Itinerari Estero

Carinzia: Sorgiva quattro stagioni

Di roberto granata pubblicato il 17/12/17

Il pescatore abituato alla ricerca di trote e salmerini a spinning sa bene quanto le cose cambino all’evolversi delle stagioni, anche in ambienti come le sorgive, dove l’escursione termica può essere un poco limitata, appunto, dai fenomeni sorgivi. Fino a qui siamo in un discorso facile, ma tutto diventa un poco più complesso quando invece i cambiamenti, anche notevoli, riguardano uno spazio temporale breve, di pochi giorni. A tutto questo, tanto per mettere la classica ciliegina sulla torta, va aggiunto un fatto che sicuramente i trotaioli attenti hanno notato, ma che risulta di difficile spiegazione; le trote ed i salmerini alternano, nell’arco di una giornata, momenti di frenesia a momenti di apatia, spesso in modo marcato. Apparentemente senza un perché avvertibile ( ad esempio abbassamenti di pressione, cambi di luce, di vento e altro) stiamo allamando un pesce dietro l’altro quando, improvvisamente, sembrano sparire nel nulla, salvo poi ricominciare ad attaccare ancora una volta senza nessun cambiamento tangibile o spiegabile. Tutto ciò può succedere diverse volte nell’arco di una giornata. Quindi in questo articolo vedremo essenzialmente tre diverse situazioni e gli accorgimenti per cercare di volgerle a nostro favore.

1)      I cambiamenti a seconda delle stagioni.

2)      I cambiamenti nell’arco di qualche giorno.

3)      I cambiamenti repentini dei quali parlavamo, per quel poco che si può conoscere.

Per parlare di tutto ciò prenderemo spunto principalmente da una sorgiva austriaca.

SIAMO IN CARINZIA

La fantastica risorgiva di cui parlo si trova in Austria; la Carinzia è appunto una regione austriaca confinante con l’Italia e la Slovenia. Qui, da più di 25 anni la famiglia Gargantini, di origine italiana, gestisce quasi 200 Km di acque, offrendo possibilità di pesca di ogni tipo con poche chiacchiere ed, usando un termine oggi di moda, con “tanta roba”. In un paesino di nome Frög, nella zona di Villach, circa 30 Km dopo il confine italiano di Tarvisio, si trova il loro accogliente albergo da dove, di buon mattino, gli accaniti pescatori partono sicuri di giungere in luoghi di indubbia resa, qualunque sia la loro tecnica preferita. Passata, roubaisienne, ledgering, carpfishing, spinning, mosca... . C’è davvero l’imbarazzo della scelta. Torniamo quindi al discorso salmonidi e risorgive che, ovviamente, è valido anche in altri ambienti con simili caratteristiche che, sebbene non frequentemente, possiamo ancora trovare.

I CAMBIAMENTI SECONDO LA STAGIONE

La prima osservazione importante da ricordare è che, per nostra fortuna, l’escursione termica durante tutto l’arco dell’anno è minore rispetto al torrente. Questo anzitutto proprio per i fenomeni sorgivi, ma anche per il fatto che non scendono da alte quote e non sono soggette alle acque di neve, o lo possono essere in misura molto sommaria se vi scendono piccoli affluenti con acque torrentizie. Questo significa che, soprattutto i salmonidi (il temolo è più sensibile alle variazioni di temperatura), sono insidiabili praticamente tutto l’anno, anche quando in altri ambienti siamo costretti a dare forfait. Vediamo quindi come sembrano comportarsi trote e salmerini durante l’arco dell’anno.

PRIMAVERA: per chi pesca in questi luoghi in primavera sarà più probabile allamare una maggior quantità di fario e salmerini rispetto alle iridee, in quanto le bizze tipiche della suddetta stagione “mettono in movimento” le prime specie in modo più marcato. Tuttavia, trovandoci in giornate soleggiate e luminose, aumenterà invece la frenesia nelle iridee e calerà la percentuale soprattutto di fario, animali notoriamente poco amanti della luce. Ma a tutto c’è un rimedio, e lo vediamo parlando della prossima stagione.

ESTATE: in sorgiva si può catturare sempre, ovviamente attenendoci ai giusti “trucchetti”. Per l’iridea ci sono ovviamente meno problemi,  l’importante è farla arrabbiare. Questo si ottiene non solo mimetizzandoci a dovere, se serve, stuzzicandola con diversi lanci, ma anche con altri espedienti, tra cui un recupero che spesso fa perdere la testa agli esemplari più belli. Vediamolo.

A volte l’iridea insegue, anche da qualche lancio (pardon, da qualche recupero) ma non ne vuole sapere di attaccare, rimanendo sempre col muso a pochi centimetri dall’artificiale? Proviamo ad interrompere il recupero; la trota sta per tornare “sui suoi passi”, ma noi, improvvisamente, con strattoni decisi lo rianimiamo. L’iridea spesso è molto irritata da questo giochetto ed attacca. Se non succede al primo tentativo, ripetete il giochetto per qualche volta, anche e soprattutto nello stesso recupero, ed avrete buone probabilità di averne ragione. Chiusa la parentesi, torniamo al discorso estate, dove invece sarà produttivo insidiare fario e salmerini in ambienti ombrosi, pena risultati modesti. Un’alternativa possono essere le cascate o cascatelle e le zone appena a monte, meglio nelle prime e soprattutto nelle ultime ore della giornata.

AUTUNNO: il discorso è simile per molti versi alla primavera ma, salvo sorprese meteo improvvise, con una marcia in più, che vorrei sintetizzare in una frase apparentemente sciocca ma invece molto veritiera; dopo la primavera il pesce avrà davanti tutta l’estate, mentre dopo l’autunno avrà davanti tutto l’inverno. Ciò significa che le ultime “belle giornate”, gli ultimi temporali e le due – tre giornate precedenti una perturbazione vedranno i nostri pinnuti sul piede di guerra. Ed apriamo un’altra breve parentesi: nel mio ultimo viaggio in Austria ho potuto notare e catturare, assieme a mio figlio, esemplari di trota iridea molto piccoli. Due catture di esemplari di circa 10 cm e, soprattutto, l’osservazione di esemplari lunghi al massimo la metà, che si trovavano ancora nelle acque riparate del sottoriva, mi ha fatto pensare di trovarmi in un ambiente (e non sono molti in Europa) dove l’iridea riesce a riprodursi. Ciò mi è stato anche praticamente confermato dalla famiglia Gargantini stessa.

INVERNO:  Parliamo ovviamente della stagione meno facile, ma incline a far apparire soggetti di taglia. La loro ricerca andrà concentrata essenzialmente:

 

1)      Nelle buche più profonde;

2)      Specie nelle ore centrali, nei pressi (ma non proprio sotto) delle cascatelle. Questo sia per questioni alimentari sia perché l’acqua in movimento è un poco meno fredda di quella ferma.

3)      Dove sorge acqua dal fondo. È difficile individuare ciò ma, ad esempio, può succedere nelle pool.

 I CAMBIAMENTI NELL’ARCO DI QUALCHE GIORNO

Parliamo stavolta di cambiamenti che, oltre ad essere relativamente facili da conoscere ( anche in anticipo, e ciò è molto importante), si rivelano assai proficui per la pesca alla regina ed ai suoi “compagni” salmonidi. Ed ancora una volta i più importanti si rivelano quelli meteo, specie se pensiamo che oggigiorno vi sono strumenti in grado di prevederli in modo preciso ( non parlo dei telefoni). Questi strumenti però, anche se indubbio aiuto, “soffocano” sempre più la nostra atavica capacità di “presentire” i fenomeni meteo, capacità sviluppata come da ogni altro animale nei millenni ma che, se non usata, si sopisce sempre di più.  Comunque, per nostra gioia, anche trote e salmerini captano in anticipo i cambiamenti e, tra questi, il più importante è senza dubbio l’abbassamento della pressione atmosferica. I temporali rendono di norma i predatori “più cattivi”, e le ore che li precedono sono da considerarsi il top, ma anche l’avvicinarsi di un fronte freddo viene avvertito, sia per la suddetta pressione sia perché, di norma, avviene all’inizio dell’autunno, quando i pesci percepiscono anche di avere ancora poco tempo utile per sfogare appieno tutti (e sottolineo tutti) i loro istinti. In particolare trote e salmerini hanno anche bisogno, nel periodo in oggetto, di immagazzinare energie per la riproduzione che si avvicina. Meglio di così... . L’ultima ciliegina sulla torta: mentre alla fine di questi fenomeni, quando la pressione si rialza, le altre specie tendono a “battere la fiacca”, i salmonidi sono comunque  “ in caccia” perché, di più in torrente ma anche in risorgiva, basta un leggerissimo aumento di livello per “smuovere” cibo per loro prezioso.

 I CAMBIAMENTI REPENTINI

Si tratta dei più difficili da capire e credo che su di loro si conosca veramente poco. Ma, come dicevo, parecchi trotaioli hanno sicuramente notato come, senza cambiamenti a noi noti, arrivino nello stesso giorno momenti di frenesia alternati ad altri di assoluta apatia. Io penso (ma non ne ho ancora la certezza) che approfondendo la teoria e lo studio delle solunari si possa arrivare, anche se in un tempo sicuramente lungo, a capirci qualcosa. Da qui il consiglio ad ogni pescatore di prestare sempre maggior attenzione, durante la pesca, a tutto ciò  che ne fa parte e ci circonda e ad ogni cambiamento.  

 RISORGIVA O PARADISO?

In conclusione, non si può fare a meno di ritornare con la mente a quel luogo magico che è la risorgiva austriaca dei Gargantini ( www.trophyclub.it), con pesci da sogno e circondata da un panorama stupendo. Vallate colline e montagne si alternano i questi luoghi da favola. E, come se non bastasse, la certezza di avere a che fare con salmonidi di ogni taglia, la cui ricerca affina senz’altro le nostre capacità piscatorie, rende la Carinzia un itinerario da provare. Fario, iridee e salmerini faranno il resto.

 

 

 

 


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