Tecniche

In attesa del via

Di Roberto Granata pubblicato il 28/01/12


Ricordo il mio primo articolo su questo sito; si intitolava “Ma lo spinning non si ferma”. Titolo sempre valido, almeno finchè ci saranno acque (con qualche pesce al loro interno) e spinningofili che se ne fregano del freddo pungente od, al contrario, del caldo rovente. E’ però innegabile che, soprattutto nella stagione fredda, il numero di uscite di taluni di questi amanti dello spinning sia minore, assieme al numero di specie insidiabili con alta probabilità di successo. Ed allora quale occasione migliore di questa per dare un’occhiata più approfondita del solito alla nostra attrezzatura, magari “maltrattata” per tutto l’anno e sottoposta ai lavori forzati, spesso senza un’adeguata manutenzione che, oltre ad allungarne la vita, ci evita il rischio di essere piantati in asso nel momento fatidico, magari con in canna il “pesce della nostra vi-ta”?

LA CANNA

Un accorgimento, molto trascurato ma altrettanto importante, consiste nello spalmare sulle giunzioni (di solito una sola) della paraffina solida. Essa si presenta come un pezzo di sapone, dal colore bianco o biancastro ed, una volta reperitone un pezzo delle dimensioni, appunto, di una saponetta, possiamo considerarci a posto per molti anni. Basterà strofinarlo sulla giunzione della canna (dalla parte del maschio, s’intende) fino a farne depositare qualche piccola scaglia, che poi scioglieremo con il calore delle dita. Si tratta di un accorgimento più importante di quel che sembra, perché evita giochi fastidiosi od, al contario, sfregamenti non “lubrificati” delle due parti, che possono portare anche alla rottura della canna sul più bello.
Altra sanaa abitudine è quella di verificare se sul grezzo sono presenti piccoli tagli o fessurazioni che se, oltre alla vernice, hanno scalfito anche la fibra, rendono la vita corta all’attrezzo. Anche i passanti dovrebbero essere oggetto di attenzione periodica. Anche con i moderni materiali il rischio di fessurazioni, sebbene assai ridotto, non è impossibile. Infine il manico: spesso si vedono pescatori che non rimuovono la copertura plastica che lo ricopre da nuovo, pensando di mantenerlo sempre pulito. Il problema è che, irrimediabilmente, acqua ed umidità (che poi è sempre acqua) finiranno per penetrarvi al di sotto e, ristagnandovi, porteranno al danneggiamento anche totale, del sughero oppure, anche se più difficilmente, di un diverso materiale che compone l’impugnatura.


IL MULINELLO

Anche se il mulinello necessita di una manutenzione non molto frequente, è buona norma, almeno una volta all’anno, ricordarsi di lui. Se è possibile accedere facilmente agli ingranaggi, possiamo usare del grasso (anche spray) per quelli principali (ruota di comando e vite senza fine). Alcuni modelli sono, a mio avviso intelligentemente, dotati di un foro per la lubrificazione, semplificando così il tutto. E’ importante però non esagerare con la quantità, ne basta un pochino. Per l’alberino possiamo usare dell’olio di vaselina che, con un contagocce, faremo penetrare dove fuoriesce dalla girante, dopo aver smontato la bobina. Qualche goccia non guasta anche per la manovella e per la molla dell’archetto. Se vogliamo allungare la vita (e la resa) del nostro mulinello, sarebbe utile anche asciugarlo (e farlo asciugare) dopo una battuta di pesca sotto la pioggia o dopo averlo immerso, accidentalmente o meno, nell’acqua. Tutto quanto detto finora andrebbe eseguito più spesso e più attentamente in caso di uso in acqua salata.


STIVALI IN GOMMA

Oggigiorno un po’ soppiantati nell’uso da calzature ed affini costruiti con altri materiali, gli stivali in gomma meriterebbero, per chi li usa, di qualche attenzione. Anzitutto occorre riporli senza pieghe troppo accentuate, che col tempo finiscono per provocare un taglio. Queste pieghe si possono formare, attenzione, anche quando li appendiamo, meglio quindi svolgere con cura questa operazione. Nemica della gomma è anche la temperatura, sia essa troppo bassa o troppo alta può dar luogo a fessurazioni. Meglio quindi riporli dove non vi siano eccessi in un senso o nell’altro, e soprattutto lontani dalla luce diretta del sole.


ALTRI ACCESSORI

Ogni piccolo particolare può essere importante nel decidere le sorti di una battuta di pesca. E’ saggio dunque dare un’occhiata anche ai vari accessori, che magari si sono riposti dopo un uso intensivo, per non trovarci più avanti nella stagione senza le dovute “armi” al seguito. E’ il caso degli occhiali polarizzanti che possono essere graffiati, del guadino con qualche piccolo buchetto, degli artificiali riposti di fretta od in malo modo magari con gli ami un po’ spuntati e, in ultima analisi, un po’ di tutto quello che usiamo. Non dobbiamo, a mio avviso, pensare che si tratti di particolari secondari o di scarsa importanza, una sola di queste voci può compromettere una cattura, che potrebbe essere quella della nostra vita, visto che sono proprio i pesci più grossi e le catture più difficili a far emergere questi problemi. Affiliamo le armi, quindi.


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