Tecniche

BOLOGNESE IL COMPROMESSO...

Di Silvio Fattori pubblicato il 09/09/17

“Ho sempre odiato questa parola, i compromessi non fanno parte del mio modo di interpretare la vita. Ma nella pesca è tutta un'altra cosa. Amo la pesca a bolognese, ci sono nato e non posso certo ripudiare le mie origini, ma anche il feeder ha un suo perché, eccolo il compromesso...”

 “Affrontare spot ristretti, caratterizzati da acqua corrente, anche lieve, non è certo cosa facile, soprattutto se peschiamo a bolognese e bigattini, la più amata dagli italiani, ma allo stesso tempo molto complicata in alcuni contesti. In questi spot spesso si generano correnti anche importanti portando alimento naturale ai pesci che, spesso, si concentrano in questi spot. Speriamo che stasera, la marea spinga quel tanto che basta a far entrare in attività i pesci...!”

Iniziava così un video dedicato alla pesca con la bolognese da terra in acqua salsa in una sera di primavera di qualche anno fa, quando stavamo iniziando a sperimentare un tipo di approccio alternativo con la bolognese che ci garantisse una certa precisione di pastura sulla linea di passata e, di conseguenza un buon numero di abboccate.

Per affrontare questa tipologia di spot bisogna arrivare a dei compromessi che ai puristi di questa tecnica non vanno giù, storcono il naso, spesso rifiutandoli, salvo poi tornare sui propri passi, come è accaduto, perché restano a bocca asciutta, mentre in questo caso “il blasfemo” fora pesci a ripetizione!

L'azione di pesca, intesa come passata e trattenuta della lenza stessa, non sarebbe difficile, una volta  realizzata una spallinata su circa 130 centimetri di lenza, visto che abbiamo di fronte un fondale di sei metri impiegando un galleggiante a goccia rovesciata si riesce molto bene ad agire in trattenuta a tempi alterni, stoppando e rilasciando la lenza.

Inutile negare che la difficoltà maggiore sta nel riuscire a pasturare bene la zona di pesca dove si agisce in passata. Il flusso di corrente, nelle zone ristrette, e con l'influenza della marea montante apparentemente sembra lenta, invece non è così. Un occhio esperto capisce subito, vedendo il galleggiante che scorre verso valle che, quest'ultimo, risulta inclinato, cammina storto, segno inequivocabile di una doppia corrente di solito situata a circa metà del fondale. Questo fatto disturba molto l'azione di pasturazione dei bigattini lanciati a fionda, pur avendo un forte senso dell'acqua e calcolando bene a che distanza lanciarli, perché la corrente non è omogenea, quindi, le larve finiranno per andare a finire...chissà dove! Abbiamo percorso anche la strada del bigattino incollato che non ha portato risultati certi in questo possiamo trovarci di fronte un fondale fangoso, dove i bigattini finirebbero per disperdersi in quest'ultimo. Inoltre, questo tipo di approccio non paga perché i pesci di mare amano esche “morbide” che scendono in corrente. Queste sono esperienze personali. Stessa cosa pescandoci a feeder non avremo buoni risultati per quanto detto sopra riguardo al fondale.

Bolo 2.0

L'evoluzione di una tecnica di pesca, di trovare appunto un giusto compromesso, deriva anche dall'estro del pescatore, in questo caso di bolognese sempre alla ricerca di nuove soluzioni pur di vedere sparire il tappo sotto la superficie. Le tecniche ibride ormai stanno prendendo sempre più campo, soprattutto nella pesca al colpo, al pesce bianco, però, i più svegli, magari pescatori di estrazione dulciacquicola, le trasportano anche in acqua salsa. E' bello pensare, cercare strategie, usare l'ingegno, ragionare su approcci più o meno diretti, catturare quale pesce che fa la differenza proprio grazie a questo. Inizia piano, piano a nascere una nuovo pescatore, bolognese 2.0 il futuro della pesca in acqua salsa.

Sempre in pesca...

E' innegabile che pescando a bolognese con i bigattini, la pasturazione diventa indispensabile per attirare i pesci sulla passata di pesca. Se quest'ultima viene meno, non è precisa si rischia solo di avere l'effetto contrario disperdendo i bigattini vanificando l'azione di pesca. In condizioni di corrente particolari riscontrabili in certe tipologie di spot anche il pescatore più esperto abituato alle acque correnti, trova delle difficoltà, legate proprio al flusso della corrente stessa. In primo luogo la corrente non è mai omogenea salvo rarissimi casi, in quanto il flusso di marea crea due correnti  nella colonna d'acqua e questo accade ancora più spesso su fondali importanti. Gli spot con acqua corrente sono da sempre i migliori in assoluto per la pesca perché è grazie al movimento d'acqua che i pesci entrano in attività sull'apporto di cibo naturale portato appunto dalla corrente. Però, sono anche i più difficili da affrontare dal punto di vista della pesca. Per ovviare al problema pasturazione “perfetta” inseriremo sulla lenza un pasturatore spiombato che ha la forma di un cilindretto di piombo e sarà lui a salvarci il cappotto, se ci sono pesci in zona, ovvio!

Il cilindro della dimensione di circa 8 centimetri ha una circonferenza di due e riesce a contenere un buon numero di bigattini che scaricherà tramite i due tappi forati che lo chiudono agli estremi. In questo modo avremo una fuoriuscita di larve molto lenta, come se, ad ogni inizio di passata lanciassimo una manciata di larve a mano, però, in questo modo abbiamo la certezza di essere molto più precisi confondendo l'esca tra la pastura di larve. Dobbiamo caricare il pasturatore solo a metà di bigattini, facendolo troppo pieno, si rischia che le larve si compattino troppo senza trovare le poche vie d'uscita disponibili. Caricandolo per la sua metà, resteranno molto più libere di muoversi. In questo modo saremo sempre in...pesca!

Come realizzare la lenza

Pescando in corrente la spallinata è d'obbligo realizzata con più o meno pallini, lunga, corta, questo dipende dallo spot, dal fondale e dal flusso di corrente. Dovete metterci del vostro per capire quale è l'assetto giusto. Comunque, una spallinata realizzata su circa 120 cm di lenza è un'ottima base da cui partire. Dobbiamo sempre tenere di conto che, pescando con i bigattini, dobbiamo dare la precedenza alla presentazione dell'esca che deve essere sempre presentata nel migliore dei modi per confondersi con le larve scaricate dal pasturatore. Quindi, anche la geometria dei piombi deve essere realizzata in un certo modo. Quella che mi ha garantito sempre qualche cattura anche nelle giornate più difficili è la seguente: sopra il nodo che collega lenza madre (dello 0,14mm) al terminale (0,10-12mm). I pallini sferici due per misura, andranno a crescere come da disegno. Il pasturatore andrà in battuta sull'ultimo pallino del n. 5. La misura dei pallini e la grammatura del galleggiante varierà in base alla corrente ed alla profondità dello spot.

Galleggianti in...forma

Un'attenta azione di pesca prevede anche la scelta giusta del galleggiante da impiegare per lo spot che andremo ad affrontare. Le forme più idonee sono principalmente due, una, l'opposto dell'altra adatte ad affrontare due approcci di pesca totalmente diversi: goccia e goccia rovesciata. Il primo è il più adatto per agire in passata libera e trattenute leggere, un galleggiante non facile da gestire, ma ottimo per correnti lente e, come abbiamo già detto passate libere da trattenute estreme. Per agire in trattenuta meglio utilizzare un galleggiante con “spalle” larghe, quindi ecco che ci viene incontro la goccia rovesciata.

Il principio di Archimede

La domanda che sorge spontanea è quella di capire quanto e come piombare il galleggiante visto l'uso del pasturatore caricato con dei bigattini, quindi un peso. La risposta la troviamo nel principio di Archimede che tutti abbiamo studiato sui banchi di scuola.

“Ogni corpo immerso parzialmente o completamente in un fluido (liquido o gas) riceve una spinta verticale dal basso verso l'alto, uguale per intensità al peso del fluido che occupa nel volume spostato”

Quindi, detto ciò andiamo subito all'esempio pratico. Tenendo conto della spinta idrostatica prendiamo un galleggiante del peso di due grammi. Questo galleggiante andrà tarato per il 90% del suo peso, una volta in pesca con pasturatore carico saremo perfetti sulla passata.

Abbiamo pescato con... Colmic!

Un compromesso per palati fini il bolo-feeder, fatto comunque di finali sottili, ami piccoli e presentazioni naturali. Un sistema di pesca che richiede bolognesi poliedriche, adatte a pesche con terminali medi, ma anche sottili.

Royal S 200

La Colmic Royal S-200 è una bolognese che si mantiene sempre contenuta nel peso e nel diametro di base, con il risultato di avere una buona bilanciatura. Il casting della serie Royal S-200 è di venti grammi per le misure disponibili di 6, 7 e 8 metri. Una bolognese appositamente studiata e realizzata per pescare con terminali di diametro sottile e medio. Una canna che trova il suo carico massimo di flessione (forma a U) tra il quarto ed il quinto pezzo tenendo la canna a 45 gradi Questo, come già accennato permette al pescatore l'utilizzo di terminali importanti, nell'ordine dello 0,18. La delicatezza della cima associata alla sua rapidità sono il compromesso ideale per sfruttare a pieno la Royal S-200 con terminali nell'ordine dello 0,10 mm. La Colmic Royal S-200 monta componenti di qualità. Dalla casa madre esce con un anello di base del n. 16. Gli anelli sono posizionati in maniera impeccabile.

Mulinello FXX

Alla Royal S-200 abbiamo abbinato questo mulinello di taglia 4000. La serie di mulinelli FXX comprende le misure che vanno dal 2000 al 6000, quindi una serie appositamente studiata per coprire diverse tecniche di pesca. La serie è stata appositamente studiata per la pesca in acqua salsa dato il trattamento anti-corrosione. Rapporto di recupero 5.1:1. La bobina match la possiamo trovare nelle misure 2000, 3000, 4000. Ben otto i cuscinetti a sfera montati su questo interessante prodotto!

www.colmic.it

 

 

 

 

 


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