’ aria del belly ben gonfie, i waders ben allacciati e integri, e soprattutto non scordare il giubbetto di salvataggio! Quest’ ultimo che col caldo può dare fastidio, se non indossato, ricordiamoci sempre di tenerlo in qualche tasca con se, a portata di mano, così da poterlo indossare in qualunque evenienza.

 

 

L’ approccio e la tecnica

 

La pesca in belly boat in cava, può dare davvero delle belle soddisfazioni lungo tutta la nostra penisola, soprattutto nella ricerca del tanto amato Balck Bass!Questo pesce sa dare delle soddisfazioni al pescatore uniche, dagli strabilianti attacchi a galla ai salti e le piroette che compie quando viene allamato…spettacolo!

Prima di entrare in acqua in una cava che ancora non si conosce è sempre meglio dare un’ occhiata preventiva alle sponde, a quale sia il luogo migliore per scendere e risalire dall’ acqua col nostro belly boat, e non da meno agli spot e a come potremmo affrontarli!

Nella ricerca del bass nulla è da dare per scontato…ogni ramo, emerso o sommerso, ogni gradino del fondo, e ogni canneto può celare la presenza del nostro amico, pronto ad attaccare l’ esca, con cupidigia e bramosia!

Non sprechiamo mai la possibilità di avvicinarci il più possibile ad uno spot ritenuto buono, spesso di fatti il bass non teme il nostro natante e delle volte ci si rifugia sotto proprio come un albero o un qualsiasi riparo senza per niente essere disturbato dalla nostra presenza e regalandoci un occasione in più per ammirarlo nell’ abboccata di così facile portata. Lanci corti, attrezzature leggere, poche cose da portare con se, lo stretto indispensabile: canne 8 piedi con code del 5/6 o anche superiori, terminali non troppo lunghi con finali dello 0,25-0,30.

Le code meglio se galleggianti o al massimo con tip affondante, semplicemente perché nel recupero, con una coda affondante, la parte di coda che lasciamo in acqua potrebbe affondare e crearci problemi impigliandosi nelle pinne.

Gli artificiali da usare sono infiniti e rispecchiano un po’ i gusti del pescatore, ma in linea di massima possiamo creare una lista di indispensabili per affrontare ogni tipo di situazione: a galla i popper in ogni genere, forma e dimensione sono gli artificiali che regalano sempre delle soddisfazioni, accompagnati dai terrestrial quali le libellule, onnipresenti, e gli spider, micidiali nei pressi dei canneti. Sotto la superficie regnano gli streamer, dai più piombati a quelli che si muovono leggermente sotto il pelo dell’ acqua, tutti ottimi soprattutto nelle giornate dove l’ acqua è magari un po’ increspata dal vento e a galla non si sono visti risultati…

 

 

 

…APATIA!

 

Mi è capitato molte volte di sentir dire che è il black bass è un pesce apatico, lunatico, ed è per questo che dei giorni se ne prendono tanti in un posto e magari, il giorno dopo, niente!Sinceramente credo non sia così ma che semplicemente hai dei ritmi alimentari particolari, dettati a volte dalla temperatura dell’ acqua, a volte dal tempo (dalle pressioni alte o basse) o dallo spostarsi del pesce foraggio e che per questo, solo con l’ esperienza, si può tornare a casa con un buon numero di catture, magari anche solo una ma importante, imparando a conoscerne i ritmi, le giornate e gli orari migliori…

Qualche tempo fa a fine estate e con l’ arrivo di temperature decisamente più fresche, mi è capitato di agganciare all’ amo diversi esemplari di taglia notevole, che,da prima, osservavano indifferenti i miei artificiali al loro passare, poi atteso qualche attimo e variando o il recupero o artificiale, si lanciavano frenetici sull’ esca senza pensarci su due volte…restavano attaccati vicinissimi ad un ramo o al canneto e puntavano l’ artificiale non appena toccava l’ acqua…Alla fine uno sono riuscito a salparlo!Più o meno due chili e mezzo e dalla pancia in tipico atteggiamento da frega, bombata in un modo assurdo!”Che strano” mi chiesi, “possibile che ce ne sia ancora qualcuno così tardivo?”Ma mentre lo slamavo mi rigurgitò fuori una rana, e due persici medio piccoli taglia 25-30 cm…ecco svelato l’ arcano!Il persico è un predatore che anche a pancia piena non disdegna un ultimo boccone, se presentato bene.Ed ecco perché molte volte non si deve rinunciare davanti alla svogliatezza che questi hanno nei confronti dei nostri artificiali, ma solo variare e persistere.


FacebookTwitterGoogle+Invia per email

Collabora


Ti potrebbero interessare anche: