Tecniche

I Mulinelli da Pesca.

Di redazione pubblicato il 10/09/21

I Mulinelli da Pesca.

 Come abbia cambiato il modo di pescare l’introduzione del mulinello nella pesca è sotto gli occhi di tutti, forse anche sotto quelli di chi non è pescatore, poiché è facilmente intuibile anche per un neofita che l’ausilio del mulinello ha a dir poco semplificato il modo di pescare in tutte le categorie di pesca (dove ovviamente il suo utilizzo è contemplato).

Nel tracciare una piccola sintesi storica sulle origini di tale fondamentale oggetto da pesca si può asserire con discreta sicurezza che i primi prototipi di mulinelli da pesca possono essere fatti risalire per lo meno all’età antica, già le popolazioni pre-romane infatti utilizzavano frammenti di osso cilindrici intorno ai quali riavvolgevano il filo da pesca (di materia vegetale al tempo) in maniera corretta (l’osso, più che il mulinello, sostituiva quello che è l’odierno avvolgi lenza, ne scaturiva una tecnica ancora oggi in uso tra i più appassionati, che potremmo definire bolentino classico dalla barca).

Il mulinello di fondo conserverà questa arcaica forma fino alla metà del XIX Sec, quando, l’introduzione di nuovi materiali, e la stessa evoluzione dei concetti di fisica e meccanica in generale fecero si che alcuni costruttori artigiani europei (inglesi in primis) depositassero brevetti di mulinelli con funzioni tecniche sempre più evolute fino ad arrivare ai primi decenni del XX Sec, quando costruttori Italiani daranno vita ad aziende artigianali ideatrici di mulinelli di qualità tale da insidiare le blasonate ditte inglesi produttrici di questo essenziale articolo da pesca (di queste gloriose realtà artigianali, alcune di esse ancora in attività, ricordiamo l’Alcedo, la Zangi, la Ofmer e la Nettuno per citarne alcune).

Tra i metalli utilizzati dai primi artigiani per realizzare le varie componenti del mulinello comparivano sicuramente acciaio e bronzo.

Il mulinello compie un altro formidabile balzo in avanti con l’introduzione del titanio, dell’alluminio e di altre leghe metalliche decisamente più leggere nella costruzione del telaio e degli stessi cuscinetti, ma, come nel caso delle canne da pesca, è il carbonio (impiegato dai tecnici costruttori, in alcuni parti meccaniche fondamentali del mulinello, come ad esempio il rotore) che consente a questo oggetto di diventare la perfetta espressione di fluidità meccanica che rappresenta oggi.

 A seconda delle categorie di pesca i mulinelli cambiano di capacità di contenimento e riavvolgimento del nylon in bobina, di dimensioni generali, di peso, di forma, di posizione del blocco frizione e di numero di cuscinetti presenti in esso.

Sostanzialmente i mulinelli di taglia medio piccola con frizione anteriore trovano il loro miglior impiego in discipline di pesca come lo spinning in torrente, trout area, trota lago (anche con la bolognese), feeder leggero e bolentino dalla barca.

Nelle misure più grandi i mulinelli trovano invece la loro migliore dimensione di utilizzo in categorie di pesca per lo più legate al mare, come il surfcasting, il beach ledgering o lo spinning pesante  ma anche in discipline da acqua dolce, come ad esempio il carpfishing (in alcuni casi), il method feeder ed il catfishing.

Infine va citata la schiera di capolavori assoluti di ingegneria meccanica che è rappresentata dai mulinelli impiegati nelle discipline di pesca in mare estreme, come il trolley ed il big game. In definitiva: ogni categoria di pesca necessita di una determinata tipologia di mulinello per essere espletata nella maniera più corretta, noi di piscor.com lo sappiamo bene, per questo motivo nel nostro catalogo offriamo da anni al pescatore la più ampia scelta possibile di mulinelli firmati dai più grandi marchi del settore pesca.

 


FacebookTwitterGoogle+Invia per email

Collabora


Ti potrebbero interessare anche: