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Comunicato stampa FIOPS: quanto torneremo a pescare?

Di redazione pubblicato il 17/04/20

L’emergenza sanitaria legata al Coronavirus sta segnando profondamente il nostro tessuto sociale economico e produttivo. Dopo la fase acuta di tale emergenza, ci stiamo lentamente avvicinando alla tanta auspicata fase due che dovrà, gradualmente far ripartire il paese, le sue attività produttive ed in generale la vita civile, sociale ed economica del paese, seppure con una serie di accortezze.

In questo momento sono molte le pressioni che provengono dai grossi gruppi per far ripartire il motore produttivo industriale del paese, ma dobbiamo tenere in considerazione che il cuore dell’ossatura economica italiana è caratterizzato, in particolare, da milioni di piccole e medie imprese presenti su tutto il territorio nazionale.
 

Tra queste vi sono anche le aziende e i negozi che producono e vendono articoli per la pesca sportiva e ricreativa. Numeri, quelli del settore della pesca sportiva, che sono - più di ogni altra cosa - esaustivi. Nel nostro paese, infatti, i pescatori sportivi e ricreativi sono circa 2,5 milioni ed oltre 100.000 persone praticano ogni anno attività agonistiche legate al settore della pesca sportiva.
Sono presenti, inoltre, circa 1500 punti vendita specializzati nella pesca sportiva e 1000 punti vendita generici che trattano anche la pesca sportiva, con una manodopera impegnata nella produzione, importazione e distribuzione all’ingrosso, commercio al dettaglio e servizi in genere, di circa 15.000 unità. Al giro d’affari del settore, per un volume di circa 400 milioni di euro (solo accessori), deve essere aggiunto il giro di affari dell’indotto che è stimabile in circa 2,8/3 miliardi di euro e comprende le spese sostenute da ogni pescatore per spostamenti, pasti, pernottamenti, barche, carburanti, permessi, manutenzioni, etc.

 La fase due prevedrà sicuramente anche la ripresa di una serie di attività sportive e ricreative che non creino assembramenti e che potranno essere svolte rispettando il distanziamento sociale e l’utilizzo di appositi strumenti di prevenzione come le mascherine. La pratica della pesca ricreativa rientra perfettamente in questo genere di attività, perché al pari di una passeggiata in solitaria può essere praticata da soli e in totale sicurezza e per normativa - anche prima del covid-19 - prevede il rispetto di una distanza obbligatoria tra pescatore e pescatore di circa 10 m. Questo perché pescare comporta necessariamente una distanza tra un pescatore e l’altro in quanto l’azione di pesca deve essere esercitata in maniera distanziata per il rispetto dell’autonomia e dell’azione di pesca di ciascun pescatore. Possiamo quindi affermare con certezza che la pratica della pesca sportiva e ricreativa evita qualsiasi forma di assembramento.

 Anche gli spostamenti tra la propria abitazione ed il luogo di pesca (fiume-lago-mare) può essere effettuato individualmente e con propri mezzi. Se un pescatore dovesse essere fermato per un controllo dalle forze dell’ordine potrebbe tranquillamente produrre un’autocertificazione allegando la propria licenza di pesca nelle acque interne oppure la comunicazione per la pratica della pesca in mare oppure la tessera federale. Ragionamento analogo può essere svolto per quanto riguarda i negozi e le aziende che producono e vendono articoli per la pesca.

Attraverso le regole del distanziamento sociale tra clienti può essere garantito l’afflusso in totale sicurezza ai negozi di pesca, dove i pescatori si riforniscono di esche e di attrezzature e delle aziende produttrici che possono rifornire tali negozi. Il distanziamento sociale e l’utilizzo delle mascherine diverranno, peraltro, sicuramente obbligatorie nell’esercizio di qualsiasi tipo di attività nelle prossime settimane.

 Per tutto quanto detto sopra, FIPSAS e FIOPS, in rappresentanza della categoria dei pescatori sportivi e ricreativi e di quella dei produttori e dei venditori di articoli per la pesca, si impegneranno presso le istituzioni competenti affinché l’esercizio della pesca sportiva e ricreativa e lo svolgimento dell’attività di produzione e vendita di articoli ed essa destinati siano tra quelle attività che possano ripartire prima possibile. La pratica della pesca ricreativa non comporta particolari rischi. Riteniamo che non si possa penalizzare ulteriormente un settore ricreativo ma anche economico che coinvolge milioni di persone nel nostro paese e che muove un indotto così rilevante.


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