Tecniche

Do Nothing bass

Di Luca Quintavalla pubblicato il 29/05/11

Ci siamo mai chiesti perché ogni volta che usciamo a pesca e inneschiamo un’esca e la lanciamo in acqua la nostra prima idea è dargli vita?

Perché innescando un verme, una creatura, un jig, e li recuperiamo?

La riposta è semplice, noi bassmen utilizziamo esche artificiali a cui ci sentiamo di dover “dar vita”, ci sentiamo di dover animare il nostro artificiale che sia di gomma o rigido non importa, fa parte delle nostra pesca, inoltre consideriamo che il bass è un predatore quindi per stimolare il suo istinto cerchiamo di imprimere una serie di movimenti simulando una preda in difficoltà per invitarlo all’attacco.

Queste teorie sono giuste e funzionano in buona parte delle nostre uscite, ma ci sono momenti in cui il movimento delle nostre esche è deleterio… ebbene si anche se non ci pensiamo mai, certe volte lanciare un’esca e fare niente è molto redditizio… molto redditizio.

Entra qui in gioco una tecnica molto interessante e poco conosciuta che prende il nome di “do nothing” tradotto dall’inglese… semplicemente… fare nulla.

Non sempre il bass ha un atteggiamento aggressivo, non sempre desidera esche che fanno vibrazioni più o meno intense, in certi casi preferisce presentazioni molto lente o addirittura immobili; un esempio tipico sono quei momenti della fine prefrega inizio frega dove il bass inizia a girovagare apatico nel sottoriva alla ricerca di un buon punto per fare il nido, oppure nelle torride giornate estive dove il bass non ha nessuna intenzione di attaccare le nostre esche, insomma in tutte le situazioni in cui il bass non ha interesse a muoversi troppo per cacciare il proprio cibo.

I segnali che ci indicano il momento in cui dobbiamo utilizzare questa tecnica sono diversi e relativamente facili da individuare, vediamo di illustrarne alcuni :

 

  • Il pesce insegue l’esca ma non la attacca
  • Notiamo pesci a vista che pinneggiano tranquilli ma si disinteressano alle nostre esche
  • Al minimo accenno di movimento dell’esca il pesce si allontana.
  • Notiamo pesci sospesi a mezz’acqua in completa apatia.

 

Questi sono solo alcuni indizi classici, ma è importante adattarsi ad ogni situazione e capire quando il bass gradisce presentazioni molto più lente o addirittura ferme.

Adattarsi vuol dire notare e interpretare i movimenti del pesce cercando il miglior recupero per catturarlo.

Un’esca che mi da molte soddisfazioni in questi momenti è il “french fry”, il classico vermetto siliconico a forma di patatina che con il suo movimento molto adescante resta per molto tempo nella “strike zone” scendendo molto lentamente e risultando spesso letale.

La utilizzo completamente spiombata o come vedremo in seguito con un piccolo insert all’interno.

Ricordo come ora, qualche anno fa durante un video di pesca al bass, diventato in seguito molto popolare tra i bassmen di tutta Italia, il french fry lasciato immobile davanti a pesci scorti a pochi metri da riva è risultata la carta vincente, cambiandoci la giornata e trasformandola in una delle più entusiasmanti della nostra vita pescasportiva.

Le tecniche utilizzate in questi casi sono fondamentalmente due :  la prima consiste nel riuscire a individuare un pesce a vista, presentargli l’esca a qualche centimetro dal muso e lasciarla assolutamente immobile.

Ho specificato a pochi centimetri dal muso poiché lanciandogli troppo vicino o addirittura sopra otterrete l’effetto contrario cioè spaventare il bass e facendolo scappare a pinne levate.

A volte l’attacco arriva dopo pochi secondi, in altri casi l’abboccata può arrivare anche dopo diversi secondi se non minuti.

La cosa importante è notare l’atteggiamento del pesce durante la nostra azione di pesca e di adattarsi a questi movimenti, se si disinteressa completamente della nostra presentazione insistiamo ancora qualche lancio per vedere se il pesce risulta più attivo, al contrario se dopo i nostri primi lanci lo notiamo disturbato andiamocene e torniamo qualche minuto dopo.

Inoltre, ci sono alcuni accorgimenti e movimenti della nostra azione di pesca che possiamo tenere conto, prima di tutto rendiamoci conto che se vediamo un pesce a vista ci sono serie possibilità che ci abbia visto a sua volta, quindi risulterà molto sospettoso, secondo cerchiamo di farci notare il meno possibile, di muoverci molto lentamente e di evitare rumori indesiderati.

La seconda tecnica consiste nel ripetere la stessa procedura della soluzione precedente in un punto propizio, ad esempio sotto un ramo sommerso dove probabile trovare un pesce sospeso qualche centimetro sotto la superficie, oppure i bordi degli erbai, le sassaie alternate da piante e le cover isolate dove il pesce si concentra in diversi periodi dell’anno.

Tra le marche che io utilizzo principalmente, per dare un riferimento, io mi trovo bene con i French Fry e i Finesse Worm della V & M, i Ring Fry della Lake Fork, alcune esche della Zoom, i Flick Shake della Jackal e alcuni vermi dedicati della Bassproshops.

Questi sono i miei preferiti ma fate delle prove e trovate quelle migliori per il vostro stile di pesca.

Come inneschi tendo ad alternare il classico Texas se pesco attorno a ostacoli più o meno importanti e infrascati al wacky rig ( in particolare con i vermi molto sottili ) quando pesco in zone più libere.

Se peschiamo in zone profonde o vogliamo una discesa più veloce possiamo aggiungere un piccolo insert weight, in tungsteno se possibile, questo permette una buona affondabilità senza compromettere l’azione dell’esca.

Un’altra tipologia di esche che si presta bene per il do nothing è il jig.

Questo artificiale risulta molto catturante sia in caduta, che recuperato a saltelli più o meno pronunciati, quest’ultimo recupero imita però molto bene il gambero in fuga, ma non sottovalutiamo il suo potere catturante lasciato fermo sul fondo...

Avete mai notato l’atteggiamento del bass nel confronto di un gambero?

Mi è capitato in qualche cava con in acqua chiara di vedere un gambero cadere  lentamente sul fondo , il bass scende lentamente assieme ad esso, il primo, notando la minaccia si pone in posizione di difesa con chele alte e ben in vista una volta toccato il fondo, il bass per nulla intimorito gli si avvicina e lo aspira.

Questa reazione non è fulminea, anzi è abbastanza lenta, passano diversi secondi tra la caduta del gambero e l’attacco del bass, ecco noi dobbiamo immaginare tutto questo nella nostra testa, dobbiamo dare il tempo al bass di fare tutto questo

Quindi una volta lanciato il jig lo lasciamo immobile sul fondo, magari squotendolo in loco per qualche secondo, ma non spostandolo dalla posizione che abbiamo scelto.

La mangiata di solito arriva con un sussulto del filo, garantendoci in questo modo che il bass ha aspirato l’esca, a questo punto deve arrivare una ferrata secca e decisa che vada a segno in profondità.

Per questa pesca utilizzo jig stand up che in acqua hanno una posizione quasi verticale, come il nuovo Flipping Jig della V & M, o il Flat back jig della Deps con l’aggiunta di un bel gambero come ad esempio il Punch Craw della V & M.

Altre tecniche che utilizzo spesso nella pesca a do nothing è il drop shot lo split shot, due tecniche finesse che si adattano perfettamente a questa filosofia di pesca.

Sia con il drop shot che con lo splith shot dopo avere eseguito il lancio in un punto che riteniamo ottimo, lasciamo scendere l’esca sul fondo e la lasciamo assolutamente immobile.

Dopo diversi secondi, nel caso non vediamo nessuna abboccata, possiamo spostare l’esca di qualche centimetro per poi lasciarla immobile ancora per diverso tempo.

La quantità di tempo ci verrà data da quanto crediamo il posto sia propizio, dal tipo di esca utilizzato e dall’attività del pesce.

Come esche utilizziamo principalmente le classiche per queste tecniche come piccoli worms, gamberi, ecc.

 

 

Ma veniamo ora alla scelta dell’attrezzatura e i colori che vanno per la maggiore.:

Come canne mi affido a quella da spinning sia per la pesca spiombata che a finesse, la lunghezza dipende dagli ambienti che andremo ad affrontare, in laghi grandi preferisco canne lunghe fino a 7’ per lanci a lunga gittata e migliore controllo dell’esca a grande distanza, per la pesca con il jig, utilizzo la classica per questa pesca, lunghezza 7’ azione H con potenza oltre l’oncia di peso.

Come marca mi affido a Airrus, poichè l’estrema sensibilità del materiale con cui sono costruite queste canne, mi permette di sentire la minima tocca e in questa pesca è molto importante.

Come filo vado sul fluorcarbon uso principalmente la serie Shooter della Sunline nei diametri dalle 6 alle 8 libbre per il finesse e 16/18 libbre per il jig. La mia scelta è comunque influenzata molto dal colore dell’acqua, se molto chiara posso scendere anche al 14 lbs per il jig e al 5 lbs per il finesse.

Il fluorocarbon è importante per questa pesca poiché la sua proprietà affondante ci aiuta ad avere una presentazione più naturale e un pelo più veloce, con il monofilo si rischia di attendere troppo tempo che l’esca scenda, in condizioni di vento poi ancora più fondamentale.

Inoltre il fluorocarbon ci permette di avere sempre il controllo diretto con l’esca, la sua affondabilità mantiene sempre un collegamento diretto tra la nostra mano e la nostra esca.

Parliamo ora dei colori che si utilizzano principalmente per la pesca a do nothing, a mio parere, visto l’attività predatoria scarsa del nostro amico centrarchide nelle condizioni in cui la andiamo a utilizzare, direi che quelli naturali la fanno da padrone.

Più l’acqua è chiara più dobbiamo stare vicini al colore del fondo, tutte le potenziali prede del bass per mimetizzarsi prenderanno la livrea del colore del fondale quindi cerchiamo di imitarlo il più possibile, così come il colore delle cover ( erbai, rami, sassi) anch’esso molto importante.

Inoltre la completa naturalità delle nostre esche tenderà a rendere meno sospettoso il pesce e a invitarlo maggiormente ad attaccarle, quindi stiamo su colori classici come green pumpkin, watermelon, smoke, black, purple ecc colori che non insospettiscono il bass.

Per quanto riguarda il jig anche qui cerchiamo di imitare il più possibile il vero colore del guscio esterno del gambero e delle chele, i colori che funzionano meglio di solito sono tutte le varietà di purple, red, green pumpkin, black red flake ecc.

Infine un piccolo consiglio, abbiate tanta pazienza, spesso la mangiata arriva dopo diversi secondi che siete immobili, restate concentrati, filo sempre teso e pronti a catturare i bass, anche più smaliziati.

www.lucaquintavalla.com


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