Racconti

Come uccidere il Bass Fishing

Di Alessandro Stefani pubblicato il 07/12/14

La Provincia è un ente locale amministrativo, al quale, in base all'art. 19 del D.Lgs. 267/2000 (TUEL), spettano particolari funzioni nel settore caccia e pesca nelle acque interne. Inoltre, alle Province sono attribuiti compiti di promozione e coordinamento di attività sia nel settore economico, produttivo, commerciale e turistico, sia in quello sociale, culturale e sportivo.
Questo ci dice la Legge, ma qui nel Bel Paese sappiamo (purtroppo) che quel che è scritto sulla carta è ben diverso da ciò che in realtà accade sul territorio in seguito ad azioni umane che quella stessa carta vorrebbe regolare.

La Giunta Provinciale di Roma con deliberazione nr.671/33 del 12/10/2011 ha quantificato i “rimborsi” da parte dell’utenza per i servizi pubblici non essenziali erogarti dal Servizio caccia e pesca, stabilendo che alla voce “autorizzazioni gare e manifestazioni di pesca sportiva” sono dovuti all’Ente ben € 350,00 a fronte di “un giorno lavorativo ed un sopralluogo sul posto” da parte di personale dell’amministrazione. Per completezza d’informazione il provvedimento è stato deliberato su proposta dell’Assessore alle Politiche dell’Agricoltura Aurelio Lo Fazio con il parere favorevole del dirigente del Servizio 3 caccia e pesca del Dip. V dott. Ennio Tanga e del direttore dott. Mario Sette. 
Dall’altra parte ci siamo noi pescatori. 
Ma cosa significa tutto questo?
Ebbene, da oltre due anni, chi vuole organizzare una gara di pesca nella Provincia di Roma dovrà versare € 350,00 alla Provincia e titolo di rimborso (per cosa?). L’importo, ad onor del vero, resta unico se la domanda di autorizzazione fa riferimento a più manifestazioni nello stesso corso d’acqua. Dunque una gara in tal lago costa € 350,00, un calendario che prevede anche 10 gare nello stesso corso d’acqua costa la stessa cifra.

Sappiamo tutti che chi si prodiga ad organizzare gare di pesca sportiva sono pescatori che fanno parte di associazioni sportive dilettantistiche senza fini di lucro. Solitamente i fondi ricavati vengono destinati proprio ai ripopolamenti delle acque in cui queste gare si svolgono o comunque per fini pescasportivi come la gestione delle acque. Aggiungiamo a tutto ciò che tutte le gare di pesca (spinning, colpo, carp e bass fishing ecc..) oltre a generare un naturale controllo sulle acque contro gli abusi (figura del pescatore-sentinella), portano un rilevante indotto economico ai Comuni che le ospitano. I pescatori per partecipare comprano attrezzature, fanno benzina, mangiano, dormono, spesso portano con se la famiglia, conoscono i luoghi in cui la gara si svolge, che potrebbero decidere di visitare ancora in villeggiatura, infine promuovono quegli stessi luoghi ovunque, parlandone, pubblicando foto, articoli e recensioni su internet e riviste specializzate. 
Per farla breve queste prodighe ASD generano turismo e promuovono il commercio e le attività socio-culturali all’interno del territorio.
Ma queste finalità non sono forse le stesse che vengono demandate alla Provincie dal D. Lgs. 167/200? Se è così, e lo è, allora ci si aspetterebbe che l’amministrazione provinciale tuteli le ASD e le supporti e le coordini nel loro lavoro, soprattutto perché lo fanno gratuitamente e da sole, senza chiedere nulla alla Provincia se non la stampa fisica di una autorizzazione ed una firma ad inchiostro.   
Alla luce di tutto questo la richiesta di denaro a titolo di rimborso, senza apparente servizio erogato, ha avuto l’effetto di stampigliare un sorriso amaro sulla faccia di tutti i pescatori sportivi che frequentano la Provincia di Roma. Guardatevi in giro, sono facilmente riconoscibili!  
Quale sarà il risultato che porterà a casa la dirigenza provinciale? Probabilmente quello di emettere meno licenze, ma soprattutto quella di veder sensibilmente ridotto il numero di manifestazioni sportive nelle acque interne provinciali con buona pace delle attività turistico-commerciali presenti. 
Un’ottima scelta politica senza dubbio, ma non sufficiente … si po’ fare di peggio!

UCCIDERE IL BASS FISHING NELLA PROVINCIA DI ROMA

Con la deliberazione nr.292 del 17/9/2104, riguardante l’esercizio della pesca nei laghi di Bracciano e Martignano, del Commissario straordinario della Provincia di Roma (Prefetto Riccardo Carpino) e del Segretario Generale (dott. Vincenzo Salteri) hanno  adottato una serie di provvedimenti per un periodo sperimentale di 2 anni.
Quali?
Da una parte si è giustamente tutelato il luccio con la riduzione dei capi che è possibile trattenere giornalmente (da 5 a 3) e l’aumento della misura minima da 30 a 40 cm, pur se allo stesso tempo si potrà pescare a traina con motore elettrico. Nulla da dire su ciò a patto che i CONTROLLI ci siano SEMPRE e su CHIUNQUE.
Ma l’occasione è stata propizia per dare un colpo di grazia ad un’altra specie, IL BLACK BASS,  ancora considerata testualmente dal provvedimento “specie aliena e predatrice, dannosa per le altre specie ittiche di interesse sportivo e commerciale” . Eppure il black bass è presente ormai nelle nostre acque da oltre 50 anni e sul fatto che non costituisca “un interesse sportivo” abbiamo fortemente da obiettare.

Si legge nel provvedimento che “al fine della sua eradicazione” viene abolita la misura minima (figuriamoci poi il periodo di fermo pesca peraltro mai contemplato nel regolamento provinciale di pesca locale) e che il “pesce catturato non potrà essere rilasciato”. 
Il dott. Ennio Tanga, dirigente del Servizio 4 Caccia e Pesca, e il Direttore del Dipartimento V “Sviluppo economico e promozione del territorio” (di cui nel provvedimento non si fa il nome), che hanno dato il benestare all’iniziativa, forse non sanno che negli ultimi anni il lago di Bracciano è stato meta di molti pescatori  sportivi al black bass; che nelle sue acque solo nel 2014 è stata organizzata una finale di campionato italiano di pesca al black bass Fipsas da natante a motore elettrico, che ogni anno vi si organizzano prove di qualificazione al campionato italiano Fipsas di pesca al black bass da belly boat, oltre che campionati a squadre e molte altre manifestazioni minori a livello sociale.
Peccato non aver invitato almeno un rappresentante delle ASD del territorio specializzate in questa pesca (menzioniamo le più attive IBBF-Team, Tiber Bass Anglers, Predator Spinning Roma, Guastatori Spinning Club di Trevignano Romano), magari poteva avvertire questi bravi dirigenti a quale indotto economico sta rinunciando l’Ente locale. Perchè poi non interrogare quei negozianti che vendono materiali per la pesca?
Ora noi pescatori sportivi amanti del black bass ci attendiamo che la FIPSAS intervenga. A Roma esiste una Sezione provinciale oltre che una sede nazionale. 

Ci domandiamo se noi pescatori siamo degni di attenzione oppure no! 
Ci dobbiamo preoccupare? La risposta è amara, ma è NO. Perché nulla cambierà. I controlli nella Provincia di Roma non esistono, chi pesca con le reti illegali continuerà a farlo, chi pesca in periodo di divieto o pesci sotto misura o addirittura senza licenza continuerà a farlo. Questo provvedimento è inutile. Serve solo a regolarizzare la pesca a traina!
LA PESCA SPORTIVA VEDRA' DIMINUIRE DRASTICAMENTE I SUI NUMERI SE NON SI ATTUERA' UN'ATTENTA POLITICA DEI CONTROLLI E DELLE TUTELE A VANTAGGIO DEL "VERO" PESCATORE ONESTO e sin dal 2015 nessuna manifestazione di bass fishing verrà organizzata nella Provincia.


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