Itinerari Italia

Il bellissimo Piave

Di Lucacchini Stefano pubblicato il 28/06/11

                                                                    

 

IL PIAVE

 

 

Nella splendida cornice delle Alpi Orientali del Veneto, scorre il fiume Piave, uno fra i corsi d’acqua più belli di questa regione, ma soprattutto ricco di bellissimi temoli, trote fario e marmorate. Oggi  svolgeremo la nostra azione di pesca a Perarolo, sia nella zona così detta “libera”, dove è possibile quindi pescare con tutte le tecniche di pesca, che in quella  “no kill” destinata alla sola pesca con la coda di topo. Questa ultima zona di pesca è divisa in  cattura e rilascia  zona “P”  situata a sud della diga del lago Centro Cadore e precisamente dallo  sbarramento di rocce in prossimità del Ponte Cadore, e zona “Non Uccidere” “O” a sud della diga del Lago Centro Cadore, dalla fine della zona libera pesca alla confluenza del Rio Bianco, allo sbarramento di rocce in prossimità del Ponte Cadore . Il tratto in questione è totalmente tabellato e facilmente riconoscibile da cartelli bianchi o bianchi bordati di giallo indicanti il bacino di pesca e la zona particolare di pesca. Ma iniziamo ora sondando la zona libera a valle. Per esercitare l’azione di pesca nelle acque della provincia di Belluno, è necessario essere in possesso,oltre che della licenza di pesca,anche del tesserino regionale e del libretto annuale di associazione o del permesso temporaneo rilasciato dal concessionario del bacino del costo di euro 12 . Prima di iniziare la nostra giornata di pesca dobbiamo segnare sull’apposito libretto la data, la zona di pesca, gli eventuali capi trattenuti siano essi salmonidi, timallidi, barbi ,coregoni, lucci, carpe o tinche. Nella zona “A” salmonicola, è possibile esercitare l’azione di pesca con una sola canna ed un solo amo, fatta eccezione per l’uso di esche artificiali (minnows) ai quali è ammesso l’uso di due ami, inoltre per la tecnica della moschiera o camolera è consentito l’uso di un massimo di tre ami, mentre per la pesca a mosca ne è consentito esclusivamente uno. La pesca per le  specie ittiche sotto indicate rimane chiusa nei seguenti periodi:

-         Trota fario, marmorata, ibrido, iridea e salmerino alpino dall’ultimo lunedì di settembre al primo sabato del mese di marzo

-         Temolo, dal 1° di ottobre al 15 maggio

-         Persico Reale dal 1° aprile al 31 maggio

-         Alborella dal 1° di giugno al 31 di luglio

-         Tinca e carpa dal 15 maggio al 30 giugno

-         Luccio dal 1° di gennaio al 31 marzo                                     

 

 

Zona di pesca Cattura e Rilascia e Non Uccidere

 

Per poter accedere alle suddette zone è necessario munirsi dell’apposito permesso del costo di euro 17 con validità di mezza giornata, mattina o pomeriggio, con termine nel primo caso ed inizio nel secondo alle ore 13. Per la zona “P” Cattura è rilascia  la pesca è consentita esclusivamente con la coda di topo, con una sola mosca con l’esclusione dello streamer (o altra esca similare), con ami che non abbiano misura superiore al 10 ed inferiore al 22, naturalmente privi di ardiglione. All’interno della suddetta zona la pesca può essere esercitata solamente da sei pescatori, è comunque possibile, contattando l’ente gestore, l’accesso di un numero superiore di persone purchè  facenti parte dello stesso gruppo. Nella zona “O” Non Uccidere la pesca può essere esercitata con una sola canna con o senza mulinello esclusivamente con l’ausilio di esche artificiali, un solo amo privo di ardiglione di numerazione non superiore al numero 10 e non inferiore al numero 22. in questo settore è possibile esercitare l’azione di pesca ad un numero massimo di due pescatori. In entrambe le zone è obbligatorio rilasciare il pescato esercitando l’operazioni di slamatura in acqua evitando di portare il pesce all’asciutto.

                                                                                                       

 

Attrezzature e mosche

 

Nell’odierna sessione di pesca abbiamo optato per l’utilizzo di due attrezzature ben distinte, una indirizzata alla pesca a ninfa e l’altra per la secca. Nel primo caso una 10’6” Maxia della Modern Fly abbinata ad un mulinello con coda DT 2 Floater con finale conico e spezzone di filo fluo come indicatore di abboccata, tippet dello 0,12 e ninfe con testina in tungsteno. Per la pesca in superficie, invece  ho utilizzato una 7’6” TFO code veloci abbinata ad un mulinello con coda DT 3 Floater, finale a nodi di circa  18 piedi con tippet in fluorocarbon dello 0,12. Le ninfe che hanno dato maggiori risultati in questa giornata di pesca sono state due, una copper con testina in tungsteno del 3 codine in pernice collarino in ice dubbing sia di colorazione verde che rossa, ed una rivisitazione della San Juan Worm  ideata e consigliata dall’amico Angelo Piller denominata Tung Worm, che differisce dalla classica versione, per il fatto che viene montata con una sferetta di tungsteno posta al centro dell’amo, utile in zone dove non è consentito l’ausilio di piombi sulla lenza come nella Cattura e rilascia e Non Uccidere, questo permetterà al nostro artificiale di scendere e lavorare nei pressi del fondo. Per la pesca in superficie, ottimi risultati li abbiamo avuti da imitazioni di effimere in cul de canard  di colori simili agli insetti in schiusa. L’ausilio di un guadino è di obbligo, visto la taglia che possono raggiungere questi pesci, naturalmente meglio se specifico per No Kill con maglie prive di nodi, in modo da non danneggiarli. Solitamente nelle mie uscite uso waders abbinati ad uno scarponcino con suola in felro chiodata, in modo da avere ottima tenuta su tutte le tipologie di superfici, un ampio gilet in cui ripongo tutto il materiale necessario, bobine di filo, scatole portamosche, siliconi vari ecc. e naturalmente un buon paio di occhiali polarizzanti utili sia per capire la conformazione del fondale,per facilitare l’ individuazione dei pesci, ma soprattutto per poter vedere meglio l’indicatore di abboccata nella pesca a ninfa e la mosca in caso di pesca in superficie.

                                                                                                        

 

La nostra giornata di pesca

 

Una volta fatti i permessi, decidiamo di iniziare la nostra sessione di pesca al mattino nella zona libera, per poi dopo le 13 spostarci nel settore “P” non uccidere. Una volta montate le nostre attrezzature e giunti sul posto di pesca iniziamo la nostra sessione con la 10’6” abbinata alla DT2F con una ninfa Copper montata su amo del 12 senza l’ausilio di strike indicator, solamente uno spezzone di filo fluorescente giallo sul finale per poter individuare al meglio la posizione della coda, praticamente usando la tecnica high stick, avendo sempre quindi un contatto diretto con l’artificiale, in questo aiutato anche dalle dimensioni della canna specifica per questa tipologia di tecnica. Sondate le zone più interessanti, riusciamo quasi subito a catturare qualche bel pesce, per primo un Temolo, che si lascia ingannare dalla mia Copper Nimph, proprio nei pressi del fondale, poi alcune trote a fine passata con ninfa in risalita. E’ buona norma infatti una volta terminata la nostra passata trattenere la lenza in modo da far risalire il nostro artificiale fino nei pressi della superficie, questo utile ed efficace stratagemma ci permetterà di poter sondare vari strati d’acqua aumentando le chances di cattura, infatti quasi tutte le trote della giornata sono state catturate in questo modo. Risaliamo lentamente il tratto di fiume  sondandolo accuratamente,  non sottovalutando nessuna porzione di acqua, in modo da riuscire a capire dove i pesci stazionino in quel dato momento. Provo a testare il Thung Worm consigliato dall’amico Angelo, nei pressi della fine della zona libera, lanciando vicino ad un grosso masso che divide la corrente in due, nonostante i livelli abbastanza alti e una buona corrente, la pallina in tungsteno da 3,8 mm fa raggiungere velocemente il fondo alla mia imitazione regalandomi la cattura della giornata: un bellissimo temolo che supera abbondantemente i 45 cm. Sono quasi le 13 e così decidiamo di spostarci nella zona “P” Cattura e Rilascia, non prima di rifocillarci con un panino. La temperatura si è alzata, e si cominciano a vedere i primi insetti sull’acqua, così optiamo per provare in dry fly, ed una volta prese le nostre 7’6”, ci posizioniamo in una lama nei pressi del ponte a monte della confluenza col torrente Boite nell’attesa di vedere qualche bollata. Sotto le fronde degli alberi sulla nostra sinistra si cominciano a vedere le prime timide bollate,  gli insetti in schiusa non sono grandi, così decido di montare una piccola imitazione di effimera su amo del 18 con codine in gallopardo, corpo in microdubbing  nocciola e ali in cul de canard. Mi posiziono sulla riva opposta alle bollate, quasi parallelo a queste ultime e comincio a lanciare leggermente a monte cercando di far arrivare la mia mosca  con precisione su i pesci, dopo qualche rifiuto ho in canna un robusto temolo che mette a dura prova il mio sottile tippet, lo guadino, lo slamo in acqua e lo rilascio. L’attività superficiale, non dura molto,  e dopo poco più di un ora quella lama animata da magici cerchi ritorna  piatta e liscia. Decido a questo punto visto la poca profondità, e la presenza di ricca vegetazione nel sottosponda, di tentare in caccia,  monto un imitazione di plecottero  su amo del 16 con corpo in filo di montaggio nero, ali in stripped goose e cul de canard, ma purtroppo dopo vani tentativi riesco a far salire solamente una timida trota. Riprendo la 10’6” e  continuo a ninfa, catturando alcune trote e diversi temoli sempre utilizzando la  Thung Worm, che si è dimostrata veramente efficace in queste acque.

                                                                                                          

 

Conclusioni

 

Un itinerario che consiglierei a tutti gli amici Pam, ma anche a chi pratica altre tecniche,  una zona ricca di ottimi corsi d’acqua, infatti oltre al Piave, ricco di pesci di buona taglia, vi sono alcuni affluenti  interessanti, come il Boite  ed altri dove poter bagnare le nostre lenze. Vorrei ringraziare sentitamente l’amico Giuseppe Giacobbi,  Presidente del Bacino 5 di Perarolo che riesce a  gestire splendidamente queste riserve, assieme al fratello ed un gruppo di amici, che impegnano buona parte  del loro tempo libero nell’organizzazione, la tutela e la sorveglianza delle zone di pesca, assieme alla Guardie Provinciali e la collaborazione e l’aiuto dell’Amministrazione Locale.  Disponibili ed estremamente gentili saranno in grado di suggerire a tutti coloro che visiteranno queste riserve utili indicazioni, logistiche e tecniche. La loro estrema disponibilità e cortesia mi ha colpito profondamente, ci hanno accompagnato in questa giornata di pesca, indicandoci gli  accessi e le zone migliori , assieme a loro l’ottimo fotografo Fabio Baggio di cui dobbiamo alcune delle foto pubblicate su questo articolo ha documentato l’intera battuta di pesca, non mi rimane che ringraziarli e suggerire a tutti voi di testare queste acque.    Per informazioni potete contattare il numero 329 0975199 o visitare il sito www.cadorepesca.com                      

 

                                                                                                                                      

Come raggiungerlo

 

 

Perarolo di Cadore si trova a pochi chilometri da Cortina, meta ambita di sciatori ed amanti della montagna, per raggiungerlo, uno volta giunti alla barriera di Mestre, basterà prendere l’autostrada per Belluno A27 percorrerla per circa 80 Km fino all’uscita di Pian di Vedoia, seguire la direzione  Cadore-Dolomiti Cortina sulla  SS51 per circa 20 Km fino a raggiungere Perarolo.

 


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