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Il Carpfishing visto da un eretico

Di redazione pubblicato il 08/05/20

Il Carpfishing visto da un eretico

 Quando si parla di Carpfishing, immediatamente si pensa ad articoli tecnici, report, valutazioni di attrezzature, consigli su terminali e pasturazione, o studi di alimentazione e biologia dei pesci. Bene, mi piacerebbe parlare di tutto questo, ma non ho problemi a dire che non sono all’altezza, ci sono moltissime persone più brave e qualificate di me in tal senso, quindi trovo opportuno che siano loro ad agire in tal senso.

 Diro’ di piu’: non solo non sono un esperto di carpfishing, ma non sono neppure un carpista. Sono un maledetto “tiraferassa”, che non perde occasione per lanciare qualche rotantino ai cavedani del fosso vicino a casa. Ogni tanto, cosi’ per fare, pesco anche a fondo o a tappo. Ma quel paio di volte l’anno mi fingo carpista anche io: tiro fuori la mia canna da carpfishing, la borsetta con gli hair rig, il guadinone e il materassino, e, con tutte le defaillances che mi sono permesse dal mio essere eretico, faccio delle minisessioni con una scatoletta di mais come esca, un po’ come le prime pescate a carpe che tutti abbiamo fatto da ragazzini. Insomma, anche se con poca convinzione, ci provo. Non e’ la mia tecnica principale, non sono un fanatico e non ho grande impegno in tal senso, ma comunque quelle pescate occasionali, un po’ a casaccio, ci stanno.

 Dal basso della mia ignoranza e dal mio essere esterno al mondo del carpfishing, di sicuro non ho intenzione di insegnare nulla a nessuno. Ma mi va lo stesso di parlare di carpfishing. Anzi, voglio parlare del “mio” carpfishing, e anche del mio non-carpfishing, e soprattutto di perche’ anche chi non lo pratica farebbe bene a dedicarci una canna, qualche innesco e qualche uscita.

 Andiamo con ordine. Uno dei primi motivi per cui molti neofiti stanno alla larga dal carpfishing, anzi spesso il primo, sono le attrezzature molto specialistiche. Di base, una combo da carpfishing serve praticamente solo a quello. “E se non mi piace poi mi trovo una canna e un mulinello che non uso, e a rivenderli perdo solo tempo e soldi”. Ma anche no! Una canna da carpfishing si puo’ usare per gran parte delle tecniche di fondo in acqua dolce e, perche’ no, anche da riva in mare (avendo l’accortezza di sciacquare molto bene). Ad esempio il deadbaiting, con cui vengono fuori lucci e perca notevolissimi. Senza arrivare a tanto, e qua so gia’ che i puristi cliccheranno sconvolti sulla X in alto a destra, voglio essere onesto: ho usato la mia canna da carpfishing piu’ con inneschi da fondo (e gamberetti, a caccia di pescegatti e bass, tanto per scandalizzare anche i bassmen), che con hair rig e mais. Diro’ di piu’, tanto per attirare altri insulti: non mi vergogno di usarla con un classico terminale da fondo con piombo leggero, amo, filo e mais, a scardole e per qualche carpetta sottoriva. Non e’ carpfishing, ma tanto per passare il tempo funziona! E, soprattutto, le carpe sono abbastanza diffuse sul territorio. Quindi, la prima scusa non sta in piedi. A meno che uno non sia il vicino di casa del nonno di Heidi, qualche modo per “riciclare” la combo da carpfishing e non tenerla inattiva c’e’ sicuramente.

 Una parte specifica di questa critica va anche alle esche. Se noi escludiamo il mais e i legumi, molti aromi ed esche sono specifici per questa pesca. Il concetto stesso di “boilies” come esca principe di questa tecnica, e tutto il mondo che ci gira attorno, sono insostituibili. Pero’ dal carpfishing le boiles si sono diffuse anche in altre tecniche! Mini boiles per rig da ledgering e persino da fondo o, raramente, tappo in acque ferme non sono un mistero. Le boilies normale, di grossa dimensione, in alcuni gusti sono adatte anche a cercare pescegatti e affini, o si possono tritare e usare per pasturare. Si, sono esche che sono nate in modo specifico, ma si possono usare anche in modo aspecifico. Poi ormai sono facili da trovare, ce ne sono di buone ad ogni prezzo, e anche farsele non e’ difficile.

 La seconda e’ il prezzo. Solitamente le attrezzature da carpfishing costano molto, e in effetti e’ vero. Ma qui, per prima cosa, dobbiamo stabilire cosa vogliamo. E in Italia siamo tanto modaioli ed esterofili, perdendo di vista la praticita’, tutti ci sentiamo i Sampei della situazione e vogliamo il massimo. Ed e’ un grave errore, perche’ l’evoluzione dei materiali in questi ultimi anni e’ stata rapidissima, e rende attualmente disponibili combo entry level che hanno poco da invidiare a fasce medie di una dozzina di anni fa. L’Azienda con cui collaboro, il gruppo Italia Fishing, ha a catalogo (con i marchi Alcedo e DIP) vari modelli di fascia media e bassa, sia di canne che di mulinelli, e una gamma di fili appositi, che permettono di farsi una combo dignitosa con un prezzo ridotto. L’ideale sono due canne. Come diceva il leggendario Mauro Patrucco, a cui devo molto per i suoi preziosi consigli di pesca e di vita, “due canne sono troppe sia se il pesce mangia, che se non mangia”. Nella sua umilta’ si definiva “carparo”, ma sicuramente avrebbe ancora moltissimo da insegnarci. Quindi, prendendo per buone le sue parole, due canne e due mulinelli (anzi, diro’ di piu’: spesso io vado con solo una canna, una Green Line Carp III in 3 sezioni, con un Focus Run 7004). Non entro nel merito di libraggi, lunghezze, potenze, materiali: per quanto mi riguarda, lascio questo argomento a chi pesca nella vostra zona. Sarebbe inutile che io dessi consigli relativamente a luoghi che non conosco. Di solito la regola generale e’ che con la 3 lbs fai un po’ tutto. Ma e’ ovvio che se vivi in riva al Po o a un grande lago e’ una cosa, se vivi dove hai solo fossi micragnosi o torrentelli e fiumiciattoli di fondovalle (nelle cui acque fresche, scendendo verso la pianura, qualche carpa c’e’, anche se raramente grossa) e’ un’altra. Quindi guardate con cosa pescano nelle zone attorno a voi e imitateli, adattando magari alle vostre necessita’ e peculiarita’.

 Mi permetto anche un parallelo con lo spinning, mondo che penso di conoscere discretamente: all’estero, se uno dice di fare spinning o anche di essere un bassman con una canna di fascia bassa e un ondulante o un rotante, nessuno lo critica. Se ci sa fare, anzi, gli fanno i complimenti. In Italia, se non hai la camicia con 57 toppe e una canna che costa piu’ di una utilitaria, e un mulinello uscito direttamente dall’Area 51, ti prendono in giro. Se pero’ poi con il rotantino gli sfili i pesci sotto il naso, si arrabbiano e ricevi insulti e sassi in acqua (esperienza personale). Stessa cosa nel carpfishing: dobbiamo far colpo sui pesci o sugli altri pescatori? Quindi, invece di abboccare alle sirene del marketing passando a nostra volta per boccaloni, pensiamo a cosa ci serve davvero. Una buona canna e un buon mulinello aiutano, ma il grosso lo fanno gli ultimi 30 cm prima dell’abboccata, e da li in poi minuteria e filo. Il budget e’ ancora troppo stretto? Siamo studentelli dal portafogli senza speranza? Ok, allora veniamo incontro ai nostri limiti e adattiamoci!!! Una canna da spinning pesante da 270, di quelle con potenza tra 80 e 120 gr, molto comuni tra chi tira a siluri e grossi lucci e marmorate, anche se un po’ corta non ha nessun problema a tirare a riva una carpa infuriata. Anzi, per la sua pezzatura ridotta, se il sottoriva e’ sgombro, rende molto facile la gestione degli ultimi secondi di combattimento prima dell’arrivo a guadino. E gran parte dei pesci che si slamano o rompono il filo sono persi proprio li. Certo, non e’ l’ideale per gestire al meglio pose, sottoriva infrascati e lanci lunghi, ma ci permetterebbe di iniziare con un costo minimo.

 Anche alcune canne da fondo piuttosto potenti e per nulla delicate si rivelano utilizzabili senza tanti patemi alla ricerca di carpe e affini. Ok, usare una canna da surf da 4,20 m per 300 gr di potenza, o una canna da siluri da 500 gr e’ decisamente eccessivo, ma qualsiasi cosa tiri tra 60 e 250 gr, a seconda di ambiente e necessita’, puo’ tornare buono in mancanza di altri (e di denaro).

 Diro’ di piu’: se proprio anche questo non fosse a nostra portata, riduciamo le nostre mire!!! Anzi, non peschiamo piu’ a carpfishing, ma cerchiamo di imitarlo. Hair rig, guadino adatto e materassino, queste sono le cose fondamentali, il resto amen! Andiamo in campagna, troviamo un fossatello largo un paio di metri con le rive sgombre e, anche se a questo punto non e’ proprio carpfishing ma una delle mie eresie, i pesci non lo sanno. In questi ambienti solitamente le carpe sono piccole, ma le sorprese non mancano. Una canna da spinning da almeno 2,40 m e 40 o 50 gr di potenza massima reale (personalmente allo scopo ho usato sia le canne Green Line Spin che Pride Spin, sia in versione 2 pezzi che telescopiche) con un buon mulinello, un valido 0,30-0,35 in bobina, un hair rig su dacron da 12 lbs e un piombo da 30 grammi posato delicatamente, e vedrete che le abboccate non tarderanno. E non sottovalutate questi micro ambienti! Da fossi larghi un metro e fondi una spanna mi e’ gia’ successo di sfilare carpe lunghe la meta’ (solitamente a tappo, ma anche a fondo e appunto in questa mia personale versione ultralight del cf). Marginal estremo, senza dubbio, ma se il budget e’ zero ci si accontenta, e quando le abboccate partono a raffica o si incanna la big si gode alla grande lo stesso. Anche i pesci piccoli meritano tutto il nostro rispetto, e sanno farci divertire, perche’ negargli una nostra foto??? ;) Di nuovo: vogliamo farci notare dagli altri pescatori, o dai pesci??? Date una chance ai posti meno noti e piu’ impensati, e vedrete che sarete ricompensati.

 Gia’ da qua si vede come non sia difficile fare le cose fatte bene. Anzi. Ma ora parliamo delle cose su cui spendere: materassino, guadino, filo, minuteria.

Il carpfishing si basa sul rispetto del pesce. Un guadino grande, adatto e solido, non costa molto. L’importante e’ che sia assolutamente affidabile (mai iniziare una pescata se non si e’ sicuri al 100% di poter salpare il pesce in assoluta sicurezza, anche se di taglia extra e valutando imprevisti!!!) e che abbia le maglie adatte a non ferire le squame del pesce. Idem il materassimo: scegliamone uno buono, e soprattutto ben imbottito. E teniamolo al fresco e all’ombra, che puoi avere il miglior materassino del mondo ma se lo tieni al sole a 40 gradi e poi ci appoggi le carpe allora e’ assolutamente inutile se non controproducente!!! E, dato che il carpfishing si basa sul c&r, questa fase e la relativa attrezzatura e’ assolutamente fondamentale. Esistono in rete moltissime pagine che spiegano l’uso corretto di questi strumenti per la cura del pesce; consiglio vivamente di investire un po’ di tempo in merito. Un amo perso o un terminale aggrovigliato si puo’ sostituire in pochi minuti, una carpa impiega anni a crescere. Spesso, nel gruppo della mia sede del CFI, si vedono foto in cui scoprono che la stessa carpa, riconoscibile dalle squame, e’ stata pescata e rilasciata piu’ volte nel corso degli anni. Perche’ negarsi e negare agli altri il piacere di qualche cattura in piu’?

 Il filo e la minuteria sono gli aspetti piu’ vitali della faccenda. Se la canna o il mulinello dovessero rompersi, per una nostra caduta o per sbadataggine, o per un difetto, se il filo e’ buono e il pesce non e’ enorme abbiamo comunque buone possibilita’ di recuperarlo e slamarlo evitandogli di girare per giorni legato ad un fastidiossisimo amo. Idem se la minuteria tiene: le girelle e gli ami devono essere solidi e i rig ben fatti. Imparate pochi nodi ma fatti bene. Non serve a nulla saper fare 50 nodi diversi, se non li sai scegliere e utilizzare correttamente e fissare nel modo giusto. Tenetevi la bobinetta di filo per i terminali sempre pronta e non esitate a rifare i terminali danneggiati. Ho gia’ visto pesci notevoli andarsene per cedimento del terminale o perche’ il nodo si e’ slegato. Quindi, poche cose ma fatte bene. Poi man mano con il tempo e con l’impegno, soprattutto con l’impegno, aumenterete il vostro bagaglio di esperienze e capacita’, e potrete valutare cosa e’ piu’ adatto agli ambienti che affronterete nelle vostre sessioni.

 Poi, il supporto della canna. Picchetti, forcelle, avvisatori e affini. Si trovano discreti rod pod a 50 euro, e gli avvisatori sono a 20 euro l’uno. Costano troppo? Basta qualche picchetto, due a forcella per il calcio della canna e due a vite per gli avvisatori, e con una decina di euro ci siamo. Ancora troppo? Anche qua rinunciamo al carpfishing vero e proprio. Se siamo veramente alle strette, e se proprio il mercato dell’usato non ci fa trovare nulla, bastano un picchetto a canna e qualcosa che segnali l’abboccata. Non importa cosa, basta che tenga basso il filo e non ne causi l’attorcigliamento in recupero o, peggio, in combattimento. Esistono degli anelli appositi. Se uno vuole proprio risparmiare puo’ scavare un tappo in sughero da bottiglia facendo un incavo a gancio, o mettendo una vite ad occhiello. Quando il tappo salta, e’ ora di ferrare!!!

 Insomma, con pochi soldi siamo riusciti a fare un’attrezzatura. Passiamo alle altre critiche.

 Un’altra e’ che bisogna andare lontano per prendere pesce. A meno che uno non viva in alcune zone montane o al sud, o nel centro di una metropoli, e’ una cavolata. Le carpe sono ubiquitarie. Certo, magari non troverai la over 20 nel fosso dietro casa, ma quasi sicuramente una carpa c’e’. Da 500 metri di quota alla riva del mare, in torrenti di fondovalle, fossati, maceri e cavette abbandonate, sicuramente una carpa e’ li che ti aspetta. Assieme a questo aggiungo il discorso spostamenti: ho fatto belle sessioni spostandomi tranquillamente in bici, e ne’ il mio mezzo ne’ il mio allenamento sono mai stati di particolare pregio.

 La quarta problematica e’ il fattore tempo . Certo, il carpfishing e’ una pesca statica, ma non per questo bisogna metter su un accampamento indiano e stare li mesi. A buttar giu’ una canna, mettere di fianco una seggiolina a sdraio e poi l’altra canna, vanno via 10 minuti. Poi, la pasturazione: usando esche adeguate alla stagione e organizzandosi ne basta poca. Ovvio che se voglio pescare a mais a dicembre non e’ proprio l’ideale, si puo’ anche fare volendo ma implica vari problemi. Tutte cose che non vietano di fare sessioni veloci da un pomeriggio o una sera.

 La quinta e’ che e’ una tecnica statica. Personalmente, questa e’ la cosa che piu’ soffro del carpfishing. Ma la cosa e’ risolvibile aggirandola. Ricordate la famosa seconda canna? Bene, dato che spesso dove ci sono carpe ci sono anche bass e cavedani, potrebbe essere una cannetta da spinning! E due lanci sottoriva, mentre l’altra canna e’ ben puntata altrove, possono dare gradite sorprese (sconsiglio di tirare a siluri perche’ possono essere molto impegnativi come tempi e farvi perdere abboccate sull’altra canna, o fare rumore e disturbare le carpe). Oppure una cannina a tappo o a passata per le scardole, o a mosca per i cavedani. Oppure, basta pensare a quel pomeriggio come a un giorno di relax, di riposo e prendersela comoda. C’e’ troppo stress nel mondo, dobbiamo proprio esser sempre attivi su qualcosa? Stacchiamo la spina, concentriamoci sull’ambiente circostante, e aspettiamo che la nostra amica con pinne e baffi venga a salutare il nostro innesco… il carpfishing sa essere veramente rilassante. Sul serio, un mix di riposo e adrenalina dopo le ferrate che ha effetti stupendi sul nostro corpo, sul nostro umore e sulla nostra salute. Altra cosa, il carpfishing si mescola molto bene con birdwatching, osservazione faunistica/naturalistica, botanica e idrologia o geologia, e, la sera, astronomia. Sul serio, se siete appassionati di minerali, piante, animali, stelle e pianeti, non e’ difficile trovare un posto che vi consenta di combinare le cose. Oppure, se avete dei buoni avvisatori, potete leggere un libro (ma attenzione alle subdole mangiate in calata!!!).

 Ultima critica, il fatto che sia una tecnica monopesce. A molti pescatori piace andare mirati puntando su una specie, li fa sentire inconsciamente sicuri e concentrati; soprattutto chi mira ai big ricerca la specificita’. Altri (tra cui il sottoscritto) invece prediligono le tecniche in cui non sai mai cosa prendi. Ok, ci puo’ stare. Ma anche col carpfishing, tra pescegatti scardole carassi breme ed altro, non mancano le abboccate occasionali di qualche visitatore inatteso. Se uno sta un po’ in quota, anche i barbi ci danno alla grande, e si possono realizzare inneschi e montature “bi specie”. E poi, per un tiraferassa come me, la carpa e’ un pesce che solitamente non frequento molto, una piacevole alternativa... perche’ non darle una possibilita’?

 Come vedete, il grosso dei “problemi” che affligge il carpfishing e’ facilmente aggirabile. Ma, volutamente, fino ad ora non ho risposto alla domanda fondamentale del pescatore: “ma, alla fine, perche’ dovrei fare carpfishing???”. La risposta e’ semplice, e stranamente non e’ 42. La risposta giusta e’ “Perche’ no???”. Si, questa e’ la risposta giusta. E’ la domanda che e’ sbagliata. Anche se non sono, anche se non sei carpista, ogni tanto un po’ di carpfishing ci puo’ stare. Da solo? Con gli amici? Su un lago in Francia o Germania? A 50 metri da casa? Con una combo entry level o riciclata dallo spinning o da altre tecniche? Con una canna da 1000 euro? Con un accampamento e un equipaggiamento da Desert Storm o con un seggiolino cinese a 3 gambe? Come scopo esistenziale della tua vita o tanto per fare mentre ti rilassi e guardi le piante e i fiori sull’argine? E chissenefrega!!! Ci sta e basta. Prendi il tuo barattolino di mais o legumi o il sacchettino di boiles, la borsetta con gli hair rig, il materassino, la sacca con guadino canne e picchetti, la seggiolina, e vai. Al resto ci pensano le carpe.

 Per cui, dopo questo enorme papiro, spero che vi sia chiaro un concetto: il carpfishing non e’ perfetto, non e’ santo, non e’ la risposta. Ma e’ una risposta, ed e’ una risposta valida ad una delle domande fondamentali. Risponde al nostro bisogno di trovare se stessi, risponde al voler capire chi siamo, risponde al voler metterci alla prova nel risolvere piccoli problemi con inventiva, risponde alla nostra voglia di rilassarci e divertirci, risponde al nostro bisogno di stare all’aperto e di relazionarci con la natura. Il problema non e’ la risposta, il problema e’ soltanto la domanda dentro di noi. Sta a noi scegliere la domanda a cui vogliamo rispondere, e il modo in cui vogliamo affrontare la risposta. E i pesci non parlano, ma di risposte ce ne danno eccome.

 Il vero carpista non e’ chi ha un set di canne da migliaia di euro o chi ha la fortuna di potersi permettere mesi di viaggio in luoghi farciti di over 20, ma chi, con i mezzi a sua disposizione, riesce a fare del suo meglio con un hair rig nel pieno rispetto del pesce, piccolo o grande che sia. Questo e’ carpfishing. Il resto e’ tutto un qualcosa di piu’ che sicuramente ci puo’ aiutare a praticare meglio questo sport e divertirci, ma se manca quella filosofia di base manca tutto

 Quanto ho appena scritto mi costera’ le ire di carpisti, spinnisti, e altri 5 o 6 -isti assortiti. E non me ne frega nulla. Da eretico, tornero’ felice sul mio fosso a tirare cucchiaini. O a far scorrere un galleggiantino a tappo. O a buttar giu’ un amo a fondo. Oppure, senza tanto clamore, a piazzare un hair rig e a vedere chi sara’ a farmi visita. In ogni caso, ringrazio i pesci, supremi giudici della nostra presentazione, per questo e per molto altro.


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