Tecniche

Carpe a mosca

Di Stefano Lucacchini pubblicato il 24/09/09

Nel periodo estivo quasi tutti i corsi d’acqua risentono della siccità estiva, e chi come me è abituato a viverli nei loro momenti migliori cioè con livelli ottimali, optano per altri itinerari, rivolgendosi alla pesca in foce indirizzandosi alla regina di quelle acque, la spigola, oppure, si spostano con i loro belly boats in cava alla ricerca di black bass, persici reali o lucci. Io quest’anno ho optato per tutt’altra tipologia di pesca, la carpa. I puristi della pesca  a mosca storceranno senz’ ombra di dubbio il naso, ma io, che vivo questa disciplina a 360°, ho una visione totalmente diversa. Infatti con la mia attrezzatura da mosca cerco di catturare tutte le specie di pesci possibili,  questo non vuol dire che non abbia anch’ io le mie preferenze, mettendo al di sopra di tutto la trota in dry fly, ma in mancanza di condizioni ideali, mi adatto, e non appendo la canna al chiodo. La pesca alla carpa è molto semplice, la si può effettuare sia in acque libere, fiumi, laghi, stagni o più facilmente nei reservoir, dove senza ombra di dubbio saremo facilitati nelle catture, visto l’abbondanza di questa specie di pesce. La tecnica varia a seconda di dove andremo a insidiarla, ma per ora analizziamo il tipo di tecnica più adatto per il reservoir. Come canna consiglio una nove piedi per coda 8 – 9  abbinata ad un mulinello large arbour capace di contenere oltre alla coda una buona quantità di baking, utile per fronteggiare le fughe di questi pesci che non di rado ,oltre a portarvi via tutta la coda, sfileranno una buona quantità di backing. A tal proposito, vi consiglio di effettuare tutti i nodi di giunzione backing - mulinello, coda – backing  e finale – coda alla perfezione in modo da evitare spiacevoli inconvenienti come quello di veder cedere uno dei nodi di giunzione e magari vedere la vostra coda allontanarsi  verso il centro del lago trainata da una bella carpa. A tal proposito un ultimo consiglio, usate un backing adeguato, di buone dimensioni e di ottima qualità, se non riuscite a trovare niente che vi soddisfi ottimo è il dacron che solitamente viene usato per la traina, che troverete sia in grandi bobine che a metraggio. La lunghezza del finale deve essere pari o leggermente più corto della lunghezza della canna, suddiviso in 100 cm di 0,50, 80 cm di 0,40 e 80 – 90 cm di 0,30 o 0,25.  L’attività di pesca prevalentemente si concentrerà sotto la superficie, ma in alcuni magici momenti in cui le nostre amiche carpe si ciberanno nei pressi della superficie anche in top water.  Per la pesca sotto la superficie dovremmo utilizzare delle ninfe  di vali colori, molto catturanti sono i colori tendenti allo scuro, nero, marrone bruciato ecc. ma ottimi risultati li abbiamo ottenuti anche con il verde, il rosso ed altri colori fantasia, qui stara a voi sperimentare e sbizzarrirvi al morsetto. Costruisco le mie ninfe su ami barbless del numero 8 -10 sia gold head , sia con sottocorpo in filo di piombo che senza l’ausilio di zavorra. Sul finale potremmo montare una ,due o tre ninfe  distanziate tra di loro circa 25 cm   in modo da sondare nello stesso momento vari livelli di profondità, monteremo naturalmente la gold head in testa, in modo da far affondare con facilità e più velocemente le varie moshce ed al di sopra su dei piccoli braccioli l’altra o le altre ninfe.

Tecnica di pesca

Una volta individuato il posto che riteniamo idoneo, quello in cui solitamente stazionano le carpe, inizieremo a pasturare, infatti per questa tipologia di tecnica saremmo costretti ad usare questo stratagemma in modo da avvicinare e mantenere i pesci vicino alla nostra postazione. La prima pasturazione sarà abbondante, poi  molto più contenuta, ma costante in modo da non allontanare mai il pesce. Potremmo usare come pastura sia il mais che il pellet, solitamente uso quest’ultimo nei reservoir dove lo reputo molto più redditizio, mentre nei laghi naturali, negli stagni e nei fiumi uso il mais, in questo ultimo caso opteremo naturalmente per una ninfa di color giallo molto imitativa da costruire o con del polipropilene o in foam naturalmente in entrambi i casi con un sottocorpo in abbondante filo di piombo in modo che possa adagiarsi facilmente sul fondo. Montata la canna applicheremo  al finale uno strike indicator, solitamente uso un piccolo galleggiante sferico di color arancio fluo o in alternativa un ciuffo di polipropilene montato con elastico in modo da renderlo scorrevole. Una volta montate le ninfe, non ci resta che lanciare ed attendere che il galleggiante affondi, a quel punto dopo la ferrata ci aspetta un bel combattimento e nel caso il pesce sia di taglia ragguardevole, metterà alla prova la vostra abilità di pescatore. Non è facile nelle nostre acque, sopratutto per i pescatori a mosca ,avere in canna pesci di questa stazza, e questo credo ci possa essere utile in futuro magari con prede ben più nobili come salmoni o steellhead.
Per quanto riguarda la pesca in superficie personalmente attiro le carpe in attività superficiale con del semplice mangime secco per cani insidiandole con artificiali in foam che lo imitino , naturalmente in questo caso non sarà necessario lo strike indicator  infatti ci comporteremo come solitamente facciamo quando peschiamo in dry fly lanciando sulle bollate e ferrando appena il pesce viene ingannato dalla nostra imitazione. Ho notato che in superficie è più facile catturare anche degli amur, e credetemi, se la carpa vi darà del filo da torcere quest’ultimi vi faranno letteralmente impazzire. Non scordatevi mai di portarvi a presso un ampio e robusto guadino, una fionda per eventualmente lanciare il pellet e poi di munirvi di un poco di pazienza, difficilmente le abboccate saranno immediate, ma una volta che avrete avvicinato i pesci alla vostra postazione, vi assicuro che il divertimento sarà assicurato. Nel prossimo articolo parleremo della pesca in ambienti naturali, dove le catture saranno senza ombra di dubbio minori  ma proprio per il fatto di essere selvatiche la loro cattura ci regalerà maggiori soddisfazioni.


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