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Bolognese Powermesh- Power by Daiwa

Di Massimo Zelli pubblicato il 18/04/15

Ho potuto pescare con queste canne da metà febbraio ed ho già avuto modo di farmi una buona idea del valore reale di questa serie di canne. Si posizionano su una fascia di mercato piuttosto accessibile, sono canne con uno street price tra i 130 per le versioni da 5 metri e i 180 euro per le versioni da 7 metri.

Sono attrezzi costruiti su geometrie non estreme, le canne da sei metri sono sui 22 mm mentre le canne da 7 sono sui 25 mm. Sono attrezzi non troppo larghi ma nemmeno eccessivamente sottili. Hanno tutte le carte in regola per esprimere performance di primordine senza dover per forza eccedere nelle qualità specifiche dei materiali utilizzati. La conicità che di rimando genera una geometria di questo genere è sufficiente a produrre curvature del blank armoniche e prive di punti angolosi. Su tutti e tre i modelli che compongono una serie l’impronta daiwa è evidente. Sono 9 canne in tutto per 3 lunghezze 5-6 e 7 metri. Sono divese per range di potenza differenti (line rating)  ma mantengono tutte lo stesso filo conduttore di canne molto progressive. Sono definite come FAST-POWER e LIGHT rispettivamente di colore giallo, rosso e blu.  Usando una definizione vecchia si tratta di “canne da pesce”, ossia canne disegnate con in mente grossi esemplari piuttosto che “pali da gara” privi di generosità nell’ammortizzare le fughe. E’ naturale che sia così: la canna bolognese subisce suo malgrado l’evoluzione che subiscono sia la pesca che le nostre acque. La canna bolognese si adatta ad un pubblico che è sempre più ricreativo e meno agonistico, si adatta a pesci che crescono di taglia e cambiano specie. Che sia bello o meno tutto questo dipende dal gusto personale. Che sia giusto dal punto di vista delle tendenze di mercato seguire questo trend non ho alcun dubbio.

Powermesh Power

La prima canna che ho deciso di testare tra le 2 pervenute (power e light)  è la versione power da 6 metri. E’ una canna del diametro di 22 mm dalla serigrafia tutto sommato sobria pur se molto innovativa. Presenta una finitura del grip che è una firma daiwa: dei bollini in gomma che favoriscono la presa. Ha dei colori metallescenti su una trama in rilievo a nido d’ape che è evocativa del vecchio carbonio a esagoni delle Power mesh anni 90. Tecnicamente parlando questa canna non ha niente da invidiare a quegli attrezzi top di gamma d’epoca. Il progresso in termini di disegno e materiali ha fatto il suo corso ed è normale ritrovarsi in mano una canna da 150 Euro ed avere la pretesa di pescare con una “bella canna”. E’ un attrezzo estremamente reattivo e dotato di un bilanciato confort di utilizzo proprio in ragione della adeguata distribuzione delle masse. Il line rating è dato come 0,11-0,16 ma permette sconfinamenti senza problemi sia verso lo 0,10 sia verso lo 0,20. Si tratta di una canna costruita con materiali a medio ed alto modulo con contenuti di resina non troppo elevati. Questo genere di materiali erano fino a pochi anni fa riservati a canne di alta gamma. La finitura degli innesti presenta il colletto nero e argento sulla femmina che identifica la sede di un avvolgimento di rinforzo, altra firma daiwa che  gli estimatori noteranno. E’ presente un rinforzo anche sul maschio. Questo rende gli innesti corti e armonizzati alla curva. Non ci sono fresature ne torniture di rettifica: l’innesto è diretto così come esce dal mandrino. Questo è un chiaro sinonimo delle precisione che e della qualità che possiamo trovare in uno strumento di media gamma. E’decisamente una scelta poco comune che rinforza il concetto espresso nel logo daiwa di qualche anno fa: Committed to total quality.  Una canna che accosta materiali di buona caratura a disegni collaudati non può che produrre risultati eccellenti e questo non è possibile per tutti perchè non tutti possiedono una storia progettuale d’eccellenza come quella del colosso anglo-nipponico. Posso gia pronunciarmi sull’affidabilità dicendo che la canna sopporta spinte notevolissime in fase di lancio e combattimenti ben oltre quello che è lecito immaginare. Si tratta di una canna che “non ha paura” di una mano sgarbata ne di un pesce troppo grosso. Uno strumento con la gentilezza adeguata al cavedano in acque profonde ma anche la necessaria brutalità per affrontare il barbo. Decisamente una all-round che trova posto come seconda canna nel fodero del conoscitore smaliziato oppure come canna per usi pesanti. Va definito che “usi pesanti” non sta a significare cannaccia parabolica e sbilanciata, ma semplicemente canna progressiva e robusta in grado di far fronte all’imprevisto. E’ un attrezzo che meglio dei predecessori definisce un cambio di passo nell’azienda nipponica dove ci sarà un occhio di riguardo ed un attenzione alla qualità elevata anche nella media gamma.

L’azione della versione Power è netta e decisa. E’ una canna che strizza l’occhio alla pesca a distanza e alle acque profonde. La curvatura sotto sforzo è molto rotonda e cede elasticità con grande progressione senza sedersi sul recupero e sul lancio. Non sono avvertibili spanciamenti sui pezzi centrali, segno che spessori e masse sono stati sottoposti ad uno studio attento. E’ un attrezzo che a mio parere può sorprendere perchè Daiwa di questo prezzo, fino al 2014 non offrivano tutto questo. Se non siete intenditori di canne cercate di guardare le finiture poichè anche quelle parlano da sole. E’ notevole lo sforzo fatto per rendere gli attrezzi superiori a quanto commercializzato fin’ora in una fascia di mercato intermedia. Vi lascio alle foto che meglio delle parole esprimono la qualità dell’attrezzo.


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