Esche

Ammolli e bait dip. Una arma segreta o il segreto di pulcinella? - Parte 1 di 2

Di Roberto Ripamonti. pubblicato il 22/04/09

Da diverso tempo ricevo molte email centrate sui bait dip e spesso mi rendo conto che vi sono delle incomprensioni di base che portano a sopravvalutare la forza di questa soluzione tecnica che invece, se usata male, ha effetti nocivi sull’andamento della nostra sessione di pesca. Basta poco e una miscela mal calibrata, anziché attirare le carpe le respinge e fa si che nostri avvisatori dormano sonni tranquilli…e noi con loro.


Torno quindi sull’argomento perché è sempre stato tra quelli che mi affascinano e colpiscono la fantasia soprattutto nel momento dlela loro preparazione quando, dalla magica boccetta di liquido sgorgano aromi che sanno di catture epiche sin dal prim istante di pesca. Ahimè, la realtà è invece differente e, non basta un ammollo a raddrizzare una sessione nata male o impostata nel settore in cui le carpe, proprio non vogliono entrare.
Ma vediamo di andare per ordine.

Sovra aromatizzazione 
Punto primo; quando si fanno le boilies e si rispettano le dosi suggerite dalle case produttrici, raramente otteniamo delle esche che abbiano quel bell’odore che speravamo. Spesso, la bollitura elimina ogni traccia di aroma e ci ritroviamo con delle esche che, di tutto sanno tranne che di ciò che speravamo.  A questo punto rischiamo di commettere un errore capitale, ovvero, quello di ri- aromatizzare le boilies usando l’aroma direttamente dalla boccetta.


In questo modo riusciamo senza dubbio a soddisfare il nostro naso ma, abbiamo talmente sovra dosato le nostre potentissime esche che le carpe fuggiranno a pinne levate (esagero). La ragione è che questa procedura, che anche chi vi scrive a usato in passato, falsa totalmente il livello aromatico dell’esca fermo restando che almeno il 90% dell’aroma a contatto della boilie viene lavato via nell’istante del contatto con l’acqua.


La lezione numero uno è quindi quella di fidarsi di chi produce boilies da anni per cui se viene detto che servono 16 gocce di Bergamot (Olio essenziale) per avare delle ottime esche, NON mettiamone 18 o 20 perché superiamo il dosaggio migliore. Una singola goccia di olio essenziale ad esempio ha una potenza molto superiore alla equivalente quantità di aroma per cui, essere precisi significa compiere un notevole passo in avanti.


Idem se usiamo una combinazione di aromi come potrebbe essere una fruttato con una crema; l’esempio del Cream / Strawberry (Fragola e Crema) che oramai appare tanto demodè rispetto alle terribili puzze che spesso le aziende ci propinano ma che rimane un eccellente e bene odorante catturatore di carpe (anche il naso vuole la sua parte), diventa un fallimento se ci limitiamo a sommare i quantitativi previsti nella boccetta. Se allora abbiamo 1 kg di mix secco e le due confezioni recitano che se ne consiglia luso al livello 15 ml. Non dobbiamo commettere l’errore diabolico di rovesciarne 15 di Fragola e 15 ml di Crema altrimenti abbiamo sbagliato tutto. Ancora una volta otterremo boilies ottimamente aromatizzate per il nostro naso ma, ben poco catturanti per le nostre carpe. Ovviamente il quantitativo giusto sarà invece la media tra i due valori e quindi, poco più di 7 ml per tipo.
D’altro canto dobbiamo riflettere tutti su una delle direzioni verso cui, da qualche anno sta andando il mercato delle esche da carpa ovvero le nostre care boilies. Dall’introduzione del concetto di Trigga ad esempio, la sperimentazione è andata dritta verso la ricerca di quelle sostanze naturali che avessero un loro aroma proprio e che riuscissero a dare una impronta al mix entro cui venivano collocate. Talune farine infatti hanno una marcato livello di aromatizzazione anche se non sempre è facilmente identificabile dal nostro naso. Da qui è nata la ricerca di estratti marini, estratti di fegato, farine di pesce per citarne alcuni che hanno dato vita ad esche di grande successo. Non è una caso se proprio in questi ultimi tempi la Dynamite Bait ha messo a punto delle boilies basate su estratti di ostriche che non hanno una aromatizzazione classica ed inoltre, eliminano la presenza di leganti tradizionali come le uova.
Ma allora, se questa è la direzione che il mercato e la ricerca delle boilies ha preso dal 2003, perché quando scrivevo che le migliori boilies in assoluto si fanno direttamente con i biscotti macinati per gatti e che queste esche non hanno tra l’altro bisogno di alcun aroma (era il 1993-1994), molti dei nostri “pensatori” si mettevano a ridere e mi attaccavano? Si noti bene che, non era affatto farina del mio sacco ma, il frutto di tante serate passate a pescare e parlare con alcuni grandi del carpfishing di sempre che mi stavano insegnando queste cose di carpfishing elementare (1987). 
Ma, soddisfatto di questa attesa rivincita sui soloni dell’esca che fino ad oggi non sono stati capaci di scrivere che qualche articoletto, proseguo il ragionamento.

Bait dip e ammolli.
Per rimettere in sesto una boilies oppure, per far si che risulti essere leggermente differente da tutte quelle presenti sul fondale esistono alcuni sistemi tra cui, la presentazione dell’esca (popup oppure a uomo di neve) oppure, l’impiego di bait dip / bait soak o “ammolli” nelle varie forme. Ciò che serve e’ una sostanza di cui conosciamo le caratteristiche che venga lentamente assorbito dalla boilie per essere quindi lentamente rilasciato una volta sul fondo. Da qui nasce il termine “Soak” che possiamo leggere come “inzuppato, bagnato” (traduzione non letterale). Le sostanze su cui fare affidamento sono in linea di principio gli attrattori che grazie alla loro composizione risultano essere ricchi di sostanze naturali che fungono proprio da attirante del pesce. Emanano quindi una sorta di “segnale” che fa immediatamente comprendere al pesce di essere in presenza non solo di cibo ma, di un cibo ricco ed  utile alla nutrizione. 
Se vogliamo riprendere quanto ho scritto sulla terza edizione di “Boilies e Mix” , ciò che si verifica è una leggera modifica del pH attorno all’esca che provoca l’attrazione dei pesci. 
Questo si verifica se la sostanza e’ appunto composta da amino acidi, vitamine, estratti naturali, zuccheri ed altre sostanze importanti. Gran parte di esse si ritrovano nelle sostanze liquide in uso negli ospedali per malati del sistema digestivo oppure negli sciroppi per bambini. Molti probabilmente non sanno che il perfido “olio di fegato di merluzzo” che una volta i genitori ci somministravano generosamente perché “faceva bene” e’ anche un magnifico attrattore di pesce! Vediamo allora alcune sostanze adatte  a creare una base di lavoro per un ammollo di qualità ricordando che la composizione base su cui io stesso opero e’ la seguente:

50 - 60%           Attrattore (anche più di uno)
5 -10%              Aroma
10%                 Olio
5 - 15%            Dolcificante
Resto               Sostanze aggiuntive complementari.

La scelta dei prodotti e’ abbastanza larga perché ogni Azienda del settore offre una serie di attrattori di assoluta qualità, ricchi di sostanze importanti ed adatte ai nostri scopi. Vediamo qualche esempio tra i più noti;

Multimino                     Nutramino                    Corn Steep Liquor                Nutra “The solution”
Melassa                       Carpmino                    Carp Feed Inducer
Dried Seaweed            Kelp                            Fish Oils

Per quanto riguarda l’aroma esso potrà essere classico ovvero su una base in alcol etilico o glicole , un olio essenziale oppure una miscela di entrambi cercando di ottenere un dosaggio corretto . In pratica, se per 1000 grammi di mix secco abbiamo bisogno di 10 ml di aroma oppure 15 gocce di olio essenziale (e’ solo un esempio), per farne una miscela dovremo bilanciare le quantità. Ad esempio, 50/50 e quindi con 5 ml di aroma e 8 gocce di olio. La scelta e’ quindi illimitata e sta a voi provare a trovare una soluzione idonea e vincente.

 

 


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