Itinerari Italia

Il Torrente Tesso

Di Walter Scandaluzzi pubblicato il 01/08/09

Se parliamo del Tesso possiam ben dir che appare, per la sua conformazione, agli occhi del foresto come la realizzazione dei sogni di un pescatore di trote è solo render merito a questo corso. Fra la lussureggiante vegetazione di una poco conosciuta valle del torinese scorre questo incantevole torrente dalle limpidissime e fresche acque fino ad immettersi nel più noto Stura di Lanzo proprio vicino al paese da cui prende il nome quest’ ultimo…. Ho la fortuna di pescarci in quanto un mio cugino è socio ed ogni tanto mi fa omaggio di qualche buono. Pur soffrendo come tutti i suoi fratelli di periodi di siccità e acque alte mantiene sempre una portata d’acqua  significativa per l’esercizio della pesca la cui gestione è affidata ad una associazione a cui si accede versando una quota di una certa importanza economica. Esso ritrova a un 30 Km da Torino ed è facilmente raggiungibile tante sono le segnalazioni per le valli di Lanzo sulla circonvallazione; una volta in loco prendere per Monasterolo di Lanzo anche se il torrente è un diritto esclusivo del comune di Coassolo come il suo fratellino Tessuolo in gestione alla locale società di pesca e pescabili con buoni di poco prezzo.  Imbucati i buoni (ognuno ha un carnet buoni)  presso il posto di sorveglianza al Mulino della Grata , nell’unica strada non asfaltata che troverete sulla destra, si indossano stivali a tutta coscia e si risale il corso scegliendo a seconda della propria vocazione alieutica la tecnica.    Nel tratto predisposto alla semina di trote fario , che parte proprio dal mulino a salire, dalla splendida livrea e salmerini sicuramente selezionati un comodo sentiero dalla poca pendenza permette l’azione a qualsiasi persona di qualsiasi età che voglia farlo. Infatti mi è capitato spesso di trovare rappresentanti del gentil sesso con abbigliamento ed attrezzatura non proprio adeguato impegnate nell’ attività alieutica.  Un susseguirsi continuo di buche di ogni dimensione, correntine e anche di un orrido offrono riparo anche alle autoctone rappresentante anche da qualche marmorata specialmente nel tratto più a monte Adatta solo ad esperti , causa vegetazione, la pesca a mosca invece il torrente si presta ottimamente alla pesca al tocco usando teleregolabili di media lunghezza cioè di 8-9 metri; mulinelli di misura 2500 con uno 0.22 di lenza madre e finali dello 0.18/0.20 per salpare i pesci che si saranno fatti ingannare dal verme o dalla camola innescati su ami del N 6-8. Montature lunghe 70/80/90 cm a pallini del N 5 per i fondo lama.  Solito fiocchettino di lana per segnalare la posizione della lenza. Nelle correntine intervallate da sassi conviene usare piccole spiraline mentre nelle schiume sotto le cascate un pallettone di adeguato peso riuscirà a far star ferma la nostra esca. In qualche buca si può benissimo usare anche il galleggiante.  A spinning l’ottimale è una canna a 2 pezzi di 210 cm con leggero mulinello caricato di un buon 0.22 dato che la pezzatura degli esemplari immessi è ragguardevole . Artificiali rotanti sia argentei che ramati del N 2-3 dal corpo pesante con rotazione perfetta a favor di corrente sono l’ideale per far la quota giornaliera in breve tempo mentre di maggiori dimensioni selezioneranno la taglia ed eviteranno l’ingoio alle parecchie rotelle ruspanti. Minnows di 5-7 cm galleggianti o Cranck Bait e jig solo nelle buche più ampie e nell’orrido ove la resa maggiore la si ha usando pesciolini siliconati a coda tagliata; Essi nella versione imitante lo scazzone sono i migliori se si tentano le autoctone fuori dal tratto si semina. Pescando nei periodi appena dopo l’ immissione ci si potrà anche sbizzarrire con artificiali come piccoli spinnerbait.  Più a monte e più a valle  dello stesso la pesca si fa difficoltosa per la mancanza di sentieri ma affascinante dalla presenza solamente di trote autoctone fra cui parecchie marmorate anche di buona taglia. Nel caso di assenze di tocche conviene sostituire la solita camola con Larve di Friganee reperibili in loco, meglio conosciute come portassi, innescate ancora con il guscio visto che le trote sono abituate a cibarsene in quel modo oppure il Gatoss (Larva di Tipula Maxima) diminuendo la sezione del terminale fino anche ad arrivare allo 0.14. Per gli ami sceglieremo modelli a filo fine della misura del N 10/12. La montatura in questo caso sarà costituita da qualche spaccatina di 3 mm avendo cura di restare il più possibile lontano dall’acqua. L’esiguità del finale rende conveniente avere a disposizione almeno un guadino dal manico corto. Essendo la trota marmorata una specie che rifugge la luce pescare in zone ombrose, al mattino presto o verso il tramonto aumenta le possibilità della sua cattura. Indispensabile a spinning, specie nelle piccole buche, non sbagliare il primo lancio che molte volte risulta quello catturante. In questo tratto usare ami senza ardiglione per agevolare il rilascio è sinonimo di rispetto per un avversario che sta regredendo numericamente in molte acque. Nei tratti non a semina le fario dai bellissimi colori danno soddisfazioni enormi al vero trotaiolo ed anche per questa specie consiglio un trattamento di riguardo prima del loro rilascio. Vi è da rilevare che questi tratti sono difficili da frequentare ed è bene essere allenati se si vuole percorrerli.  E’ pur vero che la quota associativa è rilevante ma per riempire il cestino bastano e qualche volte avanzano anche le trote di semina.

il link da vedere per chi interessato è:

http://www.comune.coassolo.to.it/Associazioni/Riserva_di_pesca.htm

 

La riserva è costantemente sorvegliata dal signor. Nicolotto Marino  che è Guardia a tutti gli effetti – (Cell. 347.3698813) a cui ci si potrà rivolgere per avere ulteriori informazioni anche per il Tessuolo


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