Tecniche

Bolentino alla Tanuta

Di Saverio Rosa pubblicato il 05/09/10

Per i pescatori che sono soliti cimentarsi nella tecnica della traina con esca viva utilizzando totano o seppia,esiste un pericolo sempre in agguato. Un insidia che è pronta a colpire senza pietà la nostra preziosissima esca uccidendola e riuscendo ad evitare, con le sue fulminee incursioni, gli affilati ami che accompagnano il nostro cefalopode in pesca.
Quante volte i trainatori con esca viva si trovano costretti ad un rientro anticipato in terra,spesso a mani vuote,e il tutto a causa dello sterminio anticipato delle loro esche vive??
Ma chi è il colpevole di tali malefatte? Qual è il pesce che uccide i nostri calamari vivi strappandogli impietosamente i tentacoli e il tutto senza rimanere allamato?
Il colpevole di tali misfatti è la Tanuta…nome scientifico Spondyliosoma cantharus reinterpretato nei vari dialetti italiani con gli appellatiivi di ociada, cantaracantareta,osciada, cantarela,sarago bastardo, reggiere, smarrita, scaggiun, tanua, schianto, morettone, scorzone, riggion…ecc. questi sono solo alcuni dei nomignoli che identificano la medesima specie di sparide e tutti sono stati coniati per quell’ unico ‘’nemico della traina con cefalopode vivo ’’. Nonostante i suoi atteggiamenti ‘’poco simpatici’’,la tanuta rappresenta comunque una preda molto ambita sia per le sue pregiate carni sia per la sua combattività.
Nelle prossime righe vedremo di capire quali sono le tecniche giuste per andare ad insidiare specificamente questo dispettoso sparide.

LUOGHI dove cercare le tanute
La tanuta è un pesce del mare aperto…raramente lo incontriamo a meno di un paio di miglia dalla costa. L’habitat che questo sparide predilige è costituito da fondali scogliosi, anche se spesso lo ritroviamo in zone dove sono presenti piccole praterie di poseidonia alternate a zone di roccia. La Spondyliosoma Cantarsi è un pesce dalle abitudine gregarie e questo rappresenta un enorme vantaggio che gioca a favore del pescatore sportivo che pianifica la sua battuta con l’obbiettivo di portare in terra un buon numero di pesci.
Per ciò che concerne la batimetrica su cui andare a cercare il nostro sparide, bisogna dire che la tanuta ha delle abitudini piuttosto insolite in fatto di profondità. E’ un pesce che pascola in branco su fondali che variano dai 15 ai 65 metri,ma la cosa ancor più curiosa consiste nel fatto che,nonostante abbia delle abitudini proprie dei pesci bentonici (pesci che vivono in prossimità del fondo),spesso si comporta da pesce ‘’di galla’’… Mi spiego meglio; su un fondale di 50 metri,ci aspetteremo di trovare il branco di tanute a 47/50 metri…ma questo non è sempre vero.
I branchi spesso stazionano a mezz’acqua anche a 20 metri di distanza dal fondo.E questo è un fattore di vitale importanza che dovremo tenere molto in considerazione durante tutta la nostra battuta di pesca. E’ facilmente intuibile che,se caliamo un bolentino classico che espleta la sua azione entro un metro dal fondo in una zona in cui invece le nostre prede pascolano a 15 metri di distanza dal fondale,possiamo star pur certi che neppure la miglior lenza specificamente ideata per le tanute, riuscirà a darci dei buoni risultati in termini di numero di catture.
Per la buona riuscita della pescata sarà quindi di fondamentale importanza riuscire a localizzare con precisione il branco di pesci e,attraverso stratagemmi che vedremo più avanti,fare in modo da collocare le lenze in pesca esattamente in mezzo al branco di sparidi.

ATTREZZATURA
Il bollentino è indubbiamente la tecnica più adatta per andare a colpire la tanuta. Poiché utilizzeremo lenze piuttosto lunghe,sarà opportuno utilizzare delle canne di una misura compresa tra 4,30 e 5 metri con azione di punta equipaggiati con cimini ad innesto in fibra di vetro volti ad ottimizzare la sensibilità dei nostro strumento.
I mulinelli che andremo ad impiegare dovranno essere in grado di contenere almeno 200 metri di 0,35 e dovranno essere macchine affidabili e potenti che ci permettano di lavorare in sicurezza anche catture multiple di pesci di dimensione superiore al chilo di peso.
 
COSTRUZIONE DEI TERMINALI
La tanuta è un pesce estremamente vorace ma al tempo stesso suscettibile. Pertanto saremo costretti a costruire dei bollentini a 3 ami con dei braccioli di lunghezza non inferiore a 60cm.
Utilizzeremo un nylon dello 0,28/0,30 per la costruzione dei travi e un fluorocarbonio dello 0,24/0,25 per i braccioli. I braccioli verranno uniti al trave grazie all’ausilio di tecnosfere (perline forate a 4). Ottima le misure 2.6/3.0 della ditta STONFO.
E’ opportuno rinforzare il bracciolo con un piccolo spezzoncino di fluorocarbonio dello 0,29/0,30(basteranno 4cm)da collocare in prossimità dell’amo. Il ‘’rinforzino’’ eviterà che le tanute, dotate di un affilata dentatura,taglino il fluorocarbonio nel punto della lenza che si troverà ad avere a che fare con l’erosione esercitata dal morso della tanuta allamata. I 4 cm di fc dello 0,29/0,30 ,già con amo preventivamente legato,verranno poi uniti(nodo Albright Special) ai restanti 56cm di 0,24/0,25 fc… per un totale di un bracciolo lungo 60cm.
Gli ami che utilizzeremo per la pesca alla tanuta, saranno di misura compresa tra 5 e 8...ottima la serie 187N dei Gamakatsu oppure la Serie2 di Tubertini.
La piombatura della nostra lenza oscillerà tra i 80 e 180 grammi in funzione di profondità e correnti.
Come abbiamo precedentemente accennato dovremo fare in modo da posizionare i nostri bolentini in prossimità della zona,all’interno della colonna d’acqua,in cui ipotizziamo possa stazionare il branco di tanute.Per fare ciò ci serviremo dell’ausilio di prolunghe.
La prolunga non è altro che uno spezzone di filo(0,25) che va dal piombo verso l’asola inferiore del nostro bolentino…la lunghezza,ovviamente,varia in funzione dell’altezza a cui vogliamo far pescare le nostre lenze(da 1,5 a 15 metri di lunghezza)

PASTURAZIONE E PREPARAZIONE DELLE ESCHE
La tanuta è un pesce da pastura. Questo tipo di sparide viene attirato da scie odorose emanate da frattaglie di sardina,sfarinati a base salata. Sfrutteremo quindi il fine olfatto della Cantharus per attirarla sotto la nostra barca. Fondamentale sarà l’utilizzo di pasturatori a sgancio atti a premetterci di portare la nostra pastura in prossimità del fondo.
E’ buona regola sganciare la pastura a qualche metro dal fondo(3/4m) così da aumentare il cono di discesa odorosa ottimizzando l’attrattività esercitata.
Per pasturare useremo piccoli tocchetti di sardina finemente sminuzzati con le forbici e sfarinati salati da cefalo/occhiata.
L’esca che andremo a posizionare sull’amo consisterà di filetti da sardina legata e fissata mediante l’utilizzo di filo elastico(molto sottile) oppure di striscioline di totano larghe 2cm preventivamente preparate ad arte mediante l’utilizzo di un affilato coltello sfilettatore e un martello batticarne chiodato per aumentarne la morbidezza.

ETICA DEL PESCATORE E RISPETTO DEL MARE
Concluderemo questo breve articolo dicendo che la tanuta, essendo un pesce di branco, soprattutto nel periodo della riproduzione che va da novembre a gennaio, non è affatto difficile da catturare. La frenesia riproduttivo-alimentare in cui si trovano questi pinnuti in particolari periodi dell’anno li rende facile preda per i pescatori esperti. Questo loro incauto atteggiamento all’ iper-alimentazione fa si che,da parte nostra ci debba assolutamente essere una notevole oculatezza per ciò che concerne il numero delle catture effettuate. In particolari periodi dell’anno non sarebbe certo difficile trovarsi a compiere delle vere e proprie stragi ambientali portando in barca anche 50 kg di questa pregiata specie marina… starà quindi alla saggezza e al buon senso del pescatore sportivo capire quando è l’ora di dire ‘’basta’’ ,chiudere l’attrezzatura e tornare a casa contenti ma, senza aver decimato una popolazione di potenziali riproduttori…l’anno successivo ci saranno nuove generazioni di tanute pronte a farci divertire.


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