Tecniche

Fly Fishing e Storioni

Di Michele Gobetti pubblicato il 25/07/11

La prima cosa che viene in mente ai comuni pescatori,  parlando di pesca a mosca, sono senza dubbio le catture di trote e temoli con l'imitazione di piccoli insetti, ma il fly fishing è una tecnica che può soddisfare svariate esigenze nel mondo della pesca, rendendo il confine tra esca naturale ed artificiale molto sottile.

Molti possono pensare che alcuni tipi di pesci siano impossibili da catturare con questa tecnica e in questo articolo volevo dimostrarvi il contrario. Le specie in questione sono Carpe, Barbi, Pesci Gatto,  Storioni e tutti quei pesci che vivono e si nutrono sui fondali; in particolare volevo parlare dello Storione.

Questo pesce possiamo pescarlo tutta estate, attualmente però si può insidiare solo in laghetti privati dove vi è stato effettuato il ripopolamento, dato che da qualche anno ne è stata  proibita la pesca in diverse zone italiane.

Come molti di noi sanno lo storione ama cibarsi di gamberetti, larve, lombrichi, piccoli pesci e di tutto ciò che vive sul fondale; per questo ci occorre qualcosa di pesante e che strisci su esso.

Normalmente io impiego grosse ninfe molto pesanti per raggiungere tale scopo, inoltre non occorrono esche particolarmente lavorate e realistiche, dato che la vista dello storione è scarsa, però nonostante questo si accorgerà della nostra imitazione quando la tasterà con i sensibili baffi a pochi centimetri dalla sua bocca retrattile. Inoltre una mia bizzarra idea mi fa pensare che questi pesci essendo molto simili agli squali, riescano come loro a captare gli impulsi elettrici delle prede circostanti; se così fosse è un grosso vantaggio per noi.

Dato che stiamo parlando di uno sfidante che molto spesso può superare i 20 Kg di peso, la nostra attrezzatura deve sopportare l'enorme trazione a cui sarà sottoposta.

Per questo tipo di pesca solitamente uso canne da  9'0'' , 10'0'' anche con impugnatura saltwater   e la coda che può variare dalla 7# alla 10# , nel caso il fondale non superi i 3 metri possiamo tranquillamente pescare con una coda galleggiante,  nel caso il fondale superi i 3 metri, per non esagerare ad allungare il terminale useremo una intermedia o un’affondante.

Il terminale dovrà essere robusto, normalmente per questa tecnica  uso delle lunghezze comprese tra i 3 e i 4 metri ed il tip finale, utilizzando un metro di monofilo compreso tra lo 0.25 e lo 0.35.

Oltretutto il nostro sfidante ama cercare cibo vicino alle sponde, quindi anche se l'attrezzatura permette di lanciare a notevoli distanze con poco sforzo ci basterà lanciare quei 15 metri che ci faranno entrare in pesca.

Il recupero dell'esca deve essere molto lento ed intervallato da pause molto lunghe anche da 5 ,10 secondi; in questo modo daremo il tempo al nostro amico di captare l'esca.

L'abboccata e la ferrata sono un po' diverse da quello a cui siamo abituati di solito, quando vedremo la coda partire lentamente aspetteremo che il filo sia in tensione per poi ferrare con forza.

Se con le ferrate classiche non c'è successo, quando vedete l'abboccata tenete la coda con forza e ferrate paralleli alla sponda in modo da annullare l'elasticità della canna. Questa tecnica viene utilizzata per tutti quei pesci difficili da allamare come il grosso Tarpon. 

Là dove sia consentito pasturare possiamo attirare lo storione con dei micropellet al pesce, a volte si radunano in branco sulla nostra zona di pesca e sono sufficienti 2 o 3 fiondate, a mezzo scodellino, in riga la prima volta dove faremo passare la nostra ninfa.

Nel caso le abboccate incomincino a diminuire come ritmo si può procedere ancora con una mezza fiondata di pellet.

Anche senza pasturazione comunque è possibile fare abboccare lo storione, anche se ho provato di persona che il numero delle catture è nettamente inferiore.

Nel caso i pesci fossero un po' apatici consiglio di immergere per qualche secondo la ninfa in  un aroma liquido per boilies.

Decido di provare ciò che ho appena elencato andando a pescare questo strano pesce, ma prima volevo farvi vedere il dressing di una ninfa che utilizzo per gli storioni.

La costruzione non è complicata e non si differenzia molto dalle altre ninfe.

Come amo userò un 6 con un corpo molto robusto, dopo aver tolto l'ardiglione infilo sull’amo una testa da 5mm in tungsteno, poi utilizzando dei fili di rame cercando di far apparire un profilo conico arrotolando il rame dalla testa alla coda dell'amo, cerchiamo di dargli un profilo uniforme ricoprendo il rame con il filo di montaggio, dopo di che con una piuma di fagiano applicata verso la curvatura dell'amo facciamo una coda. A questo punto copriamo il corpo della nostra ninfa fino a metà con del dubbing (non importa il colore ) mentre l'altra metà la finiamo avvolgendo della lana  o della ciniglia; conclusa la costruzione possiamo finalmente andare a pescare.

Come spot per insidiare lo storione ho scelto il “Nuovo lago Rottino”. Qui oltre agli storioni non è difficile imbattersi anche in qualche bel channel catfish.

Userò una canna 9'0'' coda galleggiante 8#  con un tip dello 0.30  e come esca la nostra ninfa su amo del 6 costruita in precedenza.

Scelto il posto, pasturo con il micro pellettato, solo 2 mezze fiondate, lancio vicino alla zona pasturata e attendo che la ninfa si appoggi sul fondo; dato il grande peso dell'esca affonderà anche il primo pezzo di coda.

Incomincio a recuperare circa 1 cm di coda alla volta molto lentamente e dopo 6 , 8 recuperi mi fermo e aspetto una decina di secondi poi ricomincio il lento recupero.

Le abboccate non si fanno attendere; dopo la seconda pausa vedo la coda che lentamente tira dalla parte opposta la mia, aspetto 3 , 4 secondi che il filo vada in tiro e poi una bella ferrata con forza. Dopo la ferrata incomincia a muoversi a zig zag, ma la cosa meravigliosa di questo pesce è quando incomincia a saltare; di media possiamo osservare almeno 2 spettacolari salti a pesce, e dopo i salti cerca di riguadagnarsi il fondo, poi l'immediato sottoriva e poi via ancora verso il centro.

Un pesce forte ed imprevedibile; quando ormai è allo stremo delle forze lo si afferra per la coda e lo si appoggia su un materassino per slamarlo con cura.

Se il combattimento è stato intenso non abbiate fretta di lasciarlo nuovamente al suo destino ma, sempre tenendolo per la coda, lasciatelo riossigenare fin che non sentite che forza per tornare libero.

La giornata prosegue con numerose catture (circa 20) di diverse dimensioni e fa la sua comparsa anche un discreto channel catfish.

Nonostante la mia attrezzatura reggesse bene al confronto con questo pesce, un paio di esemplari hanno avuto la meglio liberandosi tra alcuni pietroni e ramaglie.

Posso dire a tutti coloro che praticano la pesca a mosca che si tratta veramente di una buona variante della nostra tecnica e, almeno una volta, vale la pena di provare.

   

 


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