Racconti

Dal Carpfishing allo spinning la sfida continua (parte uno di due)

Di Davide Lugato pubblicato il 27/08/12

Sono passati circa due mesi da quando ho fatto il mio ultimo strike e l’adrenalina dell’ultima cattura deve ancora essere metabolizzata dal tempo..

Oggi piove, viene giù a dirotto e conseguentemente a ciò, ho dovuto rinunciare a malincuore all'uscita programmata per l'alba..
Peccato, ma a volte davanti agli eventi della natura dobbiamo saper rinunciare per tempi migliori!
Favorito quindi dalla mancata sfida all'acqua di quest’oggi trovo finalmente il tempo di scrivere qualcosa..
Scrivere mi piace, pescare di più, ma raccontare la mia passione è ciò che mi permette di trasmettere le sensazioni che fin dagli inizi hanno accompagnato le mille e più sessioni di pesca della mia vita.
Gli anni sono scivolati via in fretta, certo.. ma dentro di me i ricordi e le emozioni passate rimangono ben impressi nella mia memoria senza mai risentire del tempo, stanno lì appesi come foto al muro dentro la mia mente, a riempire il bagaglio delle mie esperienze.
Con lo sguardo perso nel vuoto, ricordo quando mio padre mi accompagnò a pesca per la prima volta..
Finalmente avevo le forze per poter tener tra le mani la mia prima canna, una fissa da 2m.. amo da gara e alborelle a go go!
Fin dal principio il divertimento non mancava, ma mi resi conto ben presto che il mio stile di pesca e le mie attitudini non erano orientate verso quella tipologia di pesca a mio avviso 'troppo facile'.
L'evento che mi mise di fronte a questo, fu senz'altro la sensazione di impotenza quando il galleggiante a penna scomparì all'improvviso sotto al pelo dell'acqua, la ferrata servì a ben poco, perchè la furia di quel pesce, molto probabilmente una carpa, mi strappò la lenza senza nemmeno lasciarmi il tempo di realizzare cosa stesse accadendo.

Fu così che sin dall'inizio, mente e spirito di un bambino come altri rimasero estasiati dal mistero che ogni acqua può nascondere. Quel pesce fece crescere in me la voglia di vincere la sfida, l'entusiasmo di esplorare nuovi luoghi, la forza di non fermarmi di fronte a sconfitte e non per ultimo, la costanza nel continuare nel bene o nel male,sempre!
Non capii certamente subito cosa potesse significare la pesca per me, ma senz'altro stavo assimilando valori e sensazioni che solo la passione per questo magnifico hobby può regalare ad ognuno di noi.
Un dono però che nel tempo ho coscientemente imparato a restituire sotto forma di rispetto per la natura stessa e per gli 'abitanti' di questo favoloso mondo a se.

Il tempo e gli anni continuano imperterriti a passare e con il loro scorrere lento cresce anche quel bambino dall'occhio vigile. La pazienza dei miei genitori e fin troppa, perchè la voglia di ripetere spesso queste piccole avventure diventa difficile da contenere, soprattutto se al padre la pesca non piace come al figlio.
Sorrido anche ora, mentre scrivo questo breve racconto con entusiasmo, ripercorrendo dentro me quello che è stato..  ma torniamo a noi.. Insieme agli amici di sempre comincio ad affrontare le prime personali sfide, a quel pesce che mi ha fatto sentire piccolo di fronte alla sua potenza. Le prime pasture immaginate nei banchi di scuola e messe in atto tra i fornelli di mamme urlanti non servirono a molto. Forse per le formule empiriche o probabilmente perchè non pescavamo nel posto e nel modo giusto!
L'entusiasmo dentro me rimane immenso e la mia voglia di pesca non mi frena di fronte a niente.
In sella al mio fedele cavallo d'acciaio pedalo, pedalo e sfido per intere giornate sotto soli cocenti i primi rigagnoli vicino a casa, cercando sempre il pesce di taglia.
Nel frattempo la compagnia cresce, forse perchè le storie di pesci stupendi raccontate agli amici sono sempre coinvolgenti e a sua volta hanno la facoltà di trasmettere questa sana 'malattia' come un vero e proprio contagio, o forse solo perchè è una passione talmente bella che ti 'prende' fin da subito.
Una cosa è però certa. Ossia che tutta questa ' voglia di pesca ' è certamente data anche dalla necessità di avere a tutti i costi un contatto con la natura, con quei luoghi dimenticati dalla frenesia del nostro presente, fuggendo per qualche ora all'inquinamento tecnologico, industriale e media al quale ogni giorno siamo sottoposti.
La pesca invece è mistero, un'arte talmente primitiva, quanto astratta, impossibile non rimanerne affascinati.
Sta di fatto che i giorni passano nella spensieratezza e quel gruppetto nel frattempo diventa sempre più numeroso, così che nessuno o quasi, rimase immune a canna e mulinello.
Con il tempo poi, si affinano le tecniche usate e con questo arriva anche la prima carpa, poi le prime boiles e i primi favolosi rod-pod, notti su notti, insomma senza nemmeno accorgermene sono diventato un vero carpista e gli esemplari che un tempo solo sognavo, ora sono immortalati nel mio inseparabile album di pesca.
Insomma, cave, fiumi e laghi ebbero ben poco da nascondere davanti a sfavillanti attrezzature, esche ricercate e soprattutto a tanta, tanta voglia di pescare! Ben presto però gli anni delle intere estati libere sono passati e con loro vennero gli impegni, il lavoro, le rispettive ragazze, la casa, il matrimonio e tutto il resto che ancora deve venire!

Il tempo è diventato sempre più tiranno e con questo sono sorte le prime rinunce.
Peccato!La vita però è molto di più, in primis per me ci sono valori ben più importanti di un pesce e la famiglia è sempre stata al primo posto! Gli impegni e le responsabilità hanno però dato il colpo di grazia a molti amici, nei quali probabilmente non esisteva una vera e propria passione di fondo, ma forse era solo un modo come un'altro per stare nel gruppo, o semplicemente, a volte il tempo ci cambia.. Ma a questo continuo a non crederci troppo! La mia passione sembra però avere carburante illimitato e poco importa se il tempo a disposizione si è ridotto notevolmente..
Io non mollo e mi tengo stretto ciò che mi far star bene, insomma, cercando compromessi e organizzandomi al meglio continuo a pescare e a divertirmi! Ovvio però che per quanto riguarda la tecnica del carpfishing, preferisco il motto ' poco, ma bene '.
Non pesco più assiduamente come un tempo, anzi oramai quasi per niente, ma sfruttando l'esperienza e non andando a casaccio riesco comunque ad avere buoni risultati regalandomi di tanto in tanto le sensazioni che albe e tramonti mi hanno regalato fino ad oggi.
Ora però passiamo al motivo che mi ha spinto a scrivere queste righe, iniziate con una doverosa introduzione, la quale mi ha aiutato a descrivere meglio cosa è stata e cos’è per me la pesca. Ho voluto sottolineare gli aspetti che volente o dolente mi hanno allontanato dalla pesca alla carpa, ma che a sua volta mi hanno fatto avvicinare ad un'altra magnifica disciplina. Lo spinning!

Si tratta di una fantastica tecnica, la quale mi permette di pescare in modo abbastanza costante durante tutto l'arco dell'anno. Esatto, avete capito bene. Finalmente ho trovato ciò che nonostante il poco tempo a disposizione, mi permette di fare delle uscite
quando lo desiderò, stanco ormai per tutte le volte in cui avevo detto di no a me stesso di fronte all'occasione di pescare solo qualche ora. Il carpfishing infatti diventa spesso più uno stress che un divertimento quando ci si trova ad impostare un'uscita in un range di tempo troppo breve.

La pesca a lancio invece permette di sfamare la voglia di pesca molto più facilmente.

Canna sempre in auto, uno zainetto pieno di inganni, un paio di stivali e un cambio indumenti. Nient'altro!
Ora ci basta solo spegnere il pc e chiudere la porta dell'ufficio per trovarci in poco tempo nel luogo di pesca prescelto. Poco importa se l'esocide dei nostri sogni non verrà a farci visita, due passi in mezzo al niente e mille lanci alla ricerca della preda basteranno per farci rilassare e per farci star bene vicino a quelle acque che ci hanno visto crescere come pescatori e perchè no, pure come persone!
Sarò sincero e come vi ho già detto, io sono solo un novellino di questa tecnica, ma nonostante ciò e con un pò di presunzione vorrei raccontarvi la storia di una favolosa cattura, che dedico alla mia ragazza(ora moglie…..) Marica, che con infinita pazienza sopporta continui ritardi a causa sempre ' dell'ultimo lancio ' e agli amici che insieme a me percorrono sentieri di rovi ogni qual volta ci sia l'occasione di fare un'uscita a pesca!

Tutto iniziò l'inverno scorso e più precisamente qualche giorno dopo il mio compleanno..

La temperatura in quel periodo era molto rigida, ma non bastò per far si che rinunciassi ad uscire con canna e mulinello nuovi di zecca, regalati da mia moglie e da amici di vecchia data (Thomas & Mery).Che ringrazio ancora! Quel giorno faceva davvero freddo, ma infilato berretto e giubbotto non esito e parto per la mia prima uscita a pike. Decido di iniziare con un'artificiale utilizzato con successo anche per la pesca dei bass, lo spinnerbait! Arrivo sul luogo e dopo numerosi lanci alla ricerca del mitico esocide non vedo nemmeno l'ombra di un pesce. Avevo già fatto parecchia strada, ma ero ancora stranamente fiducioso..
Forse perchè contavo nella fortuna del principiante, o forse solo perchè non sapevo ancora quanto fosse difficile la pesca a questo magnifico quanto raro pesce.
Di fatto non avevo la più pallida idea di dove e come avrei potuto insidiarlo e l'unico pesce 'coccodrillo' che avevo visto fino a quel giorno, l'avevo potuto 'ammirare' killato e imbalsamato in qualche negozio di pesca della zona. Un disastro, insomma!
Comunque non mi do per vinto e decido di provare a lanciare là, dove probabilmente nessun ' lucciaro-pro ' avrebbe gettato il suo artificiale.. Il momento della ferrata a dir la verità non è stato epico, in quanto la sensazione è stata si e no quella di essermi impigliato, ma poi la canna si piega, poche sfuriate e poco dopo quasi me la faccio addosso quando vedo la livrea simile ad un serpente che si avvicina alla superficie. Cerco di mantenere il sangue freddo e metto a segno la mia prima presa ‘opercolare’, ovviamente facendo attenzione a non procurare danni al pesce, ma nemmeno alle mie povere dita!
Eccolo! Lo ammiro in tutta la sua bellezza e soddisfatto e felice, lo alzo al cielo per un veloce autoscatto.
Un paio di minuti e questo magnifico luccio stimato sui 4 Kg se ne ritorna da dove è venuto!
Torno a casa e li per li non mi rendo conto che la ' scimmia ' per questa magnifica tecnica, mi ha già contagiato, tanto che da quel giorno in poi gli attrezzi del mestiere sono sempre pronti allo 'sparo'!
Nei mesi seguenti tento più volte di replicare con qualche uscita tra gelo e neve, i quali non mi hanno fermato, ma purtroppo ho continuato a collezionare solo cappotti su cappotti!

LA SECONDA PARTE TRA 15 GIORNI


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