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E' tempo di risveglio, é finalmente tempo di tornare a pesca!

Di Davide Lugato pubblicato il 24/09/12

Volano i giorni, passano i mesi e con essi le stagioni cambiano, finché non arriva la primavera. E' tempo di fioriture, il sole è ancora timido e i primi caldi venti si fanno sentire lambendo e segnando il nostro viso. E' tempo di risveglio, é finalmente tempo di tornare a pesca!

Ma quando tutto sembra perfetto ci si mettono altri fattori non previsti, ma che fanno nel bene e nel male parte della stagione in corso. Oramai infatti piove da più di due settimane e le canne in auto seppur pronte, stanno facendo le prime ragnatele. La voglia di uscire è tanta, ma le previsioni meteo danno sempre la solita nuvola nera e acqua a non finire. Finché un giorno sembra che ci sia uno spazio temporale di qualche ora tra una perturbazione e l'altra.. Piove ancora, ma qualche raggio di sole, riesce a penetrare le nuvole, così non ci penso su due volte ed esco da lavoro come una saetta precipitandomi nell'unico posto che a mio parere dopo tanta pioggia è rimasto pescabile. Una bella cava dall'acqua sempre azzurra, ma velata e poco trasparente. Decido di osare e monto un pò scetticamente sul mio finale in acciaio un join shad x-rap da13 cmdella Rapala.

Sicuramente la big lures mi lascia un pò perplesso, soprattutto perchè fino ad ora ero abituato ad utilizzare artificiali molto, molto più modesti e contenuti.Sbagliavo!

Dopo pochi lanci aggancio subito un bel pesce sui2 kgil quale non aveva esitato a mordere il voluminoso shad. Una veloce foto ricordo seguita poi dal gesto più bello che un pescatore può avere nel suo bagaglio personale, il rilascio! Tra me e me, mi chiedo se sia meglio accontentarsi e tornarsene a casa, ma oramai la pazzia di uscire a pesca con quel tempo era stata fatta, quindi decido di continuare, fregandome delle nuvole nere e minacciose che si avvicinavano sempre più. La pioggia insiste e continua a sprazzi a bagnare la mia costanza. Non ho una cerata.. l'ho dimenticata.

Non ho nemmeno una macchina fotografica.. a parte il cellulare. Non ho un guadino. Lancio, lancio e continuo a 'sparare' la mia esca in ogni possibile nascondiglio, senza risparmiare né energie, né fiato e la mia testardaggine mi porta a proseguire finché la situazione diventa sempre più grave. Il temporale infatti è ormai arrivato sopra la mia testa e il tuono non smette mai, diventando sempre più forte e insidioso.

Sono nella via del ritorno e cammino veloce costeggiando la cava verso il luogo dove ho parcheggiato. L'auto è però ancora troppo lontana. Il vento si alza e comincia ad alzare polvere e foglie secche. Il cielo è plumbeo e l'acqua prima azzurra, si tinge di un verde smeraldo, increspandosi. Decido allora di fare quello che io chiamo ' l'ultimo lancio ' prima di correre verso la mia auto. 'Sparo' il mio shad con una parabola precisa e lunga verso un'ansa costeggiata da canneti, lo stesso luogo dove avevo agganciato il primo pesce solo una mezz'ora prima. Sembra che in quel tratto dove la profondità si aggira sul metro e mezzo ci siano dei radi erbai che offrono nascondiglio ai ' becco d'anatra '.

Il mio artificiale vola verso il limite della sponda facendo passare il filo proprio sopra la vegetazione, per poi spostare all'ultimo il cimino della mia canna verso il centro della cava ed evitando così di finire con l'artificiale tra i rovi. E' una tecnica che uso spesso, ma che è pur sempre un rischio con vento laterale, ma è necessario correrlo per far arrivare nel posto 'giusto' il nostro inganno!

Sta di fatto che il mio x-rap termina la sua corsa proprio dove volevo, causando un bel splash in acqua, che a mio parere fa un'effetto tutt'altro che di disturbo. Il mio cuore pulsa molto velocemente, in ansia senz'altro per l'imminente arrivo della forte perturbazione… il cielo si fa nero, praticamente sono calate improvvisamente le tenebre, quando comincio il recupero… veloce, poi quasi mi fermo e riparto piano.. a sprazzi 'ascolto' il suo nuotare lento che alle volte si interrompe su qualche piccolo erbaio. Finché ad un tratto sento un peso.. ee SBAM! Ferro, ma non c'è trazione. Quasi seccato recupero con la canna alta sforzando e sento che viene, ma lentamente.. La sensazione è quella di aver agganciato un tronco o qualcosa di simile che piano, piano risale. Ad un tratto però sento più testate e vedo la canna che si flette verso l'acqua. Il filo teso fischia col il soffiare del vento deviando verso il largo e solo ora mi rendo conto di aver un pesce dall'altro lato della lenza!

Sicuro di aver agganciato un glanis, impreco..

Ormai ho il temporale sopra la testa e recuperare un siluro ora, avrebbe voluto dire una sicura doccia di fango e muco! Recupero molto lentamente e sforzo il pesce guadagnando metri di filo, ma a giusta distanza, si gira e intravedo la sua sagoma argentea che con una partenza fulminea mi sbobina più di qualche metro di lenza. Perplesso e sbigottito comincio a credere di aver agganciato un grosso amur. Visto il colore e la potenza sprigionata a mio avviso non poteva esser altro. Continuo con questo tiro alla fune per più di mezz'ora, finché non riesco a portarlo a riva più o meno stremato.

E' in quel momento che dall'acqua increspata vedo chiaramente la belva che tiene tra le fauci il mio povero shad, è un luccio mostruoso!

Il mio ginocchio comincia a tremare, trema come fa solo con determinate catture e ora la paura di slamarlo si fa davvero sentire.. Lo sforzo lentamente verso di me e nel frattempo mi sposto nella riva di qualche metro nel tentativo di raggiungere un luogo più adatto, dove poter salpare il crocco-luccio. Mi chino e cerco di avvicinarlo alzando la canna sopra la testa, ma il pesce è tutt'altro che arreso e dopo un paio di potenti testate, decide di ripartire per quelle che spero siano gli ultimi tentativi di vincere la sfida.

Oramai piove a dirotto e la temperatura primaverile si è abbassata notevolmente, quando per la seconda volta nel tentativo di avvicinarlo alla riva resa sdrucciolevole dall' acquazzone, allungo il braccio per afferrarlo sotto la gola, ma scivolo e mi ritrovo con dieci cm d'acqua dentro gli stivali, mancando pure la presa.. Imprecando ma senza perdere un' attimo la trazione del filo, mi tolgo gli stivali e restando fradicio e in calzini riesco finalmente a fare presa sul pesce che velocemente sollevo verso l'erba.

Rimango per qualche secondo esterefatto con gli occhi sbarrati a guardarlo.. è RECORD, almeno per me!

Piove ancora ed oramai è praticamente buio..

Il tempo di un paio foto ricordo e che ricordo e la sua veloce pesatura.. sono state subito seguite dall'azione che racchiude in se l'etica e il rispetto verso ogni pesce che peschiamo, il rilascio! Nei giorni seguenti risposi subito alla domanda che nella vita un pescatore si fa sempre, soprattutto per quel genere di angler che come me sono sempre alla ricerca della cattura con la 'C' maiuscola.. "Maaa, una volta preso il pesce della vita la passione e la voglia di pescare ne risentirà??"

..Beh, ora che sia per la pesca alla carpa che per quella al Luccio posso rispondere.. affermo con più convinzione che mai, che non esiste esemplare al mondo che possa affievolire la mia passione, perchè io continuo a cercare il mio pesce, felice, anche se mai pescherò un luccio più grosso di quello ..continuerò a lanciare il mio inganno e a camminare lungo sentieri di rovi alla ricerca della cattura da record!


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