Itinerari Estero

La Gail

Di Stefano Lucacchini pubblicato il 20/03/10

Da ormai quindici giorni tutte le mie serate le passo di fronte al morsetto allestendo una scatola di mosche dedicate ai fiumi dell'Austria ed in specifico a quelli gestiti da Adriano Gargantini, infatti anche quest'anno per una settimana bagneremo le nostre code nelle riserve dell'Aktiv Hotel.  Le varie imitazioni di insetti finalmente sono pronte e fanno mostra di se nella scatola porta mosche, secche, sommerse, ninfe appositamente costruite per insidiare temoli e trote Austriache.

Finalmente l'agognato giorno è arrivato, siamo alla fine di ottobre, e dopo aver messo a punto tutta la mia attrezzatura,  e preparato tutto l'occorrente per i sette giorni interamente dedicati alla pesca, è il momento di partire,  insieme a me l'amico Massimiliano per condividere le belle sensazioni che ci aspetteranno oltre confine. Purtroppo gli orari della nostra partenza sono legati alla chiusura della mia attività commerciale, infatti subito dopo le 19:30, il tempo di salutare Silvia, mia moglie,  e siamo in viaggio.

Valige, attrezzature da pesca, macchine fotografiche e computers portatili, riempiono totalmente bagagliaio e sedili posteriori, tanto che è impossibile muovere i sedili anteriori di un solo centimetro. Dopo alcune ore e tanti caffè nelle varie aree di servizio, siamo al confine con l'Austria, a circa trenta, quaranta minuti da noi l'Albergo di Adriano. Finalmente arriviamo a destinazione, sono le tre di notte, in qualche modo cerchiamo di riposare, sperando di dormire perlomeno qualche ora. Ci riusciamo fino a che le luci del mattino non ci risvegliano, sono le otto, la porta dell'albergo è aperta, il tempo di scendere i bagagli, rifocillarsi con un abbondante colazione e siamo pronti per andare a pesca.  Il bello della gestione di queste acque, oltre la loro bellezza e abbondanza di pesce è il fatto che non vi è assolutamente pressione di pesca infatti, infatti anche se l'albergo è sempre pieno, il numero di fiumi in loro concessione gli permette di destinare ad ogni riserva un numero di pescatori che solitamente non supera i quattro, dandoci la possibilità di pescare in tutta tranquillità ma sopratutto non rendendo questa attività invasiva.

Decidiamo assieme ad Adriano di testare la parte centrale della Gail, e dopo circa un quarto d'ora  siamo già intenti a montare le nostre attrezzature, per l'occasione decido di optare per una 10'6", abbinata ad un mulinello con coda due, da destinare naturalmente alla ninfa nella prima parte della giornata ed una 8' per coda quattro, destinata alla pesca in superficie, a secca nel momento della schiusa di insetti. Alla coda del due abbino un finale conico, che taglio  circa venti centimetri sotto al tratto di potenza, quando incomincia la conicità, formo una micro asola a cui andrò a connettere  uno spezzone di Uni Flex color giallo fluo, che precedentemente ho raddoppiato ed unito con un semplice nodo, con l'ausilio del sistema loop to loop, al termine del quale inserirò uno spezzone di circa trenta , quaranta centimetri di monofilo dello 0,20 - 0,25 al cui termine formerò un asolina a cui connettere il tippet. L'Uni Flex oltre ad avere la funzione di strike indicator, ci servirà  come ammortizzatore, infatti con la sua elasticità  farà i modo che il tippet di diametro relativamente sottile, 0,12, non si rompa in caso si allamino prede di discrete dimensioni, in pratica la sua funzione è similare all'elastico che normalmente viene usato nella pesca con la roubasienne.

Al tipet abbinerò tre ninfe, due con testina in tungsteno rispettivamente di color arancio ed una costruita invece con il corpo in filo di rame (copper), ed una phesant tail  che piazzerò nell'ultimo bracciolo in alto. Per la dry fly userò invece un lungo finale a nodi, circa 18' composto da un lungo tratto di potenza dello 0,50 ed il tratto di conicità composto da spezzoni dello 0,40, 0,30, 0,20, 0,16 con tippet dello 0,14 a cui abbinerò una piccola emergente in cul de canard su amo del 18. Finalmente è il momento di iniziare l'azione di pesca, il fiume in questo tratto è abbastanza ampio,  ma non profondo, tanto da permetterci di poter facilmente entrare in acqua per sondare la corrente principale. Lancio leggermente a monte e seguo con la lunga canna le ninfe, pescando praticamente in high stick,  alcune passate e finalmente l'elastico si tende, ferro e dopo un breve combattimento riesco a portare nel guadino una bella iridea, il tempo di una foto e poi la rilasciamo libera nel suo elemento.

Continuo l'azione di pesca spostandomi leggermente a monte verso un piccolo salto d'acqua  zona che, visto la sua conformazione, mi fa presupporre la presenza di pesci di taglia, alcuni lanci ed un piccolo temolo viene ingannato dalle mie ninfe, insisto in questa zona e dopo ripetuti lanci catturo una bella iridea, che mette a dura prova il sottile tippet e dopo non poche fughe riesco a portare nel guadino, la mattinata regala belle catture sia a me che a Massimiliano con  tante iridee, alcune fario e pochi temoli.  Siamo a mezzogiorno e decidiamo così di fermarci un attimo per mangiare qualcosa,  e  aspettare la schiusa degli insetti per dedicarci alla pesca in superficie a secca.

Durante il frugale pasto, ci siamo scambiati le sensazioni provante in quella splendida mattinata, rivivendo quei magici momenti, naturalmente sempre con lo sguardo rivolto verso il fiume cercando di scorgere i primi insetti, e dopo poco ecco i primi e con loro alcune bollate, è il momento di prendere le attrezzature più leggere ed incominciare ad insidiarli con le nostre piccole imitazioni. Mi piazzo nel fondo lama, dove precedentemente avevo visto discreta attività superficiale, zona ideale per insidiare gli scaltri temoli,  tenendomi leggermente a monte alla zona prescelta lancio e faccio scendere la mia mosca sulle bollate, in modo da presentare prima questa e poi il finale, infatti per insidiare questo pesce bisogna usare degli stratagemmi che ci permettano una buona presentazione della mosca o con lanci curvi, a parer mio  di maggior disturbo, o come sopra descritto.

Mi concentro su un temolo che è in attività a circa dieci metri da me, dopo qualche lancio si degna di salire a vedere la mia mosca, ma la rifiuta, succede spesso, ma non bisogna perdersi d'animo, dobbiamo insistere ed infatti dopo alcune passate lo ferro, lo porto nel guadino, un bel temolo, lo misuro, 45 centimetri, una bella foto ed eccolo nuovamente a nuotare nelle limpide acque della Gail.  Intorno a me ci sono diversi pesci in attività, continuo sempre concentrandomi su una singola bollata ed un'altro temolo si lascia ingannare dalla mia emergente in cul di canard  simile agli insetti in schiusa, sia per dimensioni e colore. L'attività superficiale purtroppo dopo circa due ore smette ma ci aveva regalato sia a me che a Massimiliano belle catture che avevamo fotografato.  Decidiamo di spostarci in una zona più a monte a circa due km,    indicataci da Adriano,  nei pressi del viadotto dell'autostrada,  un lungo raschio di acqua veloce che ci costringe ad apportare delle modifiche al nostro finale, appesantendolo maggiormente con l'ausilio di alcuni piombi spaccati. La zona apparentemente sembra ottima, alcuni lanci e Massimiliano cattura la prima trota, una bella iridea dopo poco anche io riesco a ferrarne una, la giornata continua a regalarci altre catture.

Verso le 16:30 stanchi sia per il viaggio che per la giornata di pesca decidiamo di ritornare in albergo per una bella doccia calda ed un  poco di riposo prima della cena, domani ci aspetta una nuova giornata di pesca, altri fiumi, altri pesci ed altri ricordi che rimarranno indelebili nella nostra mente.

per info pesca ed alloggio www.trophyclub.it

 


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