Tecniche

Gli spostamenti verticali del luccio

Di Articolo e fotografie di Marco Altamura pubblicato il 26/07/18

In primavera inoltrata , quando cioè le acque superficiali e della parte intermedia della colonna si vanno gradatamente a riscaldare , la ricerca di qualche bell’esocide va condotta in spots più profondi rispetto all’inizio di stagione ; le situazioni caratterizzate da profondità dai 7/8 metri fino ai 10 metri saranno senz’altro da preferire utilizzando gli artificiali siliconici e praticando un jigging rivolto al predatore per antonomasia delle nostre acque dolci . I primi veri caldi di inizio giugno possono ancora regalare qualche grosso lucioperca che si è attardato nelle zone di fregola appena terminata , ma possono anche far entrare in gioco prepotentemente il luccio che , dopo aver terminato anch’esso la delicata fase della riproduzione , in piene forze ora approfitta dei periodi di scarsa luce dell’alba e del crepuscolo per entrare in modalità predatoria . A differenza di quando si ricerca il lucioperca ad inizio stagione , ora l’andamento dell’artificiale sul fondo va condotto con buona velocità di spostamento in quanto l’esocide attivo predilige un’esca più dinamica ; richiamare lo shad siliconico con movimenti più ampi e staccandolo maggiormente dal fondo provocherà il violento attacco del luccio che non tarderà a palesare la sua presenza . Anche gli artificiali impiegati potranno avere dimensioni più importanti mantenendo le finiture medesime impiegate per il lucioperca ; ad una profondità maggiore , infatti , lo spettro di colori meglio percepiti dal sistema visivo del luccio sono quelli del giallo/rosso , del giallo/verde , del bianco/ghost e delle tonalità di fantasia firetiger ed hottiger . Le dimensioni degli shads possono arrivare anche ai 4/5 pollici ( 10 – 12,5 centimetri ) sia con coda a timone che a falce innescati su round jigheads da 10 a 15 grammi , a seconda della profondità dello spot , dell’eventuale presenza di corrente o dalla presenza di venti periodici . Parlando di canne , questa tecnica esige per una ricerca da riva attrezzi lunghi da mt 2,40 a mt 2,70 molto sensibili ed estremamente reattive , capaci di trasmettere al polso del pescatore anche le tocche più subdole ed apparentemente insignificanti ; da anni faccio uso di una canna appartenente alla serie “ Intruder “ di Rapture in quanto questo attrezzo possiede una grande riserva di potenza in caso di combattimenti con pesci di grande mole  (ipotesi tutt’altro che remota con questa tecnica )  unitamente ad una sensibilità molto buona nel percepire gli attacchi anche dei pesci più sospettosi . La prescelta è la Intruder 802 MH lunga mt 2,40 , caratterizzata da una potenza di lancio effettiva di 14/40 grammi e da un’azione di tipo progressivo . Questa classica due sezioni è dotata di calcio ergonomico in sughero naturale  ed  anelli in SIC , adatti anche all’uso dei moderni superfili “ braided “ ; a questa canna abbino volentieri il mulinello SX-1 nella versione 4000 , frutto di un progetto giapponese e caratterizzato da grande scorrevolezza grazie all’annullamento di tutti gli attriti ed al contempo molto rigido e robusto per eliminare ogni tipo di vibrazione. E’ dotato di sette cuscinetti a sfere ed uno a rulli unidirezionale ; la frizione a regolazione micrometrica a dischi risulta precisa , potente e progressiva fornendo la massima affidabilità in caso di combattimenti con grosse prede . Sono solito caricare la capiente bobina studiata appositamente per i fili trecciati con un braided di spessore 0,16 mm di colore giallo flou così da poter seguire visivamente l’andamento dell’artificiale usato anche in caso di sessioni notturne . Gli artificiali siliconici utilizzati sono quelli dell’ampia gamma a catalogo Rapture , come ad esempio il classico Power Shad , il più discreto Power Shad Finesse , lo Swing Shad , il Rib Slim Shady , il Soul Shad , l’Xciter Shad e lo Swing Gruby , tutti innescati sulle Power Round Jigheads LRS . Una volta stabilito con che attrezzatura affrontare la sessione di pesca , decido di recarmi sul mio amato lago Maggiore presso un’ampia insenatura con fondale digradante verso il largo dove raggiunge una profondità massima di circa dodici metri e con un fondo caratterizzato dalla presenza di grossi massi e strutture in legno su un tappeto di sabbia fine ; qui se non vi è presenza di vento risulta agevole percepire le tocche decise degli esocidi assidui frequentatori di questo spot con esemplari anche superiori agli otto chilogrammi di peso . Inizio la mia sessione collegando al terminale in fluorocarbon di spessore 0,30 mm tramite un moschettone in acciaio un classico shad siliconico con corpo corrugato e coda a timone ; si tratta di uno Swing Shad in finitura Chartreuse Ghost abbondantemente scentato e glitterato . In questo posto , ad inizio giugno , non è raro incontrare ancora qualche grosso lucioperca che si è attardato nella zona di fregola e che ora abbisogna di preziose proteine nobili ; le tocche di questo percide sono inconfondibili e completamente diverse dagli attacchi portati dal luccio , molto più decisi e talvolta perfino brutali . Le prime “ passate “ non registrano alcun attacco e così proietto il mio artificiale siliconico più al largo , dove il fondale raggiunge i sei metri di profondità ; l’acqua è leggermente opalina a causa del modesto moto ondoso che trascina in sospensione particelle di fitoplancton e zooplancton , attivando la massa stabulante che se ne ciba e di conseguenza i predatori . Ci sono tutte le componenti per avere successo . Cambio artificiale ed adotto un Power Shad da quattro pollici con finitura Lime Yellow e decido di ispezionare la zona prospicente alcuni pali d’attracco la cui base sommersa risulta essere sopraelevata rispetto il fondale ; sono queste postazioni molto ambite specialmente dai lucioperca perché in grado di fornire una visuale completa sul proprio feudo di caccia . Al secondo passaggio infatti percepisco l’inconfondibile attacco del perca al quale rispondo con una poderosa ferrata : la mia Intruder si curva fino alla schiena ed ha così inizio un’emozionante combattimento ! I tentativi del grosso pesce di guadagnare la zona interessata dai pali d’attracco e dalle strutture in legno mi costringono a serrare la frizione con il pericolo che la forte trazione agisca sulle parti cartilaginee della bocca lacerandole ; deve trattarsi di un perca di grossa mole perché non riesco proprio a staccarlo dal fondo . Sono in posizione rialzata rispetto al livello dell’acqua e in fase di combattimento questo fatto mi agevola non poco per seguire le evoluzioni del pesce che non cede alla mia trazione ma , anzi , riparte con una fuga verso il largo che mi prende una decina di metri di trecciato . Ora finalmente si concede un attimo di pausa e ne approfitto per recuperare alcuni metri di filo per riportarlo nei pressi della riva ; lentamente lo stacco dal fondale e lo avvicino alla mia postazione , finalmente lo vedo : si tratta di un lucioperca di circa sette chilogrammi di peso che esausto si lascia trascinare verso di me . Sto per afferrarlo mediante una corretta presa opercolare quando , mosso da un ultimo disperato tentativo di fuga , inverte la rotta e si dirige nuovamente verso le acque aperte ; l’armatura dello shad si sfila letteralmente dalla parte inferiore della bocca e lascia libero il pesce che , ancora debilitato dal lungo combattimento , a fatica riprende la posizione di nuoto e scompare nelle profondità del lago . Ero così vicino a coronare la bella cattura che ora mi rimane in bocca un sapore acre , il sapore della sconfitta . Non c’è stato un solo elemento dell’attrezzatura che abbia fallito e questa è l’unica consolazione che posso concedermi . I lunghi minuti di combattimento con il grosso pesce in realtà hanno allargato il foro di ingresso dell’amo ed è bastato un’inversione di direzione per farlo sfilare e perdere la presa ; anche se è una sensazione provata molte volte , è sempre estremamente sgradevole e l’unica maniera per sopportarla è ricominciare subito a pescare . Mi prendo un attimo di pausa e sostituisco lo spezzone di finale con uno nuovo , connetto un Power Shad con finitura Red Flame Yellow e riprendo a sondare l’acqua , spostandomi di una cinquantina di metri per lasciar riposare il luogo della mancata cattura . E’ difficile rimanere concentrati dopo una delusione simile , ma sono conscio del fatto che solo un’altra cattura potrebbe lenire il fastidio e mi attivo in questo senso . Riprendo a sondare metodicamente il fondale facendo compiere all’artificiale traiettorie longitudinali rispetto alla riva senza però registrare alcun movimento sospetto , così decido di ritornare nei pressi dei pali d’attracco che rappresentano da sempre il migliore hot spot per questo tipo di ricerca . Attendo una ventina di minuti prima di ricominciare a pescare perché il posto che è stato teatro del combattimento possa ritornare ancora calmo e tranquillo ; nel frattempo un individuo che evidentemente ha assistito alle fasi concitate della battaglia si avvicina per condividere con me la delusione per la mancata cattura . Decidiamo di affogare le nostre pene nell’alcol e ci concediamo una birra . Intanto il sole lentamente eclissa dietro il monte e la porzione di lago antistante entra in zona d’ombra ; saluto l’improvvisato amico e , deciso a vendicare lo smacco subito , riprendo a pescare con rinnovata fiducia . Lo shad di colore rosso/giallo dovrebbe risvegliare gli istinti predatori degli esocidi e così propendo per non sostituirlo con un altro di colore diverso . Lancio più lontano che posso dove il fondale raggiunge i dieci metri di profondità e prima che possa rendermi conto di ciò che sta accadendo mi ritrovo con la mia Intruder piegata sotto i colpi di un pesce che , evidentemente , ha attaccato lo shad in fase di discesa ; il comportamento dell’avversario è totalmente differente rispetto al lucioperca di un’ora prima e le sue sfuriate mi prendono filo che la frizione  del mulinello cede in modo fluido e progressivo . Esiste sempre il pericolo rappresentato dai pali d’attracco , così mi prodigo e forzo il pesce verso zone più sicure . Alzo la canna più che posso per far passare il filo sopra i pali e dirigo il combattimento verso sinistra dove mi aspetta una spiaggia accogliente , luogo ideale dove porre termine alla disfida . Le ultime puntate del pesce in superficie avvalorano la mia ipotesi : si tratta di un discreto lucciotto , un Northern Pike intorno ai tre chilogrammi di peso , dai colori lucenti e dalle caratteristiche macchie ovali gialle sui fianchi . Il Power Shad ha fatto presa a filo di denti nella parte perimetrale del suo apparato boccale osseo consentendo un aggancio sicuro ed al contempo indolore per la salute del pesce ; lo afferro mediante la solita presa opercolare e risalgo al livello della strada per farmi fare le fotografie di rito . Approfitto della gentilezza di un passante ed espleto in tutta fretta le operazioni ; libero il luccio dall’armatura dell’inganno e riguadagno il livello dell’acqua per ossigenarlo abbondantemente prima di vederlo allontanarsi da riva vivo e vegeto . Non si è trattato certo di una cattura eccezionale ma tuttavia un pesce in “ libera “ a jigging è sempre una bella e gratificante soddisfazione ! Inoltre è servita a dissipare almeno in parte l’amarezza per la perdita del lucioperca ; ora si che si può terminare la sessione e la mente corre rapidamente con l’intento di programmare la prossima e poi la prossima ancora , sempre con la recondita speranza di catturare il pesce da fotografia che alberga da sempre nelle fantasie di ogni vero lanciatore .


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