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Bass autunnali

Di Riccardo Dominici e Paolo Padovan - Foto di O. Dominici pubblicato il 01/02/07

 

 

Dopo la “gloriosa” giornata di domenica 29 ottobre passata a catturare bass da riva, avevamo deciso di far ritorno al laghetto con il gommone la giornata del primo novembre è ideale, perché giorno di vacanza, non vi sono impegni calcistici e, almeno la mattina la possiamo dedicare alla pesca.
Giunti sul lago la nebbia ha appena cominciato ad alzarsi, ma lo fa lentamente, lasciando scoperte le piatte acque del lago.
Dopo una decina di minuti passati a montare le canne ed ad approntare il gommone, Paolo ed io, siamo pronti e ci dirigiamo verso le postazioni che ci sembrano più promettenti.

Non nutriamo molte speranze, sappiamo benissimo che in simili condizioni climatiche, nebbia bassa ed assenza di sole non ci favoriscono, ma la voglia di provare a pescare dal gommone è tanta e l’entusiasmo è a mille. La nebbia stentava ad alzarsi ed il sole non accennava a farsi vedere. Il pesce resta rintanato e snobba beatamente le nostre esche.
Senza il sole i pesci non si muovono e noi restiamo al freddo e tentare una cattura quasi impossibile, ma noi non ci arrendiamo e continuiamo a lanciare e a recuperare le nostre esche sondando tutti i piani d’ acqua. Passa il tempo ma la situazione non cambia, per fortuna la passione e l’entusiasmo non vengono meno, n’e tanto meno la voglia di scherzare e di prenderci per i fondelli ci abbandona. Cosi il tempo passa e le cose non cambiano. Proviamo a cambiare le esche, sondiamo gli strati più bassi, lanciamo in mezzo i canneti, ma il risultato non cambia. In lontananza si odono le campane che annunciano il mezzogiorno, io e Paolo ci guardiamo e sulle nostre facce è dipinta la delusione più cocente, le speranze di catturare qualcosa stanno venendo meno.

All’improvviso, tutto cambia: il sole buca la densa foschia e basta questo per cambiare radicalmente l’ ambiente che ci circonda. Il frenetico e abituale rumore delle bollate a pelo d’ acqua, si rifà sentire e segna l’inizio della sperata “mattanza”. Ma la mattanza viene rinviata perché la foschia copre nuovamente il sole e il bollare cessa come per magia. Dopo una coppia di piccoli bass che ci sfuggono, decidiamo di cambiare posto e trasferirci vicini a un vasto banco di ninfee galleggianti.

Giunti sul posto il sole fa di nuovo capolino e dopo un paio di lanci a vuoto, un bass abbocca all’esca di Paolo, una “Creature” di color nero. A giudicare da come si piega la canna sotto sforzo, sembra un piccolo bass. Trascorsi pochi secondi devo ricredermi e una grossa testa si fa scorgere a galla.
Dopo aver intravisto la sua bocca spuntare dall’ acqua verdastra, portatrice di speranze e di sogni, il bass nuota velocemente verso dei rami che si intravedono facendo fischiare la frizione del mulinello; la sua potenza è enorme ma Paolo manovrando la frizione riesce a recuperarlo ed a portarlo verso il nostro gommone e il pesce si infila sotto ad esso. Paolo che non è meno testardo di me, pescava con una canna “mollacciona”, nonostante suo padre lo avesse consigliato ad usare una canna più “tosta” e non riesce a manovrare come vorrebbe. Dopo alcuni minuti di frenetica lotta, il bass viene afferrato per la bocca. Le sue dimensioni sono di molto maggiori delle nostre più rosee aspettative.

Alcuni secondi li trascorriamo a contemplare il magnifico pesce estasiati dai bellissimi colori e dalla sua enorme bocca. Siamo emozionantissimi e quasi non crediamo ai nostri occhi. Paolo mi chiede: “ puoi remare fino da mio padre che voglio fargli vedere il mostro?”. Non posso rifiutare, Paolo merita un premio ed io mi impegno a portarlo a riva. Vi è, però, un piccolo problema di distanza, ci sono “solo” 800 metri da percorrere a remi e con un bass che viene tenuto in acqua e un amico che non è proprio leggerissimo. Ma, anche mettendoci tutta la forza che avevo in corpo, ci vogliono circa 5 minuti per arrivare alla sponda opposta dove ci aspettano i nostri genitori già armati di macchina fotografica.
La fatica che faccio per raggiungere la riva opposta non è quantificabile, ma la gioia che si manifestava sul volto di Paolo mentre ammira il suo pesce mi da le forze per continuare. Una volta arrivati a riva i nostri genitori rimangono stupiti dal pesce che abbiamo catturato e dopo i doverosi complimenti a Paolo si scattano le foto. Il bass viene stimato oltre i due kg ma, senza la bilancia, è difficile quantificare il giusto peso. Il meritato rilascio del pesce è un momento magico, dopo un momento di inibizione, si riprende e con una potente scodata, si immerge nelle verdi acque dove si rifugia.

Dopo la sfiancante remata che ho dovuto fare, dico a Paolo che è il suo momento di porsi ai remi, ci cambiamo di posizione e mentre Paolo si appresta a remare, sento un piccolo ribollio nell’acqua, scendiamo dal gommone e con nostro dispiacere ci accorgiamo che il gommone perde aria, Paolo contrastando il boccalone quando si era infilato sotto ha bucato il mio gommone
Per non rischiare di fermarci in mezzo al lago senza aria o peggio, salpiamo il gommone, e mentre mio padre inizia a sgonfiarlo io Paolo ci eclissiamo per continuare a pescare dalla riva, anche se consci delle limitate possibilità di cattura visto che la foschia sta di nuovo addensando, l’importante è lasciare tutte le incombenze a mio padre, così tanto per farlo i*******e, pardon arrabbiare, un po’ e sentirlo brontolare.


E’ tempo di tornare a casa, Paolo è euforico e tornando alla macchina mentre parla con me si gira e non si accorge che sta per andare a sbattere la testa contro un ramo, mi sta scappando da ridere e già mi figuro il momento in cui sbatterà la testa, ma mi mantengo serio ed indifferente per poi scoppiare a ridere quando incoccia con la nuca il ramo malandrino.
Giusto pegno da pagare per la fortuna avuta. È stata una bella mattinata, certamente non ricca di catture, ma divertente e simpatica, ora il problema una volta arrivati a casa, è trovare una scusa per evitare di aiutare mio padre a riparare il gommone. Ci sono, domani ho verifica di matematica e devo studiare, infatti, di giovedì non ho matematica.

 


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