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Il Lago di Olmo

Di roberto granata pubblicato il 08/09/17

A pochissima distanza dalla città di Lodi, ma tuttavia immerso nella natura, si trova il lago di Olmo. Dalla forma di un lungo e stretto rettangolo,  di circa 200x30 metri, ha una profondità massima verso il centro di 3-3,5 metri. Le rive sono piuttosto digradanti; partiamo da circa 1 metro di profondità del sottoriva (del quale parleremo in seguito per le sue caratteristiche) per arrivare alla suddetta profondità massima. Le specie predominanti sono due, carpa e black bass, e già questo ci fa intuire la possibilità di praticare svariate tecniche. Si aggiungono poi, in misura minore, scardole, cavedani, qualche amur e qualche channel catfish. Parlando poi della prossima stagione invernale, si sta pensando ad una “ trout area” ma, per informazioni più dettagliate, sarà opportuno contattare la gestione, disponibile anche per chi volesse organizzare gare, campionati e quant’altro. Proprio gli scorsi 29 e 30 Luglio hanno visto lo svolgersi dei Campionati Provinciali di pesca a Roubaisienne. Il recapito telefonico è : 334/9539995 (Ivan), ed in alternativa la pagina Facebook “Lago Olmo”. Il lago è aperto praticamente tutto l’anno e l’attuale giorno di chiusura è il martedì, ma si consiglia comunque, prima di recarvisi, di informarsi ai suddetti recapiti. Per quanto riguarda le tecniche praticabili c’è veramente di che sbizzarirsi; pesca al colpo, roubaisienne ( la più praticata), bolognese, fondo e method per i ciprinidi, spinning e mosca per i black. Sono consentite tutte le esche naturali, ma per la pasturazione non sono accettati gli sfarinati, a meno di pescare a method, mentre le esche artificiali devono avere ami privi di ardiglione. Tutte le specie presenti nel lago devono essere rilasciate, cercando di usare la massima cura, indipendentemente dalla tecnica praticata. Attivo da diversi anni, il lago è diventato anche un simpatico centro di aggregazione tra amici, per quattro chiacchiere e magari una partitella a carte. Per arrivarci occorre percorrere la tangenziale di Lodi ed imboccare l’uscita per Piacenza. Subito dopo si svolta a sinistra per la località Olmo dove, imboccando via Scarampo si arriva ad una svolta obbligata a destra. Poco dopo si imbocca la strada sterrata segnalata dal cartello “Foresta di pianura di Lodi” ed alla fine di questa si arriva al lago. Ma ora è il momento di parlare di pesca vera e propria, con qualche consiglio per divertirci con le due specie predominanti, ossia carpa e black bass.

 La carpa

 Io sono un pescatore spinning e, di conseguenza, non ho la pretesa di parlare di tecnica sulla pesca della carpa, ma solo di dare qualche informazione “ rapita” ai carpisti. Uno dei due lati lunghi del lago si caratterizza per la presenza di grossi pioppi, ed è il preferito dai carpisti. Forse perché c’è ombra? Può anche darsi, ma fatto sta che, pescando sempre da questo lato e prevalentemente con la roubaisienne, tecnica regina in fatto di precisione nel depositare l’esca, si è creata una maggiore presenza di pesce. Quest’ultimo, anche se per i più svariati motivi dovesse stazionare altrove, è comunque più incline a portarsi nella suddetta zona, non fosse altro che per la maggiore presenza di cibo che sa di trovare costantemente (pastura ed esche).

Preferite quindi questa riva.

 Il black bass

 Presenti in buona quantità con soggetti di ogni taglia fino a sfiorare i due chili, i black del lago di Olmo sono di certo divertenti, ma anche piuttosto impegnativi. Questo è dovuto non tanto alla pressione di pesca, neanche molto elevata, ma al transito dei pescatori sulla riva, subito captato sia per natura che per abitudine dai boccaloni. Ma il sistema c’è: sulla riva opposta c’è un solo albero, per il resto c’è solo erba. In acqua troviamo invece banchi di ninfee a tratti e, fattore spesso non osservato o non tenuto nella dovuta considerazione, l’immediato sottoriva leggermente “scavato” proprio sotto ai nostri piedi. Proprio questo piccolo “scalino” diventa, soprattutto nelle ore tardo-pomeridiane e verso il tramonto, il luogo preferito per i black di taglia, che possono allo stesso tempo nascondersi alla nostra vista e sferrare attacchi alle ignare prede che transitano nei paraggi. Da raccomandare la massima cura in fase di avvicinamento. Spesso, infatti, quando ci sembra di aver compiuto tutto alla perfezione, prima ancora di poter lanciare scorgiamo i sospettosi black fuggire, segno evidente che occorre agire in un altro modo. Le tecniche più redditizie diventano quindi due:

  1.  Pescare con uno spezzone di filo lungo quanto la canna, rimanendo leggermente indietro dall’acqua e diventando quindi difficili da percepire per il pesce. Così facendo possiamo vibrare un’esca galleggiante sul posto od effettuare al limite brevi spezzoni di recupero.
  2. Effettuare lanci piuttosto corti (indicativamente 6-7 metri) nell’immediato sottoriva, meglio ancora se siamo riusciti a scorgere il pesce nello scalino o sotto le ninfee, riuscendo così ad interessarlo senza essere visti e percepiti. Sono d’obbligo comunque un avvicinamento cauto ed una buona precisione nel lancio.

 Anche gli altri lati non sono da scartare, in particolar modo quelli corti sempre piuttosto tranquilli ed a volte solcati da una leggera patina portata dal vento.

In conclusione, un bel posticino lontano dalla confusione ed immerso nei classici scenari della Pianura Padana, dove trascorrere qualche ora con la piacevolezza del nostro hobby preferito.      


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