Tecniche

Introduzione spinning al Luccio di Bonetti

Di redazione pubblicato il 20/08/20

Il luccio: predatore per eccellenza di acqua dolce. Caratterizzato da una bocca particolarmente pronunciata con un “becco” a papera dotato di denti estremamente affilati. Ama sostare al riparo attorno a qualsiasi tipo di vegetazione acquatica in attesa della sua preda nei confronti della quale tende agguati rapidi e violenti. Si nutre di altri pesci, a volte anche di dimensioni simili a se stesso. Può raggiungere delle taglie da capogiro ed innescare duelli molto avvincenti nonché attaccare l’esca con incredibile forza e, non sono rari, anche salti fuori dal pelo dell’acqua. La tecnica di pesca a spinning al luccio predilige sicuramente la qualità delle catture rispetto alla quantità e tolte le dimensioni ragguardevoli che può raggiungere, è sicuramente il suo “carattere” a renderlo uno dei predatori più ambiti delle nostre acque. La pesca al luccio a spinning è, per molti, una vera è propria malattia. Che si tratti di cercarlo in lago, in fiume, dalla barca o da riva, la ricerca di questo meraviglioso predatore è in grado di far desistere anche i più tenaci. Per quanto ci si possa sforzare, capire le sue abitudini, i momenti di attività e riuscire a prevederli con successo sembra essere più un compito da cartomante che da pescatore. Le specie di luccio presenti sul territorio Italiano sono due, ibridi annessi. Luccio italico: Esox Flaviae e luccio europeo: Esox lucius (comunemente chiamato “verdone”).

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