Tecniche

CAVEDANO A SPINNING: UN CLASSICO DELL’ESTATE

Di Di Roberto Granata – Foto di Daniele Bellani pubblicato il 05/08/19

La pesca a spinning, nonostante gli inevitabili alti e bassi, ci dona l’indubbio piacere della sua pratica in ogni stagione, ma sicuramente uno dei più classici, divertenti e, va detto, anche impegnativi appuntamenti, è quello con i cavedani estivi. A volte li vedi, immobili e sornioni, accanto alle sponde erbose di rogge e navigli dall’acqua quasi ferma. Ed è questa una delle situazioni che più facilmente ti fa sentire un Piffero di Montagna; parti per suonare e ritorni suonato. Altre volte la cascatella del piccolo affluente che si getta nel fiume sembra non ospitarli e, quel che è peggio, te lo fa sembrare anche quando torni mestamente ad altri lanci. Ma se solo avessi fatto i precedenti senza che ti percepissero (a volte è solo il primo che conta, contrariamente ad altre situazioni da spinning), facendo arrivare il tuo artificiale in acqua “già in pesca”, chiudendo l’archetto un attimo prima che ci arrivi, se solo fossi stato pronto, col tuo “complesso” canna, mulinello, lenza ed artificiale, ad una risposta fulminea alla sua altrettanto fulminea botta forse non torneresti mestamente ad altri lanci, ma gioiosamente quanto guardingamente ad altri lanci in spot simili. Ci vuole l’attrezzatura adatta? Certo, ma prima di tutto ci vuole lo spirito adatto; grande concentrazione ma poco o nulla nervosismo. Altre volte ancora, e come darti torto, “fuggi” di casa con l’ultimo boccone tra i denti e senza il classico caffè; ad accompagnarti l’attonito sguardo della moglie o le sue dolci frasi al tuo indirizzo. Ma lo fai per una causa nobile. Perché sai che arrivare al momento giusto nella grossa briglia del fiume, sfruttando il “non solo moscaiolo” cup de soir, non ha prezzo. Molto probabilmente un bel lancio lungo in mezzo alla briglia, dove inizia a smorzare la schiuma, ti donerà un Signor Cavedano, e tu sarai felice e convinto di aver compiuto un’impresa epica. Ed invece la legione di cavedani rimasti si stanno prendendo beffe di te, di me e di chiunque ha rovinato con un lancio (e soprattutto con il recupero di un pesce) una serata che potrebbe davvero aver avuto un sapore epico. Quanti filoni di corrente, quanti punti con la schiuma “giusta”, quanti metri di occasioni hai vanificato col tuo bel lancio al centro?? Quante volte non hai magari aperto l‘archetto per far scendere un minnov in una delle tante correntine per fargli raggiungere un punto altrimenti impossibile? Ecco, questa è una parte di quello che hai pagato col tuo lancio, bello e lungo quanto inutile, anzi, deleterio. Si, perché il cavedano non è un pesce “normale”, ma un mostro di furbizia ed astuzia, un condensato di opportunismo sviluppato, e si vede, in tanti millenni, in tanti tipi di acque, acque che per altro furono deputate fin dalla notte dei tempi ad annoverarlo tra i loro più degni abitanti. Tali vantaggi e tali caratteristiche lo hanno reso nel tempo onnivoro ma, attenzione, disposto ad esserlo quando più gli conviene, sia a livello di fame che di altri istinti. Un “mostro” così può essere distrutto solo da una cosa: l’uomo. Ed infatti in molte acque l’ha fatto: è riuscito a distruggerlo. E ciò che è peggio è che nella quasi totalità dei casi l’ha fatto, assieme ad altri disastri, senza saperlo. Un’azione così tragicomica può essere solo frutto di una specie così, così spesso colta da deliri di onnipotenza; l’uomo.

In questa chiacchierata, come possiamo vedere, sono già annoverati diversi consigli per cercare di avere ragione sul furbissimo cavedano. Ricordiamo sempre che le strategie più importanti non sono quelle che ci vengono dall’attrezzatura, ma dall’esperienza unita all’osservazione, non solo del pesce che stiamo insidiando, ma di tutto ciò che gravita attorno. Ambiente, livello delle acque, loro velocità e limpidezza o meno, luminosità, pressione atmosferica (specie riguardo alle sue variazioni), tasso di umidità e molto altro, dovrebbero essere parte essenziale del nostro bagaglio di spinningofili globali. Figuriamoci col cavedano. Detto questo, l’attrezzatura che ci può dare qualcosa in più con questo pesce è composta da una canna rapida, un trecciato ed un mulinello con l’archetto che non si impunta durante la chiusura (automatica). La chiusura manuale, molto spesso, non ci da nemmeno il tempo di rispondere con una ferrata al cavedano che ha attaccato non appena l’artificiale ha toccato l’acqua. D’altronde è un pesce furbo…


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