Tecniche

Dove pesco oggi?

Di Roberto Granata pubblicato il 28/08/09

La scelta del luogo di pesca si rivela a volte un arduo quesito. Si parte pieni di speranze, fiduciosi come non mai, per scoprire, dopo aver “bagnato” a vuoto gli artificiali, o peggio ancora non appena giunti sul luogo di pesca, di aver buttato al vento magari un’intera giornata. Ma non finisce qui in quanto, l’avrete intuito, nella medesima giornata, in tutt’altro posto, le condizioni avrebbero potuto rivelarsi ottime e, magari, qualche altro spinningofilo, fortunato finché vogliamo ma meno sprovveduto di noi, nel frattempo potrebbe aver catturato l’ira di Dio. Una scelta oculata, nel limite del possibile, allora s’impone. Cerchiamo di scoprirla.

LE SCELTE PROGRAMMATE
Parecchie volte, purtroppo, occorre programmare l’uscita di pesca “a tavolino”, in quanto non è possibile ispezionare il luogo prescelto. Secondo me, in tal caso, è opportuno:
- Se è possibile, avere qualche informatore in loco, che ci aggiorni “in tempo reale” sulle condizioni del luogo prescelto. Le principali informazioni dovrebbero riguardare: il livello, il grado di trasparenza, le condizioni e le previsioni meteo (se il luogo si trova ad una distanza tale da noi per cui non è possibile vederle o prevederle), i regolamenti, la pressione piscatoria in determinate giornate rispetto ad altre ma, soprattutto, le strategie migliori (spots, presenza di determinate specie e quant’altro).
Tutto ciò non è facile da conoscere, a meno di avere in loco un vero amico che, comunque, si può anche conoscere nelle precedenti uscite.
- Non avendo informatori, è opportuno rifarsi alle precedenti esperienze maturate nello spot che abbiamo prescelto. Se in passato abbiamo catturato nel tal periodo e con i tali accorgimenti, non ci resta che tentare in quelle che presumiamo condizioni analoghe.
Chiaramente, giunti sul luogo di pesca, potremmo trovare “amare” sorprese, ma almeno partiremo con qualche probabilità in più.
- Questi consigli riguardano, chiaramente, acque ad una certa distanza da casa. E’ quindi preferibile abbondare nella nostra dotazione di artificiali ed attrezzatura varia. E’ vero che molte volte è più la roba che non usiamo, ma rimanere sul fiume senza quell’artificiale “magico”, che stava facendo faville fin quando non è rimasto attaccato ad un ramo, sarebbe veramente seccante.
LE SCELTE OBBLIGATE
Altre volte la scelta del luogo di pesca è praticamente obbligata. Ciò accade quando, ad esempio, abbiamo a disposizione due orette, situazione che ci costringe a ripiegare su luoghi vicini a casa, oppure quando, pur avendo a disposizione tutta la giornata, le condizioni delle acque (ad esempio una forte piena) non ci permettono di pescare. Il problema è che, abbastanza spesso, diamo forfait senza ragionarci sopra e, vuoi per abitudine a frequentare determinati posti, vuoi per una sorta di pigrizia mentale, non ci accorgiamo di avere a disposizione qualcosa di pescabile magari anche vicinissimo a casa oppure, nonostante la forte piena, qualche angolino del medesimo ecosistema che sembrerebbe proprio impescabile potrebbe invece rivelare gradite sorprese. Vediamo allora qualche consiglio in tal senso.
- La piena, ed in particolar modo i primi giorni del suo svolgimento, “porta” logicamene la fauna ittica in spot obbligati, come ad esempio invasi delle briglie, piccole anse, foci di qualche immissario, o comunque luoghi dalle acque più calme. Dopo diversi giorni di piena questi spot, pur rimanendo interessanti, di norma non “rendono” più come i primi giorni, perché la fauna ittica si è più adattata alle condizioni del fiume (o dell’ecosistema in questione), e tende a riportarsi nei “primitivi” luoghi di stazionamento nonostante condizioni ancora piuttosto proibitive (ma, evidentemente, più che altro per noi).
- Avendo a disposizione poco tempo, è invece opportuno, come si suol dire, “sparare bene le nostre cartucce”. Ciò significa, anzitutto, ripassare mentalmente quali potrebbero essere gli spot migliori a poca distanza perché, spesso, presi dalla foga di raggiungere quel luogo miracoloso (magari solo sulla carta), ne dimentichiamo altri magari più interessanti e, comunque, raggiungibili in un baleno, salvandoci quindi la giornata.
- La “strategia” più importante, il vero nocciolo della questione, rimane comunque il sapersi adattare bene e velocemente, visto il poco tempo a disposizione, alla situazione del momento.
Ciò significa, come insegna il fantomatico “senso dell’acqua”, che pur essendo un po’ innato cresce comunque con l’esperienza, capire dove staziona il pesce, quali artificiali predilige in quel frangente (e soprattutto recuperati in quale modo), e quali sono il suo “umore” e le sue tendenze (la risposta viene spesso data dalle condizioni meteo).
- Fermo restando che molte decisioni vanno prese al momento, ciò non toglie che alcun deduzioni possano essere fatte anche preventivamente. Ad esempio: so che il fiume sta salendo, per cui col tal artificiale pescherò meglio. Oppure: sta per finire la piena, e quindi inizierò la mia battuta dall’invaso di quella briglia piuttosto che dalla spianata tot.
Perché dico questo? Indubbiamente perché si parte avvantaggiati ma soprattutto perché a volte ciò ci permette di guadagnare ulteriore tempo, visto che ne abbiamo poco, e di non arrivare in loco “accecati dalla fretta”, che è sempre cattiva consigliera, senza compiere ugualmente una sana osservazione preventiva del luogo di pesca.
Anche con poco tempo a disposizione, si rivelano sempre e comunque cinque minuti spesi bene.

LIBERA SCELTA
Altre volte ancora, abbiamo tutte le condizioni che sembrano girare per il verso giusto. Tempo finché ne vogliamo, condizioni meteo e delle acque invitanti e quindi possibilità di scelte a raffica, un po’ per tutti i gusti. Ed allora perché parlarne? Ma proprio perché sono queste condizioni che a volte ci confondono e, con troppa “carne al fuoco”, c’è la concreta possibilità di scegliere il luogo, non dico tanto sbagliato, perché con le ottime condizioni che ci ritroviamo ci permette comunque di catturare qualcosa e divertirci, ma meno appropriato di un altro, dove magari le possibilità di cattura possono essere ben superiori. Quando invece le nostre scelte sono pressoché obbligate, nonostante un po’ d’attenzione s’impone, come abbiamo appena visto, ci saranno molte possibilità di sbagliare qualcos’altro, ma meno di sbagliare luogo, essendo la scelta oltremodo ristretta.
In base a quali criteri, secondo me, è allora opportuno scegliere il luogo di pesca avendone a disposizione molti? Prima di tutto in base alla stagione ed al periodo. A parte le scelte abbastanza scontate (tipo non andare per black-bass con l’acqua a tre gradi), saranno i periodi topici a consigliarci.
Un novembre con bassa pressione ci indirizzerà verso la ricerca del luccio, così come un Marzo dei primi tepori primaverili suggerirà una battuta ai primi black in qualche angolo di stagni poco profondi, e così via. Tutto ciò non dà certo garanzie di affidabilità, come è vero che talvolta può rendere molto stravolgere i luoghi comuni, ma nella maggioranza delle situazioni, come potete immaginare, la stagione ed il periodo consigliano l’avversario da prendere in maggior considerazione. Ma, e qui entriamo nel vivo del discorso, ci sono logicamente stagioni o periodi dove diverse specie di predatori sono egualmente ben propense all’attacco. Con quali criteri si potrebbe allora dire: oggi vado per lucci invece che per boccaloni, oppure per cavedani invece che per trote? Uno di questi criteri potrebbe essere la luminosità. Una giornata soleggiata sconsiglierebbe, ad esempio, di tentare le fario di un bel torrentello, dando la preferenza (sempre ad esempio) al cavedano che, a parità di condizioni, è sicuramente meno infastidito del sole e da tanta luminosità, fattori che, anzi, sembrano a volte renderlo piuttosto propenso all’attacco.
La pressione in ribasso, altro fattore chiave, pur avendo notevole influenza su tutti i predatori, rende imperdibile un’uscita al luccio, specie che può arrivare, in quel frangente, a fare letteralmente follie dopo un periodo anche piuttosto lungo di apatia e disinteresse verso i nostri artificiali, a volte anche indipendentemente dallo stimolo che essi provocano. Un altro fattore da tenere in grande considerazione è, ancora una volta, il meteo. Pur avendo, nel discorso in questione, tutto il tempo che vogliamo (in pratica dall’alba al tramonto, ed anche oltre con gli alloctoni), può succedere di partire con tempo sereno, senza alcun apparente segno di cambiamento, per poi ritrovarci nel tardo pomeriggio con un temporale improvviso che, se fosse stato previsto, ci avrebbe indirizzati in tutt’altra meta, alla ricerca di tutt’altra specie. E’ vero che i momenti che precedono un temporale sono ottimi per tentare qualunque predatore, ma occorre tener presente essenzialmente due punti: 1) Potremmo ritrovarci in un torrentello o in una piccola roggia che, poco dopo un violento temporale, si ingrossa e si intorbidisce in men che non si dica, costringendoci a dar forfait per tutto il resto della giornata. E’ vero che i momenti ottimi sono, prima del temporale ma, a parte che quelli dopo non sono sempre da scartare, avremmo finito di pescare.
2) Vi sono predatori che “impazziscono” meno di altri per l’avvicinarsi del temporale. Un esempio è il cavedano, pesce con il quale non si nota un’enorme differenza di attacchi. Da ciò si denota che sarebbe preferibile una battuta al luccio, che è forse il pesce più sensibile, assieme al siluro, ai ribassi di pressione e, quindi, all’avvicinarsi di un temporale. Non ho scelto a caso gli esempi del cavedano e del luccio, ma bensì perché, in un tale frangente (che, ripeto, interessa chi più chi meno tutti i predatori) la loro “percentuale” di attacchi in più è agli antipodi.
Poco di più per il cavedano, molto di più per il luccio. Per avvalorare quanto detto, ricordo, come amo dire spesso, che il cavedano non è un predatore “puro” ma, da buon onnivoro e soprattutto furbacchione, si è evoluto nel tempo per fare di necessità virtù. Riguardo al luccio, invece, vorrei ricordare la frequente domanda che molti si pongono (e che spesso diventa un’affermazione). Perché l’esocide alterna in modo evidente momenti di “elevata attività” ad altri di “elevata apatia”? Ebbene, una risposta sta proprio nei cambiamenti di pressione.

Diventa quindi molto importante, prima di un’uscita di pesca, anche e soprattutto se lunga, prevedere l’avvicinarsi del temporale, come di qualsivoglia cambiamento all’orizzonte. Ci verranno in aiuto le troppo spesso inascoltate previsioni meteo e soprattutto, quel “senso dell’aria” che, se sviluppata di pari passo con quello più famoso dell’acqua, può fare di un pescatore un signor pescatore.


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