Tecniche

Carpfishing Selvaggio

Di Roberto Toto pubblicato il 10/03/20

 

 

Quando parliamo di carpfishing selvaggio ci riferiamo ad ambienti la cui natura è rimasta intatta e incontaminata dalla mano dall'uomo. Le sponde selvagge che circondano uno specchio d'acqua o il corso di un fiume brulicano di vita. Svariate specie di volatili indisturbati, disturbano piacevolmente la quiete e il silenzio circostante con i loro schiamazzi, mentre con tuffi e saltelli sfumano le tondeggianti forme delle nuvole riflesse sull'acqua.  

La fitta ed impenetrabile vegetazione dà riparo ad animali di ogni genere: rettili, nutrie e vari tipi di roditori, volpi, lepri, caprioli, cinghiali (che spesso mi son ritrovato davanti alla tenda) e tante altre specie che ora non sto qui ad elencare, rendono questi ambienti wild unici e affascinanti. Le ombre degli alberi che si allungano sul pallido riflesso dell'acqua durante le ore del crepuscolo, fanno da preludio all'incombenti tenebre avvolte dal suo mistero e dal quale prendono vita misteriose creature notturne. Ancora oggi dopo tanti anni di carpfishing e infinite notti trascorse (spesso in solitaria) sulle sponde di un lago a me caro e immerso nella natura, non sono mai riuscito a capire e sopratutto a vedere quella strana creatura che ogni volta mi fa gelare il sangue con il suo guaito acuto e terrificante che rompe il silenzio nella fitta oscurità....che mistero!! 

Questo è solo un assaggio dello scenario che si presenta agli impavidi pescatori che amano il carpfishing wild. Chi già si cimentava nella tecnica del carpfishing fino a un decennio addietro, si trovava a vivere la propria passione di pescatore per lo più in ambienti come descritti sopra e la pesca alla carpa veniva praticata in laghi e fiumi caratterizzati da sponde selvagge e di difficile accesso. Armarsi di falcetto, pala e piccone per aprire varchi nella boscaglia e creare poste, è sempre stato un rituale perpetuo per i ricercatori instancabili di sponde nuove e inesplorate.

Ora però entriamo più nello specifico e vediamo passo passo come affrontare questi ambienti wild. Suddivideremo l'argomento in tre fasi:

  • Ricerca dello Spot (dalla ricerca alla preparazione della postazione di pesca)

    Approccio e Strategie applicate (obbiettivi, esche, metodo e strategie di pasturazione)

  • Sicurezza e Precauzioni

 

 

Ricerca dello Spot

Personalmente quando mi trovo di fronte a un piano d'acqua nuovo la prima cosa che faccio è una ricognizione dell'intero perimetro, mentre nel caso di un settore di fiume, la ricognizione avviene con l'utilizzo di un natante. Un aspetto che non deve passare mai in secondo piano è l’individuazione dei settori più promettenti, che spesso corrispondono a zone di difficile accesso e selvagge.

Non dobbiamo farci demoralizzare pensando al duro lavoro che ci spetta nel trasportare l'attrezzatura per diverse centinaia di metri o ai lunghi trasbordi, se necessari, per raggiungere lo spot di pesca. I risultati ottenuti ripagheranno di gran lunga lo sforzo fatto e le emozioni che si provano nel tenere in braccio un pesce catturato in un ambiente duro e severo non ha eguali, e poi in fin dei conti, ricordiamoci che siamo noi a dover cercare le carpe non il contrario. Se il lavoro di ricognizione unito all'attento studio dell'intero specchio d'acqua ci suggerisce che le carpe si trovano in un settore del lago selvaggio e poco comodo, rinunciarvi significa abbassare di tanto la percentuale di cattura.

Generalmente il periodo che scelgo per fare delle ricognizioni nel ricercare spot nuovi, corrisponde al periodo dal tardo autunno e si protrae per tutto l'inverno, periodo che faccio coincidere con la programmazione della stagione di pesca avvenire. Perché mai Roby questo periodo, le carpe sono poco attive!? È vero le carpe sono poco attive, ma ci sono dei motivi ben precisi per cui scelgo questo periodo e adesso vi spiego il perché. Per prima cosa la vegetazione è molto più rada in inverno, canneti rinsecchiti, rovi, cespugli e alberi spogli, permettono di addentrarsi più in profondità nella boscaglia arrivando fino alle sponde più inaccessibili, cosa che altrimenti in altre stagioni sarebbe impossibile per via della vegetazione fitta e impenetrabile.

Questo dà la possibilità di ispezionare zone nuove e, nel caso di uno spot promettente, aprire un varco per poi mantenerlo pulito facendo in modo di passare agevolmente con tutta l'attrezzatura durante le battute di pesca future. Altra nota positiva di questo periodo è che la temperatura dell'acqua essendo fredda risulta essere più limpida e questo permette di vedere fino a una buona profondità, in genere anche oltre i 4 metri, fatto eccezione dei piccoli bacini che tenderanno a ghiacciare. La suddetta limpidezza dell'acqua aiuterà, con l'ausilio di occhiali polarizzati, ad individuare segni inequivocabili del passaggio delle carpe in loco, primo fra tutti le”grufolate”. Si devono cercare con estrema attenzione quelle porzioni di fondale dove praticamente sembrano essere state bombardate per l'eccessiva presenza di solchi, il che lascia intendere che siamo in presenza di una zona di alimentazione che le carpe frequenteranno con costanza (la prossima volta che vi trovate di fronte a un fondale bombardato da grufolate, provate a ficcare la mano nel fondo per circa dieci centimetri e portate fuori dall'acqua un po del substrato, capirete presto perchè le carpe visitano con costanza quella porzione di fondale).

Una volta individuato un hot spot possiamo ritornare in un secondo momento per scandagliare la zona là dove l'occhio umano deve inevitabilmente lasciare campo all'occhio virtuale per riuscire a vedere più in profondità, anche se nel mio caso sarà solo un passaggio momentaneo. Si momentaneo, perché avendo un trascorso da apneista e immergendomi in mare sul filo dei 30m, sfrutto questa dote per dare un'ultima controllata sui punti più interessanti e promettenti, come una legnaia, l'inclinazione di un gradino, o per individuare un esatto punto di cala verificandone consistenza e natura del fondo.

Ottimo, abbiamo scelto con consapevolezza il nostro spot e a questo punto, prima di creare una piazzola, non ci resta che studiare il piano d'azione una volta in pesca, in sostanza come distribuire le nostre canne. Per far ciò bisogna individuare il punto sulla sponda che sia in grado di darci l’angolazione migliore per lanciare e o calare tre canne e, poiché stiamo parlando di ambienti wild e dunque di posti in cui è facile trovare alberi caduti in acqua, affioranti o sommersi, è fondamentale individuarli, catalogarli così da poter studiare un piano d'azione che faccia si che i pesci allamati si portino a guadino senza eccessivi rischi di incagli. Infine un'ulteriore visita in zona muniti di falce, pala e piccone farà si che vengano ultimati i lavori di preparazione della posta prima di andare a pescare.

Ricercare e infine preparare uno spot di pesca è un lavoro duro ma comunque piacevole e gratificate, in fin dei conti anche questo è Carpfishing. Personalmente investo tantissime ore nella ricerca di nuovi spot e nello studio di un nuovo piano d'acqua, spesso passo anche giornate intere ad osservare per capire ed infine applicare. Il cosiddetto senso dell'acqua lo si sviluppa e lo si fa proprio soltanto dopo innumerevoli ore ed ore passate in riva a un lago o sulle sponde del fiume a osservare e ascoltare. Non pensate che il tempo che si spende in questa fase di carpfishing sia tempo sprecato, anzi sarà l'attenzione che ci metteremo e il non lasciar nulla al caso che farà la differenza tra un sonoro cappotto oppure una pescata che ricorderemo per molto tempo.

Nella seconda parte vedremo come impostare una strategia di pasturazione, dopo aver definito l'obbiettivo che ci siamo imposti. Infine, trovandoci in ambienti selvaggi e spesso lontani dalla civiltà, parleremo di sicurezza e precauzioni giusto per non farci trovare impreparati qualora sorgano imprevisti non calcolati.




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