Tecniche

La grande Leccia a portata di ''barchetta''

Di Saverio Rosa pubblicato il 05/11/12

il grande predatore a portata di barchetta

Ogni appassionato di pesca dalla barca, da sempre, ha il sogno di
cimentarsi in un combattimento che termini con la cattura del grande predatore.
Il pesce ''gigante'' sui 20 kg da immortalare con una foto e mostrare a parenti
ed amici nel massimo della soddisfazione e fierezza, rappresenta per molti un
punto di arrivo.

 I grandi tonni rossi, le ricciole, i
pesci spada ecc, appaiono come traguardi irraggiungibili per tutti coloro che
magari dispongono soltanto di piccole imbarcazioni a motore di 4 o 5 metri.

 Le misure contenute dei natanti non
permettono di allontanarsi in mare aperto alla ricerca della ''grande preda'' e
pertanto, il pescasportivo con barchetta, si trova costretto ad abbandonare il
sogno della cattura over-size per orientarsi su pesci che, nella migliore delle
ipotesi, possono raggiungere i 5 kg di peso.

 Nelle prossime righe presenteremo e
descriveremo i metodi, andature e tecniche che permetteranno anche a tutti
coloro che non possono allontanarsi più di un miglio dalla costa, di coronare
il sogno pescione...il nostro mirino si soffermerà sulla Grande Leccia Amia.

 

Periodi orari e habitat

Come abbiamo accennato, tutti i pescatori che possiedono una barca, anche
di modeste dimensioni, possono pianificare una battuta volta alla cattura di
questo magnifico predatore di superficie.

Nei mesi di settembre, ottobre e novembre e dicembre, le lecce si
avvicinano alla costa per il periodo degli accoppiamenti. Grossi esemplari si
danno appuntamento in pochi metri d'acqua e in prossimità di porti, pontili, e
foci e sarà proprio in questi spot che cercheremo di allamare la grande preda.
La territorialità di questi grossi carnivori è senza dubbio un punto a favore
per il buon esito delle nostre battute. Curiosamente ed incredibilmente, le
lecce hanno l'abitudine di predare sempre nelle medesime zone in fondali che
fanno dai 2 ai 20 metri. sapendo dove sono avvenute catture nei giorni
precedenti alla nostra uscita di pesca, basterà organizzare le passate di
traina facendo in modo di trascorrere il più tempo possibile con le lenze in
pesca nell' hot-spot che gia ha regalato delle soddisfazioni.

Ad identificare la zona calda, in mancanza di catture effettuate da altre
barche, ci aiuterà anche la peculiare attività predatoria di superficie della
leccia. Lasciando da parte la strumentazione elettronica che, in questa pesca,
è addirittura superflua, un attento occhio rivolto allo specchio d'acqua che ci
circonda, ci indicherà dove andare a trainare. La leccia amia è un pesce
tutt'altro che discreto quando si tratta di caccia. Le predazioni avvengono in
superficie in un mix di fragore, schizzi e increspature dell' acqua. Una leccia
in fase di inseguimento di un cefalo o di un'aguglia spesso fuoriesce
addirittura dall' acqua...saranno visibili evidenti inseguimenti a ''pelo
d'acqua'' in cui, il grande predatore, mostra parte del suo dorso e si produce
visibili gorghi circolari nel tentativo di ingerire la malcapitata preda.

Individuata la zona di caccia, sarà li che dovremo passare e ripassare. Il
momento della giornata in cui le lecce predano, varia molto in funzione dell'
habitat in cui ci troviamo ad andarle ad insidiare. In questa sede ci
limiteremo a dire che, in prossimità di porti e foci, l' ora del tramonto,
generalmente, rappresenta il picco massimo di attività nutritiva delle Amia.
Sebbene le ore subito precedenti al tramonto rappresentano il miglior momento
per andare a colpire il possente predatore costiero, c'è da dire che,
sopratutto nei mesi di settembre e ottobre, la leccia non disdegna l'attacco
delle nostre esche vive anche nelle ore centrali del giorno.

 

tecnica: andature ed esche

La tecnica principe quando si tratta di lecce amia è la traina. sarà una
traina decisamente molto più semplificata rispetto a quella con affondatore e
piombo guardiano. Elimineremo quasi totalmente le zavorre per far si che le
nostre lenze peschino in superficie o comunque entro il primo metro di
profondità. L'esca dovrà essere rigorosamente viva e la scelta cadrà su quelle
che sono le due esche che generalmente la Amia trova in natura. Aguglie e
Cefali faranno al caso nostro.

Entrambe le esche sono molto catturanti e risulteranno più o meno adatte in
funzione del motore di cui disponiamo. Mi spiego meglio; il cefalo è
indubbiamente un ottima esca ma risulta praticamente inutile se trainato ad una
velocità superiore ad un nodo e mezzo. Se abbiamo una barca che non riesce a
tenere una velocità inferiore al nodo e mezzo, innescando un cefalo, ci
troveremo davanti ad una situazione in cui la nostra esca, dopo pochi minuti di
traina, comincerà a girare vorticosamente su se stessa risultando tutt' altro
che appetibile. La roteazione vorticosa caricherà di pericolose spire tutto il
sistema pescante e metterà in serie difficoltà il pescasportivo.

Una velocità minima superiore al nodo e mezzo impone l'uso dell' aguglia
come esca. E' bene sempre scegliere un aguglia di grosse dimensioni per creare
quei ''rumori'' subacquei che tanto attirano le lecce in caccia. La taglia del
cefalo invece oscillerà tra i 15 e i 30 cm in funzione della taglia media delle
lecce che sappiamo predare in zona.

 

Attrezzatura:

Nella consapevolezza che, su fondali di 10/15 metri, anche la più grande
delle prede non potrà darci troppo filo da torcere, imposteremo la scelta delle
nostre attrezzature, terminali e ami, in funzione della parola : ''Sportività'.

Andremo ad impiegare delle canne da 8/12lbs e dei mulinelli rotanti di
contenute dimensioni. Per le canne, chi scrive, utilizza le Wind Rose Trabucco
Poro-Fighter che, vantando anellatura ultraleggera e diametri sottilissimi
abbinati a potenza di esercizio davvero notevole, risultano perfette e
divertentissime per un'azione di pesca in totale sicurezza e all'insegna dell'
hi-tech.

Alle ultrasottili Wind Rose, abbineremo un mulinello della Maxell. Chi
scrive usa da anni il Sea Lion 8LH ...Per i pochi che ancora non conoscessero
questo best della pesca, trattasi di un argano rotante ultra tecnologico in
monoblocco alluminio dai pesi contenuti e dalla frizione micrometrica a leva
nato per i combattimenti lunghi e con prede di notevole taglia. Se la scelta
cadrà su questo alto livello qualitativo di canna e mulinello, anche l'impiego
di terminali dai diametri più sottili, sarà possibile. La perfetta gestione e
memoria della frizione del mulinello, abbinata ad una parabolicità con notevole
riserva di potenza della canna, ci permetterà di usare come terminali anche
fluorocarboni dello 0,40 senza incorrere in pericoli di rottura. Un diametro di
filo sottile, ci garantisce un oggettivo aumento del numero degli strike in funzione
di una ridotta visibilità in traina. Su un terminale di 20 metri di
fluorocarbonio Trabucco XPS fluorocarbon, andremo a posizionare una tripla di
ami disposti in serie (un trainante dell' 1/0 più un amo intermedio scorrevole
del 2/0 più un amo pescante del 4/0). Gli ami dovranno essere di alta qualità e
quindi Hisashi.

 

Cavetto si o cavetto no.

Nonostante errate dicerie comuni, la leccia Amia ci vede molto bene. Se è
vero che capita di allamare una leccia quando magri si sta trainando ''a
serra'' con cavetto d'acciaio, è altrettanto vero che, una lenza in pesca senza
il cavetto, triplica il numero di mangiate della leccia, rispetto ad una che
monta una struttura metallica terminale. Chi scrive si sente quindi di
consigliare il cavetto solo nei casi in cui non se ne possa fare davvero a
meno. Negli spot che accolgono una massiccia presenza di serra che
trasformerebbero la nostra trainata di superficie in una continua rottura del
filo da ''cacciata di seriola'', è opportuno montare un piccolo spezzoncino da
circa 30 cm di cavetto 12lbs che ci metta al sicuro da ripetute delusioni da
''pesce perso''...Se invece la presenza dei serra è contenuta, allora in quel
caso, pescare direttamente con gli ami montati sul fluorocarbon, aumenterà di
molti punti percentuali, la probabilità di allamare la grande leccia amia.


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