Itinerari Italia

Pesca a mosca: Cavedani sul fiume Magra

Di Stefano Lucacchini pubblicato il 23/01/11

Con la chiusura delle acque a salmonidi, per gli appassionati della pesca nelle acque interne non resta che spostarsi a valle per insidiare i sospettosi cavedani.
Siamo ad ottobre, i primi acquazzoni hanno fatto la loro comparsa, i livelli dei fiumi sono leggermente più alti, ma soprattutto le alte temperature,che oramai caratterizzano le nostre estati, ci hanno abbandonato.
Ci troviamo per questa uscita di pesca ad  Aulla, su un tratto del fiume Magra ,dove cercheremo di insidiare con una tecnica denominata dropper, i nostri amici cavedani.

Questa tecnica è molto semplice si tratta di pescare con due mosche, una secca abbastanza voluminosa ed una ninfa od una sommersa. Solitamente uso come mosca di superficie od una Royal Wolf od una Royal Coachman su amo del 12 o 14, mentre sotto la superficie uno spider con ala in pernice o in petto di beccaccia e corpo in filo di montaggio, in alternativa una classica Pheasant Tail.
Siamo all’inizio dell’autunno le giornate sono ancora calde, e l’attività dei pesci ottima, tale da permetterci di insidiarli durante l’arco di tutta la giornata, le ore migliori naturalmente sono quelle centrali in cui il sole riesce a riscaldare le acque.
E’ importante prima di entrare in acqua sondare il sottoriva a volte troveremo proprio qua i cavedani, quindi dalla riva effettueremo i primi lanci in quella zona, e se dopo qualche lancio non vediamo attività potremmo entrare in acqua sondando altre parti del fiume.
L’uso di occhiali polarizzanti ci sarà utile ad individuare i pesci, ci farà scorgere eventuali ostacoli sul letto del fiume, ma soprattutto aiuteranno i nostri occhi a non affaticarsi troppo, per cui vi consiglio sempre di indossarli. In assenza di segnali che ci permettano di capire dove si trovano i pesci, bisogna appellarsi alla nostra esperienza di pescatori cercando di individuare le zone dove potrebbero stazionare i nostri amici pinnuti. Inizieremo come detto in precedenza con il sottoriva, dove, specialmente nelle giornate più fredde, l’acqua a causa della scarsa  profondità si scalderà più velocemente, facilitando la schiusa degli insetti  e rendendo i pesci più attivi.
Altra posizione di rilevante interesse saranno le zone vicine alla vegetazione, offriranno un ottimo nascondiglio da eventuali predatori, soprattutto aerei,  e con un po’ di fortuna saranno fonte di cibo, quando qualche incauto insetto terrestre cadrà in acqua.
Naturalmente non sottovaluteremo le altre parti del fiume, sondandolo alla perfezione.
In caso di schiusa  tutto sarà più facile, inizieremo col vedere i pesci ninfare, quindi mangiare gli insetti  sotto la superficie e man a mano avvicinarsi alla superficie per catturare e quindi cibarsi degli insetti che raggiunta la pellicola superficiale abbandoneranno l’acqua per librarsi nell’aria e compiere il ciclo riproduttivo.
Ma vediamo in dettaglio la tecnica sopra citata.


TECNICA DI PESCA

Per affrontare fiumi di medie-grandi dimensioni, l’ottimale è una canna 8’6” od addirittura 9’ abbinata ad un mulinello con coda quattro o cinque, avere a disposizione una leva più lunga ed una coda di dimensioni maggiori ci permetterà di coprire più acqua, quindi ottenere lanci più lunghi senza impegnarci troppo e soprattutto non stancando il nostro braccio.

Come finali consiglio sempre misure che variano dai 4,8 metri fino a superare abbondantemente i 5 abbinati a tippet dello 0,12 o 0,14 di una misura superiore ai 90, 100 cm .  Vediamo come montare le due mosche sul  nostro finale.
Solitamente fermo la prima mosca, quella di superficie tramite un nodo Palomar e la seconda distanziata di circa 15, 20 centimetri fermata sulla curvatura dell’amo della prima imitazione tramite il medesimo nodo, possiamo usare un piccolo bracciolo o addirittura servirci dell’occhiello del primo amo per fermare entrambe le mosche, anche se il montaggio che vi ho spiegato per primo ritengo sia l’ottimale poichè avremo le mosche sullo stesso asse, ad evitare ingarbugliamenti del monofilo.
La funzione principale di questa tecnica è di poter pescare contemporaneamente in due livelli di acqua uno superficiale ed uno sotto, inoltre la mosca secca fungerà in caso di attacco da parte dei pesci su quella sommersa da strike indicator, utilissimo  per la pesca dei sospettosi cavedani che se non ferrati prontamente risputeranno la nostra imitazione non appena percepito l’inganno L’azione di pesca è semplicissima, lanceremo a monte lasciando derivare la mosca fino a valle e nel momento in cui la secca incomincia a dragare fermeremo la coda permettendo allla sommersa di risalire fin quasi alla superficie, vi assicuro che sarà proprio in questo momento che l’imitazione sotto la superficie darà i maggiori risultati simulando quasi alla perfezione la fame di risalita verso la pellicola superficiale di un insetto in schiusa.

Per quanto riguarda la mosca secca la sua efficacia non verrà penalizzata dallo spezzone di filo bloccato sulla curvatura, e non sarà difficile a volte catturare contemporaneamente due pesci.

Conclusioni

La Magra è uno spettacolare fiume che ci permette di poterlo affrontare praticando ogni tecnica di pesca, visto l’innumerevoli specie di pesci che lo abitano.
Dalla passata, alla roubasienne, al carpfishing, lo spinning  e la mosca, il ledgering,  dalle pendici fino al mare è possibile fruire di queste splendide acque, nella zona di Battifollo vi sono delle bellissime carpe, enormi cavedani e cefali a volontà, e se si è più fortunati qualche bella spigola, scendendo ancora a valle, verso la foce potremmo insidiare con le nostre lenze le orate, risalendo invece nella zona mediana  e quella torrentizia potremmo confrontarci con iridee e fario.

Insomma un fiume che può regalarci ogni cattura, sta a noi scegliere a quale specie vogliamo dedicare la nostra battuta di pesca e soprattutto con quale tecnica.
Purtroppo o magari fortunatamente chi come me ha abbracciato la filosofia della pesca a mosca difficilmente abbandonerà la sua coda, per recuperare un ondulante o per osservare un galleggiante, ma vi assicuro che non è una forma di snobismo, è solamente una sorta di malattia, io credo che con qualsiasi tecnica  l’importante sia essere sul fiume e vivere pienamente questa esperienza, perciò vi auguro un in bocca al lupo a tutti .


FacebookTwitterGoogle+Invia per email

Collabora


Ti potrebbero interessare anche: