Tecniche

Carpfishing Selvaggio (Seconda parte)

Di Roberto Toto pubblicato il 25/04/20

Nel pianificare un'intera stagione di pesca è essenziale avere ben chiaro gli obbiettivi che si vogliono conseguire in termini di risultati e, nella programmazione annuale ad ogni piano d'acqua (lago di medio/piccole dimensioni, settore di un grande lago o fiume) assegneremo un obbiettivo specifico. Gli obbiettivi possono essere diversi e ad ognuno di essi bisogna affiancare una specifica strategia di pre-baiting e di approccio che sarà diverso proprio perchè ogni piano d'acqua, seppur simile, presenterà delle differenze sostanziali. Analizziamo allora alcune situazioni.

 

Obbiettivo: Catturare carpe in un week end di pesca

E' un approccio con l'obbiettivo unico di pescare qualche carpa su un piano d'acqua nuovo in un contesto wild. Qui stiamo parlando di carpisti itineranti che amano spostarsi di continuo senza una meta precisa, sono i cosiddetti “cacciatori di carpe”. L'approccio in questo caso sarà veloce per cui un attento e minuzioso studio preventivo dello specchio d'acqua diventa il punto cardine della battuta di pesca per far si che ci si trovi nel punto esatto dove le carpe si alimentano con costanza.

Lasciamo a casa esche proteiche le quali entreranno in pesca solo dopo diverse sedute di pasturazione. Un'esca energetica e sopratutto che scambi velocemente il suo contenuto farà al caso nostro. Largo dunque a esche composte da birdfood o 50/50 che sono molto veloci ad entrare in pesca anche senza pasturazione preventiva. Si deve proporre alle carpe un alimento che colpisca in termini di gusto e che le spinga a nutrirsi con avidità e immediatezza, per cui si presterà attenzione sulla scelta dell'esca ricercando in primis l'elemento “attrattività”. Una o due sedute di pasturazione preventive basteranno per far assaggiare e condizionare (nel breve periodo) una parte della popolazione di carpe che passerà dal settore pasturato. Il quantitativo di boilles che utilizzeremo varia dai 3-4kg a seduta di pasturazione (questa quantità potrà variare in base alla stagione e all'attività del pesce) e andrà distribuito su una buona porzione di fondale, un'area di poco più di un ettaro fa al caso nostro. In pesca invece pastureremo con un minimo di 1,5/2kg di palline distribuite su tre canne, la pasturazione sarà questa volta concentrata in un raggio di circa 5/6m dall'innesco mentre le canne bisogna distanziarle di molto, ma sempre all'interno del perimetro disegnato dalla pasturazione preventiva.

Ricordiamoci, siamo in un contesto wild che generalmente sarà poco frequentato e in alcuni casi addirittura vergine proprio per le difficoltà nel raggiungere alcuni posti o settori. Se ci rendiamo conto di essere al cospetto di uno specchio d'acqua vergine, valutiamo se è il caso di inserire nelle pasturazioni preventive delle granaglie, mentre in pesca non sarebbe affatto sbagliato dedicare almeno una canna con innesco a granaglia.

In ultimo, voglio condividere con voi un mix di facile fattura che mi ha permesso negli anni di testare numerosi specchi d'acqua e settori di fiume (molte di queste acque mai pescate con le boilies) con l'approccio sopra descritto permettendomi di catturare molti pesci:

350g Semolino precotto 250g Soia Tostata Micronizzata 200g Fioretto di mais tostato 200g Latte in polvere intero

Prendete 900g di questo mix di base e aggiungete 100g di Robin Red e 50g extra di canapa franta. Avrete fra le mani un mix velocissimo e che sarà accettato immediatamente dalle carpe (a patto che ci siano e abbiano fame)

Parlando invece di ready made personalmente mi affido alle Session pack di Leon Bait. Una boilies pensata per i carpisti itineranti, concepita e testata da Leon Hoogendijk e il suo team. Il punto di forza di questa esca è “l'attrattività”. La formulazione del mix che si basa su farine vegetali e sul 30% di birdfood permette a questa boilies di scambiare velocemente in acqua il potere attrattivo della chimica in essa contenuto e questo ci permetterà di avere un'esca super attrattiva e di qualità a un prezzo molto interessante tra l'altro e, grazie al comodo imballo avremo a disposizione moltissima esca (25kg di boilies) da poter utilizzare in più sessioni spostandoci da una posta all'altra del lago. In quanto a gusto e aromatizzazioni si spazia dal fruttato al cremoso e dal pesce allo speziato....uno dei miei preferiti è banana pineapple & butyric acid.

 

Obbiettivo: Testare lo spot per valutare un futuro approccio a lungo termine.

Iniziare una campagna di pre-baiting a lungo termine con l'obbiettivo di condizionare le carpe che vivono in uno specchio d'acqua, senza aver fatto prima dei test per verificarne il potenziale (in termini di popolazione di carpe e pesci di disturbo) è un grave errore e si rischia di buttare via tempo e denaro. Ricordo ancora una volta che ci troviamo a confrontarci con ambienti ostici e selvaggi e che con molta probabilità saranno poco frequentati dai carpisti e in alcuni casi “mai”, per cui avremo pochi dati a disposizione su cui basare una strategia di pasturazione a lungo termine, giocoforza i dati dobbiamo ricavarli basandoci sui risultati ottenuti da alcune battute di pesca (test) che programmeremo in anticipo. Generalmente dedico a questa fase di studio 3-4 settimane e lo schema strategico è di facile applicazione e, basandoci su tre settimane di test procederemo in questo modo:

Si dovranno selezionare tre postazioni sull'intero perimetro del lago che siano distanti tra loro, si pasturerà un'area di un ettaro per ogni postazione.

 

  • Settimana 1 – Postazione (A): Martedì 3kg di boilies – Giovedì 3kg di boilies – Sabato/Domenica si va in pesca e si pasturerà solo intorno all'innesco con 500g di boilie distribuite nel raggio di 7/8m

  • Settimana 2 – Postazione (B): Martedì 3kg di boilies – Giovedì 3kg di boilies – Sabato/Domenica si va in pesca e si pasturerà solo intorno all'innesco con 500g di boilie distribuite nel raggio di 7/8m

  • Settimana 3 – Postazione (C): Martedì 3kg di boilies – Giovedì 3kg di boiliess – Sabato/Domenica si va in pesca e si pasturerà solo intorno all'innesco con 500g di boilie distribuite nel raggio di 7/8m

Un'esca semplice come un 50/50 non è adatta a questa strategia di pasturazione, ci servirà invece una boilies a media nutritività ma che conservi comunque un buon potere attrattivo, un'esca che si basa su questi due principi sarà adatta allo scopo in quanto entrerà subito in pesca e allo stesso tempo condizionerà il pesce nel breve periodo spingendolo a nutrirsi per qualche giorno delle nostre palline. Perfette allo scopo sono le “procatcher” di Leon Bait, questa boilies ha un potere attrattivo incredibile e grazie al mix con caratteristiche di media nutritività terremo le carpe attive sul posto per diversi giorni.

Un altro aspetto che ho riscontrato risulti essere positivo e vantaggioso è inserire nella pasturazione due tipologie di esche per riuscire ad intercettare e incontrare il gusto di più pesci possibili (i pesci, così come si riscontra nell'essere umano, hanno gusti e preferenze differenti). Questo è un dato ormai consolidato e confermato da diversi pescatori attenti ai dettagli e che hanno messo in atto questa strategia ottenendo risultati decisamente superiori alla media, per cui se utilizzate due boilies differenti in termini di gusto e aroma, catturerete sicuramente più pesci.

Per quanto riguarda il diametro, anche in questo contesto inserire boilies di 20/24mm risulta essere una buona strategia. Questo ci aiuterà a capire se i pesci di disturbo sono numerosi e se così fosse avremo raccolto un dato importante che ci tornerà utile in caso decidessimo di intraprendere una futura campagna di pasturazione a lungo termine evitando così di sprecare parte della pasturazione che verrebbe inevitabilmente consumata da pesciame indesiderato.

 

Obbiettivo: Catturare la quasi totalità delle carpe presenti

Questo è un obbiettivo conseguibile in specchi d'acqua inferiori ai 100 ettari, mentre nel caso di grandi laghi o fiumi, questo tipo di approccio è applicabile per settori. Il principio su cui si basa questo approccio è la “nutritività” e ciò significa che dobbiamo proporre alle carpe una boilies capace di dare un valido apporto nutrizionale e che dunque le spinga a cibarsene con regolarità.

Negli specchi d'acqua selvaggi dove l'alimento naturale è presente in abbondanza, pensare di sostituire tale alimento con le nostre boilies è un'utopia. Lo scopo che vogliamo raggiungere con una prolungata azione di pre-baiting è integrare la nostra boilies alla dieta quotidiana della carpa. Non entrerò nello specifico riguardo alla formulazione della boilies riservando l'argomento ad un altro articolo. Comunque sia, una boilies formulata con un mix equilibrato come un bird/fish farà al caso nostro, mentre sulla chimica che inseriremo al suo interno non serve fasciarsi la testa, pochi ml di aroma e di dolcificante, giusto per dare una specifica impronta olfatto/gustativa, saranno più che sufficienti al nostro scopo.

Sarà la regolarità della nostra pasturazione a fare la differenza in questo approccio. Si dovrà pasturare 3 volte a settimana per almeno 4-5 settimane, ovviamente senza mai pescare in questo arco di tempo. Per le quantità bisogna affidarsi allo studio preventivo e alle valutazioni fatte dopo aver raccolto una serie di dati, quali: ampiezza dello specchio d'acqua, presenza pesci di disturbo, numero approssimativo di carpe presenti, alimento naturale, ecc, ecc.. Indicativamente per uno specchio d'acqua di 2-3 ettari 1/1,5kg è più che sufficiente per ottenere buoni risultati in termini di condizionamento, mentre su piani d'acqua maggiori il discorso cambia in quanto serve un quantitativo di boilies maggiore e questo non sempre è possibile in termini economici. Si può decidere di fare squadra unendo le forze con altri carpisti arginando in parte il fattore economico e far si che diventi più sostenibile la spesa sia che si decida di acquistare le boilies ready made oppure di rollare e confezionare in casa.

Ad ogni modo per massicce pasturazioni su un piano d'acqua, diciamo di 60-70 ettari è consigliabile studiare con attenzione l'intero lago e scartare a priori le porzioni di fondale che le carpe non frequenteranno mai. Individuati questi spot infruttuosi (fondo eccessivamente melmoso, cosparso di foglie e vegetazione morta, fondale acido, substrato di limo in cui le boilies sprofonderanno x qualche centimetro rendendo la pasturazione inutile, ecc..) eviteremo di pasturarci sopra, ma distribuiremo le nostre preziose boilies soltanto sui punti in cui siamo certi le carpe siano solite alimentarsi. Per cui faremo un'accurata e mirata pasturazione soltanto nelle zone di “alimentazione e di passaggio”, così facendo potremmo ridurre i quantitativi e sopratutto distribuirli su tutta la superficie in modo intelligente e nei punti in cui le carpe saranno in grado di intercettare le nostre preziose sfere. Altro aspetto importante e da non trascurare è quello di pasturare largo e cioè una boilies dovrà distanziarsi dall'altra o comunque sono da evitare le pasturazioni concentrate. Una boilies qua, un'altra più in là e così via, farà si che il tutto risulti più naturale possibile, le carpe nuoteranno e troveranno questi bocconcini in ogni settore del lago. Alimentandosi regolarmente nel tempo prenderanno fiducia e grazie all'ottimo apporto nutrizionale catalogheranno questa nuova fonte di cibo che istintivamente faranno rientrare nella loro dieta quotidiana (condizionamento) insieme a cozze, lumachine, vermi, ecc, ecc...

E' arrivato adesso il momento di pescare e, se tutto è stato fatto correttamente le catture saranno numerose e sopratutto nel lungo periodo. Si continuerà a tenere pasturato l'intero lago con almeno due sedute alla settimana, l'ideale sarebbe pasturare il martedì e il giovedì per pescare poi il week end e, a fine sessione, fare una rinfrescata su tutto il lago.

E' un lavoro dispendioso, faticoso e che richiede costanza e impegno. Se non si possiedono tali virtù il fallimento è assicurato, per cui meglio affidarsi ad altri tipi di approcci che richiedono meno sforzo. I risultati che si otterranno nel condizionare le carpe alla nostra boilies nel lungo periodo saranno strepitosi e molti pesci (tra cui i più pesanti) catturati li vedrete solo voi, perchè avrete arginato la difficoltà della diffidenza di queste carpe fantasma e imprendibili, cosa impensabile con approcci veloci e più diretti.

 

Sicurezza e prevenzione

Un accenno alla sicurezza visto che ci troviamo ad affrontare ambienti selvaggi reputo sia doveroso. Mi sento un tantino ipocrita nell'iniziare l'argomento consigliandovi di affrontare questi ambienti con un fidato compagno di pesca, visto che il più delle volte mi ritrovo da solo immerso in posti selvaggi e ostici, ma ciò non toglie che sia fortemente consigliato essere almeno in due ad affrontare queste tipologie di acque. Lo spirito dell'Indiana Jones che in me risiede, mi spinge alla continua ricerca di tesori nascosti (acque inesplorate al cui interno nuotano chissà quali mostri baffuti) da scoprire e mi rendo conto che chi solitamente pesca con me non sempre tiene il ritmo, ecco perchè spesso mi vedo costretto ad agire in solitudine con Ares, il mio fidato amico a quattro zampe.

Anche sul piano psicologico un compagno è fondamentale per non perdere l'entusiasmo iniziale e la determinazione durante una battuta strutturata in più giorni. Ad ogni modo che si è da soli o in compagnia, un kit di primo soccorso non deve mai mancare, non dimentichiamo che il più delle volte questi ambienti wild sono lontani dalla città e dalla civiltà, spesso la postazione è persino lontana alcune centinaia di metri anche dalla nostra automobile, per cui avere a disposizione sul posto disinfettanti, bende, cerotti, antinfiammatori ci tornerà utile per eventuali ferite o escoriazioni che necessitano di un intervento immediato. Se si esce in gommone indossare un giubbotto salvagente è imperativo, ancor più se dobbiamo affrontare un trasbordo.

Assicuriamoci di avere al seguito una buona scorta di pile per le torce e un power bank per ricaricare la batteria del cellulare così da averlo sempre a disposizione per eventuali chiamate di emergenza. Essendo lontani da luci artificiali, di notte è consigliabile avere in tenda una piccola lampada ricaricabile facilmente con un power bank. Boilies, pasture e scorte di cibo riponiamoli dentro la tenda con noi e ben chiusi negli appositi sacchetti, altrimenti dopo qualche ora ci ritroveremo alla porta roditori e cinghiali. Sul tema abbigliamento adattiamoci alla stagione di pesca e, per esperienza personale, posso assicurarvi che è meglio aver una felpa o una giacca in più che non useremo mai, piuttosto che in meno.

Come già accennato nella prima parte dell'articolo, in questi ambienti selvaggi si è a stretto contatto con animali di vario genere e assumere un atteggiamento prudente, cosciente e mai aggressivo nei loro confronti sarà la cosa migliore da fare. Curiosare vicino ad un alveare di api rischiando di essere punti o provocare un branco di cinghiali lanciando sassi rischiando infine di essere caricati non è una cosa furba da fare e tantomeno rispettosa nei confronti della natura, che come ben si sa potrebbe essere severa e spietata. Lasciamo tranquilli i residenti del posto, integriamoci con la natura circostante essendo meno invasivi possibile e non dimentichiamo mai che siamo ospiti e residenti temporanei.

Con il sopraggiungere delle tenebre le creature diurne cedono il posto a quelle notturne, rendendo questi ambienti selvaggi suggestivi e avvolte da mistero. Odori, suoni e rumori a noi sconosciuti spingeranno la nostra mente a fantasticare (sopratutto nelle pescate in solitaria) vedendo ombre e mostri muoversi nell'oscurità intorno alla nostra tenda suscitando in noi paure ancestrali dovute al non riuscire a penetrare le tenebre con lo sguardo per catalogare il presunto pericolo........è la paura dell'ignoto che suscita in noi uno stato di preoccupazione e ansia tale fino al punto di spingere la nostra mente a elaborare visioni e situazioni pericolose, mettendoci così sulla difensiva e pronti a reagire per difenderci da un imminente attacco da chissà quale essere. Tutto questo è pura fantasia e lo si scoprirà al mattino seguente, quando tirando un sospiro di sollievo per il mancato attacco, capiremo di essere stati sopraffatti solo dalla nostra ansia e non da chissà quale creatura demoniaca! Con il tempo questo stato interiore che ci crea imbarazzo e angoscia scomparirà completamente lasciandoci godere in toto il nostro carpfishing wild.

Queste sono sensazioni, emozioni che si vivono soltanto in questi ambienti di pesca, che per certi punti di vista oserei definire estremi. In questi ultimi anni si sta assistendo a un progressivo aumento di carpisti che diserta ambienti wild per spostarsi in laghi a pagamento rendendo la propria pesca stereotipa. Non voglio dire che sono contrario a questo tipo di pesca, che tra l'altro pratico saltuariamente per passare qualche ora in totale relax. Il mo intento è trasferire un messaggio forte e concreto, che il Carpfishing selvaggio metta a dura prova la nostra tempra, il nostro carattere, la nostra determinazione, e il nostro livello tecnico e mentale questo è un dato di fatto. Il sapore del successo ottenuto attraverso il sacrificio, lo sforzo e la tenacia non ha paragoni, per non dire anche che solo attraverso le difficoltà si migliora e questo vale anche per il livello tecnico a cui si è sottoposti in ambienti selvaggi e che richiede inventiva per arginare i vari ostacoli che si sovrappongono tra noi e il successo della pescata.

Catturare un pesce di 20kg in un lago dove si arriva comodamente in macchina sulla postazione di pesca, si ha la piazzola pronta, si ha a disposizione la mappatura del lago, si sa dell'esistenza di questo pesce di 20kg, si sa che i pesci più belli escono sulle postazioni X e Y, ecc, ecc...è innegabile che il tutto risulti più facile e più comodo. Tutt'altra cosa è prendere un pesce di 20kg in un ambiente selvaggio, dove si dovrà investire tempo ed energie nell'individuare lo spot promettente, si dovrà percorrere qualche centinaio di metri nella fitta boscaglia con gommone in spalla per raggiungere la riva, si dovrà investire tempo nello scandagliare diversi settori (lago o fiume che sia) si dovranno aprire varchi attraverso i quali portare l'attrezzatura che necessita di più viaggi, si dovrà creare postazioni il più delle volte in posti scomodi, si vivranno le prime battute di pesca nell'incertezza e nel dubbio, sperando di aver fatto le cose nel modo giusto e che il nostro intuito non ci abbia tradito e, soltanto quando finalmente ci ritroveremo in braccio una carpa selvaggia (il più delle volte mai punta) avremo la conferma che tutto è stato fatto correttamente e la soddisfazione sarà indescrivibile.

Il punto è questo: è sacrosanto diritto di tutti ed è giusto che ognuno pratichi il proprio amato hobby come meglio crede, però è importante anche fare una distinzione tra i due ambienti descritti sopra e, in quanto appartenente alla categoria wild, posso affermare con decisione che le emozioni regalate dal carpfishing selvaggio non è neanche lontanamente paragonabile ad altro.

Questo scritto strutturato in due parti ha voluto illustrare a grandi linee come affrontare il carpfishing selvaggio e sopratutto raccontare le sensazioni che sa trasmettere. Oggi la piaga del bracconaggio a cui sono soggette queste tipologie di acque è costante realtà. Ho visto con i miei occhi, durante oltre 20 anni di carpfishing, il pesce diminuire sensibilmente e in alcuni specchi d'acqua di piccole dimensioni, sparire del tutto...e questo è triste!! La nostra presenza sulle rive di queste acque è di fondamentale importanza, perchè essendo zone isolate e immerse nella natura selvaggia i controlli delle autorità preposte sono sporadici e questo i bracconieri lo sanno bene: meno controlli, più libertà d'azione. Essere sul posto per pasturare o pescare significa trovarsi frequentemente a pattugliare le sponde. Nel caso di movimenti sospetti, evitiamo lo scontro per non esporci al pericolo. Piuttosto avvisiamo tempestivamente le forze dell'ordine nella speranza che intervengano il più presto possibile.

Amici carpisti, è nostra responsabilità salvaguardare con la nostra presenza questi ambienti affascinanti e unici, perchè è solo in questi contesti che possiamo vivere e praticare ciò che viene oggi definito: “Carpfishing Selvaggio”.

 

 

Roberto Toto

 

 


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