Tecniche

Lanciando nel vento

Di Articolo e fotografie di Marco Altamura pubblicato il 20/07/18

Il meteo nei mesi primaverili  sul lago Maggiore è veramente bizzarro , alternando giornate con temperaturaquasi estiva ( quest’anno a metà aprile ci sono state giornate a ventisette gradi ! ) a giornate grigie con freddo intenso e vento teso; questo per quanto riguarda la resa costante in pesca è quanto mai negativo e crea una situazione di instabilità che spesso porta a diverse uscite infruttuose . Ma per chi pratica lo spinning , questo periodo dell’anno che segna il ritorno in attività di molte specie ittiche rappresenta un’occasione unica per registrare catture che talvolta risultano essere le più belle dell’intera annata . Il rimescolamento degli strati d’acqua ( epilimnio , ipolimnio e termoclina ) determina differenti temperature dell’elemento liquido che inducono tutta la fauna ittica a spostamenti verticali nella colonna d’acqua ; i banchi estesi di massa stabulante , il cibo dei predatori , spesso si spostano nel sotto riva per beneficiare dei caldi raggi del sole portandosi appresso una folta schiera di predatori , in primis trote di lago , persici reali , cavedani , black bass e lucci . Negli strati superficiali la temperatura dell’acqua risente ancora degli effetti della lunga stagione invernale e raramente supera i dieci/dodici gradi centigradi , risultando ottimale soprattutto per pesci che non temono il freddo come le trote lacustri ed i lucci . Questo stralcio di stagione è caratterizzato quindi dalla concreta possibilità di effettuare catture eccezionali in quanto a mole , quasi mai in termini di quantità ; pochi attacchi ma di qualità , con pesci che raggiungono anche dimensioni notevoli . Più i pesci hanno una grande massa , meno risentono delle basse temperature dell’acqua , favorendo un metabolismo sempre a buoni livelli per esercitare gli atti predatori . Va detto che parecchie specie di predatori in questa stagione si trova ad adempiere alle fatiche riproduttive ( persici reali , black bass , cavedani , lucioperca ) o ne sono appena usciti ( trote di lago , lucci ) ; notoriamente in questa delicata fase del loro ciclo biologico l’istinto di territorialità e il livello di aggressività aumentano di molto , favorendo gli attacchi ai nostri artificiali . Anche la presenza di brezze fino a devenire vero e proprio vento , aumentando il moto ondoso , favoriscono la sospensione in acqua di fitoplancton e zooplancton , il cibo che sta alla base dell’alimentazione dei piccoli organismi biologici che abitano le acque lacustri  (pesciolini , gamberetti e molluschi ) . Insomma tutto l’ecosistema è in grande fermento e l’orologio biologico del lago lentamente determina il passaggio dalla stagione invernale a quella estiva . Tutti gli anni mi attrezzo a dovere per affrontare questo fantastico periodo e mi attivo su più fronti per insidiare le diverse tipologie di predatori : spazio dal jigging con voluminosi shads siliconici fatti saltellare lentamente sul fondo alla ricerca di grossi lucioperca , allo spinning classico rivolto al cavedano e alla trota di lago fino a giungere all’utilizzo di minnow dall’assetto galleggiante o neutro  (suspending)  e di crank baits per la ricerca di grossi esocidi e lucioperca . Spesso mi capita di sentire l’esigenza di essere in pesca con un’attrezzatura “ allround “ , un’attrezzatura cioè che entro certi limiti mi consenta di praticare contemporaneamente più tecniche e di conseguenza di insidiare più predatori . In tal senso non finirò mai di tessere le lodi di una combo che negli ultimi quattro anni  (da quando faccio parte del Pro Team Rapture ) mi ha regalato pesci fantastici e di grossa mole : parlo della canna denominata Delsol di Rapture ; nel dettaglio si tratta di un attrezzo dedicato allo spinning leggero , caratterizzato dall’ avere un fusto sottile e rapido ed in grado di proiettare a grandi distanze e con facilità anche artificiali dal peso contenuto ; il range di potenza è di grammi 3/15 ed il modello da me utilizzato è una classica due sezioni mt 2,44 con anelli in SIC e calcio con impugnatura split in EVA . L’ SX-1 abbinato è un taglia 2000 caratterizzato da otto cuscinetti a sfera che gli conferiscono un’estrema fluidità di utilizzo , con una frizione anteriore a dischi a regolazione micrometrica morbida e progressiva . A prima vista potrebbe risultare un pericoloso azzardo andare in cerca di prede importanti con questa attrezzatura di tipo “ light “ , ma posso assicurare che l’affidabilità ed il divertimento con il pesce in canna non hanno rivali . Così attrezzato affronto quindi il lago utilizzando minnows dall’assetto sia galleggiante che affondante , artificiali che amplificano il piacere in pesca ai massimi livelli . Dopo aver , nei giorni precedenti , catturato una bella trota Lacustre con il minnow Delta Walker dall’assetto galleggiante , decido di iniziare la mia sessione con un classico Trouter affondante fatto lavorare nella colonna d’acqua intermedia , diciamo a circa due metri di profondità ; la mia ricerca è rivolta principalmente alla trota e con leggere jerkate favorisco le spanciate del minnow che mette in evidenza i suoi fianchi argentei . Pescando in questo modo , con la presenza di un vento abbastanza sostenuto , perlustro una buona porzione di litorale annotando ben presto la cattura di un bel persico reale , che rilascio prontamente dopo le foto di rito . Non si scorgono  i piccoli gardons che fino a qualche giorno prima caratterizzavano lo spot in questione e che mi hanno consentito la cattura della bella Lacustre , decido così di proseguire e di raggiungere un tratto di riva che mi costringe a pescare rimanendo distante dal livello dell’acqua . Qui  il fondale raggiunge i tre metri di profondità subito vicino alla riva e dopo il lancio consento al Trouter di raggiungere il fondo prima di attuare un recupero caratterizzato da lievi jerkate ; dopo pochi lanci registro un altro attacco da parte di un persico reale che prima di arrendersi mette in gioco tutto il suo repertorio difensivo , regalandomi momenti di puro divertimento . Lo salpo e , dopo averlo fotografato con in bocca il minnow , lo rilascio ; mi sposto per evitare di catturarne altri visto che sono nel pieno della loro stagione riproduttiva e non voglio disturbarli oltre . Giungo dinnanzi ad un pontile utilizzato per il servizio di linea dei battelli e lancio il mio minnow il più lontano possibile diritto a me : qui il lago presenta un livello batimetrico alquanto strano , con una profondità di cinque/sei metri vicino all’attracco e di soli due metri al largo , favorendo lo stazionamento di grossi lucci che approfittano di questo sbalzo di profondità ( bassura - sella ) per tendere agguati mortali agli incauti pesci . Al terzo lancio in questo spot avverto un violento attacco al quale rispondo con una ferrata decisa : la Delsol si piega fino alla schiena e capisco di avere a che fare con un persico dalle dimensioni inconsuete . Apro un poco la frizione e contrasto le fughe del tigrato predone fino a vederlo approdare in superficie a circa dieci metri da me ; non ho mai visto un persico così grosso e già assaporo il piacere di poterlo immortalare con una serie di foto prima di rilasciarlo . Quando il combattimento sembra giungere al termine , con una fulminea giravolta il grosso pesce inverte la marcia e si slama . Era un pesce , ad occhio , prossimo ai due chilogrammi di peso e non nego il mio dissenso per l’infausto epilogo . Continuo a lanciare nello stesso spot dove è avvenuto lo straordinario attacco e nel breve volgere di una mezz’ora registro altre tre catture di persici di buona taglia ( niente a che vedere con quello perso ) che fotografo e rilascio prontamente . Sembra che gli unici pesci in attività siano i persici , così decido di cambiare radicalmente tipo di approccio : sostituisco il Trouter dall’assetto affondante con un classico minnow dall’assetto galleggiante come il Prey Minnow sempre di casa Rapture e , con l’aiuto dell’auto , mi sposto di un paio di chilometri per cercare altri spots che possano ospitare qualche bell’esocide . Arrivo nei pressi di una massicciata alla sommità della quale vi è la passeggiata che costeggia il lago ; qui il livello dell’acqua si trova più basso rispetto alla strada di circa tre metri e , anche se capisco che nel caso di una cattura le cose diventerebbero parecchio complicate , decido lo stesso di provare a pescare perché qui lo spot presenta un esteso tappeto di alghe non ancora completamente formate con uno strato d’acqua di circa un metro sopra di esse e fino alla superficie . Il luogo ideale per utilizzare il mio minnow galleggiante che espleta la sua migliore azione attrattiva nei pressi della superficie . Con gli occhiali a lenti polarizzate vedo perfettamente , nonostante il vento , attraverso l’acqua ed inizio una serie di lanci verso il largo e nei pressi dell’ingresso di un porticciolo ; al quarto lancio succede quello che temevo/mi aspettavo : un discreto luccio abbandona la sua tana e con uno scatto fulmineo e preciso porta il suo attacco all’ignaro pesciolino . Ciò che percepisco in canna è un brusco stop al quale rispondo con una ferrata robusta e profonda ; il pesce si piega su un lato e mi consente di valutarne le dimensioni che ad occhio sono di una novantina di centimetri per circa quattro chilogrammi di peso corporeo . Non è certo un gigante , ma con questa attrezzatura di tipo “ light “ il divertimento è amplificato all’ennesima potenza . Il problema è che mi trovo sollevato di circa tre metri rispetto all’acqua e , dopo aver fatto fronte alle sfuriate del pesce , devo organizzare qualcosa di attuabile per salpare la mia preda ; il timore è che tagli il terminale in fluoro , visto le piccole dimensioni del minnow , anche se riesco a vedere che l’ancorina di coda e in parte anche quella di pancia sembra abbiano fatto presa a filo di denti , quindi nella parte perimetrale della temibile bocca dell’esocide . Riesco a farlo calmare per qualche istante e nel mentre chiamo a gran voce un pescatore che è appena entrato in porto con la sua imbarcazione e lo prego di venirmi in aiuto con il suo capiente guadino che riesco a scorgere a prua . L’uomo si precipita con l’attrezzo montato verso il pesce che percependo la presenza umana riparte per un’ennesima fuga che mi prende una decina di metri di trecciato ; prendo nuovamente il comando delle azioni e riporto il pesce nei pressi dell’imboccatura del guadino che finalmente è pronto ad accogliere il grosso pesce . Con movimento delicato ma preciso il pescatore pone fine al combattimento e libera il mio moschettone che mi lega all’artificiale consentendomi di raggiungerlo più in basso per le misurazioni e le foto di rito . Si tratta di un maschio di Northern Pike dai colori accesi e dalla taglia media che si era attivato per gustarsi il suo pasto giornaliero ; il centimetro dice 88 centimetri e il peso ad occhio è valutato appunto intorno ai quattro chilogrammi . Veloci fotografie , abbondante ossigenazione in acqua e rilascio immediato . Ancora una volta la mia combo Rapture mi ha regalato grandi emozioni palesando anche doti insospettate di talismano nei confronti delle dimensioni dei pesci catturati ; a parte gli aspetti taumaturgici , l’importanza di potersi fidare ciecamente dei materiali impiegati dona tranquillità e consente di portare a termine il gesto tecnico in assoluta sicurezza , al riparo cioè da sgraditi imprevisti che coinvolgono i deficit delle dotazioni . Partire per una sessione di pesca sentendosi in completa armonia con l’attrezzatura significa aver portato a termine almeno per il cinquanta percento il compito assegnato ; il rimanente cinquanta percento lasciamolo volentieri all’imponderabilità . In fondo è anche questo che ci affascina della pesca !


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