Tecniche

Bolentino medio alla cernia bruna

Di Saverio Rosa pubblicato il 03/11/11

 

Una delle sovrane incontrastate dei fondali rocciosi mediterranei è senza orma di dubbio la cernia Bruna. L’ Epinephelus marginatus la si può trovare su batimetriche rocciose con fondali che oscillano tra i 20 e i 150 metri oanche più. Famosa tra i pescatori sportivi per il pregio delle sue carni e per la potenza che sprigiona negli attimi subito successivi all’allamata, questa specie di pinnuto popola da sempre i sogni di moltipescatori marittimi.

 

Abitudini

Nel periodo compreso tra settembre e dicembre, la cernia bruna sembra aumentare notevolmente la su attività predatoria che, nel trimestre freddo, si estende anche alle ore diurne del primo mattino.Nei mesi

primaverili ed estivi infatti, questi predatori di fondale, concretizzano gran parte della loro attività di caccia nelle ore notturne. Da aprile a settembre infatti,  il possente cacciatore di fondale, trascorre gran parte della giornata nella sua tana per poi allontanarsi da essa nelle vesti di predatore durante l’ oscurità.


L’istinto della  Epinephelus la porta a cercare riparo tra gli anfratti non appena percepisce di essere in pericolo. Una cernia che abbocca e che ha vicino l’accesso della sua grotta, dopo aver sentito la bucatura dell’amo, sfreccerà con forza all’interno del suo anfratto e da li risulterà impossibile avere la meglio nel combattimento.
Proprio per queste ragioni, dovremo scegliere con cura il periodo dell’anno in cui vorremo andare ad insidiare la regina delle rocce. Dovremo essere consapevoli che una cernia che abbocca al nostro bolentino e che si trova in prossimità della sua tana, sarà praticamente impossibile da tirare su.

La scelta del periodo dell’anno  in cui la cernia è in caccia lontano dalla sua tana sarà quindi di vitale importanza per la buona riuscita della battuta di pesca.

 

 

Tecnica

Scelto il mese giusto e la zona in cui riteniamo che questa specie di pinnuto possa essere presente, non resterà che trovare il modo di attirarla sotto la nostra imbarcazione. Bisogna considerare  che la cernia bruna non è un pesce che è attirato direttamente dalla pastura, anche se indubbiamente ne subisce le conseguenze. Mi spiego meglio;


Una cernia che si trova in zona, raramente risale la scia delle sardine gettate in mare, anche se non le disdegna come cibo quando se le trova dinnanzi. Anche se generalmente non segue gli odori, è comunque notevolmente attirata dalla massiccia presenza  di piccoli pesci in frenesia alimentare  (menole, sciarrani, sparli, piccole tanute) che solitamente sono i primi a concentrarsi nella zona dove abbiamo deciso di scaricare i nostri carichi pasturanti. Quindi nella ‘’pasturazione alla cernia ’’ dovremo fare in modo da attirare una nuvola di piccoli pesci che staremo ben attenti a fare in modo che stazionino qualche metro più in alto rispetto al fondale (per far ciò basterà aprire i nostri pasturatori a sgancio, carichi di sardine e sfarinati ad una decina di metri dal fondo).

 

Sotto questa nuvola di piccoli pesci, la cernia attenderà impaziente che uno di loro faccia ‘’un passo falso’’ accontentandosi, durante l’attesa, dei pezzi di sardina che scenderanno sul fondo.

Calando un bolentino sul fondo, la regina delle rocce, non esiterà ad abboccare.

 

 

LENZA E INNESCO


Il bolentino specifico per la cernia sarà un bolentino costruito con diametri di filo generosi e ami di dimensioni

consistenti. I braccioli non dovranno essere troppo lunghi per scongiurare il più possibile il pericolo incaglio. Il piombo sarà ‘’a perdere’’ e le tecnosfere forate a 4 vie ,normalmente impiegate per la costruzione di bolentini ‘’classici’’, lasceranno spazio a micro girelle calibrate in lbs (almeno 30lbs).

Vediamo la lenza più nello specifico:

 

-Diametro del trave: 0,65/0,75mm. Materiale costituente: Nilon o Fluorine

 

-Diametro dei braccioli 0,40/045mm Materiale costituente: Fluoro carbon 100%

 

-Lunghezza dei bracciol:55/60cm

 

-Numero dei braccioli montati: 2

 

-Amo impiegato: numero 1/0-3/0 serie 11507 KURA Trabucco

 

Nella costruzione della lenze da cernia a bolentino, avremo cura di scegliere del fluorocarbonio per i nostri 2 braccioli. La scelta del fc è dettatata dalla peculiare caratteristica di resistenza all’abrasione che solo questa tipologia di filo possiede. Capiterà infatti che, dopo l’allamata, la cernia tenti di infrattarsi tra le gorgonie e coralli presenti sul fondo…un nilon non resisterebbe più di tanto all’abrasione, mentre un fc possiede caratteristiche tali da aumentare le nostre possibilità di buon esito del combattimento.

 

 

AZIONE DI PESCA: Parola d’ ordine ‘’ TIRARE!!’’ 

 

Dopo aver innescato i nostri due ami a sardina intera rinforzata da qualche giro di filo elastico, inizieremo la nostra discesa sul fondo. Una volta in pesca, tenteremo di limitare al massimo il filo in bando, mantenendo così la lenza il più possibile a picco(a perpendicolo) sotto la barca. Questo accorgimento ci permetterà di limitare il pericolo incaglio e di  percepire con immediata tempestività l’abboccata della cernia così da essere  subito pronti a contrastare la fuga iniziale del potente pinnuto.


La toccata della cernia è inconfondibile: il cimino si flette deciso e il la frizione canta fragorosamente. Questo è il momento più delicato del combattimento…Consapevoli e forti dei diametri impiegati per la costruzione delle nostre lenze, dovremo avere la freddezza di tirare con forza cercando di staccare prima possibile il pesce dal fondale. Bastano pochi metri per portare la preda ‘’in sicurezza’’…Una volta lontano 5 o 6 metri dal fondo, il gioco sarà fatto e anche una cernia di 5/10 kg, non opporrà più di tanta resistenza durante la seconda fase del combattimento.

 

 

 

UN PICCOLO ‘’SEGRETO’’.


Una piccola malizia da adottare quando si tratta di pesca alla cernia a bolentino in presenza di altri piccoli pesci in pastura, è quella di preparare preventivamente  ‘’ad arte ’’ le sardine destinate all’innesco. Avremo la necessità di avere un boccone innescato che resista ai morsi dei piccoli pesci nell’attesa che arrivi  la grande cernia.

Per ottenere un esca resistente e duratura ma al tempo stesso appetibile

delle classiche sardine e  provvedere a  agli occhi della Epinephelus,  basterà scegliere delle ‘’salacche’’ al posto delle classiche sardine e
metterle sotto sale grosso nelle 12 ore precedenti alla messa in pesca.
Il sale toglierà l’acqua all’esca conferendogli maggiore rigidità e durevolezza in mare. 


 


FacebookTwitterGoogle+Invia per email

Collabora


Ti potrebbero interessare anche: