Tecniche

Il lancio tecnico nel surf casting

Di Michele Nardi pubblicato il 02/01/14

Quante volte sentiamo parlare di lancio tecnico e quante volte chi ne parla lo fa con cognizione di causa?  Il lancio tecnico può essere utile anche in pesca ma prima di cimentarsi nella tecnica è bene sapere che non tutti gli stili si possono abbinare perché, come sempre, il pescatore deve fare i conti con il fatto di dover posizionare un’esca integra in un punto ben preciso del fondale antistante, cosa che tutti sanno ma che solo in pochi ricordano al momento giusto.

Fin da piccoli ci hanno insegnato cos’è un arco corredato di frecce e tutti abbiamo subito capito che più si riesce a piegarlo (tirando) e più lontano scaglia la freccia. Ebbene, una canna da pesca funziona quasi allo stesso modo, con la differenza che il filo è attaccato solo a un lato a differenza dell’arco dove è attaccato a entrambi. Per questo motivo sono state inventate le più svariate tecniche di lancio, tutte più o meno valide per riuscire a caricare (piegare) la canna, in modo da posizionare le nostre insidie anche a delle distanze che fino a ieri erano ritenute irraggiungibili. Questo è il concetto basilare che tutti dovrebbero avere sempre in mente. Quello che conta è sempre il risultato finale e non più di tanto la bellezza del gesto, una bellezza di cui ai pesci non può fregare di meno! La canna da pesca, e specialmente quella da surf casting, è come un arco: più si piega e maggiore sarà la distanza traguardabile. Con questo concetto vogliamo chiarire che il lancio tecnico serve, e deve servire, soltanto per caricare al meglio l’arco della canna. Parlando con i surfisti si capisce che troppo spesso si pensa, ad esempio, al ground (cast) come se fosse l’unica medicina per riuscire a prendere qualche pesce, senza sapere neppure che questa misera parola inglese non vuol dire altro che terreno. Altrettanto spesso si presta tutta l’attenzione possibile alla canna che andremo ad utilizzare tralasciando quello che conta almeno allo stesso modo, e cioè il mulinello, che deve necessariamente essere preparato a dovere prima di fare un qualsiasi tipo di lancio, altrimenti quella desideratissima distanza da raggiungere non arriverà mai. Perciò, andando per gradi, spiegheremo tutto quello che c’è da sapere riguardo all’uso del lancio in pesca, lasciando da parte quello tecnico da fare esclusivamente nelle gare su prato perché è tutta un’altra storia. Da sapere che la parola “casting” accompagnata da un numero, che di solito si trova scritta sulle canne, identifica la somma di tre fattori: il peso del piombo, il peso della lenza e il peso dell'esca. Esistono anche canne che riportano più di un casting, secondo il tipo di lancio utilizzato. Ebbene, questo lo riteniamo un piccolo errore perché una canna non può che avere un solo vero casting ed è profondamente sbagliato il concetto dell'attrezzo che si possa adattare al lanciatore e al suo stile. La verità è l’esatto contrario, e cioè, il lanciatore deve adattarsi all’attrezzo, e riteniamo anche che debba farlo senza porsi troppe limitazioni (vedi lancio, piombo, lenza e chi più ne ha più ne metta) altrimenti la pesca non è più un divertimento!

Surf Casting & Long Casting

Due discipline che ogni anno si distanziano di più l’una dall’altra. Specialmente negli attrezzi utilizzati non c’è più alcun paragone da fare visto e considerato che le canne da Long Casting sono impossibili da utilizzare con successo in pesca, come lo sono i relativi mulinelli, spesso del tipo a bobina rotante. Questo tipo di mulinello è ormai in disuso anche nel Regno Unito, la sua patria. Ovviamente stiamo affermando che è sempre meno usato sulle spiagge, mentre sul prato resta l’eroe indiscusso! Di fatto, escludiamo subito dalla nostra analisi due tipi di lancio che sono nati proprio abbinando alla canna il cosiddetto “mulo rotante”, denominati Pendulum Cast e Aeroground Cast. Questi sono stili che si allontanano dalla pesca per rappresentare la disciplina del lancio separatamente a questa. C’è in ogni modo da sapere che in linea di massima l’esecuzione di questi due lanci è simile a quella del Ground Cast, con la differenza che alla partenza il piombo non appoggia in terra ma viene fatto pendolare per poi essere proiettato fuori nel momento in cui il piombo si troverà parallelo al terreno (fase di stallo), attimo in cui non si avverte il suo peso. Questi stili di lancio non necessitano di nessun accorgimento particolare finché il piombo non ha nessuna esca da portarsi dietro. Purtroppo però, oltre alle canne apposite, se si vogliono usare in pesca c’è la necessità di fermare l’esca, o le esche, altrimenti si rischia seriamente di ritrovarsi con un amo conficcato in testa! Questo è il motivo principale per cui non li riteniamo idonei per la pesca. Poi ci sarebbe da parlare della lunghezza delle canne, poi della pesantezza del complesso pescante, poi dei divieti (giusti) nelle competizioni e poi di qualcos’altro di cui ci siamo certamente dimenticati. In breve, entrambe le tecniche in questione sono particolarmente difficili da imparare, pongono limiti e condizioni e, inoltre, hanno ottime alternative. Le tecniche di lancio di cui parleremo sono soltanto tre, quelle che bastano e avanzano per pescare bene aiutandoci a  posizionare le esche esattamente nel punto prescelto.

Tre

Sono le tecniche di lancio indispensabili per il moderno pescatore da spiaggia con cui poter realizzare sempre la migliore delle pescate possibili in un dato momento. Un lancio ben eseguito darà il massimo risultato con il minimo sforzo. Questo è un aneddoto da non dimenticare. La gestualità dei movimenti deve essere pulita e il momento del rilascio sempre preciso. Il concetto di base per un lancio, qualunque esso sia, è che il braccio destro (il sinistro per i mancini) prende la mira e spinge, ma lo fa soltanto di conseguenza al movimento del braccio sinistro, che è il vero motore del lancio essendo sempre in presa. Dalla posizione di partenza in cui il destro è contratto e il sinistro quasi completamente disteso, dovremo infatti trovarci a lancio eseguito con il destro ben disteso e il sinistro contratto, con il pomello della canna appoggiato sul pettorale sinistro o nelle immediate vicinanze. L’errore più comune è il fatto che il sinistro resta passivo, e cioè non tira, quindi il lancio avviene con la sola spinta del destro senza nessuna leva, e ovviamente le distanze raggiungibili risulteranno sempre inferiori alle nostre aspettative. Tutti gli stili di lancio prendono il nome dalla posizione di partenza che li contraddistingue e quelli di cui parleremo non fanno certo eccezione: si tratta dell’Above Cast, del Side Cast e del Ground Cast (cast dall’inglese sta per lancio). Da sottolineare che un lancio non si può spiegare e tantomeno imparare tramite testo per cui ci limiteremo a farveli conoscere teoricamente, giusto per avere un’infarinatura nel caso intendiate farveli insegnare da un maestro qualificato: unico modo per impararli tutti nel migliore dei modi e in breve tempo. Abbiamo accennato al pomello della canna, un componente molto importante a cui fino a poco tempo fa non veniva data nessuna rilevanza dalle aziende costruttrici. Di fatto, questo componente è utilissimo e non possiamo più farne a meno! Il pomello di gomma in fase di lancio aiuta a posizionare al meglio la mano e a fare forza nel modo migliore, mentre una volta in pesca, oltre a salvaguardare la base del nostro prezioso arco, terrà la canna ferma facendo da ammortizzatore e impedendole anche di girare lateralmente.

Above Cast

Tradotto dall’inglese, significa lancio sopra la testa. Utilizzabile con qualsiasi tipo di arco, è un lancio che rispettando il suddetto concetto di base si può imparare anche da soli. Prende il nome dal fatto che la posizione di partenza per la sua esecuzione è con la canna alta sopra le spalle, al centro della testa, rivolta perpendicolarmente al mare e con il piombo sospeso in aria. Durante il lancio il piombo passerà proprio dritto sopra la nostra testa. Da eseguire tutte le volte che serve posizionare l’esca in un punto ben preciso che può essere situato a partire dallo scalino di risacca per arrivare nei primi 60/70 metri. E’ un lancio che se ben eseguito da ottimi risultati in termini di precisione e può essere utilizzato con tutti i tipi di esche.

Side Cast

Significa lancio laterale. Utilizzabile con tutti i tipi di arco strutturati per la spiaggia, dal beach ledgering al surf casting. La posizione di partenza del Side Cast è, come suggerisce il nome, da un lato (solitamente quello destro). Dovremo avere il fusto della canna al nostro fianco, verso il quale il busto si torcerà per portarla a essere rivolta in direzione perpendicolare al mare. In partenza il piombo può essere sia sospeso in aria sia appoggiato in terra ma ovviamente è posizionandolo sul terreno che avremo i migliori risultati in termini di gittata. In fase di lancio il piombo ci passerà sopra quasi diagonalmente. E’ un tiro che può dare anche ottime distanze di lancio ed è molto versatile poiché permette l’utilizzo di tutte le esche. Ricapitolando, è uno stile non troppo difficile da imparare che non pone limiti e condizioni al suo utilizzo e, inoltre, non richiede né attrezzature apposite né armature particolari. Non pone neppure il limite della distanza poiché c’è chi con questo tipo di lancio arriva a toccare i 180 metri, ovviamente, lanciando con il solo piombo e coadiuvato da attrezzatura ottima e preparata nel migliore dei modi. L’unico difetto, se di difetto si può parlare, è quello di non riuscire a caricare al 100% gli archi durissimi. Per questo motivo, e solo per questo, entra in scena il lancio successivo che è considerato il re dei lanci da spiaggia.

Ground Cast

Significa lancio dal terreno. Utilizzabile esclusivamente con archi progettati appositamente con casting effettivo dai 200 grammi a salire. Il Ground Cast prende il nome dal fatto che in posizione di partenza il piombo è appoggiato in terra. Con il Ground Cast analizziamo uno dei lanci più tecnici e potenti utilizzabili con successo nel panorama della pesca dalla spiaggia. Da rilevare come per realizzare un buon lancio siano necessari esclusivamente attrezzi dedicati in due o tre pezzi, molto robusti e studiati per sfruttare al meglio la dinamica di caricamento di questo tipo di lancio. Se tutte le operazioni descritte in precedenza saranno eseguite con cura ci troveremo con le braccia alte di fronte a noi e una canna quasi del tutto caricata che attende soltanto il momento di chiusura, che avverrà per opera del braccio sinistro che tirerà con forza verso il pettorale sinistro, con il peso del corpo trasferito interamente dalla gamba destra a quella sinistra. Il piombo sarà così sparato a distanze impressionanti! Consigliamo ai novizi che intendessero imparare questo stile di lancio di iniziare ad apprendere il movimento di rotazione con un drop lungo fino all’altezza del mulo e di accorciarlo o allungarlo progressivamente fino a trovare in seguito una propria misura ottimale, che andrà ricercata giorno dopo giorno rispetto alle proprie caratteristiche e agli attrezzi impiegati. La posizione della canna sarà rivolta in direzione parallelamente opposta rispetto alla linea di battigia, con il cimino vicino al suolo e il piombo in linea o arretrato rispetto ad esso. Il Ground Cast se ben realizzato da sicuramente qualche metro in più rispetto ai lanci sospesi. E’ bene non utilizzarlo con esche troppo fragili poiché la sua potenza potrebbe rovinarle. Bene con i vermi purché in fase d’innesco siano stati fatti risalire quasi interamente sul finale. Il bello di questo stile di lancio è che si può fare anche senza l’uso dei fastidiosi bait clip. Infatti, non dobbiamo mai dimenticare che una volta in pesca la migliore delle lenze è sempre quella cui non c’è più niente da togliere.

Canne ripartite

In fine vogliamo fare un piccolo chiarimento che riguarda la tipologia di attrezzi comunemente chiamati RIP. Con la parola “ripartita” s’identifica soltanto un tipo di lavorazione. Si tratta della ripartizione delle sezioni che è fatta ai blanks delle canne più performanti, che volendo possono essere di qualsiasi tipo, anche telescopiche. Non è altro che l'uso di diversi tipi di carbonio secondo il punto preciso dell’attrezzo, in modo da ottenere un’azione più bella e armoniosa possibile. Normalmente nei giorni nostri questo tipo di lavorazione si applica solo alle canne in due o tre pezzi. Ad esempio, la famosa serie Poetica MN2 di casa Trabucco ha una lavorazione ripartita di quelle toste, con l'aggiunta della bella e incisiva vetta tubolare (tra le pochissime canne in commercio ad averla) anch'essa ripartita con carbonio alto modulo in basso e carbonio ad alta resistenza in alto. Ora avrete certamente capito che dire ripartita, può significare molto oppure poco, o anche niente, ciò che conta è sempre la prova in spiaggia e non di meno la lunghezza dell'attrezzo, che per pescare bene non dovrebbe essere mai inferiore a metri 4,20.

Michele Nardi

 



www.trabucco.it

 

 

 

 


FacebookTwitterGoogle+Invia per email

Collabora


Ti potrebbero interessare anche: