Itinerari Estero

Beautiful British Columbia

Di Marco Altamura pubblicato il 08/05/11

"Beautiful British Columbia".
Non è il titolo di un nuovo film di Quentin Tarantino, ma è ciò che si legge appena arrivati a Vancouver; infatti questa frase sta scritta su tutte le targhe delle auto di questa meravigliosa regione del Canada. E non poteva esserci frase più azzeccata per condensare l'essenza di un Paese meraviglioso, fra i primi al mondi per l'alta qualità della vita.

Dopo tredici ore di volo, approdo all'aeroporto di Vancouver dove trovo ad attendermi l'amico Stefano Gay della " Le Reve House Adventure ", romano di nascita che da alcuni anni si è trasferito quì e rappresenta con la sua organizzazione, l'unico tour operator italiano in Canada che si occupa di pianificare non solo viaggi di pesca, ma tutta una serie di attività outdoor che spaziano dall'escursionismo, al golf,ai safari fotografici alla ricerca dei grandi animali marini (orche e balene), alla discesa in rafting dei fiumi più selvaggi della Regione, fino alle crociere d'osservazione.

La sua attività la svolge sia a sud-ovest della B.C. che nei Northern Territories dove fa capo alla cittadina di Terrace da dove in poco tempo è possibile raggiungere le più belle location per ciò che riguarda la pesca al Salmone del Pacifico ( fiumi Skeena, Kispiox, Babine, Copper e Kalum ).

Affaticato da un fuso orario di nove ore, vengo ospitato nella sua abitazione da dove, il giorno seguente, partiamo per raggiungere l'alto corso del fiume Pitt, in località Pitt Meadows, dove trascorreremo i prossimi cinque giorni dedicati alla pesca del Red Salmon e di magnifiche Bull Trout, un tipo di salmerino canadese anch'esso anadromo.

Per raggiungere la destinazione prefissata percorriamo circa un'ora di strada da Vancouver per poi abbandonare l'auto all'inizio del Pitt Lake; con un'imbarcazione a motore attraversiamo da sud a nord i 25 km dello splendido lago di origine glaciale.
Questo invaso naturale fa parte dell'enorme sistema del Fraser River e risente pesantemente dei flussi di marea del vicino Oceano, tanto da subire escursioni di livello fino a due metri.

Giungiamo all'estremità settentrionale all'approdo di Alvin, un attracco di servizio che una volta serviva alle Compagnie del Legname attive quì fino al 1993. Da allora questa zona è tornata gradualmente alla sua originaria dimensione di frontiera della civiltà con una scarsissima presenza umana. Proseguiamo su una carrozzabile che in circa 45 minuti ci conduce finalmente alla nostra destinazione definitiva: il Pitt River Lodge, campo base dal quale partiremo per le nostre escursioni piscatorie.  Va detto che il Governo canadese ha mantenuto volutamente quest'area isolata dal resto della Regione in quanto rappresenta uno degli ultimi santuari naturalistici dove è possibile incontrare una gran quantità di animali selvatici quali orsi neri, grizzly,alci, lupi, aquile dal collare, foche, puma e un'infinita varietà di uccelli e piante. Questa eccezionale biodiversità rende questo luogo ideale per una vacanza da sogno.

La zona risulta accessibile unicamente via aria e via acqua, pertanto è garantita una quiete assoluta; Stefano mi sottolinea che quì l'uomo è considerato un intruso e quindi è opportuno un impatto ambientale il più discreto possibile. Il lodge e le cabines annesse consentono agli ospiti di usufruire di ogni servizio compresa una cucina attrezzata dove è possibile prepararsi i pasti con i generi alimentari portati fin quì dal " mondo civile ".

Dal 1988 la famiglia Gerak nelle persone del giovane Dan e della moglie Lee, gestisce questo splendido lodge che è anche l'unico dedicato alla pesca dell'intera area. Dan Gerak, appassionato pescatore e cacciatore, innamoratissimo del " suo " fiume, si batte da diversi anni con le amministrazioni locali per fare in modo che questo luogo rimanga così selvaggio, scongiurando l'arrivo della civiltà.

Durante il viaggio Stefano mi ha illustrato cosa di li a poco andremo ad insidiare in questo splendido fiume : bellissime Rainbow Trout dalla forza eccezionale, Dolly Varden e Bull Trout dai colori meravigliosi, e grossi Salmoni Sockeye che per particolari condizioni ambientali assumono caratteristiche genetiche diverse dagli esemplari che risalgono gli altri tributari del Fraser. Sia i salmoni che le bull trout sono di misura e tenacia veramente non comuni con esemplari rispettivamente di 10/11 kg e 6/7 kg. In altri periodi dell'anno troviamo anche altre specie di salmoni come i Pink, i King ed i Coho; in questo fiume è permessa la pesca in regime di Catch & Release con uso di artificiali monoamo privi di ardiglione ( barbless ); in questo le giovani ma esperte guide sono molto attente a tutela di un patrimonio ittico veramente invidiabile.
Concludiamo la faticosa giornata con una cena a base di spaghetti ( ne abbiamo una buona scorta ) e con quattro chiacchiere davanti ad un rilassante camino.
La notte trascorre per il sottoscritto in maniera non ottimale a causa del fuso orario che mi tiene sveglio per la maggior parte del tempo, ma al mattino siamo pronti per la prima uscita di pesca. Felix, la guida assegnataci, ci conduce su un piccolo creek affluente del Pitt River dove i nostri occhi assistono ad uno spettacolo strabiliante: decine e decine di Reds occupano i bassi fondali di questo limpidissimo torrente e fanno bella mostra inscenando quà e là spettacolari evoluzioni aeree; alcuni hanno già acquisito la caratteristica colorazione rosso vivo, altri di più recente risalita presentano una livrea più argentata.

Ci sono maschi enormi molto aggressivi nei confronti delle numerose Bull Trout posizionate subito a valle e intente a fare incetta delle uova appena deposte dai Sockeye. Questo scenario ci infonde nel corpo una grande quantità di adrenalina ma, ciononostante, decido di vedere prima di pescare, cosa conbina l'amico Stefano con la canna da mosca. Come artificiale opta per un piccolo uovo arancione in ciniglia e, forte della sua conoscienza del luogo, alla terza passata fa centro con il primo Sockeye femmina di circa 4 kg; vedere l'esile canna piegata sotto i colpi possenti di un tal combattente è veramente uno spettacolo! Ora tocca a me, e la guida mi consiglia l'utilizzo di un jig del peso di mezza oncia di colore viola e mi esorta a farlo lavorare a stretto contatto con il fondo in una sorta di passata a " spazzolare " i ciotoli del fondo.

Intanto inizia a piovere abbastanza insistentementee, dopo poco tempo, finalmente stabilisco il primo contatto con un Red Salmon; lo allamo alla fine di una forte corrente e subito mi colpisce per la sua forza : si prende una ventina di metri di monofilo e punta verso valle. Lo assecondo e poco dopo inizio un pompaggio lento ma costante che induce il pesce a compiere spettacolari e pericolosissime evoluzioni; e infatti, in una di queste sarabande, il filo torna molle e vedo il jig staccarsi dalla bocca con il pesce che riconquista la sua posizione iniziale vicino ad un gruppo di femmine. Ma la festa è solo rimandata di poco perchè dopo ulcune passate la mia Aspire si piega di nuovo sotto la forza di un altro maschio che questa volta ha ben posizionato l'amo del jig a lato del suo becco coriaceo e , nonostante le tenti tutte per evitarlo, finisce la sua strenua difesa con un onorevole " tayling " con il quale lo salpo per la foto di rito.

Nel panorama delle cinque specie di salmoni del Pacifico e delle mitiche trote Steelhead, il Sockeye ( Oncorhinchus nerka ) è sicuramente quello più ricercato per la prelibatezza delle sue carni. Il periodo di risalita di grossi branchi di tali pesci, " colora " l'acqua dei fiumi di un bel rosso vivo ; da luglio a fine agosto si hanno i picchi di risalita e, una volta entrati in acqua dolce, subiscono mutazioni morfologiche soprattutto nei maschi che sviluppano vistose mascelle a becco e una gobba che li rende inconfondibili. Le abitudini del Red Salmon lo portano a frequentare correnti anche forti ma mai troppo profonde, diciamo tra i 50 e i 150 centimetri.

La giornata di pesca termina con le catture e relativi rilasci di alcune Bull Trout di media dimensione.

L'indomani la guida decide di riportarci su questo affluente alla ricerca, oltre che dei Red salmon, anche di qualche bull trout degna di nota. I primi tentativi vengono fatti nella stessa pool del giorno precedente dove mettiamo all'attivo diverse catture di Sockeye di buona taglia; purtroppo durante le operazioni di salpaggio, slamatura e ripresa fotografica di uno dei tanti salmoni, la Sage dell'amico Stefano si spezza appena sopra l'innesto sotto i colpi poderosi di un Red che non si vuole arrendere.Poco male, la guida la rinpiazza subito con un'altra canna dello stesso tipo.
Raggiungiamo la pool più a valle dove un collo di corrente immette in una piana a dir poco meravigliosa; l'acqua qui corre più veloce ma riusciamo lo stesso a intravvedere le sagome dei Sockeye: ce ne sono alcuni veramente grossi intenti a difendersi dalle solite Bull trout che vogliono approfittare della situazione per farsi una scorpacciata di uova. Non trascorre molto tempo che realizziamo in sequenza alcune catture veramente notevoli di pesci che ci rendono la vita difficile in quanto, una volta allamati, puntano verso valle e si gettano nel flusso principale del fiume, rendendo vano ogni nostro tentativo. Perdo per la rottura del monofilo un paio di grossi pesci ma mi rifaccio subito con la prima delle Bull trout di dimensioni interessanti; la catturo con un piccolo ondulante made in Canada di 1/4 di oncia fatto lavorare da monte verso valle sotto alcuni rami che si protendono sull'acqua. La difesa è strenua e, con le dovute proporzioni relative alla taglia, è maggiore di quella dei salmoni. Foto di rito e rilascio con estrema cura.
Giungiamo in un punto che la guida definisce " tree jam " ( marmellata di piante ) per indicare un luogo dove la corrente ammassa grosse quantità di alberi e rami spezzati; qui, in uno dei tanti lanci effettuati, slamo una Bull trout che a occhio doveva pesare 3 kg. Nel frattempo un imprevisto giunge a turbare la nostra tranquillità idilliaca: con la coda dell'occhio nella boscaglia noto un movimento di sterpaglie anomaloe, all'improvviso, appare dal nulla il padrone incontrastato di queste foreste.
Davanti a noi si erge sulle zampe posteriori un maschio di Black Bear alto circa 250 centimetri per 200 kg di peso; la nostra incoscienza ci porta a soffermarci per immortalare l'animale, ma veniamo prontamente redarguiti dalla guida la quale lancia delle pietre per allontanare l'orso. Inconsci di ciò che è successo siamo eccitati per l'incontro ravvicinato e non ci rendiamo conto del pericolo corso. Ci spostiamo più a monte, ma dopo qualche tempo, l'orso riappare come a dirci che quel territorio gli appartiene e non sopporta nessun tipo di intrusione.
Felix ci spiega che quest'anno gli orsi sono più aggressivi del normale perchè il fiume ospita un minor numero di salmoni e quindi è maggiore la difficoltà per gli orsi di catturarli. Inoltre ci esorta a rientrare e ad abbandonare la zona diventata troppo pericolosa.
Il giorno seguente ci attende un'avventura veramente unica; le guide caricano du di un pick-up un gommone da rafting e ci conducono in un tratto a monte percorrendo una strada sterrata. Dopo circa un'ora raggiungiamo il punto prescelto per mettere in acqua l'imbarcazione e finalmente iniziamo una discesa mozzafiato. Il fiume da questa insolita prospettiva assume connotazioni se possibile ancora più magiche e ci regala momenti indimenticabili.
Man mano che scendiamo, la guida Felix ci fa pescare nelle pool più promettenti e in una delle più selvagge, la Canyon Pool, ci sentiamo piccoli come formiche in mezzo al letto del fiume e sovrastati ai lati da pareti di roccia che si ergono per più di 100 metri; questo è il luogo che le aquile dalla testa bianca hanno eletto a territorio di caccia ed è molto facile avvistarle mentre compiono le loro ricognizioni aeree. A fine pool catturo un bell'esemplare di Bull trout dopo aver tentato con un'ondulante massiccio a centro fiume senza risultati; in questo tratto, infatti, stazionano alcuni grossi Chinook o King salmon risaliti dal Fraser, ma nonostante i ripetuti tentativi, non riusciamo ad allamarne alcuno. Ne vediamo solamente uno morente ai margini della corrente che supera il metro di lunghezza. Stefano si rammarica di non essere potuti venire in un altro periodo dell'anno quando oltre ai King si sarebbero potute catturare anche le Bull extra large.
Comunque riprendiamo la discesa e ci portiamo su di una lunga lama d'acqua che promette catture interessanti; qui sia io che Stefano inanelliamo una serie di strike su Bull trout molto combattive; una di queste da me catturata, presenta una ferita profonda inferta dall'amo e sanguina abbondantemente. A questo punto mi rivolgo alla guida chiedendo di poterla trattenere per gustarla a cena, ma vengo gurdato molto male da Felix il quale, con tono severo, mi esorta ad abbandonare il pesce sul greto del fiume in quanto esso appartiene agli orsi e alle aquile ed io non ho nessun diritto di appropriarmene.
Capita la lezione, mi viene da sorridere al pensiero di come ci comportiamo in Italia.

La giornata non registra altre catture di salmonie, una volta rientrati al lodge, constatiamo di avere avuto visite: un orso, nel suo eterno vagabondare in cerca di cibo, è venuto fin sulla soglia di ingresso e ha letteralmente fatto a pezzi una borsa frigo dimenticata li con i resti dei panini del giorno prima; non ancora soddisfatto, ha inoltre fatto razzia di mele da un albero adiacente distruggendolo maldestramente.
Ci resta solo una mattinata di pesca e decidiamo di trascorrerla raggiungendo a piedi dal lodge una pool a dir poco magnifica; ci viene consigliato di tentare le Bull trout a fine piana e i salmoni a ridosso del ponte soprastante. Piove a dirotto e una nebbiolina densa confonde i contorni: Il fiume, così prodigo di catture per entrambi, decide di regalarmi un ultimo speciale saluto facendomi catturare 3 Bull molto belle e dai colori sgargianti; purtroppo, nella stessa pool, Stefano prima a mosca e poi a spinning rimane all'asciutto e le tenta proprio tutte per evitare il " cappotto ".
In tarda mattinata esce un pallido sole e alle 11/30 siamo all'appuntamento con Dan che ci viene a prelevare con il pick-up per portarci al lodge. Qui, dopo una doccia rigenerante, risistemiamo tutte le nostre cose nelle valige e negli zaini , facciamo asciugare i waders e gli scarponcini davanti al fuoco e pranziamo.
Ci viene detto che verso le sedici ci porteranno ad Alvin per imbarcarci verso Pitt Meadows e noi inganniamo il tempo riversando tutte le nostre foto su cd tramite la postazione computer del lodge e troviamo pure il tempo per fare una partita a biliardo.
Alla sera arriviamo a Vancouver dove il resto della famiglia Gay ci accoglie in maniera tipicamente italiana festeggiandoci con una ricca cena a base di pasta e carne canadese, una vera leccornia. L'indomani purtroppo mi resta solo la mattinata per le ultime compere in città che effettuo frettolosamente per poi essere accompagnato da Stefano all'Aeroporto.

Nella mia vita di pescatore ormai posso dire di aver visto parecchi posti unici e selvaggi e di aver pescato in fiumi e laghi meravigliosi ma, devo riconoscere, questo soggiorno in terra canadese lo considero il più bello e interessante di tutti non solo dal lato piscatorio, ma soprattutto nella sua selvaggia unicità estrinsecata in una natura ancora avulsa dalle attività umane.
Non posso che consigliare a tutti un'esperienza di questo tipo anche perchè, pur essendo lontano dal mio Paese d'origine, con l'organizzazione " Le Reve House Fishing & Outdoor " mi sono trovato in ogni circostanza a mio agio e l'amico Stefano Gay mi ha fatto sempre sentire un ospite gradito e al centro di tutte le attenzioni. Grande risalto quindi a questo ennesimo esempio di efficenza tutta italiana!

Chi volesse intraprendere un'avventura di questo tipo magari non solo rivolta ai salmoni ma anche alle enormi Lake trout dei grandi laghi o alle selvagge Steelhead dello Skeena o dello Stamp River, consiglio di cliccare sul sito www.Lerevehouseadventure.com oppure scrivere a Stefano Gay all'indirizzo di posta elettronica info@lerevehouseadventure.com per farsi preparare un itinerario mirato.

E' possibile anche raggiungere Stefano telefonicamente dall'Italia chiamando il nuovo N° VERDE 06 9555 8564 al costo di una sempolice telefonata urbana su Roma,  tenendo presente però che si telefona comunque in Canada e calcolando il fuso orario ( -  9 ore ).

Sono sicuro che se direte di avere letto questo articolo , Stefano avrà un trattamento particolare anche per voi.
A presto.


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