Tecniche

CATTURE STRANE? MICA TANTO...

Di Di Roberto Granata pubblicato il 05/04/22

Un tempo, quando la pesca a spinning era meno praticata e conosciuta, si gridava quasi al miracolo quando l'artificiale veniva attaccato da pesci che predatori " non lo erano" per niente. Ora, con le conoscenze acquisite prima dai pionieri dello spinning e successivamente dalla larga diffusione della tecnica e, di conseguenza, dall' interesse delle case costruttrici che hanno sfornato esche su larga scala che prima erano invece appannaggio di pochi, convincere all' attacco quasi tutte le specie (sto parlando di acqua dolce) è meno difficile di un tempo, ed anche meno difficile di quanto si possa pensare. Questa, a mio avviso, è una cosa bellissima, perchè permette sempre più di scoprire il comportamento e le reazioni dei pesci ed inoltre, permette o perlomeno suggerisce di pescare in acque, anche di vasta portata, dove prima erano in pochi ad immergere un artificiale. Pensate solo allo Street Fishing, che è poi la pesca a spinning praticata nelle città , nei navigli, canali o fiumi che le attraversano, e che sono ricchi di ciprinidi( carpe in primis), ma anche tinche, breme ed altro. Ebbene, si tratta degli spot dove gli appassionati di tale tecnica hanno la possibilità (e la sfruttano) di cimentarsi, specie nella stagione fredda, con i suddetti pesci. Ciò permette loro di affinare le tecniche (soprattutto di recupero, che è poi ciò che conta di più) per insidiare pesci che un tempo erano ritenute catture miracolose. Un unico appunto che oso permettermi: se tutte queste esperienze venissero scritte (ma in modo indelebile) e confrontate, avremmo una mole immensa di dati che ci permetterebbero nuove ed inaspettate conoscenze. E' davvero un peccato che tutto questo ben di Dio vada perso e/ o dimenticato (e spero di sbagliarmi) a favore di foto ed estetismi vari, che possiamo anche esibire ma che, da soli, non lasciano niente al futuro della pesca. Per cui, prima di passare ad esempi più specifici, il primo suggerimento è quello di non sprecare questo enorme potenziale, ma di annotarlo, documentarlo e poi confrontarlo; lo spinning ve ne sarebbe grato.                                  

Vediamo ora qualche consiglio per divertirci con qualcuna di queste specie.     

CARPA.            

Specie nella stagione fredda, questo ciprinide perde la testa per i grub, da usare con una testina piombata. Un recupero lento, con stop and go sul fondo, è l'arma letale. Ricordiamo che a volte gli stop devono essere lunghissimi, tenendo la lenza dolcemente in tiro finchè si avvertono le tocche del pesce, che vanno assecondate finche' non si percepisce una partenza. A quel punto è proprio il caso di ferrare, anche per capire che, più spesso di quanto si pensi, il confine tra artificiale e naturale( e viceversa) è assai labile. Nella stagione calda, invece, se " bolliamo" a galla un minnow, specie nelle lanche dove vengono nutrite col pane, spesso si " bollano" anche il nostro minnow, mosso dolcemente sul posto in mezzo ai pezzetti di pane.

BARBO.

Più  frequente della carpa, anche e soprattutto su recuperi " normali "( ma mai troppo, mi raccomando) sebbene il vero divertimento lo abbiamo in inverno, con le tecniche descritte per la carpa con i grub. Spesso in questa stagione, con livelli bassi e pesci radunati in determinati punti, si hanno catture di carpe e barbi alternativamente, raggiungendo anche, nella medesima giornata, un numero di strike piuttosto elevato.

SCARDOLA.                      

É con molta probabilità il pesce "non da spinning" ( termine che mi suona sempre più improprio) che si cattura con meno difficoltà, e lo sanno anche i moschisti. Tuttavia questa prerogativa vale per la stagione calda, mentre in quella fredda diventa , pur non essendo impossibile, sicuramente meno facile della carpa e del barbo. Quindi, in estate e dintorni, puntiamo per una pesca a vista e, riguardo all' artificiale, molto dipende dalla giornata e/o dal caso specifico. Può attaccare rotanti ed ondulanti, oppure soltanto un' ora dopo prendersela con minnows o addirittura con ppppers .Io ritengo che, a prescindere da ciò,tenda a non attaccare per fame.       

STORIONE.                       

Io ho sperimentato la sua ricerca in laghetto; nei grandi fiumi dev'essere dura. D' estate, o comunque con temperatura dell’acqua che non ha più diminuzioni di rilievo la notte, lo storione in laghetto può diventare un divertimento pazzesco. Il principale problema sta nell'individuare il punto dove staziona, di solito in gruppo, specie se parliamo di esemplari non giganteschi. Ricordo che una decina d'anni fa, avevo individuato un tratto di riva lungo 20-30 metri in un laghetto, dove i pescatori a fondo pescavano pasturando con un po' di tutto (mais, vermi, polenta, ecc.) e verso l'ora di cena, quando se ne andavano, la superficie dell'acqua" brulicava" di bollicine che salivano dal fondo, segno inequivocabile della presenza di pesci grufolatori che spazzavano il fondale dalla pasturazione rimasta. In questa situazione bastava montare il" solito" piccolo grub già menzionato per i barbi e per le carpe ma, attenzione, si ottenevano risultati esclusivamente con un determinato tipo di recupero (a dimostrazione che è quest' ultima l'arma più importante del pescatore a spinning). In pratica si tratta di lanciare il grub e, quando si raggiunge il fondo, mettere la lenza in leggera tensione per capire dove si trova esattamente il nostro artificiale; a questo punto si allenta la tensione lasciando uno spezzone di filo (1-2 metri) in bando. Questo permetterà al pesce di non avvertire alcuna resistenza e permetterà anche a noi di decifrare l'abboccata, che avviene quando la lenza in bando si muove. Lasciamo per qualche secondo la nostra lenza in movimento e, quando quest' ultimo si fa più deciso, è arrivato il momento di ferrare. Se non succede niente, ad intervalli di 15-20 secondi (tempo indicativo) muoviamo di pochissimi centimetri e molto lentamente in nostro grub, te e do il contatto. Se no avvertiamo alcun segnale, ripetiamo il giochetto; lenza in bando ed occhio ai suoi movimenti. Si tratta di una pesca di pazienza, perché pescando a spinning" normalmente" non siamo abituati a queste peripezie. Ma quando vediamo la lenza partire ed appena piazzata la ferrata, lo storione parte dal fondo e delizia con un gran salto" a candela" i nostri stupiti occhi, l'emozione è grande, grande quanto la soddisfazione di aver catturato un pesce" non da spinning " ed a volte ritenuta, assieme ad altre, impossibile. Ma il confine tra naturale ed artificiale, visto dalla parte del pesce, è molto più labile di quanto sembri. Lo vedremo alla prossima occasione, coi prossimi pesci" strani".


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