Itinerari Italia

Cave di Casale sul Sile

Di Davide Lugato pubblicato il 26/09/12

Passato e presente di una vecchia cava…

INTRO

Da sempre meta delle più diverse tipologie di pescatori, le cave di Casale sul Sile divenute famose già dagli inizi anni ’90 per la generosità delle sue preziose acque, ora sono finalmente entrate a far parte del Parco del Sile.

Correva l’anno 1996…

ed erano trascorse appena due stagioni da quando la passione per il carpfishing era entrata indissolubilmente a far parte della mia vita, della mia persona. Negli anni passati avevo avuto modo di frequentare solo gli argini dei fiumi e dei canali che erano facilmente raggiungibili con il mio fantastico motorino hold-style ..Nulla di più bello! Oramai molti anni mi dividono da quei giorni di beata spensieratezza, ma ancor oggi non mi è difficile rammentare quante emozioni mi ha saputo regalare questa fantastica cava.

Ricordo che c’era chi veniva dal Polesine per insidiare i numerosi pesci gatto per poi farci delle ottime zuppe, chi preferiva il bass e il pike fishing invece era di zona, tranne qualche comitiva proveniente dalle vicine basi militari, i quali a bordo delle loro Belly Boat marcate  U.S.A. circumnavigavano la cava in lungo e in largo muniti delle più bizzarre esche siliconiche. Non per ultimi c’erano angler che come noi preferivano attendere la carpa dei loro sogni in lussuose tende, godendosi l’ultima luce del giorno, distesi nella loro branda , ma non senza aver calato prima i loro inganni e poggiato le loro armi su pod luccicanti.

Purtroppo negli anni tutta la pressione di pesca e la maleducazione dei soliti personaggi, ha voluto che qualche equilibrio che fino ad ora aveva reso magica questa cava si rompesse, portando qualche altro personaggio del luogo a rimedi non del tutto ortodossi e forse nemmeno legali, a recintare, proibire e cacciare nella maggior parte dei casi proprio noi carpisti. Non voglio dilungarmi troppo in discussioni che vanno al di la dell’ambito della pesca in se, ma mi chiedo perché, bacini di questo tipo invece di essere abbandonati a loro stessi e in balia dei soliti maleducati non potrebbero essere riqualificati e protetti allo stesso tempo.

Le cave sono diventate nonostante gli sforzi fatti da carpisti con la ‘C’ maiuscola, luogo di culto.. in poche parole poterci pescare in santa pace è divenuta una sorta di tabù.. e pensare che se con la mia mente torno a ritroso nel tempo, non mi è difficile vedere la cava come si presentava un tempo.. Ricordo che in certe situazioni la pressione era tale da non trovare una sola posta libera.. e la notte non era difficile sentire l’avvisatore del vicino fischiare all’impazzata mentre il mulinello regalava bava al povero pesce allamato..

Ricordo quando al mattino si saliva in barca e si passava a trovare i vicini di posta per sapere com’era andata la notte, lo scambiarsi di opinioni, la semplice offerta di un caffè.. Molti si chiederanno il perché di tutto questo , altri lo conoscono già.. sta di fatto che nel tempo il susseguirsi di episodi dettati da un’ignoranza umana di fondo hanno fatto si che per la sola colpa di pochi ne sia derivato un risultato finale ricaduto sulle spalle di tutti..

La nota positiva in tutto ciò e senz’altro l’impegno che ci stanno mettendo alcune persone che io amo definire ‘pescatori pensanti’ nel tentativo di risanare un vecchio quanto delicato equilibrio. Non è passato molto tempo infatti dall’ultima pulizia organizzata.. quest’ultima in onore e a conferma del valore che un sano pescatore da all’ambiente in generale e che spero serva in parte, a riconciliare gli errori commessi nel passato, portando aria nuova e maggior dialogo tra noi e chi nostro malgrado cerca di ‘pestarci i piedi’..

Sarebbe tanto difficile se il comune e le istituzioni creassero una sorta di oasi dove poter condividere pesca, birdwatching e piste ciclabili per famiglie senza per forza danneggiare fauna e flora circostante..?E’ un po’ lo stesso filo conduttore che mi fa disprezzare sempre più un sistema vecchio e antiquato.. Pagare la licenza nelle nostre acque è come fare beneficenza per qualche sedia ben imbottita..Infatti in più di 15 anni di pesca sportiva praticata esclusivamente in corsi d’acqua, cave e laghi non privati non ho mai incontrato un solo controllo.. Poi di notte magari mi ritrovo ‘banditi’ che mi calano le reti proprio sopra le canne.. ne vedo altri prelevare carpe rigettando in acqua quelle più piccole.. e poi quello che mi fa più male è quando mi capita di fare due passi in qualche pozza a pagamento e rivedere pesci che non hanno nulla a che fare con le solite livree di carpe d’allevamento..Mah, dove andremo a finire??Questo purtroppo è un’incertezza di un futuro non troppo distante.Chi pensava che fosse un problema dei nostri figli, probabilmente si sbaglia e ignora quanto abbiamo proprio sotto ai nostri occhi.

PAESAGGI, FONDALI E PESCI

Nei sui perimetri possiamo ammirare numerosi alberi, per lo più pioppi e salici scolpiti dagli anni, i canneti anch’essi non mancano e alle volte determinano un vero e proprio labirinto fatto su misura per pesci e per i suoi pescatori.Qui e lì, qualche piccolo porticciolo nato dall’ammassarsi di strutture più o meno stabili, piccole barche affondate altre che galleggiano per miracolo, ma nonostante tutta questa confusione, il tutto si ingloba abbastanza bene con il resto dell’ambiente. La parte nord della cava si distingue invece per la minor profondità e per il susseguirsi di numerose lingue di terra che intersecandosi tra loro caratterizzano così un’ambiente ottimale per il periodo di frega ed è proprio in questa zona dove il ½ m d’acqua favorito dall’irradiazione solare permette il sorgere di diradati erbai.

Il colore dell’acqua non è certo una qualità per questo luogo, infatti l’acqua grigio-verde deve il suo colore al fondale, composto da uno strato di fanghiglia più o meno compatta che determina negativamente la sua qualità. La cava potrebbe sembrare di facile interpretazione, ma non sempre sarà così semplice capirne la giusta soluzione, infatti in base al luogo dove andremo a calare i nostri inganni, sarà necessario utilizzare un diverso approcio in linea con le caratteristiche del fondale, il quale seppur abbastanza lineare, caratterizzato da una profondità media di2 m2,5 mcon alcuni picchi di3 mè insidioso e nasconde più di qualche zona di facile incaglio.

I ciprinidi presenti in questo specchio d’acqua sono senz’altro in buon numero. Difficile stilare una taglia media delle catture, ma si potrebbe affermare con certezza che catturare un esemplare di 9/10 Kg è cosa abbastanza frequente.Oltrepassare questa soglia diventa già un’impresa più ardua, ma le sorprese di certo non escludono la foto ricordo abbraccaiando qualche raro esemplare over twenty in spendida forma! Le carpe di Casale si distinguono un po’ tutte per le stesse caratteristiche, apparati boccali ampi e carnosi, abituate a cercare alimento nel morbido limo del fondale.. corpo robusto e abbastanza longilineo e tutte capaci di sprigionare potenza pura durante le fasi finali del combattimento.

TECNICA

Le montature che prediligo per queste acque sono spesso dei lead-core da45 lb, montati con in-line o meglio ancora con il sistema run-rig limitando però lo scorrimento al max a 10cm. Entrambe le tipologie le associo sempre ad un peso abbastanza generoso, da 150gr ai 250gr, questo in base alle distanze di pesca e alla tipologia di filo o treccia con il quale abbiamo caricato i nostri mulinelli.Una finezza è quella di montare un piombo a proiettile di quelli utilizzati per lo spinning sulla lenza madre e a ridosso della giuntura con il lead-core, bloccandolo poi con del power-gum.. così facendo assicureremo la massima caduta del filo nei paraggi del nostro innesco. Per quanto riguarda i terminali, non utilizzerei spezzoni di dacron superiori ai 20/25 cm, utilizzando trecciati morbidi e se vogliamo costruendo un hair-rig con una bava ancor più flessibile e invisibile. La posa del terminale verrà fatta esclusivamente da natante, cercando di fare meno rumore possibile.Ricordiamoci che stiamo pescando pur sempre in pochi metri d’acqua e i pesci oramai hanno associato il pericolo alla nostra presenza. L’ultimo consiglio che posso darvi è quello di utilizzare sempre della schiuma idrosolubile da infilare nella punta dell’amo così da avere una posa perfetta del nostro inganno.

Facciamo attenzione inoltre all’utilizzo di montature che salvaguardino la vita delle nostre amiche, utilizzando armature ingrado di lasciare scivolare il peso, in quanto qualche bravo spinnerman a suo tempo ha pensato bene di depositare sul fondo veri e proprie legnaie celate dall’acqua torbida e trasformando così quei luoghi in ottimi spot dove insidiare anche le nostre amiche.Occhio però, calarci troppo vicino servirebbe solo a correre un’inutile rischio per la nostra lenza e per la nostra preda.

 QUANDO TUTTO DIVENTA PIU’ FACILE

La pesca di per se non è nulla di scontato e per questa distesa d’acqua ancor meno.. Se vogliamo delineare i momenti migliori per affrontare queste acque partiamo dalla più grossolana delle scremature, le stagioni: La primavera è una stagione che possiamo definire molto simile ad una donna.. eh!..eh!Cioè si tratta di un determinato periodo in cui tutte le acque si risvegliano dal torpore invernale.. passando per repentini sbalzi d’umore..o meglio di temperatura.. Questa cava infatti non fa eccezione e in determinati periodi può risultare generosa e facile da conquistare il giorno prima, bloccandosi e non concedendosi il giorno seguente..Mah!..quando capiremo le donne, forse anche queste situazioni ci risulteranno molto più chiare.Eh! L’estate è il periodo meno opportuno nel quale improvvisare qualche sessione.Quando la nostra calda e afosa estate rende il clima torrido e irrespirabile è meglio non affrontare queste acque prive di grossa ossigenazione naturale, le quali si presenteranno sicuramente inattive e popolate da pesci apatici e quindi poco propensi a cibarsi. Se qualcuno a casa si trovasse con il climatizzatore guasto e quindi decidesse di affrontare comunque la calda estate, sarebbe opportuno che in caso di cattura non trattenesse il pesce nel carp-sack per evitarne l’asfissia dovuta alle alte temperature dell’acqua.. Mi raccomando!

Sempre d’estate però tutto può cambiare con l’arrivo di qualche perturbazione, la quale porterebbe le carpe ad una vera e propria frenesia alimentare capace di farci passare buona parte della notte insonne! L’autunno inoltrato è il momento migliore per trovarsi a pesca.. la temperatura dell’acqua cala in modo ragguardevole e finalmente possiamo goderci le massime soddisfazioni che le cave sono in grado di regalarci.

Finalmente in questo periodo possiamo utilizzare con maggior fiducia e libertà anche le nostre profumate sfere, senza per forza dover temere di essere fuori pesca.. anche se io non mi smentisco preferendo sempre granaglie e tiger-nut alle solite boiles. L’inverno è l’ultima stagione che ci rimane.. se dovessi descriverla con un unico aggettivo, beh, soprendente! Sì avete capito bene.. da poche ore sono tornato da una bella sessione di fine dicembre con temperature davvero proibitive abbiamo avuto molta attività con – 8 C° e ancor di più durante una copiosa nevicata di30 cm!!!

Il freddo pungente creava in molti settori vere e proprie gelate di pochi millimetri.. ma niente di questo ha fermato l’attività delle carpe regalandoci più di qualche soddisfazione sottozero! Peccato solo per le taglie del pesce, tutte stranamente sotto la media..

ESCHE E SOLUZIONI VINCENTI

Purtroppo mi dovrò ripetere, ma prima di intraprendere questo argomento e sempre bene ricordare il passato di questa splendida cava.. Non dimentichiamo che negli anni precedenti ha subito una forte pressione di pesca e che in base alle sue dimensioni, può paragonarsi alla pressione subita tutt’ora da altri luoghi ben più famosi..

Ora la presenza fissa di angler nelle sue sponde è andata via, via a calare, tanto da restituire ai pesci presenti una sorte di pace apparente e quanto basta da farci credere che il tempo avrebbe sistemato tutto, facendo così dimenticare alle nostre amiche carpe quanto fosse appuntito il nostro amo.. Ma non è stato così.

Le catture non sono aumentate o per lo meno non significatamente, meglio guardarsi indietro allora, in un passato non troppo lontano fatto di ‘vecchi’ carpisti, me compreso! Al tempo adottavano tutti i medesimi approci.Calate ben lontane dal proprio pod, un bel letto di mais, qualche boiles spezzata su di un innesco per grosse carpe..Fin qui nulla di sbagliato, se non distanze un po’ azzardate e nella maggior parte dei casi probabilmente inutili.

In principio tutto sembrò andare per il verso giusto, tralasciando un periodo iniziale nel quale il ‘cappotto’ si mette anche d’estate.. ma questo è normale e inevitabile finchè non si acquisisce l’ esperienza dovuta. Nel lungo periodo tutto però diventò più difficile.. le catture in linea di massima e salvo casi che possiamo definire eccezionali cominciarono a scendere.I nostri tappeti di mais e i nostri inneschi a base di profumate sfere, vennero presto snobbati e lasciati da parte per qualche zona più tranquilla e lontana dai soliti ed affilati ami.

C’è chi ci ragionò su, cambiando le proprie abitudini con il cambiare della risposta dei pesci e chi invece, come al solito, ha continuato con la ‘solita minestra’, convinto che se gli è piaciuta una volta, li sarebbe piaciuta per sempre.. Ok, a questo punto abbiamo capito tutti che non c’è stato errore più grande di questo. Mettendoci invece dalla parte di chi a pesca c’è sempre , seppure con il pensiero.. era evidentemente arrivato il momento di cambiare strategia.Le winning solution furono da quel momento le più svariate e la ricerca dei luoghi di alimentazione naturali vennerò ben presto anch’essi affiancati da inneschi diversi dal solito letto di mais sul solito innesco..

Ecco le più efficaci secondo la mia esperienza:

-       innesco con tiger-nut bilanciate su di un tappeto di canapa;

-       inneco di mais pop up su base di fioccato di mais;

-       omino di neve, meglio se non troppo aromatizzato su base di sole boiles spezzate;

-       innesco tiger-nut, ceci o altra granaglia su base di micro boiles;

-       solo innesco, se lo spot è sicuramente luogo di alimento. (Ottime le Pop-Up!)

E’ da dire inoltre che la decisione di utilizzare esche naturali è stata scaturita non solo per l’esigenza di differenziarci, ma servì per oltrepassare il problema pescigatto, qui presenti in gran numero, ma soprattutto in forma strepitosa..capaci non solo di scolpire l’esca con le forme più strane, ma dotati pure di innata bravura nell’intrecciare terminali, rendendo così ogni sacrificio inutile. Vi consiglio perciò, qual’ora si optasse comunque per un’innesco a boiles nella stagione calda sarà meglio munirsi di retina in pvc per poter così restare in pesca tutta la notte.

Bene, detto questo e specificando che queste sono soluzioni personali, che hanno però dato sempre un buon numero di risultati positivi.E’ dal’altra parte ovvio poi, che la pesca è e sarà per sempre una sorta di enigma irrisolvibile e quindi starà ad ognuno di noi capire quale sarà la giusta scelta per quella precisa situazione. Tirando le conclusioni, possiamo quindi affermare che per affrontare queste acque non occorrano accorgimenti tecnici rivoluzionari.Si consiglia comunque l’uso di canne con un libraggio non inferiore3 lb, completate da mulinelli con una buona capacità di monofilo. Lo shock leader seppur non necessario, potrebbe rivelarsi un valido alleato.Ottimo anche l’utilizzo di segnalatori con una buona sensibilità, capaci di avvertire anche le consuete abboccate anomale..

POSTAZIONI E POSTAZIONI, CONSIDERAZIONI E REGOLAMENTI VIGENTI

Come già anticipato nell’introduzione, ricordo a tutti che pescare a Casale sul Sile non è purtroppo facile come lo era in passato.Ora a causa di molte battaglie a contorno di una guerra per soli stolti, pescare in questo magnifico luogo e raggiungere le poche poste non ‘vietate’ dalle solite teste calde.. sarebbe meglio possedere un’imbarcazione che ci permetta di sbarcare in quei luoghi che per nostra fortuna sono rimasti inaccessibili via terra. Ricordo inoltre che stiamo parlando di acque di tipologia ‘B’, il regolamento di pesca è quello vigente in provincia di Treviso, ed è consentito l’uso di massimo tre canne durante tutto l’arco dell’anno senza alcuna limitazione di orario. Il territorio dove si estende è entrato a far parte del ‘Parco del Sile’ e quindi la pesca notturna seppur consentita, vede l’obbligo di campeggiare solo con ombrelloni senza pavimentazione.. La chiusura per il periodo di riproduzione va dal 15 Maggio al 30 Giugno.Detto questo e come anticipato in precedenza, pescare a Casale implica più di qualche di accortezza.

In primis, la scelta della posta, non può essere lasciata al solo entusiasmo che ci assale ogni qual volta che ci accingiamo a qualche spot di pesca, ma purtroppo ha bisogno di qualche informazione in più, soprattutto se non siete abituali frequentatori del luogo. Non mi dilungherò troppo nel descrivere le qualità della posta, ma cercherò di indirizzarvi alla vostra scelta in base alla mia esperienza e alle regole ‘imposte’. La parte sud della cava, cioè quella sponda considerata in precedenza, come ‘molo di partenza’ è la parte che soffre le maggiori restrizioni, in particolare le poste situate all’estremo lato ovest e all’estremo lato est.

‘CANCELLI’ : E’ riservata ai pochi fortunati che hanno accesso alle chiavi: quindi lasciamo perdere, anche se è senz’altro la postazione più comoda, non è certo la migliore.

‘RIPAMONTI’ : Qui è stato girato un vecchio video di pesca in cava.La posta è ottima e prende da R.Ripamonti, in quanto è qui che è stato girato un vecchio video in compagnia di M.Greco. In questo spot il prato finisce in acqua quasi a ricordare una cava inglese, ma purtroppo anche questa è da lasciar perdere, in quanto è destinata alla pesca solamente in giornata e senza bivacchi di alcun tipo: almeno che non si voglia scappare in piena notte inseguito da un ‘simpatico’ contadino armato di forca!!!

‘LA PUNTA’ : Senz’altro un buon spot, ma un po’ scomodo e inalberato.Vi è consentita la pesca seppur armati di ombrellone senza pavimento e ovviamente ponendo sempre la massima discrezione.

‘L’OROLOGIO’ : Secondo il mio parere, la posta migliore, ottima in quasi tutti i periodi, permette l’azione di pesca anche di tre persone.Ombra e relax sono garantiti da una folta vegetazione.

‘L’ISOLOTTO’ : Ottima per la locazione e per l’opportunità di pescare a 360°… Inagibile dopo lunghi periodi di pioggia.

‘I TOPI’ : Ottima posta per pescare prima del periodo di frega e subito dopo, permette l’azione di un solo pod.Occhio ai topi rosicchia tende!

‘LA LINGUA DI TERRA’ : Spot non facile, soprattutto per le distanze di pesca per raggiungere i migliori luoghi di calata.. Non dei migliori.

‘L’INSENATURA’ : Era un buon posto per la pesca a lancio o per calare nelle vicinanze, in passato si arrivava direttamente dalla strada, ora però l’accesso è stato chiuso e la pesca di conseguenza poco o per niente tollerata.. Anche qui occhio a forche e badili!

‘AI ROVINACCI’ : Ci si arriva anche dalla strada.. Anche se per portare l’attrezzatura al posto di pesca ci vorrebbero due yak e cinque portatori sherpa.. a causa della distanza dal passaggio. Questo luogo prende il suo nome dall’incuria dei soliti personaggi, i quali avevano in un passato non troppo lontano preso il posto come la discarica dei loro ‘rovinacci’. Ora come ora meglio lasciar perdere. ‘L’ANGOLO’ : Forse l’unico posto che si distingue fra tutti quelli posti nella sponda ovest. Ottimo a lancio, garantisce sempre qualche cattura anche se raramente troviamo qui le big!

COME ARRIVARCI…

Non mi dilungherò troppo nel dare indicazioni stradali dettagliate, internet al giorno d’oggi è il miglior modo per procurarsi senza troppi sforzi tutto il necessario per arrivare. Vi dirò solo che la cava si trova in località Casale sul Sile in provincia di Treviso e che la via che porta nell’unica sponda accessibile, ma non pescabile è ‘via delle cave’…Originale no?! Vi ricordo nuovamente di utilizzare la sponda di accesso solo per partenza.. Verso le poche poste rimaste disponibili alla nostra tecnica di pesca.

CONCLUSIONI

Queste righe, scritte senz’altro con la passione di un pescatore come voi, non vogliono essere fini a se stesse.Non ho voluto dilungarmi troppo in teorie e ‘pozioni magiche’, tutte a mio parere soggettive ad ogni singolo individuo e non per ultimo alle reali situazioni di pesca in cui ci possiamo trovare. Ho voluto volontariamente portare in primo piano un itinerario a cui devo molto in termini di soddisfazioni. sentendo la necessità di esporre alla luce del sole anche i lati scomodi di questo luogo senza dimenticare per questo le ‘nostre’ colpe, che qui come altrove, ci stanno rendendo spettatori dei pochi ambienti ideali alla pratica della nostra disciplina.

Spero che queste righe servano non solo a far sognare strepitose sessioni di pesca, ma che aiutino soprattutto a ricordare il passato mentre agiamo nel nostro presente.

 

Davide Lugato


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