Itinerari Italia

Diga di Conza della Campania

Di Luigi Colucci pubblicato il 13/07/11

E’ da un po’ che mi balenava nella mente di scrivere qualcosa su questo invaso che dista una mezzoretta di macchina da casa mia, qui in provincia di Avellino, e dove effettuo spesso non delle battute di pesca vere e proprie ma più che altro delle incursioni pomeridiane durante l’estate, con il mio compagno di merende e di bicchiere, Matteo Del Percio.
E’ Luglio, il caldo di questi giorni è qualcosa di snervante, se restassi a casa in poltrona a studiare o leggere qualcosa rischierei dopo pochi minuti di assomigliare ad un raviolo fritto…Così alla ricerca di un po’ di fresco pomeridiano butto giù i sedili posteriori della macchina e inizio a spulciare la lista del necessario: belly boat, pinne, waders, giubbetto di salvataggio (mai scordarlo anche se fa caldo tenetelo nel retro belly boat sempre a portata di mano), porta-canne laterale, pompa a pedale (sennò con questo caldo chi lo gonfia il belly?), e ancora canne, mulinelli, terminali, mosce e scatole varie oltre a videocamera e macchina fotografica che, nel mio caso, servono a mostrarvi l’itinerario.
Auricolare all’orecchio perché la telefonata molesta è sempre in agguato e via, si parte.
Sono le 14.30, lungo la statale Ofantina Bis in direzione sud leggo un termometro elettronico a bordo strada che mi informa che ci sono 41°C e penso che oggi sarà la volta buona che il caldo dilaterà per bene l’aria nelle camere e farò un bel botto col belly proprio nel mezzo della diga.
Giunto all’area industriale lungo la sponda destra della diga e parcheggiato di fianco ad una bella fontana e ad un abete che mi fa ombra inizio a montare tutta l’attrezzatura e a trasportarla a bordo lago.
Fissata la videocamera al porta-canne che ho costruito con inserto apposito, pinne ai piedi ingaggiamo lo scontro.
Canna 8 piedi coda 5 decentrata, finale di 2mt con terminale dello 0,25 e inizio a lanciare qua e la sia a poppers che streamers ma non si vede nulla. So che i black bass sono lì, sotto le mie pinne che mi sbeffeggiano dal fresco di quell’acqua turchese che riflette un celo limpido, mentre io in superficie sotto il sole a lanciar esche strane a destra e a manca.
Dopo un po’ mi convinco a fare qualche lancio anche a casting con un vermone montato texas leggermente piombato in testa per provare a sondare qualche tana in profondità tra gli alberi semisommersi. In genere è una delle tecniche più redditizie in questa diga e il mio amico Matteo riesce sempre a sorprendermi con qualche pesce assurdo preso a vermone quando meno te lo aspetti.
Ma anche a spinning oggi, di bass, neanche l’ombra.
Un filo di vento mi resuscita di tanto in tanto e ritrovo la voglia di continuare a cercare. Poso la canna da spinning e mi convinco che non è una questione di profondità ma di apatia dovuta alla caligine desertica degli ultimi giorni, così, ritorno alla canna da mosca e inizio a sondare ogni ramo a galla con i popper. Dopo un paio di ore il caldo ormai non si fa sentire più di tanto e il sole inizia a colpire trasversalmente la superficie del lago. Il dolce silenzio in cui sono immerso viene rotto solo da un suono sordo, un “pop” ritmico che produce il popper. D’un tratto l’ennesimo lancio di fianco ad un albero affiorante richiama un ombra che conosco molto bene, il popper fa un guizzo e la sagoma lo punta, un altro “pop” e…strike! Finalmente il primo “mascellone” è giunto a portata del mio pollice, foto di rito e via col rilascio. Bene, col fresco iniziano a muoversi e il popper sembra essere l’esca giusta così si riparte, altro ramo e altro attacco, questa volta la ferrata va a vuoto. Inizia una serie di attacchi la maggior parte dei quali portati da bass troppo piccoli per ingoiare il popper da 6cm su amo del 2/0 che ho sul terminale, ma tra quei piccoletti so nascondersi qualche bel pesce.
Pian piano il sole volge al tramonto e stare a mollo e divenuto piacevolissimo e se potessi tirerei giù lo schienale del belly trasformandolo in una sdraio e resterei li a schiacciare un bel pisolino, ma siamo nel momento magico, il celo diviso tra l’arancio di un sole morente ad ovest ed un viola mantello della sorgente notte ad est e i bass…ora hanno fame!

Lancio su lancio nell’ultima mezzora si ripetono inseguimenti, attacchi, pesci slamati, esche che perdono gli occhi con l’usura e anche qualche bella cattura portata a segno.
Sono  soddisfatto, la giornata è andata a buon fine e oltre ad essermi divertito mi sono rilassato sfuggendo per qualche ora al caldo che, appena tolti i waders fuori dall’acqua ricomincia ad attanagliarmi ricordandomi che probabilmente la prossima notte sarà un’altra calda notte insonne.

Sulla strada del ritorno faccio i conti con le immagini fissate nella mia mente, di pesci grossi slamati e ferrate andate completamente a vuoto, di salti e piroette e di fughe potenti. Questa diga dispensa emozioni con la bilancia, e non c’è mai un piatto che pesi più dell’altro lasciando in pari le battaglie vinte con quelle perse, ma infondo non è mai una sconfitta poiché ogni volta torna a casa con uno zaino di ricordi che difficilmente scorderò.

 

Informazioni itinerario e viabilità

La diga di Conza prende il nome dal comune in cui ricade gran parte delle sue acque e cioè Conza della Campania in provincia di Avellino.
L’invaso è nato più di trent’anni fa sbarrando il fiume Ofanto che sorge dai monti Picentini e sfocia nel mare Adriatico.

Il lago è oasi del WWF ma è consentita la pesca dall’alba al tramonto durante tutto l’anno con la sola licenza governativa. La diga è interamente recintata ed è vietato parcheggiare l’auto all’interno della recinzione salvo che per scaricare e caricare l’attrezzatura da pesca o bisogna essere in possesso di apposito permesso rilasciato in caso di gara, manifestazione ecc.
Specie presenti:
Carpa, Tinca (sempre più rara), Carassio, Scardola, Alborella, Pesce Gatto, Persico Sole, Persico trota, Anguilla (sempre più rara).

 

Da quest’anno con delibera dirigenziale n° 700 la Provinciadi Avellino ha inserito nel Calendario Ittico che regolamenta la pesca in tutte le acque interne della Provincia, la possibilità di utilizzare il belly boat in questo invaso e in tutti gli altri specchi d'acqua. La pesca con detta attrezzatura prevede l'obbligo del rilascio in acqua del pescato di qualsiasi genere (NO KILL totale del pescato).

Dalla A1 direzione sud uscita A30 Avellino/Bari, poi uscita A16 Bari, uscire ad Avellino Est svoltare a sinistra e imboccare la SS7 statale Ofantina direzione Sant’Angelo dei Lombardi, proseguite sempre dritti ed incontrerete la diga sulla vostra sinistra. E’ l’unico specchio d’acqua visibile dalla strada che costeggia in maniera ravvicinata la diga.
I punti di accesso sono innumerevoli, ogni traversa che dalla statale da verso l’invaso conduce alle sponde. In caso di cancelli o recinzioni il transito con l’auto è ammesso come detto solo per il carico-scarico dell’attrezzatura.

Dalla Adriatica A14 uscita Foggia sulla SS 673, seguire per SS 655 Candela/Ascoli, giunti nei pressi di Melfi svoltare sulla SS 401 e proseguire sempre dritti in direzione Avellino. In questo caso la diga la incontrerete sulla destra.

https://www.youtube.com/watch?v=otiXXFNp1tk

 

 

 

 


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