Itinerari Italia

Il Lete: tra poesia e bollicine

Di Luigi Colucci pubblicato il 08/08/09

UNA PREMESSA…POETICA

“L'acqua che vedi non surge di vena 
che ristori vapor che gel converta, 
come fiume ch'acquista e perde lena;

ma esce di fontana salda e certa, 
che tanto dal voler di Dio riprende, 
quant' ella versa da due parti aperta.”

Così Dante lascia che Matelda descriva il Lete, il fiume purgatoriale sulle cui sponde si svolge la processione che conduce al paradiso terrestre, ma questo fiume ai giorni nostri è diventato famoso forse più che per le parole del sommo poeta, quanto per una nota pubblicità.

La cosa certa è che dopo la costruzione della diga del Letino che quest’anno compie cento uno anni, il fiume ha mantenuto le caratteristiche di una risorgiva ricca di flora e fauna acquatica. L’ antico ceppo di trote mediterranee è stato compromesso dai ripopolamenti delle scorso centennio, ma la presenza dei salmonidi è comunque abbondante con trote fario e qualche iridea di tutto rispetto, con pesce salubre e qualche pezzo di taglia che garantiscono il divertimento di chi si accinge a bagnarvi la coda.

Dalla diga nel comune di Letino sino al piccolo abitato di Pratella in provincia di Caserta, il fiume scorre incassato tra montagne e vallate stupende, ricche di verde, luogo ideale per il relax. Il letto del fiume è stretto e, in alcuni punti, è difficile pescare data la forte corrente, ma nei punti in cui si aprono le anse e il fiume inizia ad allargarsi, pescare a secca tra gli erbai è molto stimolante. Il tratto che ho visitato ad inizio estate è stato proprio quello al centro dell’ abitato di Pratella, un tratto sostanzialmente breve, ma che presenta sia difficoltà tecniche nell’ esecuzione dei lanci, sia conoscenze discrete degli insetti data l’ ottima qualità delle acque.

 RICORDI E TECNICA

 Ho trascorso un’ intera giornata sul fiume dedicando la mattinata a stanare qualche trotella in caccia nel sottoriva con una sette piedi e sei per coda tre con un finale di quasi cinque metri che terminava con uno 0,10 e una moschina sull’ amo del 16 che imitava una betis.

Lanci corti, risalendo il fiume ho fatto scivolare la mosca sotto una frasca a pelo d’ acqua e…ecco la prima. Poi un gorgo tra gli erbai ed eccone un’ altra. La mattina è volata, chiudo tutto e mi reco al ristorante giusto a fianco al letto del fiume, per pranzare e per rinfrescarmi un po’ dal caldo asfissiante. Le tagliatelle alla boscaiola sono spettacolari e le porzioni adatte ad un magione come me, mentre il vino poi è ancora meglio.

Saziato l’ appetito la voglia di pescare si riaccende, mi rimetto i waders verso le quattro del pomeriggio e mi infilo nella zona all’ ombra del tratto in questione. Lascio la sette piedi e sei per impugnare una otto e sei coda quattro più adatta al caldo e alle mie intenzioni: strimerino nero fatto passare sottosponda nella penombra degli alberi e le più vispe non si fanno attendere. Alterno una ninfettina scura con la testa in tungsteno di colore fluo orange negli scorci di luce che filtra tra gli alberi e tento a vista di ingannarne qualcun’ altra. Attendo tra un lancio e l’ altro di vedere qualche insetto divincolarsi dalla morsa delle acque e alzarsi in volo per dare il via alla schiusa serale, così da poter riprendere di nuovo la canna da secca e godermi lo spettacolo del coup de soir.

Verso le sei e mezza abbandono l’ la pesca sotto la superficie per riprendere confidenza con il mondo degli insetti alati: Betis, Serratele e Rhitrogene la fanno da padrone, così monto un’ effimera sul amo del 14 color carne ad imitare proprio queste ultime, ed inizio la mia ricerca della bollata.

La schiusa aumenta di intensità così come la mia impazienza fino al primo schiocco sull’ acqua che attira la mia attenzione. Eccola dietro un erbaio, lancio curvo per evitare il dragaggio, l’ imitazione di rhitrogena passa e la trota non si fa attendere. Combattimento breve, piccola ma stupenda così il tempo di liberarla e un’ altra bollata attira la mia attenzione nel sottoriva…altro giro altra soddisfazione. Il tempo in questo luogo è volato, ho percorso due volte il tragitto risalendo e riscendendo il fiume durante il corso della giornata e ormai col sole tramontato la giornata ebbe fine, ma quante soddisfazioni! Schiuse abbondanti, pesci collaborativi ma anche tanta tattica e tanta ricerca, un fiume semplice avvolte esile nel suo scorrere ma che per una giornata di svago sa regalare davvero molto purchè lo si affronti con lo spirito giusto.

 PERMESSI, LICENZE E VIABILITA’

 Per pescare nei fiumi della provincia di Caserta occorre la licenza di tipo B (acque interne), la tessera Fips accompagnata da un libretto segnacatture del costo di 4 euro reperibile anche in loco presso il bar al centro dell’ abitato di Capriati al Volturno. Presso lo stesso esercizio troverete anche il tesserino valido per il No Kill di Capriati che per quest’ anno ha costo zero.

Per raggiungere il piccolo abitato di Pratella da Nord A1 direzione Napoli uscita Vairano- Caianello poi ss 372 seguendo le indicazioni per Pratella.

Da Sud A1 medesima uscita. Oppure da Benevento ss372 uscita di Baia e Latina e seguire le indicazioni per Pratella.


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