Racconti

“Esche vive”, il nuovo libro di Fabio Genovesi.

Di Gionata Paolicchi pubblicato il 21/08/11

Gionata Paolicchi intervista l’autore.

Finalmente in Libreria, per noi pescatori sportivi, è disponibile (da febbraio in verità) un maxi manuale che ci spiega tutto, ma proprio tutto, sulle esche vive! 400 pagine sulle esche! Una cosa mai vista! No, non è così, sto scherzando. Finalmente in Libreria c’è un vero libro, un romanzo, tutto italiano, edito da Mondadori (e scusate se è poco…) che non solo dal titolo ci fa venire in mente il nostro amato hobby, ma in cui, realmente, la pesca sportiva è presente. Il protagonista del Romanzo, Fiorenzo, è infatti proprietario di un negozio di pesca. Il libro è uscito sei mesi fa e non solo in Italia ma in altri paesi d’Europa, mi ricordo per certo Germania e Spagna, quindi un buon successo editoriale. Il libro non sono ancora riuscito a leggerlo, ma ho tre amici che lo hanno già fatto e che me ne hanno parlato un gran bene, a giorni avrò la mia preziosa copia e prometto di leggerlo e di postare qua su Pescareonline una personale e sincera recensione. Certo è che per me, parlare di questo libro, è un piacere enorme, qualcosa che va al di la della retorica, del business, dei facili complimenti: l’autore, Fabio, ha frequentato il mio stesso Liceo, lo Scientifico del Forte, dove Forte, sta per Forte dei Marmi. Quindi se è vero che nessuno è profeta in patria, molto meno lo è per me, che appena ho saputo di questa cosa ho fatto di tutto per poter incontrare Fabio che davvero non vedevo da venti anni, pur vivendo nello stesso, mio, piccolo, paesello.

L’autore: Fabio Genovesi nasce a Forte dei Marmi nel 1974, fa le elementari e le medie come tutti e poi sceglie il liceo scientifico perché è il più vicino a casa. Ma suoi veri maestri sono i lunghi pomeriggi tra fossi e canali, e suoi compagni di scuola carpe, tinche e lucci, topi, rospi, zecche e altre bellezze del creato. Questo è solo l’inizio di quello che si legge nella sua pagina Biografica del sito www.eschevive.it ma lasciamo la parola a Fabio. Fabio, questo non è il tuo primo libro vero?

È il mio secondo romanzo, il primo è stato "Versilia Rock City", uscito per Transeuropa nel 2008. Tra qualche mese tornerà anche lui in libreria per Mondadori che ne ha acquisito i diritti.

Ho tradotto poi vari romanzi americani, ma solo uno aveva dentro la pesca: "A sud del Capanno" di Les Claypool, dove due fratelli vanno in barca a pesca di storioni.

Oggi sei ospite di un sito di pesca, parlaci dei luoghi che frequentavi da bambino e dei tipi di pesca fai.

Sono nato a Forte dei Marmi, ma da bambino non pescavo in mare. Quando il mio babbo era libero correvamo sul fiume Magra ai cavedani (anche se all'inizio lui pescava i cavedani e io mi dedicavo alle alborelle...), oppure in quello spettacolo che era il lago di Massaciuccoli,  all'epoca ancora pieno di pesci. Carpe impressionanti, tante tinche e anche lucci davvero mostruosi. Usavamo il classico rotante o l'ondulante con fiocco rosso sull'ancoretta, e certi giorni i lucci erano così scatenati che mentre ne rilasciavi uno ce n'era già un altro che attaccava l'artificiale lasciato per caso a mezz'acqua.

Con gli anni mi sono innamorato della pesca in mare, ma mi piace praticare quasi tutte le tecniche, per variare con le stagioni. Mi sono dedicato anche alla mosca, ma lo spinning ha un fascino particolare. Il momento in cui, dopo tanto frullare a vuoto, senti il filo che si tende e la canna che si piega sotto le tirate di un pesce, chi non l'ha provato non sa cosa si perde.

Lo spinning poi mi è comodo: col mio lavoro sono spesso in giro per la nazione, e mi piace pescare in acque che non conosco. Sarebbe impossibile viaggiare con esche vive e attrezzatura a non finire, invece con lo spinning posso portarmi la mia canna in due pezzi, il mulinello e una cassettina di artificiali e sono pronto a lanciare.


Ovviamente ti ho già invitato ad Orbetello per una pescata, ma mi hai raccontato di una tua pescata miracolosa fatta proprio dalle nostre parti… cinque Orate mostruose! Dicci qualcosa e soprattutto… dacci la foto se no non ti crediamo!!!

Non vedo l'ora di venirci, a Orbetello!

La pescata miracolosa mi è capitata la scorsa estate, metà agosto. Ho un pattìno che uso per pescare l'estate un po' lontano dalla confusione dei bagnanti, ma senza motore e quindi non vado tanto fuori. Quel giorno ero a mezzo miglio da riva, anzi meno. Sistemo le due ancore e lancio due canne a fondo, con piombo scorrevole e come esca l'americano. Un'uscita estiva, senza pretese, di quelle che "mal che vada prendo il sole". Dalle dieci di mattina a mezzogiorno non prendo niente, poi senza sosta tiro su cinque orate in ordine crescente di grandezza: 2 kg, 2 kg e mezzo, 3 kg, 3,7 kg e per finire una clamorosa di 5,1 kg. Quando l'ho guadinata (a fatica) non ci potevo credere. Avevo un terminale in fluorocarbon dello 0,18 e per convincerla a venire da me c'è voluta quasi un'ora. Una pescata così è stata davvero clamorosa, soprattutto in un tratto di mare come il nostro che non è così generoso. Una di quelle uscite che capitano poche volte nella vita e ripagano di tanti cappotti.


Beh, una pescata sensazionale, complimenti davvero. All’inizio dicevo che il libro è uscito anche all’estero, in quanti paesi esattamente?

Esche Vive è in pubblicazione in Germania, Olanda, Francia e Israele, e ci sono editori di altre nazioni che stanno pensando di tradurlo. 


Ci prometti che anche quando i tuoi libri saranno dei best sellers e sarai plurimiliardario (magari fai qualcosa domani sullo stile Harry Potter…), ti ricorderai sempre dei pescatori e della pesca???

È un rischio che non corro. Ma in ogni caso non potrei mai abbandonare la pesca. Senza pesca non potrei neanche scrivere. Ci sono dei momenti che non mi viene niente, lavoro male e non riesco a concentrarmi, e la cura è sempre mollare tutto, aprire l'armadio dell'attrezzatura, prendere il gilet e la canna e andare sull'acqua. È un momento necessario per poi rimettermi a lavorare più carico. O forse è semplicemente una scusa per andarmene a pesca...
 
 
Sai che in questi giorni in Italia ci sono le Olimpiadi della Pesca??? 3000 atleti sono attesi il 28 agosto a Firenze… vedi che combinazione… perché non dici ai nostri amici che cos’è per un forte marmino il 28 agosto?

Beh, il 28 agosto a casa nostra c’è la fiera di Sant’Ermete, patrono di Forte dei Marmi. La festa per eccellenza del paese. Per le Olimpiadi: sono contento che un evento così importante si tenga in Italia, dove la pesca è una passione per tantissime persone ma viene sempre poco considerata. In America, in Inghilterra, in Francia e nei Paesi Scandinavi è riconosciuta la sua importanza, è normale che se ne occupino gli scrittori, il cinema e le amministrazioni pubbliche. Da noi si pensa che sia un passatempo poco nobile, ma questo è solo l'ennesimo segno di quanto siamo ciechi. La pesca è una passione enorme e una possibile risorsa economica di grande interesse. Basterebbe trattarla con più rispetto, riconoscendo tutto l'amore, la dedizione e la grande storia che le stanno dietro.
 
 
Mi ha fatto davvero piacere ritrovarti. Ti prometto che ci vedremo presto a pesca, facciamo passare questo caldo mostruoso, poi a Spigole ed Orate! Ragazzi, voi invece comprate il libro di Fabio, Esche Vive, nelle migliori librerie o andate a questi indirizzi 

http://www.bol.it/libri/Esche-vive/Fabio-Genovesi/ea978880460668/

http://www.ibs.it/code/9788804606680/genovesi-fabio/esche-vive.html

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Il piacere è mio. Comincio già a controllare l'attrezzatura. È stata una stagione un po' avara di catture e ho bisogno di emozioni forti!

Il Libro:

Fiorenzo vive a Muglione, profonda provincia toscana fatta di disoccupazione e fossi stagnanti, e non lo si può considerare un ragazzo for-tunato: oltre al nome che gli hanno affibbiato, dei due genitori gli resta solo il padre, lunatico proprietario del negozio Magic Pesca ma soprattutto allenatore dell’Unione Ciclistica Muglionese, nel cui vivaio si ostina a cercare un grande campione del futuro. Ma soprattutto, a quattordici anni Fiorenzo ha perso la mano destra per colpa di un petardo, e nonostante abbia saputo reagire con intraprendenza e fantasia, dedicandosi alla musica heavy metal con il forsennato entusiasmo dell’adolescenza, ha dovuto scoprire presto che nella vita “quello che manca conta molto di più di quel che c’è”. Tiziana invece ha trent’anni, e in comune con Fiorenzo ha solo di essere nata a Muglione. Da dove è scappata dopo il liceo, per laurearsi e frequentare un master all’estero che le ha aperto sfolgoranti possibilità di lavoro. Ma Tiziana ha preso una decisione improvvisa e coraggiosa: tornare a casa, mettere le proprie competenze al servizio della comunità. Il paese di Muglione, in segno di gratitudine, le affida la gestione del locale Informagiovani, che però diventa subito il ritrovo di un gruppo di anziani giocatori di carte, costringendo Tiziana a fare i conti con il proprio senso di inadeguatezza, mentre un amore complicato e dolcissimo arriva a stravolgerle la vita. E poi c’è Mirko, il Campioncino, il ragazzino prodigio che il padre di Fiorenzo ha scovato per caso in Molise e si è portato a casa perché il suo assoluto talento ciclistico lascia sperare grandi cose. Mirko è un mistero totale, una contraddizione vivente: intelligentissimo ma ingenuo, potenza imbattibile in sella a una bici ma goffo e inerme nel quotidiano, idolo degli appassionati di ciclismo e insieme bersaglio perfetto dei crudeli compagni di scuola. Fiorenzo, Tiziana e il Campioncino, tre mondi lontanissimi che si incontrano per caso in un luogo desolato e improbabile, tre anime che intrecciando i loro destini danno vita a un corto circuito struggente e divertentissimo, amaro e poetico.


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