Tecniche

Jiggando nel Blu

Di Simone Bini pubblicato il 19/09/10

Dopo un'ora di volo dall'aeroporto di Firenze, giungo a Cagliari, dove ad aspettarmi ci sono Carlo Leone ed Eisuke Kawakami,appena arrivato dal Giappone per condividere con noi una sessione di pesca a vertical jigging per testare e conoscere più da vicino le ultime novità prodotte in casa Yamashita.

Per me è sempre emozionante tornare su quest'isola dove tanti amici sono sempre ad aspettarmi per uscire a pesca in un mare, rispetto aquello che lambisce le coste della Toscana,regione in cui vivo, molto meno sfruttato dalla pesca professionale.

Un viaggio di circa un'ora tra i tornanti della costa sarda, ci accompagna in un luogo da sogno: Villa Simius.

Un luogo che offre tante interessanti attrazioni per chi decide di effettuare una vacanza anche con la famiglia, grazie alle molte spiagge bianche ed alle bellissime isole selvagge che vanno completare questa cartolina del puddella Sardegna, spesso poco valorizzato.

Vengono sempre valorizzate le zone del nord, ma vi posso assicurare, avendo girato questa regione in  largo e lungo, che ci sono tanti luoghi da sogno che potrete scoprire facendo le strade che percorrono l'intero perimetro la costa.

Arriviamo in paese per un caffè e, dopo un anno, le persone ti accolgono come se tu fossi un componente della famiglia, ti fanno sentire a casa ; quando si tratta di pesca e di conoscere le novità ad essa relative, diventa un problema non da poco perché vogliono sempre tutti essere coinvolti.

La pesca in Sardegna è praticata da molte persone di tutte le età: mi ricordo le tante pescate fatte attorno all'isola della Maddalena con nonni e bambini a bordo dei tipici gozzi in legno; è senza dubbio una tra le passioni più praticate, grazie anche alla pescosità delle acque ed al paesaggio che conserva queste ricchezze biologiche.

Arrivato sul porto, vedo in lontananza il mitico gommone dell'amico Carlo, che mi ha accompagnato in tante zone della Sardegna con qualunque mare senza fare mai una piega.

In Sardegna molti pescatori utilizzano il gommone, un mezzo a me caro per praticare queste tecniche di pesca, perché ti consente di uscire in sicurezza con qualunque situazione meteo ed inoltre riesce a rimanere in corrente sui punti di pesca senza avere un eccessivo scarroccio.

Caricato tutto il nostro armamentario costituito da canne da vertical jigging e tanta minuteria, partiamo per raggiungere le zone di pesca.

Per la loro corretta individuazione,mi appoggio con fiducia a Carlo, il quale custodisce gelosamente i suoi punti di pesca "segreti"dei quali rende partecipi  solo alcuni amici portandoli ad esplorare la ricchezza delle specie ittiche che popolano questo mare blu intenso dove secche, relitti e rocce sul fondo rappresentano il polmone che rigenera la biologia ittica, ormai sempre più a rischio.

Carlo si raccomanda anche con il nostro amico nipponico di rilasciare le specie ittiche catturate, evitando così di alterare le popolazioni ittiche. Questo modo di agire mi fa molto piacere e lo condivido pienamente, perché purtroppo anche in Sardegna spesso ho assistito a vere e proprie mattanze di pesce fatte da pescatori che di sportivo hanno ben poco.Questo non dovrebbe accadere e spero tanto che tutti siano più coscienti di fronte a questo problema,anche se fortunatamente coinvolge pochi soggetti, a fronte di una molteplicità di pescatori veramente sportivi.

Vi posso assicurare che dopo un combattimento, vedere il predatore tornare in libertà e pensare che un giorno quel predatore potrebbe regalarci nuovamente un'emozionante combattimento, è veramente emozionante e ritengo che questa sia la mentalità giusta per divertirsi e soprattutto per continuare in futuro a divertirsi senza che il tutto questo vada a finire.

Dopo circa due miglia di navigazione, ecco che improvvisamente vediamo in lontananza una grossa mangianza, che individuiamo grazie ai tanti gabbiani che la sorvolano.

Si tratta di alletterati di circa 10-15 Kg che stanno predando su un branco di sardine;"sua maestà" Kawakami, prepara improvvisamente una canna da jigging 50-120 gr. con un Mucho Lucidar da 60 gr, un jig da lancio dotato di ancorina nella parte terminale.

Dopo alcuni lanci, cerco di fermare il giapponese che, imperterrito, cerca lo strike: i tonni in questo periodo si alimentano di pesci di piccolissime dimensioni, sono molto lunatici e difficilmente attaccano i jig.

Quest'anno, in Sardegna, a vertical jigging sono stati catturati circa 15 tonni rossi dai 40 ai 100 kg di peso, prede da record che in molti hanno avuto il piacere di attaccare ma anche  il dispiacere di vedere svuotare il mulinello con una fuoriuscita del trecciato rapidissima.

Ripartiamo e dopo circa venti minuti, raggiungiamo un relitto che si trova collassato su un fondale di circa 90 mt.

Inizia la ricerca dei predatori per mezzo del nostro ecoscandaglio di fiducia, un Furuno 585 che ha sempre una precisione eccellente, sia nell'individuazione di marcature che di letture del fondale anche a velocità sostenuta.

Carlo pesca con una delle sue Stay 80-200 con esche che variano dai 100 ai 200 gr. mentre io e Eisuke testiamo i nuovi Metal Flicker da 150 e 200 gr della Maria.

Sono nuove esche che si caratterizzano per un assemblaggio di leghe tra cui l'antimonio che rende questo jig maggiormente resistente;il jig è colorato con una vernice molto resistente.

Si tratta di un jig di dimensioni contenute che ha la particolarità di essere perfettamente studiato e realizzato per avere un perfetto bilanciamento centrale per consentire uno sfarfallamento corto e continuo in risalita nella colonna d'acqua, da recuperare effettuando uno short jigging con gercate corte e rapide;si tratta di un'esca che si presta per la cattura di un'ampia varietà di specie ittiche.

Dopo aver scandagliato attentamente il relitto ed aver calcolato sia la corrente che fortunatamente oggi è presso che assente, ci posizioniamo per scarrocciare ad una velocità di circa 0.8 nodi e permettere alle nostre esche metalliche in perfetto movimento in fase di risalita.

Dopo alcune calate, l'amico Carlo si trova impegnato con un grosso esemplare che, dopo aver fatto fuoriuscire dal suo mulinello Saltiga 4500 circa 40 metri di tracciato, va a rompere il terminale sulle lamiere del relitto.

Senza disperarsi, torniamo nuovamente in posizione. Eisuke, a prua, si trova impegnato con la canna Stay Maria da 50-120 gr con un predatore che, in risalita, fa avvertire forti testate sulla vetta della canna; questa ritengo sia una delle azioni più divertenti per il light jigging.

Arriva in superficie un bellissimo parago che passa di poco il chilo di peso, catturato con un Metal Flicker argentato.

Sembra che i pesci siano in attività alimentare e quindi, dopo in rilascio, torniamo a posizionarci per fare qualche altra calata prima di spostarsi su nuovi spot di pesca.

L'ecoscandaglio, improvvisamente, mostra una grossa marcatura che si è alzata dal fondale inseguendo il jig in risalita; la lettura dello strumento è perfetta e quindi proseguiamo calando nuovamente in cerca del grosso predatore.

Dopo venti minuti, vengo sorpreso da uno stop del mio jig a circa dieci metri dal mondo: sembra trattarsi di un grosso esemplare, che dopo due ripartenze inizia ad emergere in superficie.

Posso assicurarvi che è fantastico essere sorpresi dallo stop che avviene sempre quando non ve lo aspettate, in quel momento dobbiamo essere sempre pronti ad alleviare le sfuriate del predatore evitando così che vada a tagliare il nostro terminare sui tanti ostacoli presenti sul fondale.

Si tratta di una ricciola che, dopo circa 10 minuti, emerge in superficie con il boga; viene portata a bordo e, dopo una foto,provvedo a lasciarla nuovamente in libertà per tornare a nuotare su questo relitto, che rappresenta un vero e proprio polmone dove diverse specie ittiche amano sostare.

Carlo decide di cambiare zona, oggi il relitto ha già dato il suo risultato; siamo soddisfatti e, dopo aver mangiato un po' di salumi e pane carasau, la nostra guida è di nuovo pronta per nuovi hot spot.

Carlo, con il suo tipico accento sardo, esclama "aiò, ora vi porto su un punto dei miei". Conoscendo Carlo ormai da qualche anno, so che è un ragazzo imprevedibile, il classico ragazzo che ha la passione per la pesca nel sangue e dopo tante giornate in mare ha una conoscenza a 360° che è sicuramente l'arma vincente.

Provvedo subito a sostituire il terminale,consistente in  8 metri di fluoro carbon da 30 lb ad uno da 50 lb FC100 della Sunline.

In queste zone può capitare anche la cattura da record, vista la grande varietà di specie che sono abituate a vivere in un mare incontaminato dove, grazie alle perturbazioni meteo marine continue, sono sicuramente meno a rischio.

Con il gommone effettuiamo uno spostamento di circa quattro migliae raggiungiamo una zona dove sono presenti sul fondale rocce emergenti sparse: si tratta di ostacoli che risalgono dai due ai sei metri.

Queste zone di pesca sono molto battute dai pescatori locali; mentre io, ad esempio, sono abituato ad andare in Toscana a pescare sulle secche e sulle franate, in Sardegna queste tecniche di pesca sono praticate dagli esperti su questi punti perché ritengono che le secche siano ormai deserte a causa della pesca professionale.

Per riuscire ad individuare questi punti che non vengono segnalati sulle carte nautiche, è necessario un ecoscandaglio dotato di una buona sonda per leggere anche a velocità sostenuta il fondale.

Glihot spot di pesca vengono quasi sempre individuati per caso durante la navigazione, anche se esiste un criterio di lettura delle linee batimetriche per una ricerca mirata.

Su queste rocce andremo ad osservare tramite l'ecoscandaglio la presenza o meno della mangianza; difficilmente individueremo le marcature, osserveremo piccoli puntini raggruppati o rarefatti.

Quando la mangianza è raggruppata, possiamo comprendere che è infastidita da predatori, mentre quando è rarefatta significa che sta nuotando in piena tranquillità, lontana dai predatori e quindi conviene effettuare uno spostamento.

Si tratta di una pesca di ricerca, personalmente ho fatto anche catture insolite come catturare le ricciole ed i dentici in 20 metri d'acqua in giugno ed in dicembre in100 - 140 metri d'acqua.

Negli ultimi anni, la pesca sulle grandi profondità mi ha regalato bellissime catture anche di specie insolite come gallinelle, pesci sampietro e grossi naselli.

Su queste batimetriche non sono da escludere i tonni durante le migrazioni;sono i predatori per eccellenza, che regalano  combattimenti da sogno con attrezzature leggere e che mettono sempre in difficoltà il pescatore per le sue ripartenze fulminee ed improvvise.

Dopo aver localizzato una roccia emergente con sopra un'interessante mangianza, procediamo a sostituire il colore dei nostri artificiali;occorre non fossilizzarsi mai su un unico modello, ma cambiate forma, peso, colore e dimensione più volte durante la giornata, cosicchè il rendimento durante l'azione di pesca possa variare notevolmente.

Iniziamo nuovamente a pescare;ci troviamo su un fondale di circa 60-70 metri e,dopo varie passate, la Stay da 80-200 gr di Carlo avverte una toccata: un predatore ha aggredito l'esca e dopo un'improvvisa ricaduta sul fondale, si trova impegnato ad alleviare con la sua canna le sfuriare e le testate di un bellissimo dentice.Si tratta di un esemplare di circa 5 Kg che dopo poco arriva in superficie.

Io decido di pescare con l'azione light una 50-120 gr, voglio provare l'ebbrezza di vedere la mia canna completamente piegata e di osservare il piccolo mulinello Stella 5000 come si comporta di fronte ad una grossa preda.

Dopo qualche altro spostamento, torno nuovamente sul fondo con il jig e, dopo tre cercate,finalmente una bellissima testata con conseguente allamata di un grosso dentice.

Forti e continue testate mi accompagnano fino alla superficie, quando il pesce inizia sotto alla barca a cangiare con spanciate sul bianco fino ad emettere i suoi classici azzurri avvolti dai riflessi appena arriva a galla.

Finalmente il tanto atteso dentice di pezzatura importante, un esemplare di 8,700 Kg ,che non è riuscito a resistere ad un jig Metal Flicker di colore rosa e argento.

Il combattimento con il dentice è indescrivibile: quando si riesce ad evitare nel recupero che il pesce durante la risalita manifesti un'insufflazione della vescica natatoria riuscendo così successivamente a procedere con il rilascio vi assicuro che è il momento più emozionante: dopo il divertimento gli rendiamo di nuovo la libertà.

Soddisfatti e ormai stanchi dalla giornata, facciamo pratica con nuove tecniche di recupero sotto l'attenta supervisione di Kawakami che, durante la dimostrazione pratica, rimane con la canna piegata, sicuramente una grossa cernia incuriosita dagli sfarfallamenti del jig ha attaccato l'esca:A causa del fluoro carbon troppo fine, non è riuscito a fermare il predatore che, dopo pochi secondi, si è rifugiato all'interno di una grotta con attorno coralli, lacerando e rompendo il terminale.

Dopo alcune parole espresse con tono acceso in giapponese, delle quali intuiamo solo il senso, iniziamo a tornare verso il porto.

La giornata è riuscita a regalare catture meravigliose, anche se inaspettate agli occhi increduli del nostro amico Carlo, il quale non si sarebbe mai aspettato che in quel momento il pesce fosse in frenesia alimentare.

Ma il bello della pesca è proprio questo, vai per mare alla ricerca di prede da sogno e quando è il tuo momento il mare premia i tanti sforzi con la sua linfa vitale che è rappresentata dalle tante specie ittiche che lo abitano.

Tornerò presto in Sardegna, per me è come una seconda casa: ho girato molto oceani, isole caraibiche, ma il mare ed il fascino che ha quest'isola è ineguagliabile.

Ringrazio tutti gli amici sardi ed in particolare l'amico Carlo Leone per la realizzazione di questo servizio, sperando presto di tornare per testare le tante novità giapponesi che saranno sicuramente di grande interesse per tutti gli appassionati di questa disciplina ma che teniamo top secret. 

Il vertical jigging riesce sempre a regalare emozioni infinite, come indimenticabili sono quelle che il mare regala ad ognuno di noi.

 

 


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