Itinerari Estero

I Salmoni di Langara Island

Di Stefano Gay pubblicato il 11/05/09

Isola di Langara. Gruppo Charlotes Island al largo delle coste a nord della British Columbia, Ovest del Canada. Il Triangolo D'Oro dei Salmoni del Pacifico.

 ..........eravamo in continuo sballottolamento tra le onde poco fuori Coho Bay. Il giorno prima era stata una splendida giornata, tipica dell'Indian Summer, ma il 2° giorno il tempo variabile tendente al brutto con pioggia e mare agitato non c'aveva graziato. Eravamo fuori in 2 barche nell'ultimo giorno di pesca delle guide del lodge, per girare 2 video dedicati alla pesca a traina leggera al King Salmon del Pacifico, il salmonide più grande del pianeta. Questo angolo di oceano al largo della costa della B.C è considerato una sorta di Triangolo D'oro per questo tipo di pesca.

Da qui infatti passano decine e decine di milioni di salmoni che poi si dirigono verso i grandi fiumi della costa pacifica lungo tutto il Nord America, dall'Alaska alla California.

 Enzo uno dei due cameraman era con noi per girare, ma non riusciva a tenersi in equilibrio neanche trattenendosi al cordolo della barca. Anch'io, in equilibrio precario cercavo disperatamente di controbilanciare il forte vattigio per cercare di avere la canna in mano anziché nel reggicanna. Da mattino eravamo riusciti a filmare solo una cattura di un bel King, ma ci voleva qualche altro pesce salpato per poter chiudere il 2° Video per SKY Caccia e Pesca.

 Antonio Varcasia era sull'altra canna ed era stato attivo sin dai primi minuti. Aveva infatti avuto un paio di mangiate, ma purtroppo i pesci, probabilmente ambedue King si erano slamati quasi subito. Alla terza mangiata il bravo Angler-Reporter di Sassari non aveva perdonato il pinnuto che risultò essere di discrete dimensioni, sui 23/25 Pounds. Io invece ero rimasto a bocca asciutta per tutta la mattinata e sinceramente facevo il tifo quasi esclusivamente per me stesso, alla faccia della sportività.

 ...Lo strattone arrivò con una violenza mai provata prima da quando pratico la pesca a traina al salmone in Oceano da 7 anni qui in B.C, ossia dal mio primo viaggio prima del trasferimento definitivo dall'Italia avvenuto poi 5 anni fa.

 ...ma il pesce che avevo agganciato stavolta non sembrava essere di misura "normale" e sopratutto non mi sembrava assolutamente un salmone, quantunque Tommy, la guida,  mentre mi cingeva ai fianchi una cintura da combattimento, ripetesse.....be sure Stefano is a King is a big fish, but is a King !!

Dopo neanche due minuti, con la lenza che correva via neanche c'avesse un motorino sotto, l'adrenalina mi aveva oramai piantato i piedi a terra come se fossero nel cemento, ero diventato tutt'uno con la barca, il mare e la canna.

 La storia ora era solo tra me e quell'essere che stava ancora ad almeno 50 mt di profondità e non voleva saperne di smettere di correre e di impuntarsi come un mulo quando smetteva di correre......no is not a salmon Tommy... I don't know, are here Tuna, big tuna !?? Gli chiedevo insomma, che era troppo grosso per essere un salmone, era troppo forte, non avevo mai visto un salmone correre e impuntarsi così.....it's a SALMON, it's a DAMNED BIG KING-SALMON be sure Stefano. Take your time, datti tempo e non stancarti era la raccomandazione della guida.

 Poi... "di punto in bianco”.... l'ho perso ! ! Porc... l'ho perso!! "non lo sento più...”dico alla guida che si lancia sulla mia canna e fa per strapparmela di mano imprecando come un'ossesso ...REEL,REEL REEL!!! Recupera recupera, recupera ! !... non lasciarlo in bando !! E' lui che ti stà venendo incontro. Preso dal panico di averlo perso e il desiderio disperato di risentirlo di nuovo, iniziai a recuperare alla velocità di Speedy Gonzales ed effettivamente la lenza in breve fà per rimettersi in tiro con mio grande sollievo, ma non faccio a tempo a gustarmi quel momento di pura gioia che mi accorgo che la lenza come fosse presa da una forza indiavolata puntava ora completamente verso la prua della barca.

 A quel punto non mi restava che dirigermi verso al prua salendo sul bordo dell'imbarcazione, mentre nel frattempo era uscito anche un bel sole e il mare sembrava migliorare, cosa che mi aiutò non poco nel passaggio a prua. C'era infatti il rischio di andare a proseguire la mia tenzone con il pesciolino li sotto direttamente in mezzo all'acqua. Raggiunta la prua assecondai quindi la sfuriata del pesce che nel frattempo sembrava fortunatamente almeno non correre più'. Provai quindi a recuperare con decisione ma rimasi subito deluso perché quantunque non corresse più il tipo li sotto non ne voleva sapere di salire oltre, ma quantomeno ora era a non più' di 20 metri dalla superficie.

 A questo punto la guida continuò a ripetermi di non lasciare mai la lenza lenta, pena la perdita del pesce a causa dell'amo senza ardiglione che in B.C. è una regola obbligatoria sia in mare che in fiume. Mi provo quindi a stringere di qualche grado la frizione per cercare di provare a trascinare la bestiola di qualche metro più su ma inutilmente.

 Per due tre volte infatti riuscii a recuperare qualche metro di lenza, ma poi lui con delle possenti testate si riprendeva subito il “maltolto“. E' stato allora lì che il mio Gilly disse che il pesce si resisteva, ma non aveva più la capacità e le energie per lunghe corse, stava appunto cercando di riprendersi resistendo solamente al recupero per poter sfruttare a suo favore la corrente e la profondità. Quindi ora era il momento di giocare d'attacco, ma non cercando di recuperare con il mulinello, ma bensì con l'aiuto del motore. Fattomi passare di nuovo a poppa la guida iniziò quindi con l'indirizzare la prua del motoscafo verso la scogliera di fronte a noi cercando quindi innanzitutto di riportare il pesce più in superficie semplicemente trainandolo dolcemente su dal fondo per mezzo del movimento dell'imbarcazione e assecondandone l'andatura costante verso la superficie.

 Il trucco si rivelò efficace e dopo solo pochi minuti potei iniziare a recuperare la lenza con più continuità. Presi 5, 10 metri e lo portai quasi sotto la nostra barca a circa 7/8 metri vedendone baluginare la sagoma argentea. Ero oramai vicino alla possibilità di vederlo da vicino e chissà forse di inguadinarlo, ancora un metro e un altro......d'improvviso.....neanche fosse stato appena allamato il tipaccio li sotto prima si impunta un'altra volta, ma stavolta invece di fare semplicemente il mulo, la bestiolina.... senza che nessuno se lo aspettava, riprese a correre come un ossesso portandosi di nuovo verso il largo e probabilmente di nuovo in profondità oltre i 30/40 metri.

 Mi girai, e fissai con sguardo allucinato prima Antonio e poi la guida, e mentre il cameramen riprendeva la scena, io avendo probabilmente una qualche smorfia che è dovuta sembrare quella di uno che aveva appena passato un brutto quarto d'ora, perché la guida mi fa...Is everything ok ? You wanna givme the rod for Antonio? “…..Tutto bene ti senti bene. Vuoi passare la canna ad Antonio ? “ Lo rifisso ancora più stralunato, ma questa volta con una faccia ancora più strana, probabilmente incazzata nera, anche perché il pesce era tutt'altro che stanco come aveva prima suggerito lui, al chè in risposta fece un gran sorriso e disse “...oh Stefano..I was joking......dont warry...I was just playing with you..”. In pratica...”stavo scherzando ...” Ritornai al mio combattimento con l'occhio fisso sulla canna, il cui puntale non smise di battere a causa della violenza dei colpi che il King continuava a dare, portandosi sempre più distante da noi. Avevo il terrore che l'attrezzatura che avevo quantunque di gran marca non reggesse alle forti sollecitazioni di quel demonio, cosa che mi rendeva nervoso, ancora più nervoso.

 Questo si ripeté almeno altre 4/5 volte non ricordo bene, recuperi e nuove volate verso il fondo del King, anche perché a quel punto la guida non se la sentiva più di stuzzicare il signorino e mi disse che il gioco era totalmente nelle mie mani e che la cosa migliore che potevo fare era assecondare il più possibile le sue lunghe fughe finché lui non si fosse realmente spompato. Questa guerra di logoramento con recuperi e fughe durò quasi 50 minuti.

 Ogni volta che il King arrivava sotto, ossia più o meno a 8/10 mt, la guida mi urlava take time, take time do not force him...” prendi tempo , prendi tempo, non forzarlo assolutamente, ed io quindi lo lasciavo riandare, fino a che dopo appunto il 4° o 5° recupero e seguente fuga, decisi che era il momento del tutto per tutto, chiusi per bene la frizione e i denti e cominciai a rimorchiare su con vena l'animale non dandogli più il tempo di poter nemmeno provarsi ad accennare ad una reazione tanto la mia azione fu repentina e vigorosa. Il tutto alla fine fu davvero veloce, ma la tenzone aveva estenuato sia lui che me .

 Realmente domato il King venne su come un'alice, oddio proprio un'alice non sembrava, piuttosto un meraviglioso campione della sua specie con la splendida livrea multicolore che brillava sotto a uno splendido sole settembrino. Tommy mise fine a quella gloriosa resistenza con un colpo di guadino da maestro, e la mia decisione fu di voler ridare la libertà ad un essere così forte e meraviglioso, appena dopo averlo misurato e aver fatto le foto di rito.

 Usando il sistema americano di pesata che viene calcolato misurando le proporzioni tra l'angolo stretto della coda e la punta del muso con la larghezza dei punti pancia&coda, venne stimato un peso tra i 60 e i 65 Pounds, qualcosa come circa 30 kili. La proporzione di quel bestione era già evidente nello scatto che ritrae da vicino la sua bocca nell'atto di mordere il guadino.

 Alla fine io stesso stremato dalla tenzone riusci a fatica a sostenere il peso vibrante e ancora possente di quel magnifico essere che giustamente si dimenava menado colpi con la coda. Ebbi a malapena la forza di fare 4/5 scatti e più volte dovetti far sostenere il suo peso da sotto dalla guida. In finale la più grande soddisfazione fu quella di ridargli la meritata libertà. A splendidi campioni come quelli si dovrebbe sempre dare la possibilità di procreare. Come oramai mia abitudine pensai che metter fine alla vita di un campione di quella specie avrebbe significato non avere più in circolazioni altri esseri con simili caratteristiche.

A quel punto scattammo il più velocemente possibile 5/6 foto che immortalarono la gran cattura, una delle più belle e divertenti che io abbia mai fatto.  


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